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Il cemento, la luce

Milano – Hangar Bicocca
Anselm Kiefer. I sette palazzi celesti
Antony McCall. ]Breath [the vertical works]
Kiefer permanente – McCall sino al 21 giugno 2009

 

Una verticalità immobile  e cangiante.
Le torri sefiroth di Anselm Kiefer sono fatte di container, cemento armato, libri di piombo, scritte al neon, vetro. In bilico sulla terra e radicate nel tempo. Appaiono dentro l’immenso hangar come se stessero lì da sempre, silenziose ed eloquenti, pronte ad accogliere l’angoscia che sovrasta l’umano e a scioglierla dentro le loro geometriche porte.
Le proiezioni di Antony McCall sono al limite della parola. Si entra in un luogo completamente buio ed esse appaiono. Sculture. Ma fatte di niente. Avvicinandosi si vedono pareti, vortici, forme. E le si attraversa. Guardando verso l’alto si è investiti dalla densa origine di quelle strutture: semplici proiettori che invece di produrre illusioni bidimensonali su uno schermo creano spazi dentro e intorno alle persone. E nel silenzio assoluto, nel buio, si torna al ventre. Non della madre. Della luminosa origine.

Le torri di cemento e le proiezioni tridimensionali dimostrano come da qualunque elemento, il più rozzo e il più impalpabile, si possa trarre bellezza. «V’è davvero dell’ineffabile. Esso mostra sé, è il mistico» (Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus, 6.522). Perché l’armonia è antica e la materia è luce.

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