«…E quindi uscimmo a riveder le stelle»
L’approdo
Galleria San Fedele – Milano
A cura di Andrea Dall’Asta
Sino al 5 luglio 2013
Dodici artisti cercano di descrivere l’andare degli umani dentro il tempo, il trasformarsi delle vite e dei luoghi, la cenere -alla lettera- che rimane (Gaspare), il ritaglio delle parole dentro libri che diventan case e si fanno l’abitare della mente nella città ideale del sapere (Isabella Mara). Ogni cosa è sempre in movimento e basta toccare l’acqua dentro un catino per vedere su uno schermo il liquido diventare poliedrica armonia delle forme (il gruppo auroraMeccanica). Mentre una città post-tutto nasce dalla calce che ricopre materiali di riporto (Fabio Romano), ed è come se in quella dimensione verticale e franta fossimo abituati a stare da decenni di cupa fantascienza, al centro del mondo rimane un Omphalos simile a quello che troneggia a Delphi (Francesco Arecco). E ci ricorda che l’enigma del divenire riposa in qualche segreto che la mente e la bellezza possono sfiorare, nel lampo improvviso della materia eterna.