In questi giorni il padrone d’Italia si riempie la bocca d’amore. Ma quando il Potere parla d’amore, allora la menzogna si fa assoluta. L’abisso di 1984, lo svelamento che questo libro rappresenta, non sta solo nella neolingua -quella che i giornali italiani parlano ormai tutti i giorni-; non risiede solo nella falsificazione della storia e dell’accadere operata dagli intellettuali servi -«chi controlla il passato, controlla il futuro; chi controlla il presente, controlla il passato» (ed. Mondadori, 1989, p. 260); non abita soltanto nell’apologia dell’ignoranza -«non pensare, non aver bisogno di pensare. L’ortodossia è non-conoscenza» (p. 57). La rovina sta nell’amore che il potere pretende dagli uomini sui quali esercita il proprio dominio. Per Winston Smith «ogni cosa era a posto, ora, tutto era definitivamente sistemato, la lotta era finita. Egli era riuscito vincitore su se stesso. Amava il Grande Fratello (He had won the victory over himself. He loved Big Brother) » (p. 312). Così si chiude il romanzo. Così comincia l’orrore.