L’unico -magnifico e terribile- romanzo di Elias Canetti è dedicato ai libri: Auto da fé è il titolo italiano voluto dall’autore; in tedesco Die Blendung, vale a dire “luce accecante”, “abbagliamento”, “luminanza”, una sorta di shining. Di libri parla anche un racconto che si intitola, semplicemente, Die Bücher, «I libri». Ne traduco qui una pagina che esprime con efficacia che cosa essi siano per chi li ama: «Li passò in rassegna, i suoi begli amici sempre in piedi. Tutti uguali e tutti diversi. I libri. Guardarli, toccarli, pensarli gli dava una sensazione di definitività. Come se da quel raggrumo di scoperte, di concetti e di parole venisse finalmente alle cose un senso. Silenzioso. Questo era meraviglioso in loro. Stanno zitti e quieti sino a che non li fai parlare. E quando aprono pagina dicono dicono, inventano, spiegano, mentono, registrano, scherzano, annoiano, descrivono, piangono e spremono dalla carta il succo. Quel succo lo aveva sempre inebriato. L’avrebbe salvato pure questa volta».
(E. Canetti, Die Bücher, Fischer Verlag, Frankfurt a. M. 1970, p. 3)
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8 commenti
Adriana Bolfo
Segnalo, appena finito di leggere:
Quentin Bell, “Virginia Woolf, mia zia”, La Tartaruga edizioni, 2011 (1972), prima ediz italiana nel 1974.
Pacato, particolareggiato ma non minuzioso, non gossip, non critica letteraria; piacevole per se stesso.
diegob
certo, caro filippo, «mettersi a nudo» non è semplice, grazie dell’eccezione
filippo scuderi
Diegob@. Caro Diego ,non so come hai fatto , ma è proprio la pura verità , io scrivo sempre un mio appunto dopo aver letto un libro, perché mi lascia sempre qualcosa dentro, ma sono pensieri troppo personali e poi ho paura che vengono criticati e la cosa mi toccherebbe dentro.
Ma per l’ombra del vento farò una eccezione .
“in qualche parte del mio pensiero c’è un libro abbandonato che mi tocca dentro, devo solo aprirlo e leggere i miei pensieri , senza avere paura di scoprire l’ombra della mia anima, l’ombra che mi seguirà per tutta la mia modesta vita”
diegob
cari «colleghi lettori», comprendo quella smania (a volte anche dannosa sia per il collo sia per i rapporti interpersonali) di voler leggere un libro tutto d’un fiato
buon filippo, io credo che tu, vista la bontà della penna, almeno un blogghetto dove lasci qualche annotazione sui libri che hai letto con piacere, varrebbe la pena lo avviassi
io non riesco a leggere senza poi prendere qualche appunto, eppure non è il mio mestiere
filippo scuderi
Mi permetto di segnalare un libro che ho letto;
L’ombra del vento di Ruiz Zafon Carlos.
illumination
Per scherzare un po’ con voi..
Bisogna spremere dai libri il succo un pochino per volta però e non fare come me che, per leggere tutto d’un fiato il giallo ” La biblioteca dei morti” di Glenn Cooper, sono a letto per una contrattura al collo…
E soffro di più per non poter continuare a leggere!
I libri!
Se ne potrebbe fare a meno se solo sapessimo leggere il nostro quotidiano come se si trattasse di un libro che dice, inventa, spiega, mente, registra, scherza, annoia, descrive, piange…
Non è questo,in fondo, la nostra vita?
agbiuso
La ringrazio, caro Diego, per questa sintesi così personale ma anche così esatta di alcuni aspetti della recente storia del libro in Italia.
Tra i siti che provano a consigliare dei buoni libri, e argomentano le ragioni, c’è senz’altro il suo.
diegob
nel lontano 1979, ricevetti l’incarico di riordinare un pò la biblioteca di un dopolavoro; era una sola stanza, molti dei libri avevano la rilegatura personalizzata;
come usava anche nelle famiglie della buona borghesia, i libri erano stati acquistati intonsi, privi della copertina sgargiante frutto della litografia industriale, e rilegati con una sobrietà elegante, i titoli impressi a foglia d’oro o simili;
ogni biblioteca era effettivamente un insieme personalizzato, anche cromaticamente
penso che il «tutti uguali e tutti diversi», scritto nel brano tradotto immagino magistralmente dal nostro prof. b., si riferisca a una biblioteca di quel tipo
questo per dire che «i libri» del passato erano un’entità diversa: più quieta, più posseduta, più centellinata
poi vennero le edizioni tascabili, chi non ricorda i gloriosi vecchi oscar mondadori? ed anche le collane di feltrinelli (l’universale), incentrate su un nuovo modo di «esser libro», cioè un libro che stà in tasca, nella borsa di chi non ha il tempo e il privilegio di trascorrer pomeriggi nella propria biblioteca
(rammento con tenerezza mio padre, che collezionava gli oscar e se li portava nella borsa da lavoro, per leggere durante le pause, la notte, sceso dal treno sferragliante che conduceva)
quindi senz’altro è ottima la «democratizzazione» dei libri
ma, oggi, nell’oggi, di libri ce ne sono troppi, gli scaffali sono ricolmi, le grandi librerie hanno tanti piani quanti ne aveva la rinascente, e quindi occorre, in queste troppe ammiccanti copertine, infine qualcuno che ti indichi delle scelte, per non «sprecare» la nostra vista e il tempo, non illimitati e quindi preziosi
del resto, in fondo, è per questo che si capita nel sito di chi qualche buona lettura la può consigliare, se non altro per motivi sia umani che professionali