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KRGR

KRGR. Bob Krieger
Ricordi tra fotografia e arte

Milano – Palazzo Reale
Sino all’11 settembre 2011

 

Bob Krieger è nato nel 1936 ad Alessandria d’Egitto da padre tedesco che parlava inglese e da madre siciliana che parlava solo francese. Il nonno materno era un pittore napoletano. Le condizioni giuste per diventare un apolide. Così come apolide è l’ambiente della moda, al quale Krieger ha indirizzato un’attenzione costante e vincente, che gli ha consentito di diventare fotografo di riferimento di molte riviste del settore, di stilisti, del “bel mondo”, insomma. Un mondo al quale ha dedicato e dedica la sua capacità di ritrattista. Decine di queste immagini di donne e uomini noti costellano la mostra. Una loro caratteristica quasi costante è la presenza non soltanto del volto ma anche delle mani, collocate in una postura che amplia l’espressione del viso dandole una precisa direzione interpretativa. Il più intenso di questi ritratti è forse quello dedicato a un Indro Montanelli sconcertato, come se stesse guardando l’Italia contemporanea.

Al di là dei ritratti e delle fotografie di moda, Krieger ha realizzato immagini esplicitamente ispirate al mondo classico, con delle vere e proprie riprese della statuaria greca o della pittura neoclassica.  Negli anni più recenti sembra che la fotografia non gli basti più e Krieger inventa delle fotosculture nelle quali i corpi o delle loro parti -soprattutto gli occhi- sono posti dentro cornici molto elaborate. Così, ad esempio, in Start, dove un grande occhio rosso con delle pagliuzze dorate dentro la pupilla è inserito in una struttura ai cui angoli sono poste le immagini di alcuni tachimetri d‘automobile. Oppure Essere, nel quale l’immagine di un corpo che va sfumando e dal quale cola del rosso sangue è imprigionata dentro un filo spinato. Spesso, però, tali opere risultano di un gusto assai discutibile. I risultati migliori a me sono parsi invece alcuni nudi dai chiaroscuri potenti, tanto da farli somigliare a delle sculture. Tra questi, una fotografia dal titolo Penso.
L’impressione complessiva è quella di un talento notevole, posto al servizio di un mondo fatuo.

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