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Λευκωσια

Smuggling Hendrix
(titolo italiano: Torna a casa, Jimi!)
di Marios Piperides
Cipro, 2018
Con: Adam Bousdoukos (Yiannis), Fatih Al (Hasan), Özgür Karadeniz (Tuberk), Vicky Papadopoulou (Kika)
Trailer del film

Quanto avevo scritto qualche anno fa, di ritorno da un viaggio a Cipro, è confermato da questo film scombiccherato e vivace, il cui protagonista è Jimi (omaggio a Hendrix), un cane che sfugge al suo padrone e valica il confine che separa la Nicosia (Λευκωσία) greco-cipriota dalla Nicosia turco-cipriota. Yiannis attraversa il confine e si riprende il cagnolino ma ragioni sanitarie -sempre in nome dell’Unione Europea, della quale la Cipro greca fa parte e quella turca no- e varie insensatezze burocratiche impediscono di far rientrare Jimi a casa. Yiannis e la sua ex fidanzata se le inventano tutte pur di riavere il loro compagno, con l’aiuto più o meno interessato di un turco che occupa ora la casa dove Yiannis era nato e di un ieratico trafficante di droga. Le difficoltà si moltiplicano e diventano l’occasione di transitare per la zona cuscinetto di Nicosia, una terra di nessuno inquietante e a suo modo fascinosa, che separa le due comunità che convivono in questo spazio luminoso e antico. L’immagine che si vede qui sopra fu scattata da me e credo sia significativa di come la guerra entri proprio nella vita quotidiana degli umani, nelle loro case, alla lettera.
Di Λευκωσία nel film si ascoltano i suoni, si vede l’orizzonte, si subisce il disordine, si sente la vita. Quella vita mediterranea che altrove possono soltanto cercare di imitare e che è la vera ricchezza e l’identità delle genti del Sud Europa, tutte eredi -più o meno fedeli- dei Greci.

Canis sapiens

Dogman
di Matteo Garrone
Italia, 2018
Con: Marcello Fonte (Marcello), Edoardo Pesce (Simoncino), Alida Baldani Calabria (Alida), Francesco Acquaroli (Francesco)
Fotografia di Nicolaj Brüel
Trailer del film

Marcello si immerge con la sua bambina, l’amata Alida, dentro il mare profondo, immenso, puro anche quando bagna le spiagge immonde di luoghi senza luce. Dimore non finite, palazzi ischeletriti, parchi colmi di lerciume, strutture abbandonate come da una guerra nucleare. Dentro di esse abitano umani lontani e tristi. Tra loro Simoncino, un ex pugile che è venuto al mondo come dispositivo di violenza. Picchia, taglieggia, ruba, consuma droghe. E fa di Marcello il proprio complice e privilegiata vittima. Sino a costringerlo alla galera al posto suo. Marcello torna dal carcere e riapre tra quelle lande desolate il negozio nel quale accudisce, pulisce, nutre i cani che gli vengono affidati. Piccoli o enormi che siano, li chiama «Ammore» e sempre riesce a placarli, a farseli amici. Canis sapiens. Marcello chiede e pretende dal suo aguzzino un poco di rispetto e delle scuse. L’esito non potrà che essere mortale.
La fotografia di Nicolaj Brüel disegna una luce livida che non illumina gli spazi ma li costruisce nella mente. Lo sguardo dell’attore Marcello Fonte è la tenerezza perduta nella melma, è la malinconia dell’inevitabile, è «die Protestation gegen das wirkliche Elend. […] Ist der Seufzer der bedrängten Kreatur, das Gemüt einer herzlosen Welt, wie sie der Geist geistloser Zustände ist» (Karl Marx, Zur Kritik der Hegelschen Rechtsphilosophie. Einleitung, 378), è protesta contro una miseria vera, è sospiro della creatura oppressa, è l’anima di un mondo senza cuore, com’è lo spirito di una condizione da cui ogni spirito è stato cancellato. Ma arriva l’istante nel quale tutto questo non è più sopportabile e la creatura oppressa si vendica. La vendetta diventa allora umanità; inevitabile, dolente e vincente umanità. Il grumo di buio è stato rimosso e nel mondo c’è un po’ più luce. È questo la vendetta sacra, è questo la vendetta necessaria. La vendetta contro il malvagio riscatta la vergogna della specie e restituisce la dolcezza del mare, il lucore di un possibile orizzonte.

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