Squallido trucco, quello che un giornalista che è stato ed è tra i peggiori figuri della corte craxiana prima e berlusconiana ora va spargendo nella convinzione che la gente sia idiota e beva la tesi secondo la quale al suo padrone verrebbero imputate colpe morali, “peccati”. Qui -conviene ribadire l’ovvio- la morale non c’entra nulla; a chiedere a s.b. di andarsene non sono dei sessuofobici ma tutto al contrario sono uomini e donne per i quali il sesso è così bello da preferire scambiarselo invece che comprarlo. La questione è completamente diversa e consiste in tre punti:
– l’immensa disponibilità finanziaria del capo del governo, che gli consente un’azione sistematica di corruzione dei singoli, della stampa, delle istituzioni;
– il controllo quasi totale delle televisioni, con l’annesso e antidemocratico conflitto di interessi;
– il carisma che il personaggio possiede e che affascina milioni di persone.
Si tratta di tre condizioni chiaramente pericolosissime per l’equilibrio dei poteri che è la vera sostanza di un regime democratico, il quale consiste esattamente in tale equilibrio/separazione e non in una delega senza condizioni a chi, come Berlusconi, è stato eletto tramite una legge-truffa col 35% dei consensi degli italiani e che per questo pretende di porsi al di sopra di ogni norma, diritto, decenza. L’indecenza non sta “nelle mutande” ma nel potere carismatico in mano a un ricchissimo padrone dei media ormai psichicamente fuori controllo.
(Il giornalista che organizza raduni contro inesistenti “puritani” e a favore delle orge con minorenni si dichiara anche un devoto della Chiesa cattolica. Chissà che cosa ne pensano i cattolici).