Benedetta Intelisano mi ha chiesto una nuova intervista -per l’emittente romana RadioRadio– sul tema dei sentimenti, del loro controllo/repressione, della paura. Abbiamo preso spunto da quanto ne avevo scritto dopo il Festival di Castellammare del Golfo e ne è scaturito un breve dialogo, pubblicato qualche giorno fa.
- Paura di amare (RadioRadio, 2 giugno 2019)
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2 commenti
diego
Grazie come sempre per le tue riflessioni, mai lontane dalla vita
Riflessioni come sempre che vanno al cuore del tema. Sulla fisicità della paura non c’è alcun dubbio. I capelli che si rizzano in testa, il pulsare del cuore, il tremore, li abbiamo tutti ben presenti. Ma anche le paure «sentimentali» sono fisiche in realtà, il bimbo che prova paura perché lasciato solo dalla mamma, ha paura per il proprio corpo, «è» un corpo che percepisce d’essere concretamente indifeso. È molto interessante la paura di esprimere sentimenti d’amore, ma a ben vedere è anch’essa la paura concreta, corporea, d’esser messi a nudo, come un Achille che è tutto tallone. Le norme morali esistono, ma certo sono strumenti, filtrati dall’esperienza collettiva, diciamo consapevolezze di corpi che comprendono l’utilità d’un accordo benevolo con altri corpi viventi. Certo oggi ci puo’ far molto più male un pin sbagliato d’una fiera che ci incontra nella savana, ma l’animale che siamo è quello, quel corpo lì davanti al bancomat o alla fiera cambia poco
agbiuso
Grazie a te, caro Diego, per come interagisci con i miei testi.
In questo caso, poi, hai utilizzato un’immagine davvero efficace: il timore verso la passione amorosa come una “paura concreta, corporea, d’esser messi a nudo, come un Achille che è tutto tallone“.
Sì, il soggetto amoroso è questo Achille. Se l’oggetto del suo amore gli corrisponde, è per lui la gloria, in caso contrario è perduto.