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Fuori dal mondo

Comincio a pensare che il non possedere un televisore mi stia mettendo davvero fuori dal mondo.
Mi arrivano, infatti, strane notizie di ministri delle finanze erreammosciati che propongono davanti a Vespa il 5 per 1000 per l’EMERGENZA terremoto e sembrano quindi ignorare che il 5 per 1000 viene versato DOPO ANNI ai suoi destinatari; notizie di vecchi maghi -Silvan- rimproverati in diretta perché pronunciano senza ossequio il nome del Supremo Bottegaio; notizie di ministri-sciacalli che scorrazzano tra le macerie del terremoto alla famelica ricerca di voti e di pubblicità; notizie di vignettisti -Vauro- ammoniti ed espulsi dalla RAI (Rete Adulatori Incalliti); notizie di inchieste giornalistiche -Report- che sono a rischio di sospensione anche perché dopo aver descritto che landa sia Catania (e quanto servi siano i suoi “intellettuali”) mostrano a tutti come facciano dei presidi scolastici condannati per latrocinio a continuare a dirigere le loro scuole e come nelle università domini il leggendario “familismo amorale” che mette in cattedra mogli, amanti, figli; notizie di telegiornalisti e quotidianisti i cui toni e contenuti fanno apparire, al confronto, le cronache ducesche dell’Istituto Luce delle espressioni quasi sobrie e democratiche; notizie di milioni di italiani che in tutto questo stanno a bocca aperta davanti a fattorie, grandi fratelli, xfactor; sigle inquietanti e oscure…
No, il mondo vero non è questo, l’Italia non può essersi ridotta a una merda simile, a questo incubo.

4 commenti

  • Alberto G. Biuso

    Aprile 27, 2009

    Moni Ovadia, Voci d’autore. Il piccolo padre di Arcore, “l’Unità”, 18 aprile 2009

    Jossip Vissarionovich Dzugasvili detto Stalin, come tutti i potenti, i dittatori e i tiranni ha pronunciato frasi memorabili. Una di queste suona così: “Un popolo felice non ha bisogno di umorismo”. Se dobbiamo fare fede all’adagio di Karl Marx: “La storia si ripete in forma di farsa”, non possiamo fare a meno di constatare che il grande filosofo di Treviri ci ha azzeccato. Il provvedimento censorio e illiberale nei confronti di Vauro Senesi, è insieme ridicolo e disgustoso. I piccoli stalinisti, ossequienti ai voleri e ai dispiaceri del “piccolo padre” di Arcore, anticipano i suoi desideri e hanno subito espulso dalla RAI il nemico del popolo. Stalin, quando il suo segretario Poskrebishev gli segnalava che qualche funzionario, delegato o membro di qualche soviet creava problemi, era solito rispondere: “Niet cielovieka niet problem”, se non c’è l’uomo, non ci sono neanche i problemi e si comportava di conseguenza. La grande guida del popolo (della libertà) si esprime in modo analogo: “Se non c’è l’uomo, in tv, non ci sono problemi”. Dice che Vauro ha offeso gli abruzzesi con le sue vignette, parla di vergogna e la sua corte [da ieri, 25 aprile, dilagata senza alcun residuo pudore anche nel campo di Agramante] di yes men gli fa eco. Parla lui che ha umiliato milioni di italiani con i suoi numeri da guitto di serie Z, con le sue battute volgari ed infelici. Accusa Santoro di informazione sbilanciata, lui, che è lo sbilanciamento fatto persona. Non conosce l’abc della satira il cui magistero è quello di far venire il mal di pancia e il far vedere i sorci verdi al potere non quello di ossequiarlo. Ma cosa può capire di satira un barzellettiere goffo senza talento che ha meno senso dell’umorismo di una beghina. Lo chiamano statista, c’è da scompisciarsi dalle risate, se fosse uno statista accetterebbe con fair play gli strali del grande Vauro. Già, ma per essere uno statista non basta fare le corna e dare pacche sulle spalle, ci vuole ben altro.

  • Dario Generali

    Aprile 23, 2009

    Caro Alberto,

    come accade molto spesso, condivido totalmente questo tuo articolo.
    E’ tornato per un mese quel collaboratore vallisneriano che ha trovato un
    posto a Yale. Fra le cose che mi ha raccontato, e che mi hanno dato l’idea
    della miseria del nostro sistema formativo, mi ha colpito quella delle
    sanzioni riservate a chi viene scoperto a copiare, che viene espulso
    immediatamente, lasciandogli tre giorni per liberare la propria camera. Da
    noi i docenti considerati più severi annullano il compito a chi ha copiato,
    facendogli ripetere l’esame. La maggior parte finge invece di non essersene
    accorto, per i problemi che diversamente si troverebbe ad affrontare.
    Un caro saluto.
    Dario

  • cristina

    Aprile 22, 2009

    Mi chiedo dove potremmo mai scappare…comtinuiamo a scambiare le noste idee e cercare l’orecchio che le ascolti, ma i sordi sono tanti, troppi, innumerevoli, infiniti…cosa stanno aspettando? che cosa deve accadere ancora? anzi: cosa non deve accadere ancora in questa tacita melma abitata da rane bollite .
    Io posso dire(o gridare) “NO” ma rimane solo a me, a te a noi pochi.Noi non siamo in piazza, ma in piazza chi c’è? dove sono “i manfestanti” dopo…quando finisce la passeggiata a Roma nel bel sole della capitale?Forse non li vedo perchè la tele non li manda 🙂 in “onda” (io la scatola d’arredamento postmoderno ce l’ho ancora) …ma per strada non sono, al lavoro non ci sono,c’è solo gente felice quasi finta…tra un mendicante extracomunitario e l’altro.
    Saluti da una “fannullona” quotidianamente insultata per dovere di regime da tutti i “cittadinionestichepaganoletasseperquestapubblicamministrazioneschifosa”.
    Io rubo.

  • Dario Sammartino

    Aprile 21, 2009

    Si è ridotta anche peggio.
    Per esempio, basta leggere la seguente notizia nell’indirizzo indicato:
    http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/politica/shooting-silvio/shooting-cancellata-replica/shooting-cancellata-replica.html?ref=search
    Felix Spat

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