Canto dei Sanfedisti
Marco Beasley e Ensemble Accordone
(da Fra’ Diavolo. La musica nelle strade del Regno di Napoli)
Rispetto a El pueblo unido jamás será vencido e a Borghesia quello che propongo oggi è un celebre canto reazionario e tuttavia anch’esso popolare, a conferma che «i nobili sono così, fanno idealmente e materialmente uno con il ‘popolo’ analfabeta, ne sono l’altra faccia e insieme a loro costituiscono una comunità solidale, socievole e insocievole a seconda delle vicende» (Carlo Sini, Idioma. La cura del discorso, Jaca Book 2021, p. 63).
In questo caso si tratta della marcia delle truppe sanfediste, vale a dire del popolo fedele ai Borboni e nemico dei giacobini, che nel 1799 contribuì alla disfatta della Repubblica Napoletana creata dai francesi: «È fernuta l’uguaglianza / è fernuta la libertà / pe ‘vuie so’ dulure e panza / signo’, iateve a cuccà!». Infatti molti nobili avevano aderito alla Repubblica e dunque erano agli occhi del popolo partenopeo dei traditori del legittimo sovrano: «Maistà chi t’ha traruto / Chistu stommaco chi ha avuto, / ‘E signure ‘e cavaliere / Te vulevano priggiuniere» . L’odio verso i francesi è motivato anche dalle tasse da loro imposte: «So’ arrivate li francise, / aute tasse n’ci hanno mise / ‘liberté, egalité’ / tu arruobbe a mmè / ie arruobbe a ttè!». La frase più cruda è forse quella che riguarda Eleonora Fonseca Pimentel, nobile giacobina, impiccata dal boia Mastro Donato nella piazza del mercato: «Addò è ghiuta donn’Eleonora, / c’abballava ’n copp’o tiatro? / Mo abballa miezz’o mercato / n’zieme cu Mastu Donato!».
Costante è il riferimento alla Carmagnola, il canto rivoluzionario al quale quello dei sanfedisti si oppone con caparbia ironia: «Sona sona / sona Carmagnola / e sona li cunsiglia / viva ‘o Rre cu la famiglia».
Tra le numerose e assai differenti versioni di questa marcia ho scelto quella di Marco Beasley e dell’ensemble Accordone per la potenza della voce, la limpidezza del canto, la raffinatezza strumentale.
Nel video l’insistenza del pubblico ottiene un bis: il brano di Claudio Monteverdi Si dolce è ’l tormento, uno struggente canto d’amore. «Per foco e per gelo / Riposo non hò / Nel porto del Cielo / Riposo haverò. / Se colpo mortale / Con rigido strale / Il cor m’impiagò, / Cangiando mia sorte / Col dardo di morte / Il cor sanerò».
1 commento
Tina Messineo
.. è un sogno la vita che passi gradita, è breve il gioire, bisogna morire…
È il pensiero che ti esprimevo qualche giorno fa.
Così è espresso in forma perfetta. La musica che tutto chiarisce senza un minimo di crudeltà.
Grazie, uno struggente ascolto.