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Il corpo delle donne

Fermiamoci un poco. Esattamente per 25 minuti. Cerchiamo di osservare un esempio della tenace e vincente strategia gramsciana che ha condotto Berlusconi a diventare in modo del tutto naturale capo del governo dopo aver instillato per venti anni nel corpomente individuale e sociale delle immagini televisive ben precise e funzionali al suo progetto finanziario e politico. L’egemonia culturale -e cioè la creazione e il controllo dei simboli, delle parole, delle immagini– ha generato inevitabilmente la presa del potere. Marx ha sbagliato nel ritenere che quanto chiamiamo cultura sia subordinato alla struttura economica. È vero, piuttosto, il contrario.
Il corpo delle donne è un fattore decisivo di tale egemonia. Il corpo che è anche strumento e prodotto viene ricondotto soltanto a strumento e prodotto. La natura temporale del corpo è annullata in un lifting immobile e mostruoso, letteralmente.
Questo pacato e terribile documento di Lorella Zanardo e Marco Malfi Chindemi mostra la verità dell’affermazione di Pier Paolo Pasolini sulla televisione come negazione della corporeità.
Chiedo alle donne che lo vedranno: perché?

21 commenti

  • agbiuso

    Febbraio 13, 2013

    @ Enrico
    Ha ragione, caro Enrico, questa donna sta diventando la vittima anche del maschilismo dei suoi datori di lavoro. Evidentemente si tratta di gentaglia che intende trarre il massimo profitto dalle buffonate di s.b.
    C’è da riflettere sul fatto che qualunque cosa tocchi, ormai costui la sporca irrimediabilmente.

  • Enrico

    Febbraio 12, 2013

    Anche io, all’inizio, mi chiedevo come mai la donna del video (Angela Bruno, impiegata di Green power) accettasse addirittura con allegria le volgari allusioni di Berlusconi: riprendendo quello che scrive il prof. (dopo il primo “Perché ?”)ritengo anch’io che le donne non debbano assecondare il “penoso maschilismo di un vecchio libidinoso”. Poi, considerando anche il contesto (in particolar modo la presenza dei suoi superiori che, ovviamente, tenevano a fare bella figura con “IL PRESIDENTE”), ho concesso alla signora in questione delle attenuanti – se così possiamo chiamarle- per essersi comportata così, in primis la tutela del proprio posto di lavoro . Se leggete gli sviluppi odierni di questa squallida vicenda (potete farlo http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/12-febbraio-2013/io-onorata-falso-ero-imbarazzata-azienda-ne-trarremo-conseguenze–2113962921102.shtml), potrete constatare i pesanti condizionamenti che questa donna sta subendo tuttora.

  • Grazia L. G.

    Febbraio 12, 2013

    Credo che queste donne non sappiano nemmeno lontanamente quale sia il senso o lo scopo del proprio esistere. Se lo sapessero non butterebbero la propria vita in questo modo e non sprecherebbero di essa un solo istante. Penso inoltre che abbiano un’idea sbagliata del concetto di Persona se la riducono soltanto al corpo.
    L’essere umano è un’unità inscindibile di corpo e mente.Ed è grazie a questa unità che ci si può rendere conto dell’unicità sostanziale del mondo, di fronte al quale la giovinezza esteriore, a tutti i costi e a qualsiasi prezzo non è davvero “nulla”.
    Certo il mezzo televisivo nell’ultimo decennio non è stato per niente un buon esempio.
    Grazia L. Greco.

    PS: grazie per le occasioni di riflessione che questo spazio web offre giornalmente.

  • Paolina Campo

    Febbraio 12, 2013

    Figlia. Madre. Donna. Ma prima, prima di tutto PERSONA. Persona capace di pensare, di mettersi in gioco, di capire i propri limiti e da questi partire per spingersi oltre, per risalire, anche se lentamente, verso qualcosa che, incuriosendoti, ti meraviglia e ti dà una gioia sempre aperta a nuovi orizzonti che possono rendere la vita interessante, l’essere PERSONA qualcosa di unico. Allora, anche io mi chiedo, perchè? Perchè certe donne perdono di vista quel “grumo” ( mi perdoni se uso una delle sue parole che intensamente spiegano la molteplicità del nostro essere nel tempo), quel “grumo” di significati che ognuno di noi può essere ed esprimere. Perchè certe donne sono più maschiliste di certi maschi vecchi e libidinosi come questo di cui sembra non potersi liberare?

  • Biuso

    Febbraio 11, 2013

    Quante volte viene?

    Ancora una volta chiedo: perché questa donna, perché questa signora non ha risposto “Rivolga le sue battute volgari alle tante amiche che ha e non a me” o qualcosa di analogo?
    Perché? Non è una grande e grave responsabilità delle donne assecondare o respingere il penoso maschilismo di un vecchio libidinoso e di tutti coloro che si comportano allo stesso modo?
    Perché? Forse perché nell’essere sedotte e nel sedurre, nel suscitare desiderio, molte donne vedono l’affermazione del proprio io, una conferma del proprio valore?
    Perché dunque?

  • agbiuso

    Aprile 2, 2012

    Nel suo libro Stanno uccidendo la TV (Bollati Boringhieri, 2011) Vanni Codeluppi ricorda un commento di Pier Paolo Pasolini a proposito del programma Canzonissima del 1969, nel quale lo scrittore denuncia la volgarizzazione del corpo femminile attraverso immagini che oggi ci apparirebbero “piuttosto caste”. Codeluppi così continua:

    «Sorprende anche che si espongano corpi femminili erotizzati a un pubblico che è composto in prevalenza di donne, perché tale è il pubblico televisivo odierno. […]
    E’ più probabile che la massiccia esposizione di corpi femminile che attualmente caratterizza la televisione italiana funzioni perché riesce a suscitare un processo di identificazione nelle donne. Perché le masse femminili si proiettano con facilità in quei corpi femminili esposti sognando di poter prendere il loro posto, cioè di essere anch’esse oggetto degli sguardi e dei desideri maschili. E di avere pertanto un grande potere su tali desideri.
    […]
    Ma è probabile anche che, come in altri campi della vita sociale, le donne abbiano introiettato e fatto propria una legge che è stata loro progressivamente imposta dal potere maschile. Vale a dire che nel tempo le donne hanno cominciato a considerare normale l’esposizione continua dei corpi delle loro simili sugli schermi televisivi presenti nelle loro case. Hanno cominciato cioè a guardarsi come ritengono che le guardino gli uomini. […] Dimostrano cioè di avere confuso l’emancipazione con la ‘maschilizzazione’» (pp. 55-56).

  • Biuso

    Agosto 31, 2010

    Lo spettacolo di centinaia di ragazze al servizio di due vecchi e grotteschi porci (con tutto il rispetto, naturalmente, per i veri suini), uno libico e uno italico, in cambio sembra di 50 o 100 euro a testa, mi induce a ribadire la domanda che posi alle donne: perché? Di fronte alla miseria della somma percepita e alla aleatorietà di eventuali sogni futuri, mi sembra che le risposte qui fornite da tante e intelligenti amiche rimangano in qualche modo incomplete.
    Forse, assai semplicemente, sono anche la vanità e la stupidità a indurre molte donne a questi comportamenti. Vanità e stupidità che condividono pienamente coi maschi.

  • Adriana Bolfo

    Maggio 31, 2010

    Vado oltre il tema, forse, e anche di fretta. Non so quale quotidiano negli ultimi giorni, forse ‘Il Fatto’, ha fatto notare che le donne in tv, vestite o meno, sono proposte massicciamente come veline, cuoche (v. trasmissioni anche di successo) e non ricordo in quale altro ruolo settoriale. Largamente minoritaria la presenza di donne per significare che esistono nei mestieri più svariati, negli studi e mestieri correlati, in politica. Questo va al di là del mostrarle/mostrarsi quasi nude, è proprio il messaggio e la politica dell’inesistenza/inconsistenza. Qui e in questo momento non ne faccio una questione eminentemente partitica perché riduttivo e mistificante e non rispondente alla realtà, dato che prima di questa attuale realtà, sappiamo bene quale, non mi pare proprio che ci sia stato, nel concreto sociale e nella micropolitica dei rapporti quotidiani, tutto uno slancio di riflessione e sorveglianza costante sulla -è il caso ancora di dirlo, con tutte le critiche che può attirarsi l’espressione- ‘questione femminile’. Se il massimo sono un po’ più di carriera sporadica e qualche legge, vuol dire che eravamo proprio indietro e da lì siamo partiti, uomini e donne, scivolando facilmente al peggio, cioè all’oggi, in timore (mio) del peggio ancora, dato che le crisi, vere o artate, vengono pagate più dalle donne comunque, già in svantaggio comunque, in soldi e in altro. As usual. Dove eravamo? Dove siamo lo si vede, ohinoi. Abbiamo date per scontate e ferme conquiste solo recentti, e quindi, ancor più precarie, nella storia del mondo, cioè del nostro ristretto mondo occidentale. Nel senso che altrove è comunque peggio, a cominciare dalle legislazioni. Cioè, un non-vanto per nessuno.

  • agbiuso

    Ottobre 25, 2009

    @Mariangela Imbrenda
    La ringrazio molto per la condivisione e per l’apprezzamento.

  • Mariangela Imbrenda

    Ottobre 24, 2009

    Entusiasta dell’attenzione prestata al documentario “Il corpo delle donne”e alla straziante verità pasoliniana.Complimenti per il sito …che continuerò a visitare.
    Mariangela Imbrenda

  • Alberto G. Biuso » Videocracy

    Agosto 28, 2009

    […] dirigenti televisivi. E tuttavia può darsi davvero che la «morale» di Berlusconi (sfruttare il corpo delle donne per ottenere introiti pubblicitari ma presentarsi alla Perdonanza cattolica) sia oggi la morale del […]

  • Alberto G. Biuso

    Giugno 17, 2009

    Segnalo una risposta densa e articolata alla questione da me posta. Una risposta assai convincente.
    L’autrice mi ha autorizzato a rendere pubblico il suo scritto.
    Lo si può leggere nella sezione Testi del sito: Anna. Risposta a Il corpo delle donne

  • marco de paoli

    Maggio 27, 2009

    Spesso nei programmi televisivi si cade nell’ammiccamento volgare, ma la questione andrebbe vista in profondità.
    Queste donne che in televisione compaiono in abiti succinti, attillati, etc. non sono poi molto diverse da quelle che si vedono normalmente per strada o la sera nei ristoranti e locali.
    Anni fa un donna (peraltro persona colta), dimentica che non bisogna mai fare confidenze al nemico, mi disse: “quando elegante e scollata vado ad una festa, è bellissimo sentirmi addosso tutti gli sguardi maschili che ti fasciano e ti avvolgono”. Le risposi: “tu però ti accontenti di poco”.
    Freud diceva che nelle donne il narcisismo è molto più spiccato che non negli uomini. Io credo piuttosto che nell’uomo il narcisimo venga prevalentemente appagato in altri campi, ma è indubbio che spesso nella donna esso si appaghi più facilmente nel fascino dell’apparire.
    Si scopre così l’acqua calda: alle donne, soprattutto se giovani e belle, piace piacere, piace essere ammirate e desiderate. Nessuna violenza maschile impone loro gli abiti e le mosse seducenti: è molto ingenuo pensarlo, oltre che un po’ da bacchettoni. Non vorrei dunque che si considerassero delle vittime della violenza maschile delle donne che lucidamente e consapevolmente sfruttano in televisione tutto l’armamentario della seduzione, magari guadagnando in pochi minuti di comparsa quello che altre donne guadagnano in un mese o più mesi di lavoro.
    Gli uomini che vedono in certi atteggiamenti e abbigliamenti (amplificati dal mezzo televisivo) una facile disponibilità si sbagliano di grosso, appunto perché non capiscono che spesso le donne sono appagate dal piacere e dal conturbare, anche se nulla ne consegua. Anzi, il fatto che nulla ne consegua aumenta il fascino dell'”oscuro oggetto del desiderio”.
    Vi sono delle belle pagine di Baudrillard sullo strip-tease, in cui mostra come il vedere e l’immagine partecipino ormai a un mondo di simul-azione e di finzione, ove il fascino è costituito proprio dalla lontananza e intoccabilità e inafferrabilità dell’oggetto del desiderio che s’en fugge tuttavia (ricordate Angelica fuggente e il vano inseguimento di Orlando furioso nell’Ariosto?).
    Peraltro, anche chi ha il “privilegio” di accedere colà, alla fine conclude come Guicciardini: “non v’ho trovato quella satisfazione che m’ero imaginato”. O con i Rolling Stones: “I can’t get no satisfaction”.
    Perché il problema è, infine, la sazietà generata da questo profluvio di immagini (reali o mediatiche).
    Una settimana fa mi trovavo la sera tardi ad attraversare da un capo all’altro l’aereoporto di Fiumicino, deserto la sera come solo può essere l’aereoporto di Fiumicino. Attraversando quasi da solo il grande aereoporto, fra pochi netturbini dall’aria insonnolita, camminando su tapis roulants spenti, vedevo ovunque attorno a me enormi, giganteschi cartelloni pubblicitari strasbordanti di donne seminude che ti guardavano da ogni dove ammalianti, seducenti, provocanti, reclamizzando biancheria intima, borsette, dentifrici, formaggini e quant’altro. Anche se in funzione pubblicitaria, si trattava di immagini fotografiche di alta qualità, fatte da bravissimi professionisti capaci di trasformare una qualsiasi ragazza belloccia in una dea. Camminavo dunque come un nano fra queste gigantesche immagini felliniane di donne ammiccanti. E, alla fine di questa trionfale carrellata di nudità sensuali e aggressive, nonostante io nella mia vita sia sempre stato tutt’altro che indifferente al fascino femminile, ho infine provato solo sazietà, per non dire nausea in senso sartriano.

  • giu*

    Maggio 25, 2009

    Che dire? E’ chiaro che io sono tra quelle (forse poche?) donne che non accettano questa costante umiliazione, ma purtroppo, mi rendo sempre più conto che ormai questo “vedersi attraverso gli occhi degli uomini” è radicato tantissimo nel pensiero, nella società, anche nelle minime azioni che ogni giorno facciamo.
    Anche io, che cmq mi ritengo molto distante da questo modello, talvolta mi rendo conto che mi trucco, mi vesto in un certo modo anche quando vorrei uscire con la prima cosa che mi capita perché sono stanca o svogliata…questo perché anche io, nel mio piccolo, sono un po’ prigioniera dell’eventuale giudizio altrui (che appunto ora non è piu’ solo quello maschile ma anche femminile, proprio per il discorso che ormai le donne per prime si guardano con gli occhi di un uomo). Quindi credo che questa cosa sia bene piu’ radicata di quanto pensiamo, anche nei pensieri, per cosi’ dire “piu’ liberi”.
    Comunque, credo …a questo punto forse farebbe bene un po’ di quel sano femminismo combattivo delle nostre madri, dove si bruciavano i reggiseni e si recitava “il corpo è mio e me lo gestisco io”…visto e considerato che a quanto pare di questi tempi i corpi femminili sono in realtà gestiti dagli uomini….Infatti, come già qualcuno ha detto prima di me, il problema è che spesso la donna crede di essere libera, indipendente perché forte della sua bellezza e del suo potere di “sedurre”, ma non si rende conto che QUESTO modello di seduzione in realtà è quello imposto proprio dall’uomo, per cui, in fin dei conti, non è libera per niente ma anzi complice, alle volte, di questa schiavitù.
    Per quanto mi riguarda continuero’ nel mio piccolo, la mia “lotta” contro questi modelli siliconati e falsi che continua a propinarci la tv e non solo…
    Ciao:-)
    Giu

  • Irene

    Maggio 23, 2009

    Perchè chiederlo proprio alle donne? Non si può chiedere e basta? Non è forse una questione, una domanda, una risposta, che trascende il maschilefemminile? Siamo strutturalmente sbagliati ogni volta che affrontiamo questo argomento…

  • Antonella

    Maggio 22, 2009

    A proposito delle donne e del corpo. Ormai è da anni che osservo attentamente questo fenomeno, della mercificazione ormai totale del femminile, se ancora di femminile si tratta. Purtroppo la cosa esemplare è il fatto che la riconoscibilità di un essere umano passi adesso attraverso fatti, atteggiamenti, pose, esibizioni del corpo, assolutamente estranei a ciò che dovrebbe dare validità ad un essere umano.
    Ogni donna vuole essere riconosciuta, così come ogni persona, ma questo viene in qualche modo, denunciato attraverso il corpo e nel modo che oggi viene sempre più richiesto, cioè con quel tanto di pornografico che fa sempre gola e eccita le fantasie maschili. Sarò franca ma in tutto questo vedo una sempre maggiore volgarità maschile a cui le donne non finiscono mai di sottomettersi!
    Comunque ci sarebbero molte altre cose da dire su questo argomento, ma la cosa che più temo è questa estrema amplificazione dell’occhio da grande fratello che farà in modo di inquadrare ciò che sarebbe impossibile e inopportuno inquadrare.
    Come a dire una manipolazione totale dell’essere umano e un usare e gettare continuo, dal momento che c’è e ci sarà sempre un rimpiazzo per tutto. Mai come oggi l’essere umano viene assolutamente bruciato nella sua parte migliore. Sinceramente tremo per i miei figli!

  • Beatrice

    Maggio 19, 2009

    Caro Alberto,
    ringrazio per avermi segnalato questo documentario, che non conoscevo. Ecco il mio pensiero…

    Secondo me la donna si convince di essere “più furba”: dando all’uomo ciò che questi cerca lo domina, ma in realtà non fa che portare il proprio valore a quello del mercato, che per quanto alto non sarà mai sufficiente, per il semplice fatto che è incongruente, cioè considera qualità diverse da quelle su cui si dovrebbe fondare la (auto)valutazione di una persona. La donna si vede con occhi maschili e spesso si sente più intelligente di altre donne, quelle che fanno fatica, quelle che non si espongono come mercanzia, quelle che non “la danno”. Crede di sfruttare le debolezze maschili e intanto rinuncia a se stessa. Emblematica è la “maggiorata” del Grande Fratello. Il filmato lo ribadisce: si può pensare di sfruttare le regole del gioco, ma non si rischia di venirne inghiottiti?

    Ci si racconta che si è scelto di usare il proprio corpo per sentirsi davvero libere, al pari dei maschi, ma si finisce per diventare manager di un pezzo di carne che non si riconosce alla mattina appena sveglie.
    Un po’ come essere belle e sposare il riccone che non si ama, rinunciare a ricercare una storia vera per avere la serenità economica. Al limite dopo un divorzio si avrà tempo di cercare l’amore. Oppure si tradirà il proprio marito – magari costui ci riserva la stessa moneta – perchè “succede” (un po’ come succede andare a letto con un produttore o fare un calendario “senza veli”). Tutte queste cose presuppongono una consapevole scelta dello squallore. Un “patto” in cui scientemente si rinuncia a sincerità, spontaneità e onestà (sprt nei propri confronti) in cambio di benefici materiali.
    Come mai tutto ciò viene approvato e anzi osannato? Forse se io fossi una bellona che ha fatto strada usando il corpo e stravolgendo l’anima (magari neanche tanto), non avrei nemmeno l’onestà di consigliare ad altri di non correre questo rischio, di non fare lo stesso errore. Forse se io avessi un viso che non riconosco e avessi rinunciato a molto di me per concedere tanto a chi mi mercifica, per vendermi, allora sarei vuota e spenta e incattivita dentro. Forse la competizione con l’uomo tira fuori il peggio delle donne: non ci si mette “in gara” per e con le proprie qualità interiori, ma si imita il modello maschile e ci si incattivisce. E se sei frustrata, perchè dovresti dare a un’altra un consiglio sincero? Non è neanche detto che ti ascolti, perchè in fondo “ehi, tu sei in tv!”…dopo tutto il sudore e la fatica (per non parlare del resto) non ti tiri mica indietro. Allora se dai il consiglio di stare alla larga da quel mondo, o di non affrontarlo nello stesso modo, chi vuoi che ti creda?
     
    Rifarsi a nuovo serve anche a riciclarsi nel mercato. Mentre in altri ambiti l’importante è il percorso e rilevano le competenze acquisite, nella scatola televisiva l’importante è ricomparire sempre dal passato, non perdere un colpo, ma sempre come se quel passato non fosse esistito, come se si potesse essere, a seconda delle esigenze, bellona, madre amorevole, esperta d’amore, provetta cuoca, appassionata di motori, velina, calciofila, etc etc, e fingere che non sia un’improvvisazione.

    Alla donna, per meri motivi biologici, è imposta più cautela. Niente può smentire il dato di fatto che se da una relazione, da un incontro occasionale, o da una violenza deriva il concepimento di un bambino, la responsabilità, purtroppo ancora molto spesso, rimarrà solo alla donna, solo sue la difficoltà di una scelta in un senso o nell’altro, la fatica, il lavoro, l’impegno. Anche le donne sposate spesso sono nella stessa situazione pur avendo un marito. Il nostro corpo è più fragile, più delicato, ma è fatto per essere anche resistente, per generare e preservare la vita. La nostra mente si è sviluppata di conseguenza – di pari passo anzi – e questo ci dà qualcosa di grandissimo, di incredibile. Eppure tutto questo viene rinnegato, corpo e testa contemporaneamente si manipolano. Magari le rinunce non si percepiscono nemmeno, o ci si sente “paladine” di una qualche lotta.
    La cosa che mi turba di più è che cambia anche l’espressione degli occhi. Ho sempre creduto che niente potesse essere rivelatore come gli occhi ma da tempo in tv non vedo un paio di occhi che riesca o involontariamente possa manifestare sentimenti profondi. Allora non è solo una questione di lifting, di forma degli occhi, ma – ancora – di manipolazione interiore, di chirurgia dell’anima. Si tratta di persone che non possono concedersi la debolezza di piangere o il lusso di sorridere serenamente, perché il loro viso ha perso questa capacità. Ma a furia di non farle, queste cose, se ne perde anche la disposizione interiore. Si creano dei vuoti che non vengono colmati dai successi economici, pubblicitari, sessuali, se non in modo superficiale. Certo, magari alcune di queste donne sono felici, o quanto meno serene nella loro scelta. Ma continuano a sembrarmi più vittime che abili strateghi. Non voglio assolutamente giudicarle, perchè dietro ogni scelta e ogni vita ci sono questioni personali che non conosciamo. Mi domando: di quelle che più sembrano godere della loro posizione televisiva, quante hanno conservato una reale femminilità? Quando si guarda indietro alle rinunce fatte, ci si consola pensando al proprio successo, al fatto che magari non si è nemmeno rinunciato alla maternità (vissuta come? Con quale progetto educativo?).

    Non faccio paragoni con vita di clausura e iper-costumata. Nel mondo in cui vivo io – che sicuramente non incarna nessuno dei due estremi – non si parla della donna in questi termini, anzi, la donna è apprezzata per ben altre qualità (e magari anche per l’aspetto estetico, ma con ben altri toni). Gli uomini e i ragazzi che conosco e frequento non sono come i presentatori della tv. Il problema è che i comportamenti sessisti io li vedo non in tv, ma tra bambini, in strada, in aula in università, al lavoro…
    Quindi se anche le showgirl di oggi avessero fatto una scelta consapevole al 100% e ne fossero tuttora soddisfatte, cosa dire delle generazioni che scimmiottano la tv?

    Io spero che questa sovraesposizione di corpi femminili (ma varrebbe anche per i maschili) presto o tardi venga a nausea, produca indifferenza e provochi da sola l’inversione del trend, per il semplice fatto che allora non sarà più commercialmente redditizia.

    Beatrice

  • Alberto G. Biuso

    Maggio 19, 2009

    Per Rosario: è del tutto coerente la sua citazione da uno dei testi più illuminanti di Baudrillard.

    Per Gea: grazie di una risposta così argomentata, articolata, convincente.

    Per Dario: naturalmente hai ragione. Gli eventi -anche i più semplici- sono l’effetto di cause molteplici, sempre.
    E anche sulla dinamica biunivoca tra economia e cultura/società sono del tutto d’accordo.
    L’unica mia perplessità riguarda la questione dell’ “estrema corruzione dei partiti del vecchio arco costituzionale, che ha spianato la strada al tiranno”; il tiranno, infatti, era parte ben importante di questo sistema di corruzione per le sue complicità col regime craxiano. Che comunque sia riuscito a presentarsi come “nuovo” è uno dei risultati più straordinari del suo talento di comunicatore/venditore.
    In ogni caso io ho voluto, mediante il video di Zanardo e Malfi, evidenziare un aspetto che mi sta particolarmente a cuore: la potenza dei simboli e dei corpi.

  • Dario Generali

    Maggio 19, 2009

    Caro Alberto,

    Lorella Zanardo e Marco Malfi hanno condotto un’analisi interessante e
    intelligente dell’uso del corpo femminile nella televisione commerciale.
    Sicuramente questo è uno degli aspetti che caratterizza l’ideologia
    berlusconiana e che rappresenta un mezzo di disgregazione culturale delle
    menti deboli del popolo televisivo. Non credo tuttavia che si possa ridurre
    il successo berlusconiano all’accettazione di questa immagine falsata del
    corpo femminile. Nel berlusconismo c’è molto di peggio ed è il trionfo degli
    aspetti peggiori degli istinti umani, come, per esempio, l’avidità asociale
    della mentalità bottegaia, la logica gregaria di identificarsi in un capo
    carismatico dai tratti simili ai propri (cfr. La fenomenologia di Mike
    Buongiorno di Umberto Eco), il fascismo mai sopito di una middle class
    meschinamente mediocre, il degrado della vita civile e politica prodotta
    dall’estrema corruzione dei partiti del vecchio arco costituzionale, che ha
    spianato la strada al tiranno, la corruzione e l’incapacità della classe
    dirigente della sinistra, incapace di rinnovarsi e di esprimere forze
    politiche finalmente portatrici di valori sociali e civili autentici, in
    grado di organizzare e compiere la liberazione dal tiranno, ecc.
    Non credo poi che si possa dire che sia sempre l’economia a influenzare la
    cultura, né che sia sempre vero il contrario. Cultura ed economia sono
    aspetti dell’azione dell’uomo e sono a loro volta integrati con molteplici
    altre dimensioni di questo agire. A volte può prevalere un aspetto, altre un
    altro, altre ancora nessuno dei due o entrambi contemporaneamente. Secondo
    me non esiste una logica della storia, ma solo una serie di fatti fra di
    loro legati da numerose interazioni, influenzati dalla storia pregressa e
    dalle condizioni attuali di vita degli uomini e dalla loro immagine del
    mondo, di se stessi e della società. Ogni volta quello che avviene dipende
    da chi lo compie e questi si trova calato in una serie di condizionamenti
    legati a quello che ho detto.
    Un caro saluto.
    Dario

  • Gea

    Maggio 18, 2009

    Mio Signore,

    Credo di avere la risposta a questo video… la risposta alla tua domanda. Hai mai fatto caso, per esempio, al modo in cui le donne chiudono sempre gli occhi quando baciano, o durande un atto sessuale di qualsiasi genere? Hai notato? Li chiudono. Li chiudiamo. L’uomo, invece, spesso tiene gli occhi aperti.
    E’ un fatto: all’uomo piace guardare; le sensazioni visive vi eccitano molto più di quanto non avvenga con le donne. La donna, in genere, preferisce il tatto, il gusto… si abbandona più volentieri agli altri sensi. E’ proprio una caratteristica che ci differenzia nei due generi. Fin qui nessun problema, in questo siamo diversi.

    Allora, il punto è: alla televisione si vedono le cose. Non si possono toccare, non si possono assaggiare. Perché su canale cinque non ci sono i ballerini a petto nudo, con la tartaruga e i bicipiti scolpiti? Perché a noi non ci frega di vederli. Non ci fanno effetto, perciò non fanno ascolti. Con noi non attacca. Certo che alla donna piace l’uomo muscoloso, ma le piace toccarlo. E questo, la televisione non può offrircelo. Ecco perché la riduzione ad oggetto della donna, e non dell’uomo… da cui poi è seguita la degenerazione che il video mostra, l’ideale femminile come un prosciutto appeso al soffitto. Ma questa è una conseguenza.
    Marx non sbagliava, mio Principe: sono proprio i soldi a muovere tutto… la prima causa è l’economia, guarda:
    Io ho una tv; ho bisogno di molti ascolti per alzare il prezzo degli spazii pubblicitari; quindi mando i programmi che mi fanno ottenere più ascolti; scopro che le donne nude fanno al caso mio; se fossero gli uomini nudi ad alzare gli ascolti manderei gli uomini, non mi frega, ci voglio guadagnare e basta. Metti i ballerini nudi, non te li guarda nessuno… magari gli uomini gay, ma sono troppo pochi; e le donne che fanno eccezione, ci saranno, ma poche anche loro.

    Ora, la domanda è: perché le donne lo permettono? La risposta: poiché l’umanità è così. L’umanità è miserabile. Se a noi donne piacesse guardare gli uomini nudi, ci sarebbero continuamente uomini nudi in giro, nelle pubblicità, negli show televisivi. Voglio dire, anche voi lo fareste. Non lo fate perché non c’è la domanda commerciale, e dunque neppure l’offerta. Non lo fate perché nessuno vi offre soldi, fama, visibilità, ammirazione, in cambio del vostro corpo… altrimenti accettereste anche voi.

    E come se ne esce? Che si fa? Niente. Niente, perché non è vero che la cosa ci tocca tutte, come dice il video. Non si incontrano pregiudizii sulla stupidità delle donne (belle), più di quanto non circolino luoghi comuni sugli “eccessivi” appetiti sessuali degli uomini. In fondo noi, tutti noi, sappiamo bene che non è vero.
    Mi può anche dispiacere per quelle ragazze, ma sono affari loro ad un certo punto. Non ci danneggiano, perché dovremmo preoccuparci di loro? Hanno ciò che vogliono per se stesse. Magari sono anche felici. Magari…

  • Rosario G

    Maggio 18, 2009

    a proposito di Marx e della società della simulazione (televisiva)

    Jean Braudillard da “lo scambio simbolico e la morte”

    “sono i rapporti sociali di dominazione simbolica che si assoggettano l’intero modo di produzione” p.46

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