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Dotti, medici e sapienti

Dotti, medici e sapienti

Edoardo Bennato
Dotti, medici e sapienti
da «Burattino senza fili»
(1977)

La solennità del barocco fa da ironico fondamento a questa ribelle e divertente messa alla berlina dei medici asserviti all’autorità, ai costumi, al conformismo.

«Al congresso sono tanti,
dotti, medici e sapienti,
per parlare, giudicare,
valutare e provvedere,
e trovare dei rimedi
per il giovane in questione» 

Eh sì, al congresso della televisione trasformata in sede di primari e luminari della medicina asservita a Pfizer e alle altre aziende farmaceutiche; al congresso di un Parlamento ridotto a un insieme di automi obbedienti agli ordini dei conti e dei draghi; al congresso della malafede o, peggio, di una pura e immedicabile stupidità e creduloneria, si sono riuniti in tanti. In tanti sono stati e in tanti continuano a essere.
Non soltanto medici ma anche dotti e sapienti di ogni disciplina, rettori universitari, giornalisti che hanno «toujours un maître, parfois plusieurs» (Debord, Commentaires sur la société du spectacle, Gallimard 1992, § VII, p. 31). E insieme ai dotti, medici e sapienti, al congresso dell’irrazionalismo e del servaggio si è unita gran parte del corpo collettivo, milioni di persone.
Ora si viene a sapere che stanno morendo in tanti, e ancor più si stanno ammalando sistematicamente e periodicamente, che gli effetti si sentiranno sul lungo periodo, che tanti giovani e ragazze rimarranno sterili (benedetto vaccino!)
Di fronte a tale spettacolo di sciocca obbedienza al male contro se stessi, rivendico di essere rimasto l’anarchico che ero a 17 anni, di essere rimasto «questo giovane malato» che «so io come va curato / ha già troppo contagiato / deve essere isolato».
Meglio da solo, infatti, che in una compagnia così triste.

2 commenti

  • agbiuso

    Maggio 25, 2023

    Ricevo e segnalo, da Dissensomedico, Fabio Franchi

    ===============

    La finestra di opportunità

    La finestra si è richiusa. Oramai nominare ancora la C-parola suscita repulsione. Basta: non se ne può più!
    Pensate a cosa succede se si mette troppo zucchero nel caffè: ad un certo punto non si scioglie più perché è arrivato alla saturazione. Uguale fenomeno avviene nella nostra mente: anche una barzelletta, per quanto bella sia, non vogliamo certo ascoltarla a ripetizione! È una reazione collettiva interessante, è accaduto anche nel passato. Fu così per l’AIDS e per tutte le altre pandemie artefatte. Finite per improvviso disinteresse collettivo. Per esempio, ricordate come andò con Zika? Era sulle prime pagine dei giornali per mesi e mesi nel 2016 e poi, nel giro di pochi giorni, l’argomento è sparito dalla ribalta e tutti se ne son scordati. Chi si occupa di manipolazione di massa lo sa bene. La finestra di opportunità, per incidere nei comportamenti e nelle regole della società, si apre con facilità, ma poi la stessa si richiude inesorabilmente, è controproducente insistere. Ora, dopo un’indigestione prolungatasi per tre anni e mezzo, è chiaro che non si vuol più neanche sentir parlare della solita minestra. Provoca nausea e fastidio.
    Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce o’ passato, simmo a’ Napule, paisà!
    Torti e ragioni rimangono in cantina, congelati, che siano risolti oppure no. Quel che ci dovremo ricordare ce lo suggeriranno ancora “loro” con un indottrinamento subdolo e silenzioso. L’attenzione è al momento deviata da altri pressanti problemi di cui è ricca la nostra attualità.
    Spiace per i danneggiati. Essi non dimenticano, certo, ma cominciano a capire che la loro società, quella sì, li ha destinati all’oblio (la loro esistenza ricorda aspetti spiacevoli, da rimuovere) e li ha abbandonati. Meglio pensare: “hanno avuto sfortuna, capita, gli è caduta una tegola sulla testa”. Qualche raro forse riuscirà a ricevere qualche briciola di riconoscimento, e sarà finita lì. Avanti il prossimo.
    Così va il mondo, verso nuovi traguardi di stupidità ed asservimento con una precisa costante: la mancata – o crepuscolare – comprensione degli avvenimenti, che è il terreno fertile su cui daranno vita ai prossimi criminali progetti, uno più folle dell’altro. La transizione verde, la moneta digitale, il cibo sintetico, la città di 15 minuti, e, magari tra qualche mese, una nuova pandemia. Adesso non si può, neanche una vera e reale peste bubbonica riuscirebbe a fare breccia nelle menti esaurite dei nostri concittadini. Perciò bisogna lasciar decantare i loro pensieri per un periodo congruo.
    Che la mancata comprensione sia una realtà lo dimostra il fatto che i responsabili di quanto accaduto sono ancora lì, confermati anche alle ultime elezioni, anzi confermati più delle volte precedenti. È successo persino che Silvio Brusaferro, presidente dell’ISS, dopo che è stato provato (con la pubblicazione dei suoi messaggi) che avesse ingannato gli italiani, sia stato premiato con la medaglia d’oro “alla resistenza sanitaria”. Gliel’ha appuntata durante una sfarzosa cerimonia il nostro esimio presidente, il garante della Costituzione, il 25 aprile 2023. Giornalisti riverenti (tranne quelli de La Verità).
    La Maria Rosa Marra rimane Direttore Generale dell’AIFA, dopo che si è saputo come abbia ordinato di manipolare i grafici della stessa Agenzia, per evitare che si notassero i danni da vaccino.
    Nei giorni scorsi il ministro Orazio Schillaci ha approvato un incremento del contributo dell’Italia all’ONU di Bill Gates, visto che hanno gestito così bene, ed ha accettato una riduzione della nostra sovranità riguardo i temi sanitari. Una decisione che porterà i suoi frutti.
    Insomma, “volete la pace o il condizionatore acceso?” Questo è il livello intellettuale che ci attribuiscono e su cui contano. E un po’ di ragione ce l’hanno, collettivamente parlando.

  • agbiuso

    Maggio 13, 2023

    Un vivace, intelligente, magnifico articolo di Chiara Zanella su Aldous, 11..5.2023
    S-concerto (in tre divagazioni)

    “Che sia la Scienza, che sia la Costituzione, che sia la Verità questa parvenza tanto amata e tuttavia puntualmente assassinata dalla nostra disattenzione (ignoranza, indifferenza) o dai nostri interessi (economici, ideologici, di partito), per ritrovare la serenità basta non farsi troppi problemi: nella realtà del bi-pensiero, della sostanza non importa a nessuno. Basta la forma!
    La Menzogna è Verità. La Guerra è Pace. Quanta bellezza!
    L’onore dei Prizzi, ancora una volta, è salvo”

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