Amor Dei intellectualis
Nietzsche e Spinoza
Archivio di storia della cultura
Numero IV / 1991
Pagine 93-140
Questo saggio non è «recente». Ne metto comunque a disposizione il pdf perché vi si analizzano due filosofi fondamentali nella mia formazione e spero possa essere utile a quanti si occupano di Spinoza, di Nietzsche o di entrambi.
È un testo ampio, che richiede tempo e pazienza ma mi auguro che risulti anche piacevole per chi lo leggerà. Questo è l’incipit:
«Nietzsche definisce Spinoza ‘il saggio più puro’ [‘den reinsten Weisen’, Umano, troppo umano I, af. 475] riferendosi forse anche alla solitudine – teoretica più che umana – del filosofo olandese, il quale si presenta isolato nel senso più radicale. La sua prosa calma ed essenziale disegna un meccanismo deduttivo, una metafisica geometrica che possono somigliare solo da lontano ad altre filosofie. Lo sfondo è certo carico di contenuti già dati: la razionalità matematica della nuova scienza di marca galileiana: la conoscenza degli Stoici, di Hobbes, di Descartes; la mistica e il pensiero ebraici. Ma tutto ciò è assorbito e rielaborato all’interno di un pensiero del tutto originale e rigoroso. Spinoza dice le parole di base di ogni filosofia non ingenua. Parole certo superabili ma sicuramente non eludibili. È probabilmente quello che intendeva Hegel quando affermava che essere spinoziani è l’inizio essenziale deI filosofare. È la parola dell’unità. L’unita coerente e forte con cui la filosofia si sforza di leggere e capire il cosmo. L’unità di dio, liberato da ogni favola antropomorfica, da ogni illusione volontaristica. Dio solo esiste per causa sui. Fuori da ogni creazione, oltre ogni finalismo, dio è la sostanza unica, infinita, eterna, indivisibile, immutabile. Dalla sostanza procedono infiniti attributi dei quali la mente umana conosce solo pensiero ed estensione. Le cose singole e molteplici sono affezioni della sostanza, modi degli attributi.
La contingenza è un’illusione della mente umana. Nel tutto domina la necessità. Il finalismo è il più grave errore filosofico, è una forma ingenua di soggettivismo che pretende porre l’universo a esclusivo utilizzo della specie umana. Le nozioni di perfezione-imperfezione, bene-male, giusto-ingiusto, sono scaturite da questo sentire sé come criterio del tutto. La filosofia è la rimozione di tale prospettiva. È il sentirsi parte eterna di una eternità. È amor Dei intellectualis».