Vita e salute
Il paradigma Don Abbondio
in Krisis. Corpi, Confino e Conflitto
Catartica Edizioni, 2020, pp. 120
Pagine 27-54
Questo volume, a cura di Afshin Kaveh, raccoglie cinque saggi che costituiscono una prima analisi critica di quanto è avvenuto e ancora accade in relazione al Covid19. Da prospettive diverse e interagenti abbiamo cercato di individuare le scaturigini dell’epidemia, il manifestarsi in essa di qualcosa che maturava da molto tempo, la miseria della sua gestione da parte delle autorità e dell’informazione, il nesso tra natura, politica, malattia, i possibili sviluppi, la crisi che il morbo ha generato in ogni anfratto del corpo collettivo.
È il testo nel quale ho cercato di esprimere con la maggiore chiarezza e completezza possibili ciò che penso dell’attuale momento storico. Anche se indirettamente, ho cercato di far emergere la forza psicosociale del virus come manifestazione di una potenza ancestrale, del bisogno di dogmi in una società del disincanto, dell’intimidazione moralistica come rito collettivo che dà forza a chi lo pratica in contrapposizione agli “egoisti, malvagi e indifferenti”. Il Covid19 come religione, insomma.
Il saggio è articolato in sette paragrafi:
-La vita di Don Abbondio
-La vita
-Il potere
-Panico televisivo
-Il corpo cancellato di Socrate
-I luoghi
-Infine, l’Intero, la Φύσις
- Pubblico qui un pdf con la copertina, il colophon, l’indice e una selezione di pagine dal mio contributo.
- Questa la pagina dell’Editore dedicata al volume
(pagina dalla quale è possibile acquistare il libro)
[Una versione più sintetica e liberamente leggibile di questo saggio si trova qui: Epidemie]
33 commenti
agbiuso
Forse l’Ur-Fascismo, il ‘fascismo eterno’ (Umberto Eco) esiste davvero.
Sua espressione contemporanea in Italia e nel mondo sono il confino (lockdown), l’obbligo vaccinale, il coprifuoco, l’obbligo delle mascherine/museruole apotropaiche, i trattamenti TSO del tutto arbitrari, la violenza delle polizie contro cittadini inermi, la distruzione delle attività economiche, la devastazione collettiva, la paura.
agbiuso
Ciò che si vede in questo video, e anche molto meno, dal febbraio 2020 non è più possibile, è sparito, si è dissolto nella paura che pervade l’intero corpo sociale.
Le autorità non hanno creato l’epidemia da Sars2 ma certamente sanno bene come utilizzarla a fini reazionari.
El pueblo unido jamás será vencido (YouTube)
agbiuso
Come salvarsi dal Covid-19 sotto le bombe nucleari
di Manlio Dinucci
il manifesto, 8.12.2020
Stati Uniti. In previsione di un attacco è meglio sapere che «a causa del Covid-19 molti posti, da cui passate per andare al lavoro e ritornare, possono essere chiusi o non avere regolari orari di apertura». Le nuove paradossali istruzioni diffuse dall’agenzia per le emergenze
La Fema – Agenzia federale per la gestione delle emergenze, dipendente dal governo Usa – ha aggiornato le istruzioni alla popolazione su come comportarsi in caso di attacco nucleare. Le nuove istruzioni tengono conto del Covid-19, dei conseguenti lockdown e delle norme da seguire per proteggersi dal virus. Per essere pronti quando viene lanciato l’allarme per un imminente attacco nucleare – avverte la Fema – dovete sapere che «a causa del Covid-19 molti posti, da cui passate per andare al lavoro e ritornare, possono essere chiusi o non avere regolari orari di apertura». Dovete quindi individuare prima «i migliori luoghi in cui ripararsi, che sono gli scantinati e i piani centrali di grandi edifici».
In tali istruzioni la Fema ignora quali sono gli effetti reali (scientificamente accertati) di un’esplosione nucleare.
Anche se le persone in fuga sono abbastanza fortunate da trovare un posto non soggetto a lockdown per il Covid, in cui ripararsi, non hanno comunque scampo. Lo spostamento d’aria dell’esplosione, con venti di 800 km/h, provoca il crollo o lo scoppio anche degli edifici più solidi. Il calore fonde l’acciaio, fa scoppiare il cemento armato. Anche le persone che hanno trovato «i migliori luoghi in cui ripararsi» sono vaporizzate, schiacciate, carbonizzate.
GLI EFFETTI DISTRUTTIVI di una bomba nucleare da 1 megaton (pari alla potenza esplosiva di 1 milione di tonnellate di tritolo) si estendono circolarmente fino a circa 14 km. Se a esplodere è una bomba da 20 megaton, gli effetti distruttivi si estendono in un raggio di oltre 60 km.
In tale situazione la Fema si preoccupa di proteggere le persone dal Covid-19. Quando viene lanciato l’allarme nucleare, avverte, «informatevi con le autorità locali su quali rifugi pubblici sono aperti, poiché possono essere stati delocalizzati a causa del Covid-19»; al momento dell’evacuazione, «per proteggere voi e la vostra famiglia dal Covid-19, portate con voi due mascherine a persona e un igienizzante per le mani che contenga almeno il 60% di alcol»; all’interno del rifugio, «continuate a praticare il distanziamento sociale, indossando la mascherina e mantenendo una distanza di almeno 6 piedi (quasi 2 metri) tra voi e le persone che non fanno parte della vostra famiglia».
Tale scenario presuppone che, in caso di allarme nucleare, i 330 milioni di cittadini statunitensi non siano presi dal panico ma, mantenendo la calma, si informino su quali rifugi sono aperti, quindi si preoccupino anzitutto di proteggersi dal Covid-19 portando con sé mascherine e igienizzanti e, una volta nel rifugio, mantengano il distanziamento sociale col risultato che, in un rifugio capace di ospitare mille persone, ne verrebbero ammesse 200 mentre le altre resterebbero fuori.
AMMESSO PER ASSURDO che le persone seguissero le istruzioni della Fema per proteggersi dal Covid-19, esse sarebbero comunque esposte alla ricaduta radioattiva in un’area molto più vasta di quella distrutta dalle esplosioni nucleari. Un numero crescente di persone, apparentemente illese, comincerebbe a presentare i sintomi della sindrome da radiazioni.
Non esistendo alcun trattamento possibile, l’esito è inevitabilmente fatale. Se le radiazioni colpiscono il sistema nervoso, esse provocano forte emicrania e letargia, subentra quindi lo stato di coma, accompagnato da convulsioni, e la morte sopravviene entro quarantotto ore. In caso di sindrome gastrointestinale da radiazioni, la vittima è colpita da vomito e diarrea emorragica, accompagnati da febbre alta e muore nel giro di una o due settimane.
In tale scenario la Fema si preoccupa anche dello stato mentale delle persone. Essa avverte che «la minaccia di una esplosione nucleare può provocare ulteriore stress a molte persone che già oggi sentono paura e ansia per il Covid-19». Raccomanda quindi di seguire le istruzioni su come «gestire lo stress durante un evento traumatico». Fa quindi capire che, in caso di attacco nucleare, i cittadini Usa sarebbero assistiti da psicologi che, mentre esplodono le bombe nucleari, insegnano loro a gestire lo stress convincendosi che, grazie alla Fema, si sono salvati dal Covid.
agbiuso
Non nascondono più il compiacimento per una situazione che li vede al centro del potere e dell’informazione. Sperano che non finisca più, in modo da non dover tornare alle loro anonime esistenze.
Parlano per quello che sono, degli irresponsabili.
Questi apocalittici parlano come se fosse cosa inevitabile e fisiologica mantenere a tempo indeterminato l’abisso di asocialità, di miseria economica, di angoscia psichica. Parlano come ignoranti della salute, che è un fatto complesso, costituito da dimensioni organiche, metaboliche, immunitarie, relazionali, psicosomatiche, temporali.
Parlano come chi si compiace di privare i ragazzi del sapere e del futuro, gli adulti della pienezza, gli anziani della compagnia che lenisce l’inevitabile morire.
Parlano come gli stolti che sono, per la cui insipienza non esiste alcun vaccino.
agbiuso
Ma per i decisori politici e per i loro consiglieri medici si muore soltanto di virus.
Non si muore di infarto e delle malattie cardiache favorite dalle loro decisioni; non si muore delle cure oncologiche differite; non si muore di depressione; non si muore di miseria; non si muore di un generale stato immunodepressivo causato dall’angoscia per il presente e per il futuro personale e dei propri familiari.
agbiuso
A scuola la domenica. I ‘tabù’ da abbattere della De Micheli
indipendenza, 27.11.2020
Consiglio la lettura di questa breve e significativa notizia su una delle tante dichiarazioni insensate di strani personaggi.
Non c’è nulla da fare: i ministri del governo Conte sono palesemente inadeguati, compresa questa De Micheli. Esistono soltanto per delle trovate a uso e consumo dell’informazione al loro servizio.
Nella realtà, l’Italia sta diventano un deserto economico, culturale, sociale.
agbiuso
La natura anche quantistica dell’epidemia da Sars2, più volte discussa dal fisico di Unict Alessandro Pluchino, sembra confermata da una singolare notizia. Questa:
“Il tutto mentre il bollettino della Protezione civile registra sì 28337 nuovi casi delle ultime 24 ore – seimila meno di ieri – ma in presenza di un minor numero di tamponi, quasi 189mila, ben 48mila meno di sabato. Ed il rapporto tra positivi individuati e test effettuati è risalito di mezzo punto ed è al 15%. Anche il numero di vittime risente della riduzione dei test (562 in un giorno, 130 in meno)“
Fonte: https://www.firenzetoday.it/cronaca/regole-natale-spostamenti-regioni-coprifuoco-cenone.html
E dunque se si riducono i test, muoiono meno persone…
agbiuso
Per le strade di Catania, oggi.
agbiuso
“Controlli e sanzioni”, multe e chiusure, repressione e terrore contro i cittadini. Dopo mesi nei quali il governo Conte-PD-M5S non ha predisposto NULLA. L’unica qualifica di Zampa et similia è: “criminali”.
Davide Amato
Solo ieri il segretario del PD, Nicola Zingaretti, ha avuto il coraggio di esclamare che, nonostante il lockdown, i controlli sociali devono arrivare fin dentro le case, in quanto “il virus si rifugia negli ambiti in cui non c’è controllo”. Nel suo intervento, dal consueto tono terroristico, ha dimostrato ancora una volta che oggi la sinistra italiana è la principale rappresentante degli interessi atomizzanti ed individualizzanti del capitale economico-finanziario. Del resto un popolo diviso in atomi intimoriti l’uno dell’altro è molto più facile da governare.
agbiuso
Gravissimo in effetti, caro Davide, gravissimo.
Ma dal Partito Democratico, che è un’accozzaglia di delinquenti autoritari, mi aspetto questo e altro.
Al di là delle pericolose sciocchezze di Zingaretti sul ‘virus bastardo’ (una ridicola antropomorfizzazione che dice tutto sul personaggio e sulla sua ignoranza), l’idea stessa di entrare nelle case dei cittadini -per ora con pressanti consigli- è espressione del totalitarismo soft del quale hanno parlato già tanti anni fa Anders, Marcuse, Debord.
agbiuso
Un governo di incapaci che in sei mesi non ha preparato ospedali e scuole, si vanta pure di chiudere “gli esercizi controllati”, di moltiplicare disoccupazione e miseria.
I criminali sono Conte, Speranza, i loro consiglieri, i giornalisti al loro servizio.
agbiuso
Incompétents, corrompus, menteurs, méchants ou bêtes comme leurs pieds
Denis COLLIN, la Sociale, 7.11.2020
Bugie, manipolazioni.
Analizziamo bene che cosa è in gioco. Per ora non è ancora il momento di inviare la polizia nelle case private, ma questo potrà accadere, per esempio utilizzando la delazione.
Ma è anche rivelatore della società (“il mondo futuro”) che questa gente va preparando: una società di individui senza rapporti reciproci che non siano relazioni sorvegliate e autorizzate dal governo. La società totalitaria in cammino.
Dietro la stupidità e la malvagità, c’è forse una coerenza che dovrebbe metterci sull’avviso.
agbiuso
Fonte: https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/10/a-proposito-di-tamponi-di-positivi-al-tampone-di-quarantene-di-provvedimenti-irrazionali-e-sacrifici-umani/#comment-41182
agbiuso
A proposito di tamponi, di positivi al tampone, di quarantene, di provvedimenti irrazionali e sacrifici umani
di Wu Ming, 26.10.2020
agbiuso
Alessandro Pluchino, fisico di Unict, ritorna sulla strana natura quantistica dell’attuale epidemia.
Con dati e numeri alla mano, con razionalità.
Covid-19: epidemia quantistica 2.0?
di Alessandro Pluchino
(corpi e politica, 4.11.2020)
agbiuso
La Campania del guitto lanciafiamme De Luca viene risparmiata. Il governo terrorista Conte-Speranza, con l’inutile appendice del Movimento 5 Stelle, forse porterà alla guerra civile; conduce certamente alla miseria.
agbiuso
Un articolo sul manifesto di oggi denuncia “una misura politica ad alto impatto terroristico, di discutibile efficacia sanitaria e sostanzialmente priva di argomentazioni razionali a suo sostegno: il coprifuoco nazionale. All’ombra di questa decisione che risponde alla logica semplificata delle soluzioni militari si gioca una torbida partita tra poteri centrali e periferici. […] La militarizzazione del territorio è in genere la risposta più frequente, iniqua e odiosa a questo genere di situazioni. Ed è esattamente la spirale che sta per essere innescata”
Marco Bascetta
Il coprifuoco è benzina sulle proteste
4.11.2020
agbiuso
Spezzeremo le reni al virus
agbiuso
A essere terrificante è il ministro Speranza, esponente di un partito intorno allo ‘zero virgola’, circondato da NON virologi, proponente la delazione tra i cittadini, responsabile del panico che riempie i pronto soccorso di persone spaventate e non malate di Covid. Un atteggiamento e un comportamento criminali.
Le prime vittime del Covid19 sono le democrazie, di per sé sempre fragili.
agbiuso
A proposito del ritorno in grande stile, dentro il governo e dentro l’informazione, dei numeri gridati a caratteri cubitali –numero dei positivi equiparato in modo antiscientifico a numero dei malati; numero dei ricoverati, numero dei morti – ricordo quanto scrisse Gregg Easterbrook:
«Torture numbers, and they will confess to anything»
(Our Warming World, in New Republic, 11.11.1999, vol. 221, p. 42).
agbiuso
Ricevo e inoltro un’ interessante riflessione.
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Viviamo tempi interessanti, non lo avremmo voluto ma tant’è, non siamo noi a scegliere. A volte, mi domando cosa avrebbero scritto di questi tempi Céline, Ernst Jünger, Albert Camus, Curzio Malaparte o Carl Jung (ognuno, naturalmente, aggiunga l’autore che gli piace di più). Quale spettacolo avrebbe fatto Giorgio Gaber (Far finta di esser sani 2.0?) o come ne avrebbe riso Totò.
Questi personaggi non ci sono più, hanno avuto e raccontato il loro tempo, mentre a noi oggi toccano intellettuali del calibro di Andrea Scanzi, Selvaggia Lucarelli e Massimo Recalcati, per pescare fior da fiore: davvero altre menti e altre epoche (Alessandro Baricco non è pervenuto, ma non dispero…), quelle andate.
Tempi interessanti, davvero. Nei quali non puoi azzardarti neanche per scherzo a dire che questo continuo, ossessivo tormentone della necessità di privarci della libertà per proteggere gli anziani, i deboli, gli immunodepressi e chissà quale altra categoria umana — ripreso dal coro di vocianti che ci circonda — non ti quadra, perché intorno non vedi l’agguerrita avanguardia del cambiamento in meglio dell’umanità, la filantropia e la solidarietà come cifra dell’esistenza, ma solo esseri impauriti che, come gli zombie del film di Romero, si agitano mossi dall’egoistico desiderio di proteggere la propria vita, ad ogni costo e gli altri si arrangino. Il monito per chi osasse dire cosa pensa davvero è nel trattamento riservato, tra gli altri, a Giorgio Agamben i cui argomenti sono stati alterati contraffatti sviliti per fargli dire quello che non ha mai detto e poterlo ridurre ad una specie di caricatura, da mettere alla berlina sui social network. Il tutto da parte di soggetti che stanno ad Agamben come i rumori gastro intestinali stanno ad una canzone di Edith Piaf.
Tempi interessanti nei quali è vietato esprimere dubbi sulle statistiche relative al Covid — facendo notare, per esempio, come sia stato possibile che per mesi in Italia si sia morti solo di virus, senza nessuno che trapassasse per un ordinario infarto, cancro o incidente stradale — oppure sulle soluzioni di contrasto del fenomeno, magari notando che se i più esposti sono gli anziani non è del tutto chiaro cosa c’entrasse il bonus per il monopattino, anche perché a Milano di vecchietti su questi trabiccoli non ne ho mai visti, ma magari mi sono perso qualcosa.
Un tempo nel quale è impossibile anche solo ipotizzare a voce alta che la campagna di terrore mediatico che ci martella senza tregua in questi ultimi giorni, con l’obiettivo del panico, è il tentativo del sistema politico (centrale, regionale e locale), burocratico e sanitario di nascondere ritardi inefficienze e corruzione nei mesi da aprile ad ottobre (e quelli a venire, ovviamente), scaricando nuovamente le responsabilità sul cittadino reo, ad esempio, di avere fatto le vacanze estive, avere bevuto qualche aperitivo o frequentato palestre o piscine, colpevolmente confidando sul fatto che il sistema amministrativo si sarebbe preso cura del potenziamento delle terapie intensive o sulla somministrazione dei tamponi eccetera.
E nessuno, giornalista politico di opposizione, maggioranza, destra, sinistra, sopra o sotto che alle macchiette come De Luca, Toti, Speranza, Boccia, nelle pause dai loro impegni per dirette Facebook o interventi in talk show, chieda mai con vera insistenza e senza pausa sino alla risposta: “voi che chiedete in continuazione sacrifici agli italiani, rimproverandoli per i loro comportamenti, voi cosa avete fatto da aprile ad oggi?”
Tempi interessanti dove gli scienziati ed i medici — virologi, immunologi, anestesisti, pneumologi, pediatri, veterinari eccetera — travolti da un fenomeno che non hanno previsto e che non sanno come affrontare, invece di ammettere umilmente il loro fallimento (che è poi quello della scienza, che ormai da un po’ ha dimostrato che non riesce a portarci verso quelle sorti magnifiche e progressive tanto promesse) e chiedere ai cittadini di aiutarli ad affrontare un ostacolo invisibile passano il tempo con il dito alzato a mettere voti agli italiani, colpevoli di non volere vivere come topi impauriti chiusi tra le mura di casa. E prova a ricordare le solenni sciocchezze di volta in volta snocciolate in Lombardia da quel monumento di scienziato di Pregliasco (tipo spiagge vuote in estate o le linee guida sul sesso in tempo di Covid…), dal professorone Galli (che qualche giorno fa ha dichiarato di non vedere gente morire di fame per strada, mentre in ospedale sì), dall’esperto in zanzare Crisanti e compagnia cantante per essere marchiati indelebilmente come negazionisti, moderna edizione del concetto di eretico.
E poi devi anche sopportare il chiacchiericcio di esperti immunologi, virologi ed economisti (specializzazioni a volte cumulate nella stessa persona) laureati all’università di Mediaset o Sky, che con sicumera discettano di nuove cure (il plasma, ad esempio) scimmiottando i Santanchè, Porro, Gruber e Capezzone da talk show, ai quali vorresti urlare, con il titolo di un romanzo di Boris Vian, “Sputerò sulle vostre tombe”. E nel frattempo, angosciante il silenzio della città ogni notte cresce di più, svegliando paure e incertezze.
Nella malinconica scena finale di Mediterraneo, l’ex sergente Lorusso parlando agli altri due protagonisti del suo fallimento di partecipare al cambiamento dell’Italia dice più o meno così: “gli ho detto avete vinto voi, ma almeno non riuscirete a considerarmi vostro complice(…)”, e sullo sfumare delle ultime immagini appare la scritta “dedicato a quelli che stanno scappando”: chi lo avrebbe detto che nell’anno di grazia 2020 ci sarebbe stata rubata, oltre la libertà, anche la speranza di un altrove dove fuggire?
L.Z.
cristina
F A N T A S T I C O
agbiuso
«There’s a method to his madness»
agbiuso
Camminando per le strade (di Milano) e ascoltando le persone mi è abbastanza chiaro che si tratta anche in gran parte di “isteria di massa”, fenomeno ricorrente e ben noto in storiografia e sociologia: https://gaetaniumberto.wordpress.com/2014/12/17/gli-strani-casi-di-isteria-di-massa-registrati-nel-corso-della-storia/amp/
agbiuso
Da corpi e politica.
Palù: «Basta con l’isteria»
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[Questa intervista a Giorgio Palù, uno dei virologi più conosciuti al mondo e più apprezzati, ci sembra che costituisca un necessario invito alla razionalità, perdere la quale è una delle più ricorrenti e gravi malattie del corpo sociale]
Coronavirus, il virologo Palù: «Il 95% dei positivi è asintomatico. Chiudere tutto? No, basta con l’isteria»
Il professore ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università di Padova: «Il numero che conta veramente è quello dei ricoverati in terapia intensiva»
di Adriana Bazzi
(Corriere della Sera, 24.10.2020)
«Confusione»: se si dovesse riassumere, in una parola, la situazione Covid-19 in Italia oggi, questa sarebbe la più indicata, almeno nella testa della gente. Come uscirne? Intanto partiamo dalle impressionanti cifre dei bollettini giornalieri: ieri si parlava di 19.143 «contagi» o, in alternativa, di «casi» oppure di «positivi», tutti intercettati con i famosi tamponi. In crescita esponenziale. Ma che cosa questi termini nascondono in realtà? Lo chiediamo al professor Giorgio Palù, un’autorità indiscussa nel campo della virologia, professore emerito dell’Università di Padova e past-president della Società italiana ed europea di Virologia.
Professor Palù, la gente è sconfortata e non sa più a chi credere. Come rispondere?
«C’è tanto allarmismo. È indubbio che siamo di fronte a una seconda ondata della pandemia, ma la circolazione del virus non si è mai arrestata, anche se, a luglio, i casi sembravano azzerati, complice la bella stagione, l’aria aperta, i raggi ultravioletti che uccidono il virus. Poi c’è stato il ritorno dalle vacanze, la riapertura di tante attività e, soprattutto, il rientro a scuola».
Risultato: i numeri dei «casi» sono in aumento. Come interpretarli correttamente?
«Ecco, parliamo di “casi”, intendendo le persone positive al tampone. Fra questi, il 95 per cento non ha sintomi e quindi non si può definire malato, punto primo. Punto secondo: è certo che queste persone sono state “contagiate”, cioè sono venuti a contatto con il virus, ma non è detto che siano “contagiose”; cioè che possano trasmettere il virus ad altri. Potrebbero farlo se avessero una carica virale alta, ma al momento, con i test a disposizione, non è possibile stabilirlo in tempi utili per evitare i contagi».
Altri motivi per cui certe persone «positive» non sono «contagiose»?
«Perché potrebbero avere una carica virale bassa, perché potrebbero essere portatrici di un ceppo di virus meno virulento oppure perché presentano solo frammenti genetici del virus, rilevabili con il test, ma incapaci di infettare altre persone».
Allora, riassumendo: so che certe persone sono positive al tampone, so che sono asintomatiche, quindi non malate, so, però, che in una certa percentuale di casi (non è possibile stabilire quanto grande) possono contagiare altri. E, quindi, come comportarsi, visto che a Milano, per esempio, si è dichiarato il fallimento della possibilità di tracciare i contatti?
«Ci si dovrebbe attivare nel caso si individuino dei “cluster” (traduzione: raggruppamenti, ndr): quando, cioè, il positivo è venuto a stretto contatto con altre persone in un ambiente di lavoro, a scuola o in famiglia. Allora si dovrebbero fare i tamponi a tutti».
Quindi, conoscere i dati giornalieri, come da bollettini, sui contagi/casi/positivi non è, in definitiva, utile?
«Quello che veramente conta è sapere quante persone arrivano in terapia intensiva: è questo numero che dà la reale dimensione della gravità della situazione. In ogni caso questo virus ha una letalità relativamente bassa, può uccidere, ma non è la peste».
A che cosa attribuisce l’attuale impennata di casi?
«Certamente alla riapertura delle scuole. Il problema non è la scuola in sé, ma sono i trasporti pubblici su cui otto milioni di studenti hanno cominciato a circolare. Tenere aperte le scuole è, però, indispensabile».
Lei è contrario o favorevole a nuovi lockdown?
«Sono contrario come cittadino perché sarebbe un suicidio per la nostra economia; come scienziato perché penalizzerebbe l’educazione dei giovani, che sono il nostro futuro, e come medico perché vorrebbe dire che malati, affetti da altre patologie, specialmente tumori, non avrebbero accesso alle cure. Tutto questo a fronte di una malattia, la Covid-19, che, tutto sommato ha una bassa letalità. Cioè non è così mortale. Dobbiamo porre un freno a questa isteria».
agbiuso
Una notizia sobria e più realistica di altre:
Altre che però vengono gridate e ripetute dai miserabili fogli quotidiani e dalle televisioni.
Il risultato è quello riassunto qui sotto: non si può a lungo instillare il panico e non prevedere le sue conseguenze.
agbiuso
De Luca e gli altri. È una corsa all’isteria. Una follia che va oltre ogni Covid19. Si chiama “orgia del potere”. O si è diventati davvero “così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni”?
È un’ondata di infodemia .
Anche per garantire il proprio equilibrio mentale, oltre che la propria intelligenza, la televisione è non guardabile.
Per quanto riguarda i quotidiani italiani, nel loro unanimismo estremista e terrorizzante sono ridotti a una parodia dei Völkischer Beobachter.
agbiuso
Un dato impressionante: 476.000 vittime tra i neonati e 6,7 milioni in generale. E questo solo nell’anno 2019. Morti da inquinamento, non di Covid19.
Bisogna agire subito, proibendo qualcosa e obbligando a qualcos’altro, che i decisori politici e i loro comitati tecnico-sanitari sapranno ben inventare.
Luca
Gentile Prof. Biuso, trovo stupefacente – tra sbigottimento e dolore da un lato, e profonda ammirazione dall’altro – che nessuno dei vari Cultori Nazionali del Manzoni sia riuscito a trarre dalle sue pagine qualche ispirazione concreta su come si sarebbe dovuta gestire questa pandemia (o almeno, non sia riuscito a farcelo sapere); e che invece proprio Lei (che, a quanto mi è dato sapere, ha una visione filosofica praticamente opposta a quella del nostro grande scrittore) sia riuscito – in questa occasione, e non solo – a cogliere l’essenza di alcuni dei suoi messaggi più profondi. Credo che ciò testimoni tra l’altro la solidità di questo “minimo comun denominatore”, teoretico ed etico al tempo stesso, che richiede tuttavia profonda lucidità ed onestà intellettuale per poter essere riconosciuto pur partendo da prospettive così diverse: e questo oggi più che mai, circondati come siamo da grida assordanti che ripetono all’infinito gli stessi insensati messaggi.
agbiuso
Caro Luca, la ringrazio di questa sua sottolineatura della forza ermeneutica e teoretica del romanzo di Manzoni. Il quale ha contribuito in modo decisivo alla mia formazione di lettore e di persona. La grandezza di questo scrittore sta anche nel fatto che le sue personali convinzioni, che pure emergono di continuo nell’opera, non inficiano la lucidità di uno sguardo oggettivo sul mondo. Uno sguardo vale a dire filosofico.
Il mio interesse verso Alessandro Manzoni è antico, come testimonia anche questo sito: I Promessi Sposi; Storia della colonna infame.
E torno alle sue pagine ogni volta che possono aiutare a comprendere quello che accade, vale a dire spesso.
Luca
Grazie anche per la segnalazione finale, seguire una bella lettura è sempre molto piacevole!
Tina Messineo
Tanti sono i punti del tuo saggio che colpiscono.
Dure e amare constatazioni.
L’insegnamento ‘felice’…innervato a corpi vivi che apprendono!
La scienza con le sue pretese di ‘verità’.
La politica che stritola.
E poi, il vero ‘problema’ :
La servitù non è stata soltanto volontaria ma an-
che felice, convinta, complice. Pubblicamente ri-
vendicata. Vale a dire totale.
Caro Alberto, sì, hai ragione, siamo troppi!
La pretesa evoluzione dell’uomo e delle ere è costruzione moderna e, dunque, legata fortemente all’idea che l’individuo sia al centro di tutto, per questo (quasi) tutti si sono mostrati per ciò che veramente l’umano è, siamo troppi e anche troppo stupidi!