Claudio Lolli
Borghesia (mp3)
(da Aspettando Godot, 1972)
============
Come anarchico dedico questa canzone non ai governi Rumor, Fanfani, Andreotti, Colombo…Governi democristiani che dovevano confrontarsi non solo e non tanto con il Partito Comunista Italiano ma anche e soprattutto con reali movimenti d’opposizione, compresi quelli libertari.
Dedico Borghesia a un governo senza opposizione né in Parlamento né in una stampa disgustosamente servile né in una società spaventata, ubbidiente, moribonda, televisiva, la società del Covid. La dedico a un governo presieduto dalla quintessenza della borghesia di cui canta Lolli, da un banchiere.
La dedico al Governo Draghi, con disprezzo.
===============
Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
Non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.
Sei contenta se un ladro muore, se si arresta una puttana
Se la parrocchia del Sacro Cuore acquista una nuova campana
Sei soddisfatta dei danni altrui, ti tieni stretti i denari tuoi
Assillata dal gran tormento che un giorno se li riprenda il vento.
E la domenica vestita a festa con i capi famiglia in testa
Ti raduni nelle tue Chiese in ogni città, in ogni paese
Presti ascolto all’omelia, rinunciando all’osteria
Così grigia e così per bene, ti porti a spasso le tue catene.
Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
Non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.
Godi quando gli anormali son trattati da criminali
Chiuderesti in un manicomio tutti gli zingari e gli intellettuali
Ami ordine e disciplina, adori la tua Polizia
Tranne quando deve indagare su di un bilancio fallimentare.
Sai rubare con discrezione, meschinità e moderazione
Alterando bilanci e conti, fatture e bolle di commissione
Sai mentire con cortesia, con cinismo e vigliaccheria
Hai fatto dell’ipocrisia la tua formula di poesia.
Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
Non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.
Non sopporti chi fa l’amore più di una volta alla settimana
Chi lo fa per più di due ore, chi lo fa in maniera strana
Di disgrazie puoi averne tante, per esempio una figlia artista
Oppure un figlio non commerciante, o peggio ancora uno comunista.
Sempre pronta a spettegolare in nome del civile rispetto
Sempre lì fissa a scrutare un orizzonte che si ferma al tetto
Sempre pronta a pestar le mani a chi arranca dentro a una fossa
Sempre pronta a leccar le ossa al più ricco ed ai suoi cani.
Vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia
Per piccina che tu sia il vento un giorno ti spazzerà via.
[La foto del Governo Draghi schierato in tutta la sua funerea potenza è di Roberto Monaldo/Getty Images]
5 commenti
agbiuso
Un plastico ritratto della borghesia nichilista, del Governo Draghi, del presente.
========
In Val di Susa va di nuovo in scena il teatro dell’assurdo
di Marco Cedolin
Fote: Notav.Info, 2.5.2021
Mentre in tutta Italia impazza da oltre un anno l’epidemia di Covid, con il suo carico sempre più pesante di vittime, restrizioni della libertà personale e devastazione del tessuto economico, mentre (ipocritamente) si celebra con grande enfasi la Giornata Mondiale della Terra, mentre il neonato governo Draghi conia (ancora più ipocritamente) perfino un ministero, quello della Transizione ecologica, dedicato alla difesa dell’ambiente, in Val di Susa lo Stato italiano continua a mettere in atto l’unica logica che in tutta evidenza conosce, quella della devastazione dei territori e della vessazione dei cittadini che hanno la sventura di vivere all’interno di essi.
In Val di Susa, sull’altare del Tav, i miliardi continuano a venire immolati come se non ci fosse un domani e al cantiere primigenio di Giaglione, ormai attivo da 10 anni, viene ad aggiungersene uno nuovo, fra Bruzolo e San Didero, destinato ad ospitare il nuovo autoporto che dovrebbe sostituire quello di Susa, nel cui sito dovrebbe sorgere, nelle fantasie visionarie della consorteria del cemento e del tondino, la nuova Stazione Internazionale, destinata a ospitare in un futuro che si perde nell’imponderabile il traffico dei treni ad alta velocità e bassa sostenibilità che da ormai trent’anni ammorbano il sonno dei valsusini.
I miliardi sono quegli stessi sottratti alla sanità, ormai devastata fino al punto di rendere l’Italia il Paese europeo con più morti di Covid in assoluto, sono gli stessi negati a tutti quei lavoratori messi in ginocchio dalla gestione irresponsabile della pandemia e che già si ritrovano o presto si ritroveranno senza un lavoro, sono gli stessi mai spesi per la manutenzione delle infrastrutture esistenti che sistematicamente crollano portando con sé il proprio carico di vite innocenti, sono i miliardi che sarebbero serviti a impedire che nel 2021 più della metà della rete ferroviaria italiana sia ancora a binario unico.
Nonostante il progetto dell’alta velocità Torino – Lione sia stato giudicato meno di due anni fa da una commissione di esperti indipendenti capitanata dall’architetto Marco Ponti privo di qualsiasi prospettiva di ritorno economico e nonostante la corte dei conti europea abbia recentemente espresso un giudizio dello stesso tenore, il progetto continua a procedere, senza che il governo si curi minimamente della situazione drammatica in cui versa il Paese e di quanto sia assurdo insistere su un’opera ecologicamente insostenibile ed economicamente priva di senso.
Come conseguenza di questa decisione scellerata ecco riproporsi in Val di Susa quel teatro dell’assurdo andato in scena purtroppo già troppe volte. Le forze dell’ordine che occupano in massa nel cuore della notte i terreni destinati a ospitare il cantiere, senza che i sindaci dei comuni interessati siano stati messi al corrente delle loro intenzioni. La popolazione locale che insorge e si scontra con un apparato militare degno delle zone di guerra e non di una vallata alpina italiana. Proteste, tafferugli, blocchi stradali e blocchi della ferrovia, manganellate e lacrimogeni lanciati ad altezza uomo (come da sempre avviene in Val di Susa), uno dei quali colpisce in piena faccia una ragazza ferendola gravemente e costringendola al ricovero d’urgenza in ospedale.
A seguire l’occupazione in armi permanente di una porzione della Valle, le limitazioni alle libertà personali dei residenti e tutto quanto ormai si vive da 10 anni nei comuni di Chiomonte e Giaglione, dove i proprietari dei vigneti vengono ostacolati quotidianamente dalle forze dell’ordine nel praticare il proprio lavoro. Il tutto nel nome di un progresso che somiglia sempre più a un dinosauro e di una classe dirigente che ha ormai perso ogni contatto con la realtà, fino al punto da non rendersi conto che il futuro, qualora lo si voglia cavalcare, sarà qualcosa di molto diverso dal cemento e dai tunnel.
Mentre in tutta Italia impazza da oltre un anno l’epidemia di Covid, con il suo carico sempre più pesante di vittime, restrizioni della libertà personale e devastazione del tessuto economico, mentre (ipocritamente) si celebra con grande enfasi la Giornata Mondiale della Terra, mentre il neonato governo Draghi conia (ancora più ipocritamente) perfino un ministero, quello della Transizione ecologica, dedicato alla difesa dell’ambiente, in Val di Susa lo Stato italiano continua a mettere in atto l’unica logica che in tutta evidenza conosce, quella della devastazione dei territori e della vessazione dei cittadini che hanno la sventura di vivere all’interno di essi.
In Val di Susa, sull’altare del Tav, i miliardi continuano a venire immolati come se non ci fosse un domani e al cantiere primigenio di Giaglione, ormai attivo da 10 anni, viene ad aggiungersene uno nuovo, fra Bruzolo e San Didero, destinato ad ospitare il nuovo autoporto che dovrebbe sostituire quello di Susa, nel cui sito dovrebbe sorgere, nelle fantasie visionarie della consorteria del cemento e del tondino, la nuova Stazione Internazionale, destinata a ospitare in un futuro che si perde nell’imponderabile il traffico dei treni ad alta velocità e bassa sostenibilità che da ormai trent’anni ammorbano il sonno dei valsusini.
I miliardi sono quegli stessi sottratti alla sanità, ormai devastata fino al punto di rendere l’Italia il Paese europeo con più morti di Covid in assoluto, sono gli stessi negati a tutti quei lavoratori messi in ginocchio dalla gestione irresponsabile della pandemia e che già si ritrovano o presto si ritroveranno senza un lavoro, sono gli stessi mai spesi per la manutenzione delle infrastrutture esistenti che sistematicamente crollano portando con sé il proprio carico di vite innocenti, sono i miliardi che sarebbero serviti a impedire che nel 2021 più della metà della rete ferroviaria italiana sia ancora a binario unico.
Nonostante il progetto dell’alta velocità Torino – Lione sia stato giudicato meno di due anni fa da una commissione di esperti indipendenti capitanata dall’architetto Marco Ponti privo di qualsiasi prospettiva di ritorno economico e nonostante la corte dei conti europea abbia recentemente espresso un giudizio dello stesso tenore, il progetto continua a procedere, senza che il governo si curi minimamente della situazione drammatica in cui versa il Paese e di quanto sia assurdo insistere su un’opera ecologicamente insostenibile ed economicamente priva di senso.
Come conseguenza di questa decisione scellerata ecco riproporsi in Val di Susa quel teatro dell’assurdo andato in scena purtroppo già troppe volte. Le forze dell’ordine che occupano in massa nel cuore della notte i terreni destinati a ospitare il cantiere, senza che i sindaci dei comuni interessati siano stati messi al corrente delle loro intenzioni. La popolazione locale che insorge e si scontra con un apparato militare degno delle zone di guerra e non di una vallata alpina italiana. Proteste, tafferugli, blocchi stradali e blocchi della ferrovia, manganellate e lacrimogeni lanciati ad altezza uomo (come da sempre avviene in Val di Susa), uno dei quali colpisce in piena faccia una ragazza ferendola gravemente e costringendola al ricovero d’urgenza in ospedale.
A seguire l’occupazione in armi permanente di una porzione della Valle, le limitazioni alle libertà personali dei residenti e tutto quanto ormai si vive da 10 anni nei comuni di Chiomonte e Giaglione, dove i proprietari dei vigneti vengono ostacolati quotidianamente dalle forze dell’ordine nel praticare il proprio lavoro. Il tutto nel nome di un progresso che somiglia sempre più a un dinosauro e di una classe dirigente che ha ormai perso ogni contatto con la realtà, fino al punto da non rendersi conto che il futuro, qualora lo si voglia cavalcare, sarà qualcosa di molto diverso dal cemento e dai tunnel.
agbiuso
Ecco quello che è accaduto a Torino il 1.5.2021 durante la manifestazione notav:
Primo maggio: migliaia in piazza per un futuro libero da sfruttamento e devastazione
ed ecco come ne dà notizia Televideo, riprendendo i comunicati della Questura:
Naturalmente esprimo la mia solidarietà ai notav.
Elvia
Amara e ironica come alcune canzoni di De André, anzi molto più desolante…
agbiuso
Grazie, Elvia, per questo riferimento bello ed esatto a De André.
agbiuso
Sottoscrivo pienamente il documento che la rivista francese La Sociale ha pubblicato oggi e le cui analisi valgono anche per il Governo e la società italiani:
Nettoyer les écuries d’Augias !