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Spegnere le catene, un mondo da guadagnare

Spegnere le catene, un mondo da guadagnare

Nel belletto della “democrazia” le attuali società rimangono sempre la stessa broda spettacolare e totalitaria. Sui quotidiani italiani di ogni tendenza, e anche sulle loro versioni in Rete, si parla ossessivamente di programmi televisivi; sembra che gli eventi non possano essere raccontati se non attraverso il filtro della loro icona catodica. La televisione trionfa ovunque e totalmente, non soltanto in una società profondamente realityshowizzata come quella italiana. Un gesto politico tanto semplice quanto apparentemente difficile da compiere ma dagli effetti dirompenti prima di tutto sulle vite di chi lo attua e poi -se esteso a una massa sufficientemente critica- sul sistema pubblicitario e commerciale che ci domina sarebbe questo: spegnere il televisore, non riaccenderlo, disfarsene. In cambio ci verrà restituito il tempo, il rifiuto dell’ovvio, lo sguardo straniato e straniante rispetto al veleno che ormai non ci rendiamo più nemmeno conto di assorbire ogni giorno dalla scatola incantatrice e incatenatrice. Per quanto mi riguarda, nessun accordo con l’esistente, nessuna concessione alla miseria televisiva, nessuna complicità col nucleo profondo del dominio contemporaneo.

13 commenti

  • agbiuso

    Luglio 15, 2020

    Un articolo di Alessandro Calvi –Internazionale, 10.3.2020- mostra in modo plastico e concreto come la televisione distrugga i luoghi reali e inventi spazi immaginari nei quali i cervelli ammassati credono di poter ritrovare qualche realtà, anzi la realtà:
    «A Punta Secca “ho accompagnato alcuni gruppi”, racconta ancora Roccasalvo, “e vedevo che si emozionavano ma non trovavo una spiegazione. Di spiagge così ne abbiamo in tutta la Sicilia ma nessuna è quella della tv. È una cosa che mi ha sconvolto. Vedevano il niente”».
    Il niente.

    L’articolo si può leggere qui: Il turismo sta cambiando la Sicilia di Camilleri e Montalbano

  • Biuso

    Ottobre 5, 2013

    Un’ulteriore, l’ennesima, conferma di come lo spettacolo televisivo -qualunque spettacolo televisivo- sia finzione, manipolazione, menzogna:
    Il caso Feltri in seconda serata a Le Iene. L’agricoltore sui social: «Tv spazzatura»

  • Alberto G. Biuso » Come se

    Maggio 12, 2013

    […] ripreso e trasmesso in modo da ignorarne e cancellarne l’esistenza), confermando ancora una volta la natura reazionaria del mezzo televisivo. Su questo evento si è steso anche il gravissimo e complice silenzio del Partito Democratico e […]

  • agbiuso

    Novembre 28, 2012

    Caro Diego, Diorama letterario è uno spazio aperto a quelle che il suo direttore Marco Tarchi chiama le nuove sintesi.
    La rubrica che curo su girodivite.it si chiama L’ombra d’Argo. Oltre la destra, oltre la sinistra.
    Il bellissimo complimento che mi hai rivolto, e del quale ti ringrazio davvero, è esattamente l’obiettivo di questi luoghi di riflessione: cercare di essere “estremamente liberi, oltre i confini e le definizioni più banali”.
    A volte ci si riesce, a volte certamente no ma è questa una delle ragioni più importanti del mio scrivere.

  • diego b

    Novembre 27, 2012

    È una rivista di destra, il «Diorama Letterario»?

    Ho visto degli scritti molto interessanti.

    Posso farti una confessione, caro Alberto?

    La prima volta che sono passato in questo tuo densissimo blog, ho pensato che tu fossi un colto intellettuale di destra. Sicuramente non sei un uomo di destra, ma certamente il tuo pensiero è estremamente libero, oltre i confini e le definizioni più banali.

  • agbiuso

    Novembre 25, 2012

    Sul numero 311 / Settembre-Ottobre 2012 di Diorama letterario viene ricordato un libro di Michel Desmurget dal significativo titolo TV Lobotomie. La vérité scientifique sur les effets de la télévision, nel quale questo studioso spiega e documenta «l’influenza profondamente negativa dell’industria audiovisiva sullo sviluppo intellettuale, i risultati scolastici, il linguaggio, l’attenzione, l’immaginazione, la creatività, la violenza, il sonno, il tabagismo, la sessualità, l’immagine del corpo, il comportamento alimentare» (cit. da J.H. d’Avirac, p. 8).
    Ha ragione quindi Pascal Bruckner quando sostiene che «la televisione non esige dallo spettatore che un atto di coraggio, ma sovrumano: spegnerla» (p. 9).

  • Alberto G. Biuso » Per la politica, contro la televisione

    Maggio 11, 2012

    […] pienamente. Da anni. Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2012 alle 22:11, archiviato in Brachilogie e […]

  • Biuso

    Maggio 6, 2012

    Leggo da Christoph Türcke, La società eccitata. Filosofia della sensazione, Bollati Boringhieri 2012, p. 61

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    Piazzare gente davanti alla telecamera in modo tale che nessuno possa più essere sicuro se lo si sta facendo diventare una star o se lo si mette alla gogna. Quali possibilità si aprano in tal modo si capisce bene pensando al caso di quella pensionata che, intervistata dalla televisione locale per via della bizzarra lite su chi tra lei e il vicino dovesse provvedere a tagliare le piante da giardino che sporgevano da una rete metallica sui loro terreni confinanti, pronunciò con tale effetti comici, alla sassone, la parola Maschendrahtzaun [siepe su rete metallica] che il conduttore di uno show la fece comparire in video presentandola come la signora Maschendrahtzaun. Con una risonanza strepitosa. Il termine pronunciato con forte accento sassone venne inciso insieme a brani musicali su un CD, l’incisione del CD venne filmata e quando migliaia di curiosi si misero in viaggio per vedere la casa con la siepe su rete metallica, assediandola e devastandone i dintorni campeggiando in modo selvaggio, la signora atterrita fu trasferita in aereo in un hotel parigino di lusso. Ciò è accaduto ancor prima del Grande Fratello.
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    Questo è accaduto in Germania. Le masse televisive sono tutte uguali, sono appunto pure masse pronte a essere manipolate dai poteri che sulla televisione, sulla sua volgarità, fondano i propri successi.
    Perché le persone si comportano in questo modo?

  • agbiuso

    Dicembre 31, 2011

    In un breve intervento Bruno Tinti racconta in modo vivace e colorito la sua esperienza di ospite televisivo, chiamato come magistrato ed esperto di evasione fiscale. Tema sul quale, ovviamente, non ha potuto dire nulla di argomentato per le ragioni non direttamente politiche ma tecnico-mediatiche (e quindi ancora più politiche) che spiega assai bene nell’articolo.
    Voi che frequentate questo luogo avete tanti altri modi per informarvi davvero, Spegnete il televisore, cari amici, buttatelo via. Credetemi, è un’altra vita.

  • Biuso

    Novembre 12, 2011

    Intervistato dal Fatto Quotidiano Marcello Dell’Utri ha, tra l’altro, detto:

    “Ma c’è un problema di classe politica: ormai quando accendo la tv e li vedo lì, che parlano, e si capisce che non hanno mai letto un libro e quindi non sanno mai cosa dire, ecco, mi scatta un riflesso e cambio subito canale. Proprio non ci riesco a guardarli. La televisione bisogna spegnerla. Io ormai guardo solo le partite”.

    Persino un mafioso può dire qualcosa di totalmente condivisibile.

  • filippo scuderi

    Novembre 14, 2010

    Ho già scritto su “agb le pravde” cosa penso del televisore, questo raggio di fascio catodico che si introduce attraverso questa scatola chiamata televisione, è azionato da un telecomando, che a sua volta è pigiato da una mano di un corpo umano, che si pensa sia pure azionato da impulsi che arrivano dal cervello, che a sua volta arrivano da una mente, una mente libera di decidere quali programmi scegliere e quali rimuovere, decidere cosa vedere e ascoltare. Chi ha inventato la tv sicuramente non lo ha fatto per poi sapere che programmi demenziali vadano in onda puntualmente e ripetutamente, però e anche vero che alla fine decidiamo noi e solo noi cosa vedere, e le parabole ci sono per non rimanere inghiottiti da questo vortice televisivo, allora vogliamo parlare di un’altra scatola che addirittura è più facile portare in giro, parliamo dello schifo al quale si può accedere attraverso internet?
    Anche in questo caso è l’uomo che decide su quale sito andare, ma ci sono siti che fanno accapponare la pelle , e nessuno li blocca , io sono sì contro la tv ma allora dovrei essere anche contro il pc , internet in certi casi è come se fosse entrato il diavolo in casa, e lo sappiamo tutti il pericolo che si corre collegandosi, non tutti guardano portali interessanti come questo dove sto scrivendo, e per questo non finirò mai di ringraziare il Prof.Biuso.
    ps
    grazie per l’eventuale tempo che mi dedicherete se darete un’occhiata a “le pravde”
    Filippo Scuderi

  • agbiuso

    Novembre 12, 2010

    “Attrezzatura mentale” inadeguata a fronteggiare la potenza delle immagini; trasformazione della realtà in un “trompe l’oeil colossale” che cancella la profondità dell’esistenza e dei qualia; la televisione come “ferita” inferta alla vita.
    Caro Diego, utilizzando delle espressioni così dense ed efficaci, lei ha detto meglio di me quello che io penso. La ringrazio davvero di arricchire con la sua presenza questo spazio.

  • diego b

    Novembre 12, 2010

    sono d’accordo, totalmente d’accordo; probabilmente non è sfuggito ad uno studioso di alto livello come lei, prof. biuso, quel che appare chiaro anche a me, semplice lettore: proprio l’ attrezzatura mentale di cui è dotato l’homo sapiens è inadatta a fronteggiare un veleno semantico così potente, invasivo, spietato come la televisione; essa crea una sorta di trompe l’oeil colossale, grazie al quale le persone non hanno più la sensazione di profondità della vita vera, degli sguardi delle persone vicine, dei sapori e degli odori, della corporeità autentica dell’essere al mondo; c’è quella dannata lanterna ingannevole che fa perdere l’orientamento, come un magnete fa impazzire la bussola; giusto, giustissimo professore, è proprio antiumana quella dannata scatola, ferisce il corpo inerme della nostra vita; spegnere, giusto!

    mi scusi se son stato lungo

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