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Humboldt

Il denso numero 400 di A Rivista anarchica ospita un’articolata riflessione di David Graeber a proposito del futuro, delle attese che lo hanno intessuto nel Novecento, delle delusioni. Graeber affronta anche la questione universitaria osservando che

quella che è cambiata è la cultura burocratica. Il crescente intreccio tra Stato, università e imprese private ha indotto tutti ad adottare il linguaggio, la sensibilità e le forme organizzative che provengono dal mondo imprenditoriale. Se ciò è forse servito a creare prodotti commerciabili, perché è per questo che sono fatte le burocrazie aziendali, per quello che riguarda il sostegno alle ricerche originali, i risultati sono catastrofici. Le mie conoscenze vengono da università degli Stati Uniti e dell’Inghilterra. In entrambi i paesi gli ultimi trent’anni hanno visto una vera e propria esplosione della percentuale delle ore lavorative destinate a compiti amministrativi a spese di tutto il resto. Nella mia università, per esempio, abbiamo più amministratori che membri di facoltà, e da questi ultimi, per giunta, ci si aspetta un impegno di ore dedicate all’amministrazione almeno pari a quelle destinate alla didattica e alla ricerca sommate insieme. Le cose vanno così, più o meno, in tutte le università del mondo.
L’aumento del lavoro amministrativo è un esito diretto dell’introduzione delle tecniche di gestione d’impresa. Invariabilmente queste sono fatte passare come strumenti per migliorare l’efficienza e per introdurre la competizione a qualsiasi livello. Quello che a conti fatti significano in pratica è che tutti finiscono per dedicare gran parte del proprio tempo nel tentativo di vendere qualcosa: proposte di mutui, offerte di libri, valutazione di posti per studenti e richieste di finanziamenti, valutazione dei nostri colleghi, prospetti di specializzazioni interdisciplinari, istituti, workshop e conferenze, le università stesse (che sono ormai diventate marchi da promuovere presso potenziali studenti e finanziatori) e così via. (p. 51)

Questa descrizione vale ormai in modo pressocché integrale anche per l’Università italiana, segno di una colonizzazione che rischia di distruggere l’identità dell’Università europea come era stata pensata e realizzata nell’Ottocento da Wilhelm von Humboldt, vale a dire una Università istituzionalmente libera dai poteri politici ed economici e solo per questo in grado di svolgere la sua funzione al servizio della scienza, nella unità e pluralità del sapere.
La decadenza dell’Europa è invece mostrata anche -e forse specialmente- dal tramonto di tale modello a favore di una struttura al servizio del potere politico (qualunque esso sia) e degli organismi finanziari, volti alla perpetuazione dell’ingiustizia che ferisce, dell’eccesso che distrugge, dell’ignoranza che dissolve.
Difendere strenuamente l’università europea humboldtiana contro la sua degenerazione burocratica significa semplicemente garantire il presente e il futuro della scienza e quindi dell’intera comunità sociale.

Un lessico contemporaneo

La questione democratica, in Italia e in tutto il mondo, coincide con la questione degli strumenti e delle modalità di informazione. Come sapeva Guy Debord, la stampa mainstream e le reti televisive sono sempre e soltanto il potentissimo strumento dell’inganno che i governi esercitano sull’intero corpo sociale. Indispensabili alla democrazia sono pertanto quelle voci critiche e altre che, seppur in netta minoranza, costituiscono il granello che inceppa la grande macchina. A Rivista anarchica e Diorama letterario, per quanto tra loro diverse, sono tra queste voci. Ogni loro numero -non necessariamente da condividere per intero- lo dimostra.
Nei numeri più recenti di Diorama vengono tradotti alcuni interventi che Alain de Benoist dedica a una varietà di tematiche, tutte accomunate dal costituire l’orizzonte del presente e del futuro. Da questi interventi traggo le affermazioni che mi sembrano più consone a comprendere ciò che accade.

Animali
«I maltrattamenti inflitti agli animali mi scandalizzano ancora di più dei maltrattamenti inflitti agli umani»

Europa
«Per me, tuttavia, la parola d’ordine non è ‘Per la Francia contro l’Europa’, ma piuttosto ‘Per l’Europa, contro Bruxelles’»; «Così come gli Stati Uniti sono nati da un rifiuto dell’Europa, l’Europa non potrà farsi se non contro gli Stati Uniti»

Eutanasia
«Come gli antichi romani, io rispetto ed ammetto assolutamente il suicidio, includendovi il suicidio assistito. […] Penso che mettere fine in condizioni pacifiche a una vita che sta terminando in forma vegetativa o con sofferenze indescrivibili abbia a che fare con la semplice umanità»

Paganesimo
«Il monoteismo non ha certamente il monopolio dell’intolleranza, ma ne ha creato una forma nuova: l’intolleranza religiosa. Essa va di pari passo con l’avvento di un nuovo regime di verità. Nel politeismo, si considera assolutamente normale che ciascun popolo celebri un culto ai propri dèi. […] Nel monoteismo, gli altri dèi sono necessariamente considerati idoli, demoni o illusioni da dissipare. Per estensione, sono i loro seguaci a dover essere sradicati. […] Questo tipo di intolleranza è stato in tutte le epoche estraneo al paganesimo. Esso infatti non si fonda su dogmi ma su riti. Ignora quindi le eresie, le guerre sante, gli scismi, le scomuniche, le crociate e le inquisizioni»

Pubblicità
«La pubblicità è diventata la forma dominante della comunicazione (inclusa, naturalmente, la comunicazione politica), nella misura in cui tende ad affermarsi come la forma paradigmatica di ogni linguaggio sociale. […] La pubblicità ci addestra a ricalcare il nostro desiderio sul desiderio degli altri, in modo tale che in fin dei conti il consumo è sempre consumo del desiderio altrui».

Russia
Per gli USA «la Russia è sempre una potenza da ‘contenere’ con tutti i mezzi e la intera loro politica estera mira ad accerchiarla, a spingere la Nato fino alle sue frontiere e ad impedire agli europei di allearsi con i russi, come sarebbe del tutto naturale che facessero se avessero coscienza della necessità di pensare in termini continentali». Quando sono state annunciate le sanzioni contro la Russia «il ministro degli Esteri russo si è limitato a dichiarare: ‘Proviamo vergogna per l’Unione europea che, dopo aver lungamente cercato la propria via, ha adottato quella di Washington, respingendo così i valori europei fondamentali’. Purtroppo, le cose stanno esattamente così. L’Unione europea si è allineata all’America perché sia l’una che l’altra condividono la stessa ideologia liberale»

Sinistra
«La verità è che la sinistra ha perso il popolo [Lo conferma la clamorosa percentuale di astenuti nelle recenti elezioni in Emilia Romagna]. E che dopo aver perso il popolo sta perdendo anche l’egemonia culturale. È questo il vero fondamento della rivoluzione silenziosa alla quale stiamo assistendo. Tutto il resto discende da questo»

Stati Uniti d’America
«La ‘democrazia in America’ non è che il regno di un’oligarchia finanziaria. […] Le ‘relazioni internazionali’, allora, non significano nient’altro che la diffusione su scala planetaria del modo di vita americano. Rappresentando il modello alla perfezione, gli americani non hanno bisogno di conoscere gli altri. Spetta agli altri adottare il loro modo di fare. Data la situazione, non ci si può stupire che le difficoltà incontrate negli Stati Uniti in politica estera siano così spesso il risultato della loro incapacità di immaginare che altri popoli possano pensare diversamente da loro. Di fatto, per molti americani, il mondo esterno semplicemente non esiste, o piuttosto esiste solo nella misura in cui si americanizza, condizione necessaria perché diventi comprensibile».

Vicino Oriente
Che le autorità francesi si preoccupino dell’Isis può essere comprensibile «ma sarebbero più autorizzate a farlo se il presidente Hollande non avesse dichiarato esplicitamente, sin dall’incontro del G20 del giugno 2012, che era opportuno riconoscere la ribellione armata jihadista come l’unica rappresentante della legittima autorità siriana».

[Fonte: Diorama letterario 320, anno XXXV, numeri 3-5/2014]

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