Il colpevole
(The Guilty)
di Gustav Möller
Danimarca, 2018
Con: Jakob Cedergren (Asger Holm), Jessica Dinnage (Iben), Omar Shargawi (Rashid), Johan Olsen (Michael), Katinka Evers-Jahnsen (Mathilde)
Trailer del film
Dei personaggi elencati nella scheda, uno solo appare lungo il film. Gli altri sono voci. Asger Holm è infatti un poliziotto che lavora al telefono per il servizio di pronto intervento di Copenaghen, al quale è stato relegato per aver fatto qualcosa che non avrebbe dovuto. Sente quindi le voci dei colleghi, le voci di persone che sono state aggredite, sono cadute dalla bicicletta e hanno bisogno di un’ambulanza o anche di soggetti un poco bevuti.
Poi però sente la voce di Iben, una donna che piange, che finge di aver chiamato la figlia, che può rispondere soltanto con un sì o con un no perché dice di essere stata rapita. Asger ne viene coinvolto, rimane oltre il suo orario di servizio, segue in ogni modo possibile il viaggio di questa donna e dell’uomo che guida un furgoncino…verso dove?
Una sfida vinta questo film. Che per tutti i suoi 85 minuti ruota intorno alla voce, ai gesti, agli scatti, alle distrazioni e alla concentrazione del protagonista. Come in ogni thriller, la vicenda si dipana a poco a poco e appare sempre più complessa, ma ciò che conta è essere riusciti a costruire un mondo di relazioni dentro un ufficio, attraverso le reazioni vocali e somatiche di una sola persona, mediante le voci che partono e arrivano da dei telefoni. Le tre unità attribuite ad Aristotele -un solo luogo; un solo tempo, quello reale; una sola trama- vengono qui rispettate in modo completo e paradigmatico, dando l’impressione di qualcosa di analogo alla tragedia greca delle origini, con un solo attore e un insieme di fantasmi dentro l’aria. Una tragedia greca immersa però dentro un sentimento luterano di profonda colpa.
Che cosa ha commesso Asger Holm? Che cosa dovrà testimoniare domani in tribunale? Che cosa significa essere vittime e colpevoli? La dimensione ancora una volta gettata e inquieta della vita può diventare orrore e può diventare consolazione. In questo film chiuso dentro una stanza e dentro l’anima, diventano entrambe.