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L’impero dei social network
Recensione a:
L’impero virtuale. Colonizzazione dell’immaginario e controllo sociale
di Renato Curcio
(Sensibili alle foglie 2015, pp. 112)
in Discipline Filosofiche (29 febbraio 2016)
13 commenti
agbiuso
Sovraimplicazioni: capitalismo cibernetico, intelligenza artificiale, Gaza, resistenza
di Renato Curcio, Paginauno, 15.7.2024
agbiuso
Lo sapevamo e lo sappiamo bene che quanti non accettano di essere degli automi obbedienti ai valori morali e politici dell’Unione Europea (e dunque degli Stati Uniti d’America) sono censurati sistematicamente. Questa è un’ulteriore e assai grave conferma.
agbiuso
Facebook. Cosa ne pensano a Catania
Esilarante ma anche molto significativo.
Tra le risposte: “Con Facebook ti colleghi maritatu e ti scolleghi cunnutu”
agbiuso
Segnalo un interessante articolo di Nicola Nosengo che affronta, anche se da una prospettiva molto diversa, la questione del rapporto tra Internet ed economia: L’avanzata dei tecnopessimisti.
Programmi dell'anno accademico 2016-2017 - agb
[…] della sensazione, Bollati Boringhieri 2012: premessa e capitolo 1 (pp. 9-97). Renato Curcio, L’Impero virtuale. Colonizzazione dell’immaginario e controllo sociale, Sensibili alle foglie 2015. Giuseppe Frazzetto, Epico Caotico. Videogiochi e altre mitologie […]
American Way - agb
[…] ivi, p. 31) poiché consiste in un lavoro gratuito a favore delle grandi aziende informatiche, lavoro del quale i suoi workers non sono neppure consapevoli. Stadio contemporaneo della guerra di tutti contro tutti, l’economia digitale è una delle […]
agbiuso
Caro Diego, sono contento che tu stia leggendo L’impero virtuale; segnalami per favore la recensione che ne scriverai.
Spero che Aión ti arrivi presto; per la sua lettura ci sarà, comunque, sempre tempo 🙂
diego
ecco, ovviamente nella semplice veste di lettore non particolarmente qualificato, mi permetto di segnalare le mie due righette al riguardo
https://diego56.com/2016/05/29/limpero-virtuale/
agbiuso
Chiara, sintetica, ottima presentazione di questo libro importante.
Grazie, Diego.
diego
sto leggendo il libro edito da sensibili alle foglie, è ben scritto, contiene molti spunti interessanti, se ce la faccio scrivo due righette sul mio ininfluente blog, ha un’impostazione concettuale che mi ricorda un po’ la scuola di francoforte, applicata alle modernissime tecnologie, un testo comunque ottimo
nota a latere: il tuo libro sul tempo, caro alberto, deve ancora arrivare alla libreria, ma questa settimana ci conto
Pasquale
Cari moschettieri, commento alle corte poiché in questo periodo, fatto salvo un lavoro, forse per bambini ma in inglese, inutile siamo d’accordo, che mi trattiene per ore e ore a scrivere in una lingua né paterna né materna, il conservatorio si sovrappone alla mia con al sua volontà… usi a obbedir tacendo, chiacchierando tiremm innanz.
Posterò una notarella più avanti. Un abbraccio. Parapà
agbiuso
Caro Diego, quello che hai scritto è da me condiviso, in particolare queste tue parole:
“Tutto ciò che non infastidisce il capitale nella sfera delle inclinazioni sessuali vien concesso, mentre ogni tradizione, ogni fattore culturale locale che mette dei freni è disprezzato come arcaico, medievale o, horribile verbo, borghese”.
So bene che si tratta di un tema nel quale il conformismo del politicamente corretto è pervasivo ma non si possono confondere delle richieste legittime, importanti e liberali -come quelle sui diritti civili- con un progetto di riscatto sociale ed economico -come quelli marxiano e anarchico.
In questa confusione sta una delle radici della fine della sinistra, della sua identità e della sua storia.
Riguardo al libro di Curcio, ne consiglio vivamente la lettura. Si tratta di un testo molto profondo e scritto benissimo.
diego
Una recensione che restituisce sicuramente i concetti essenziali del testo. C’è una questione interessante, che aleggia anche nelle pagine di questo blog, caro Alberto, e che trova riscontro nelle tue pagine sull’anarchismo nel volume edito da mimesis, ed è quella dei diritti civili branditi come efficace arma di omologazione planetaria. Un tema scomodo, politicamente scorretto, quello delle comunità locali, delle culture altre, degli orizzonti umani alternativi, ancorati ad un rapporto paritario e non autoritario con la biosfera. Vita umana concreta contro meccanica finanziaria. Quindi l’internet se apparentemente fa sentire liberi in realtà ci avvolge nell’omologazione dove tutto ciò che non infastidisce il capitale nella sfera delle inclinazioni sessuali vien concesso, mentre ogni tradizione, ogni fattore culturale locale che mette dei freni è disprezzato come arcaico, medievale o, horribile verbo, borghese. A sinistra bisogna capirlo una volta per tutte che la libertà non è di sinistra, è solo un’esca della trappola. Scusa caro Alberto, ho scritto troppo.