di Erik Gandini
Svezia, 2009
Trailer del film
Vedere questo film è stato un grande, puro divertimento. Videocracy è fatto di un montaggio intelligente e sempre meditato, di musiche capaci di cogliere la natura tragica di immagini frivole, dell’epopea del Presidente che si intreccia con l’analogo sogno di un giovane operaio. Vi prende forma e figura un mondo surreale e realissimo nel quale il potente Lele Mora -agente e creatore di stelle televisive- rivendica di essere un mussoliniano e mostra sorridendo dei filmati nazionalsocialisti sul proprio cellulare; nel quale un re dei paparazzi -Fabrizio Corona- accusa di malvagità il Potere e di sé dice d’essere «un moderno Robin Hood, che toglie ai ricchi per dare a se stesso»; nel quale la storia delle televisioni commerciali, e del loro dilagare nelle case e nelle menti, diventa ed è la storia dell’Italia contemporanea. Un intreccio inestricabile di epica e di farsa, di casalinghe che si spogliano e di istituzioni che applaudono.
Il commento è sempre discreto e sobrio poiché le immagini, davvero, parlano da sole. «Basta apparire», è la frase conclusiva di Lele Mora posta a epigrafe dei due finali: bellissimo il primo, con ragazze che ballano frenetiche e uguali in un silenzio siderale; meditativo il secondo, col lento incedere del Capo sorridente tra ali di folla che plaude. La politica nell’epoca della sua riproducibilità televisiva.
Immondo è certo il Presidente ma più immondo ancora è il suo Pubblico.
1 commento
Lavoro / schiavitù - agb
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