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Nemici del popolo

Nemici del popolo

Elicotteri a bassa quota a ogni ora per due giorni, tanto da far tremare di continuo i vetri delle case. Camionette della polizia e dell’esercito a bloccare le strade. Difficoltà da parte dei residenti nell’uscire ed entrare a casa propria. Militari con i mitra spianati. Impossibilità di anche solo avvicinarsi ad alcune strade.
Uno scenario di guerra? Sì, la guerra che gli Stati sedicenti Great conducono contro il popolo del quale si definiscono rappresentanti. Almeno gli Stati sulla carta democratici. È stato questo infatti lo scenario del G20 che si è svolto a Catania a metà giugno 2021. Uno scenario che mi è stato riferito da studenti, amici, colleghi. Ho infatti avuto la fortuna di trovarmi in quei giorni a Milano. Fortuna perché abito proprio accanto al Monastero dei Benedettini, sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche e sede del G20 che ha riunito le delegazioni governative sui temi del lavoro e dell’istruzione. Un G20 smart e green. Soprattutto green. Tanto è vero che rientrato in Dipartimento il 28 giugno per iniziare la sessione estiva degli esami ho trovato il corridoio dell’Aula Magna -sul quale dà il mio studio- ancora ingombro di materiali. Fin qui poco male, dato che saranno presto ritirati. Anche Piazza Vaccarini è stata durante quei giorni occupata da esercito e polizia e poi lasciata in uno stato di degrado, come testimonia la foto inviatami da una vicina di casa. La piazza sarà comunque ripulita
Una persona addetta alle pulizie mi ha riferito che i partecipanti al G20 hanno lasciato nell’Aula Magna, nei corridoi, nelle aule loro assegnate una quantità inverosimile di spazzatura, compresi resti di cibo dappertutto e materiale indifferenziato. Con i miei occhi ho visto (come testimonia la foto) un’aula piena di bottigliette d’acqua che i partecipanti non hanno consumato per intero e non hanno neppure portato con sé, lasciando le bottiglie dove capitava. Tutti acquisti -derrate, acqua, logistica, esercito…- pagati con le tasse del popolo. Ma anche le bottigliette si raccolgono e si riciclano.
Quello che invece sarà difficile recuperare sarà il bellissimo e fragile pavimento in cotto del Monastero, rovinato e sfregiato da grandi macchie di bevande, caffè e altro, che i partecipanti al G20 sull’ambiente hanno sparso per terra come se fosse una pattumiera. Credo che le foto da me scattate siano eloquenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alcuni bagni, che erano imbrattati di scritte, sono stati invece ripuliti prima del G20. Piccola e povera consolazione rispetto ai danni permanenti che il Monastero ha subìto da parte di ministri, sottosegretari, funzionari vari che riempiono bocca e carte di concetti e parole come rispetto, ambiente, green economy, sostenibilità e via elencando il rosario dell’ipocrisia del potere contemporaneo.
Nel corridoio ci sono ancora dei grandi pannelli che rappresentano fiori e altri leggiadri motivi ornamentali. La malinconia della finzione, il macigno della menzogna.
Un luogo che l’Unesco nel 2002 ha dichiarato patrimonio mondiale, in quanto «gioiello del tardo-barocco siciliano», è stato ridotto a una discarica. Ma anche questo per il nostro bene, certo, per il bene del popolo. Come sempre.

[Questo articolo è stato pubblicato anche su Girodivite]

3 commenti

  • agbiuso

    Luglio 10, 2021

    La polizia italiana contro cittadini italiani.
    Venezia aggredita.
    Che i G20 li tengano nelle pianure del Texas e non nei luoghi di antica civiltà.

    Un poliziotto (sotto l’effetto di droghe?) si scaglia con inaudita violenza contro un manifestante disarmato.

  • agbiuso

    Luglio 10, 2021

    Il cosiddetto G20 dove arriva distrugge: Catania, Matera, Venezia.
    Ma non esistono luoghi non italiani dove la delinquenza legale possa riunirsi?
    Solo in Italia dobbiamo subire le cavallette del potere?

  • Tina Messineo

    Giugno 30, 2021

    …e che commenti possiamo fare?!
    Oramai la ‘gente per bene’ è rara. Coltiviamoli al mondo, quando ne incontriamo qualcuno…ma non sarà mai abbastanza. Neanche le denunce di fatti così gravi saranno efficaci, perdona la mia franchezza ,ma siamo perduti.
    Si nasce con un carattere e si cresce con una buona educazione. Eppure mio padre contadino non sapeva che la plastica si potesse riciclare e buttò delle mie ciabattine, quando ero piccola, fra gli ulivi pensando che avrebbero fatto concime. Le ritrovò integre dopo circa 30 anni e mio padre, contadino, non gettò più plastica. Io cominciai a differenziare portando nel bagagliaio della mia Renault rossa dei sacchi pieni di carta a Catania, quando ero una studentella, perché fosse riciclata.
    Oramai siamo circondati da ‘persone’ che non sanno più cosa sia il ” bene comune”… Mi ripeto, è un disastro. Non ce la faremo.

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