Qualche settimana fa avevo scritto che «in Italia non ha storicamente senso parlare di rivoluzione» e che «ragioni per attuare almeno una rivolta generalizzata ce ne sono ormai di molto serie». Dopo quanto è accaduto il 15 ottobre a Roma confermo queste parole e mi chiedo “a chi giova tutto questo”? A chi serve un dispiegamento massiccio della stampa e delle televisioni allo scopo di nascondere la povertà culturale ed economica per porre in primo piano le azioni di guerriglia? A chi serve l’invocazione della repressione, la quale -facile previsione- passa facilmente dalla prevenzione delle azioni al controllo sulle idee? A chi serve la paura? Ha ragione Antonio Limonciello -che a Roma c’era- a deplorare la “negligenza ideologica” degli organizzatori della grande manifestazione; ha ragione il (molto) presunto membro dei black bloc che si vanta di aver vinto una battaglia organizzata con metodi militari e che era stata ampiamente e in anticipo resa nota dai responsabili della guerriglia (la soddisfazione di questi soggetti è ben meschina, visto che è ottenuta a danno di altri manifestanti e priva del coraggio di assalire direttamente e da soli i palazzi del potere, le persone dei potenti, come hanno invece fatto gli anarchici nella loro storia). Ma se gli organizzatori possono essere ingenui, non è credibile che lo sia il ministero degli interni. E dunque tutto questo è stato ancora una volta permesso, voluto, favorito dalle istituzioni che hanno bisogno della violenza altrui per giustificare la loro propria e originaria violenza.
La violenza dei corrotti che rubano il pubblico danaro nelle forme più capillari e tenaci, devastando l’ambiente e le sue risorse; l’enorme violenza delle “guerre umanitarie” dichiarate per promuovere gli affari legati all’industria delle armi e del petrolio e per imporre il dominio geostrategico degli USA; la violenza della precarizzazione di massa, che produce povertà economica e squilibrio psicologico; la violenza del danaro sottratto alla sanità, alla scuola, all’università, alla ricerca, all’arte, ai trasporti, alla qualità della vita sociale, per darlo alle banche, ai pescecani della finanza e alle loro truffe speculative; la violenza contro l’ambiente, contro il pianeta, contro la salute e il respiro di tutti noi; la violenza contro il 99% della popolazione mondiale da parte dell’1% dei banchieri, degli amministratori corrotti e collusi con le mafie, dei produttori di armi, degli industriali che dislocano le loro fabbriche dove meglio possono sfruttare. E, infine, la miserabile violenza del vecchio eversore che dichiara «o io lascio, cosa che può essere anche possibile e che dato che non sto bene sto pensando anche di fare, oppure facciamo la rivoluzione, ma la rivoluzione vera…Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di giustizia di Milano, assediamo Repubblica: cose di questo genere, non c’è un’alternativa» [Berlusconi in una comunicazione telefonica con Valter Lavitola registrata il 20 ottobre 2009. Fonte: la Repubblica].
A chi affidare il controllo e la repressione di questa immensa violenza non di un sabato pomeriggio ma di tutti i giorni?
9 commenti
aurora
sono contraria alla violenza e non credo che con lo spaccare vetrine i violenti riusciranno a scalzare dai loro troni gli attuali detentori dei poteri forti poiché essi posseggono i mezzi per mettere il silenziatore alle proteste violente
agbiuso
Franco Berardi Bifo ha scritto delle cose molto sensate. Il suo testo si intitola Mantra del sollevarsi .
Tra le altre affermazioni del tutto condivisibili vi sono queste:
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Dunque è meglio prepararsi all’imprevedibile. E’ meglio sapere che la violenza infinita del capitalismo finanziario nella sua fase agonica produce psicopatia, e anche razzismo, fascismo, autolesionismo e suicidio. Non vi piace lo spettacolo? Peccato, perché non si può cambiare canale.
Il presidente della Repubblica dice che è inammissibile che qualcuno spacchi le vetrine delle banche e bruci una camionetta lanciata a tutta velocità in un carosello assassino. Ma il presidente della Repubblica giudica ammissibile che sia Ministro un uomo che i giudici vogliono processare per mafia, tanto è vero che gli firma la nomina, sia pure con aria imbronciata. Il Presidente della Repubblica giudica ammissibile che un Parlamento comprato coi soldi di un mascalzone continui a legiferare sulla pelle della società italiana tanto è vero che non scioglie le Camere della corruzione. Il Presidente della Repubblica giudica ammissibile che passino leggi che distruggono la contrattazione collettiva, tanto è vero che le firma. Di conseguenza a me non importa nulla di ciò che il Presidente giudica inammissibile.
Io vado tra i violenti e gli psicopatici per la semplice ragione che là è più acuta la malattia di cui soffriamo tutti. Vado tra loro e gli chiedo, senza tante storie: voi pensate che bruciando le banche si abbatterà la dittatura della finanza? La dittatura della finanza non sta nelle banche ma nel ciberspazio, negli algoritmi e nei software.
La dittatura della finanza sta nella mente di tutti coloro che non sanno immaginare una forma di vita libera dal consumismo e dalla televisione.
Vado fra coloro cui la rabbia toglie ragionevolezza, e gli dico: credete che il movimento possa vincere la sua battaglia entrando nella trappola della violenza? Ci sono armate professionali pronte ad uccidere, e la gara della violenza la vinceranno i professionisti della guerra.
Ma mentre dico queste parole so benissimo che non avranno un effetto superiore a quello che produce ogni predica ai passeri.
Lo so, ma le dico lo stesso. Le dico e le ripeto, perché so che nei prossimi anni vedremo ben altro che un paio di banche spaccate e camionette bruciate. La violenza è destinata a dilagare dovunque. E ci sarà anche la violenza senza capo né coda di chi perde il lavoro, di chi non può mandare a scuola i propri figli, e anche la violenza di chi non ha più niente da mangiare.
Perché dovrebbero starmi ad ascoltare, coloro che odiano un sistema così odioso che è soprattutto odioso non abbatterlo subito?
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aurora
un risultato l’hanno ottenuto i poteri forti, cioè coloro i quali non hanno interesse che le cose cambino e che la ricchezza del paese sia distribuita più equamente, per esempio le pensioni al minimo e le garanzie in merito al lavoro per le nuove generazioni
Andrea Tavano
Piu’ chiaro e allo stesso tempo articolato di cosi’ non si potrebbe. Oltre ogni strumentalizzazione, oltre ogni governo “che-se-c’eravamo-noi-non-sarebbe-successo” ed oltre ogni pochezza e voluta menzogna delle analisi dei media resta l’inequivocabile segno di una presa in giro. E’ la solita storia del dito e la luna. Non ci fregano piu’, ma il sapore amaro rimane sempre. E’ un misto di frustrazione ed impotenza. E fa male.
anna
caro alberto
sottoscrivo e sottolineo che anche in questa circostanza occorre ricorrere alla consueta domanda cui prodest?
Indubbio che il clamore delle vicende ha oscurato la ragione del dissenso che non deve evidenziarsi.
Ho letto una riprova nell’articolo “La generazione che paga per tutti” tratto da Lavoce.it e pubblicato dal Ilfattoquotidiano.
Una mirata lettura di dati (veri) è indirizzata a dimostrare verità tendenziose e soprattutto foriere di pericolose conclusioni.
In sintesi, le generazioni nate tra gli anni 40-50 sono causa della stagnazione economica dell’ultimo ventennio.
Questo implica una lotta tra generazioni tutte ugualmente incolpevoli, invece di colpire le scelte e i furti perpetrati dai decisori e effettivi fruitori.
Vorrei qui sommessamente ricordare che il debito pubblico realizzato tra gli anni 60 e fino agli anni ’80 (io c’ero e mi ricordo|)ha avuto uno scopo tutt’altro che recessivo. E’ servito a implementare il sistema scolastico (fino ad allora esclusivamente elitario), il sistema sanitario (fino ad allora riservato solo a pochi e privatistico), il sistema dei trasporti e viario (si ricordano gli esimi studiosi quali erano le condizioni di strade e servizi di trasporto nel dopoguerra e fino agli anni 70? – io sì perchè ero lì a sperimentare) e via dicendo.
Certo questo ha allargato il numero dei lavoratori impegnati nei detti settori, certo questo (siamo in Italia) ha anche favorito clientele (basti pensare al problema delle Poste e delle Ferrovie). Ma non si può fare un unico falò del tutto e bruciare il sano con il perverso.Che dire, per fare solo un esempio, dei ricchi interessi che taluni (privati e classe clericale) hanno nel sistema sanitario?
Adesso serve una presa collettiva di coscienza e uno sforzo di tutti per rimettere in sesto il sistema. Ma non è con la falsificazione che arriveremo alla soluzione
Ti abbraccio
anna
aurora
nel 1979 ho visto il film sotto esposto di Fasbinder,nel quale si sosteneva che per poter utilizzare leggi e normative repressive, nei confronti di coloro i quali mettono in pericolo il potere dei potenti, si devono mettere in circolazione i provocatori, i ragazzi che protestano, non le sanno queste cose
La terza generazione
Un film di Rainer Werner Fassbinder. Germania 1979
Un gruppo di terroristi tedeschi sequestra un industriale dell’elettronica senza sapere che è il loro segreto finanziatore e che la polizia ha dato il suo beneplacito. Ignorano di essere le pedine di un gioco industriale-commerciale-poliziesco più grande di loro. Il fascino stridulo di questa “commedia in sei parti” sta nel suo dissonante impasto di sarcasmo e tristezza, di macabra comicità e serietà pietosa, di grand-guignol e tenerezza, di irriverenza beffarda e disperazione.
diegob
che gli organi di stampa del tutto organici a quel sistema di potere e di interessi, sfruttino a fondo la ghiotta occasione di screditare ogni forma di dissenso, è talmente normale che non mi stupisce affatto
la partita si gioca sempre, alla fine, su «quel che passa in televisione» e, debbo dire che, a parte i giornali più servili ed organici, tutto sommato è passata abbastanza l’idea che quei violenti non siano il movimento nel suo complesso, e l’equazione indignati=black block non è riuscita del tutto
comunque, da osservatore delle problematiche della comunicazione, nutro da tempo l’opinione che i cortei, le manifestazioni, siano un mezzo invecchiato di comunicare, siano un mezzo che presta facilmente il fianco a degenerazioni che invalidano la grande fatica organizzativa
le raccolte di firme, i nuovissimi flash mob (spero si scriva così), i video sulla rete, insomma tante altre forme di comunicazione più «molecolare» mi pare siano mezzi più efficaci dei poderosi ma difficili cortei, che richiedono servizi d’ordine interni molto collaudati
sulla questione della violenza, incardinata nello stesso essere del sistema malato di economia mafiosa, concordo con il giudizio nitido del prof. biuso
ma attenzione, chi risponde alla violenza del sistema con qualche vetrina sfasciata non è altro che un prezioso collaboratore del sistema stesso, un complice cretino (se è in buona fede)
amelia
Condivido quanto dici, caro Alberto !
Si parla solo degli scontri, dei colpevoli e delle misure da prendere. Tutto falso, come false sono le parole di un altro grande ipocrita al servizio della grande finanza: Mario Draghi.
mario
Per rispondere all’ultima domanda si può usare solo un paradosso, tipo: V per Vendetta, un giustiziere mascherato implacabile come solo nei fumetti/film (anche in quelli geniali di Alan Moore) o nelle tragedie shakespeariane (da cui la nota maschera apparsa in tutte le manifestazioni) se ne trovano.
Ma non avendone uno pronto per le strade di Roma/Milano/Italia, l’inquietudine rimane profonda: la mente rifiuta di accettare l’idea – che invece gli occhi ci obbligano a vedere come unica possibile – che ‘sta violenza di strada sia programmata sottobanco dallo stesso Potere per poi buttare in “terrorismo” qualsiasi protesta che nasca dal basso.
E’ possibile che il cinismo si spinga fino lì? A far distruggere quartieri, rischiando vite degli (a parole) beneamati poliziotti come degli odiati manifestanti, pur di poter additare la violenza della piazza e invocare la salutare repressione colla benedizione di tutti, da Bersani a Di Pietro?
Eppure, vedendo le riprese, sentendo i reportage e collegando 2+2 con un medio buonsenso da scuola media, non è possibile che prefetture, unità anti-sommossa e tutto l’apparato d’intelligence prevedano violenze in anticipo e poi quando si avverano questi (una volta di più) non siano in grado di rispondere con energia ai violenti isolandoli dal resto dei manifestanti pacifici.
Lo vuoi tanto, ma tanto, però in coscienza non riesci a pensare che non ci sia dietro un piano, bello squallido come un brutto ‘Romanzo Criminale’, ma un bell’intreccio lurido di potere, crimine comune (soldi, mafie) e terrorismo mercenario, pronto per una puntata di Lucarelli del 2035.
E tanto più puzzolente perché, se ci arriva un pulcino come me, allora perché i Bersani-Di Pietro & co – che non possono saperla più corta di me – non la tirano fuori e si accodano al coro “violenze inaccettabili” in cui finiscono inevitabilmente per essere perdenti nei confronti di chi l’ha aperto?
Bisogna concludere che han ragione Grillo e Travaglio a ritenerli tutti associati nella stessa Banda Bassotti…?
Tu che ne dici, Alberto? Che ne dite voi che leggete e commentate? Riuscite a togliermi questa pulce mostruosa dall’orecchio?
Perché se la risposta è no, la conclusione non è grave, è mostruosa….. livelli di Bush che fa spianare le torri dagli arabi x giustificare la guerra a saddam (vd M. Moore)?