Rosso Istanbul
di Ferzan Ozpetek
Italia, Turchia, 2017
Con: Halit Ergenç (Orhan), Tuba Büyüküstün (Neval), Nejat Isler (Deniz)
Trailer del film
Orhan torna dopo molti anni a Istanbul per lavorare con Deniz al romanzo che l’amico sta scrivendo. Qualcosa di tragico era avvenuto in quella città, eventi che hanno resto Orhan distaccato, freddo, lontano. Ma ora una calma tempesta di ricordi lo assale e il suo desiderio si apre a un nuovo sentimento verso una donna che non può avere. Deniz scompare. Orhan si identifica sempre più con lui.
L’incanto del Bosforo, la varietà di Istanbul, il passato della tradizione e il presente delle nuove architetture sembrano una proiezione nello spazio delle memorie temporali che i personaggi di questo film vivono con un misto di rassegnata nostalgia e di inquieto timore. Sino a quando tutto si colora del rosso del presente finalmente pacificato con la fiamma della memoria, là dove l’elemento che siamo ebbe origine, l’acqua. Un film molto interiore (al quale il trailer non rende giustizia), costruito sugli sguardi e sui luoghi, sugli occhi che guardano lo spazio e in esso cercano requie.
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2 commenti
Epi
Orhan torna a Istanbul dopo venti anni di assenza, tragici fatti lo hanno coinvolto in questa città.
A Istanbul anche la vita dell’amico scrittore Deniz e dei personaggi che lo circondano è condizionata da situazioni pregresse.
La rimozione dei ricordi è comune a tutti i protagonisti, ma i ricordi riaffiorano inesorabilmente nei dialoghi, negli sguardi e nei luoghi e con essi le motivazioni dei condizionamenti.
E’ un susseguirsi di condizionamenti, il riaffiorare dei ricordi e la reazione dei protagonisti ne è la prova, dalla scomparsa di Deniz al sentimento tra Orhan e Neval.
L’attraversamento a nuoto del canale del Bosforo, sfida affascinante proprio perché comporta situazioni imprevedibili, è la nostra vita.
fausta
E’ vero quanto scrive Biuso a proposito del film di Ozpetek, del quale ho letto recensioni contraddittorie. Si sente fortemente la matrice letteraria, e questo lo rende intenso, al di là dei pochi fatti che vi si narrano, e del mistero che lo conduce, sia nelle grandi che nelle piccole narrazioni. Tutto è esitante, le cose la cui esistenza attraverso il possesso è ormai incerta, lo stile di vita illusorio, sono il tramite per dire del mistero della bellezza, al limite della catastrofe, che si lascia intuire, ma che non si proclama mai, esattamente come accade nella maggior parte delle nostre esperienze di vita.