Qualche settimana fa il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania ha ospitato un incontro dedicato a «Furio Jesi. Mito, violenza, memoria». Mi era stato chiesto un intervento ma non mi trovavo in città. Ho scritto quindi un breve testo, ora pubblicato su Sicilia Journal con il titolo Furio Jesi, ovvero del mito come redenzione dell’altrove.
2 commenti
agbiuso
Ti ringrazio, Diego, per un commento così attento, partecipe e competente.
Si è davvero fortunati ad avere lettori/amici come te 🙂
diegod56
Ho letto due volte, caro Alberto, il tuo articolo. In effetti è molto efficace la prospettiva che separa la mitologia (studio del mito) dal mito. Dunque non c’è solo l’interesse antropologico, ma c’è anche un coinvolgimento «attuale» che riverbera nella dimensione interiore. Io penso, un po’ rifacendomi alla matrice biologica d’ogni sentimento, come da te esposto nel prezioso libro su Nietzsche, che la mente umana, diversamente dalle menti delle altre creature, abbia una potenza immaginativa «esagerata» che, con l’apporto del linguaggio, inesorabilmente è mitopoietica. Noi umani siamo inesorabilmente in bilico, sul ciglio dell’abisso, ma l’abisso (e qui il grande baffuto come al solito ha ragione) siamo noi. La tua scrittura, caro Alberto, è intessuta di questo sentimento, che, grazie ad una tua tipica luminosità, volge lo sgomento in gioia. Certo, noi il mito ce lo possiamo permettere con uno sforzo che gli uomini antichi non conoscevano.