Da non perdere è l’occasione che domani 28 novembre si offre alla Sicilia. Risiedendo a Milano non voterò nell’Isola per il rinnovo dell’ARS, l’Assemblea Regionale Siciliana. Mi rivolgo dunque ai miei amici siciliani chiedendo loro di provare a troncare l’infinito rosario del trasformismo, del malaffare, della connivenza, della rassegnazione e votare per il Movimento 5 Stelle.
Non conosco direttamente il candidato alla presidenza della Regione -Giovanni Cancelleri- né altri candidati. Non c’è dunque nulla di personale in questo mio invito -interessi, promesse, simpatie umane- ma soltanto un ragionamento politico. Non mancano in me alcune riserve verso il M5S ma è l’unico che in Sicilia sia oggi votabile, insieme a Sel -Sinistra Ecologia Libertà– di Claudio Fava/Giovanna Marano. Le motivazioni di questo mio invito sono state ottimamente riassunte da Donato Didonna sul Fatto Quotidiano dello scorso 24 ottobre. Ad esempio:
«Nel prossimo test siciliano, il M5S “rischia” seriamente di diventare il primo partito e, forse, di esprimere pure il presidente, smentendo così clamorosamente la tesi craxiana dell’“incomprimibile costo della politica” che di fatto legittimava il finanziamento illecito dei partiti. Il costo della politica è quindi comprimibile e, come direbbe Grillo, poiché la politica si è ridotta ai soldi, bisogna togliere i soldi dalla politica per ridar spazio alle passioni civili.
Detto e fatto! Tra le foto che non vedremo mai della campagna elettorale siciliana, ci sono quelle che ritraggono attivisti del M5S a pulire le piazze dopo i comizi, per lasciarle meglio di come non fossero state trovate, coerentemente con quanto fatto dagli stessi in questi anni in cui si erano adoperati per pulire spiagge, arenili, vie cittadine, ecc. per pura passione e amore verso la cosa pubblica.
[…]
Se i partiti tradizionali si fossero comportati diversamente, il M5S non sarebbe neanche nato, ma così non è stato e la democrazia ha reagito in questo modo, partorendo questo fenomeno che è comunque democratico, anche se non manca certo di un po’ di populismo, di indulgenza con il sicilianismo becero, di credulità verso teorie dei complotti, di ingenuità programmatiche e pure delle dinamiche interne interpersonali comuni ad ogni organizzazione umana. Ma al di là di tutto questo che va comunque paragonato al marcio dei partiti, Grillo e il M5S parlano al cuore della gente in modo credibile e incitandola ad un salutare attivismo civico: “non ci sono salvatori da attendere”.
Il consenso comporta responsabilità: se gli eletti del M5S avranno l’intelligenza politica di farsene carico sopravviveranno altrimenti saranno dimenticati come molti candidati oggi in corsa, dagli impresentabili cuffariani divisi equamente tra Crocetta e Musumeci, all’onnipresente Lombardo attraverso i suoi uomini, alle persone perbene, pure presenti in altre liste minoritarie, che forse non supereranno neanche lo sbarramento».
Temo che le previsioni di successo del Movimento 5 Stelle siano sin troppo ottimistiche. La Sicilia è una terra molto particolare e non è facile che un movimento politico senza qualche legame con la mafia abbia possibilità di successo. Forse è impossibile. Anche per questo è un’occasione da non perdere.
22 commenti
agbiuso
#NessunoTocchiPatrizio
“A seguito delle minacce di morte rivolte ad un componente della giunta di Bagheria ed al sindaco Patrizio Cinque, il MoVimento 5 Stelle, i deputati all’Ars e alla Camera, i senatori e il mondo degli attivisti e portavoce M5s, si uniscono al coro di solidarietà e condannano duramente atti di estrema prepotenza come questi. Chiediamo soprattutto alla cittadinanza di Bagheria di sostenere i propri rappresentanti tenendo a mente che il sindaco Cinque, la sua giunta e tutto il Movimento bagherese stanno lavorando per riportare la normalità e sanare gli enormi problemi preesistenti, in un comune che, negli ultimi decenni, è stato vittima di soprusi ed inefficienze. L’amministrazione potrà contare sul nostro supporto costante, ed ogni nostra professionalità sarà messa sempre a sua disposizione.”
M5S Camera e Senato
agbiuso
Cuffaro, un delinquente con lo stipendio pubblico di 6000 € al mese
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L’ex presidente della Regione Sicilia, Totò Cuffaro, da tre anni riceve dall’Assemblea regionale siciliana un vitalizio mensile da ex deputato di 6 mila euro lordi. Non esiste alcuna norma che vieti la corresponsione del vitalizio agli ex parlamentari in cella. Non esiste perché i partiti, tutti, nessuno escluso, hanno bocciato la proposta del Movimento 5 Stelle di escludere dalla possibilità di percepire il vitalizio o la pensione regionale ai condannati per i reati previsti dagli artt. 416, 416 bis e 416 ter.
Dobbiamo riprenderci tutto, soprattutto la nostra dignità. Non abbiamo scelta, O Noi o loro!
Giancarlo Cancelleri, M5S Sicilia
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Fonte: Basta vitalizi ai condannati
Alberto G. Biuso » Ora
[…] soprattutto quanto i deputati eletti all’Assemblea regionale siciliana hanno realizzato sinora, mantenendo le loro promesse. Una scelta pragmatica, insomma, non per una società perfetta ma per una società decente, che […]
agbiuso
Dalla Sicilia continuano ad arrivare delle buone notizie, notizie di FATTI e di promesse mantenute.
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Una svolta epocale!
“Il MoVimento 5 Stelle ha scritto oggi una pagina di storia in Sicilia. Per la prima volta nella vita dell’Assemblea regionale siciliana un gruppo parlamentare ha rimandato al mittente gran parte della busta paga. Cancelleri e gli altri 14 deputati hanno girato, tramite bonifico sul conto corrente generale dell’Ars, oltre 123 mila euro in totale, trattenendo per sé 2500 euro più rimborsi spese (documentati), relativi alla mensilità di dicembre.I deputati M5S hanno rinunciato pure all’auto blu per il vice presidente Antonio Venturino e a 6638 euro al mese, derivanti dalla indennità di carica spettante ai segretari, vicepresidente e presidente di commissione e al vicepresidente vicario dell’Assemblea. Questo per dare un’impronta etica all’attività politica. E’ infatti immorale portare a casa cifre intorno a 15.000 euro al mese, in un momento di crisi economica come quello attuale. Le restituzioni all’Ars non si limiteranno solo al mese di dicembre, ma continueranno per l’intera durata della legislatura. Mentre la politica riesce a conquistare i riflettori per sprechi, truffe ed appropriazioni indebite il MoVimento 5 Stelle si muove in direzione opposta. I quindici deputati M5S hanno presentato un disegno di legge per la riduzione dei costi della politica. Una volta approvato il disegno di legge presenteremo al Consiglio di presidenza la nostra poposta che prevede retribuzioni di 5000 euro lorde a deputato. Le somme restituite dai deputati e attualmente “parcheggiate” nel conto corrente dell’Ars confuiranno successivamente alla Regione, quando sarà approvata la legge di stabilità, per finanziare un progetto di microcredito destinato alle imprese.”
MoVimento 5 Stelle Sicilia
Andrea Carianni
Carissimo Prof. Biuso,
seguo con passione ed assiduità questo suo prezioso spazio ormai da più di un anno, per l’esattezza da quando iniziai – non a seguire, ma – a partecipare alle lezioni di Sociologia della Cultura, che tutt’ora ricordo con grandissima nostalgia.
Solo adesso, però, sento prepotente l’esigenza di commentare le sue riflessioni.
Il 28 Ottobre ho votato scheda bianca.
Ritengo fondamentale la distinzione tra il non votare ed il votare scheda bianca.
Non si tratta di disinteresse o di un rifiuto nei confronti della politica, ma di un netto NO nei riguardi di quello che fino ad oggi ci è stato propinato come tale.
E’ assurdo, triste e disarmante che il fatto di non essere pregiudicato, indagato ecc. non sia più per un politico dato per scontato, ma diventi motivo di merito, di lode, o – addirittura – di voto.
Apprezzo e condivido molte delle argomentazioni di Grillo (pur odiando le sue manie di grandezza e di protagonismo) e dei valori di cui il M5S si fa testimone, ma – allo stesso tempo – mi incute timore gran parte del suo elettorato.
Ex elettori della DC, di Forza Nuova, di Rifondazione Comunista, di PD e PDL, insommma, tutti gli stanchi e i delusi a cui il nostro sistema politico negli anni ha dato vita.
In campagna elettorale non è complicato mettere insieme tutte queste ‘teste’; è sufficiente portare alta la bandiera del rinnovamento, dell’onestà e della partecipazione.
Non vedo in tutto ciò un ideale politico ben preciso, una vera e propria linea da seguire, ma un’idea -imprescindibile- che sta, o meglio, che dovrebbe stare, alla base della politica stessa, in quanto colonna portante di qualsiasi partito/movimento politico.
Non riesco a riassumere il voto in un ‘meglio un salto nel buio che un suicidio assistito’. Mi sembra – a dire poco – riduttivo. Non pretendo che il mio voto sia una certezza, ma – quantomeno – una sicurezza.
Fa da sfondo a quanto scritto il sacro ‘secondo me’;
Con molta stima,
A.C.
agbiuso
La grande percentuale di astenuti in Sicilia -52%- ha varie spiegazioni ma credo che una buona parte di questo risultato si debba a un fatto molto particolare: la mafia sta aspettando di ricollocarsi rispetto a una forza in via di dissoluzione come il partito berlusconiano e ha quindi “consigliato” di non andare alle urne.
Paolo Becchi ha formulato un’analisi molto plausibile di quello che è successo in Sicilia, in un testo che si conclude con uno dei più celebri slogan del maggio parigino: Ce n’est qu’un debut, continuons le combat!. Speriamo che non finisca come con il Sessantotto.
Giancarlo Cancelleri, intanto, ha fornito dei dati finanziari che parlano da soli:
“Abbiamo già mantenuto la prima di promessa. Abbiamo portato avanti la campagna elettorale senza i finanziamenti pubblici, non toccando in alcun modo le tasche dei cittadini. Abbiamo raccolto con libere donazioni ben 32.000 euro, ma ne sono serviti solo 25.000 euro per diventare la prima forza politica in Sicilia. E’ interessante vedere quanto invece hanno speso gli altri. Alla coalizione che sosteneva il PD sono serviti 120.000 euro (di finanziamenti PUBBLICI) per perdere il 49% delle preferenze, mentre a quella che sosteneva il PDL addirittura più di 600.000 euro (di finanziamenti PUBBLICI) per arrivare a perderne il 73%. Se togli i soldi dalla politica, questa diventa passione, e quando hai migliaia di cittadini motivati, non ci sono battaglie troppo grandi per essere vinte.
Spiegatelo ai nostri avversari che hanno eserciti di mercenari.”
(Fonte: http://www.beppegrillo.it/2012/11/sicilia_prima_p/index.html )
Roberto Battaglia
Diciamo che si è sentito in dovere di disquisire questo tema piccante in seguito alla partecipazione di un’attivista del movimento 5 stelle alla trasmissione Ballarò, andata in onda martedì sera (che ho seguito con molta attenzione).
La cosa ha subito destato imbarazzo, ma anche ira, tra i tanti iscritti al movimento sparsi in tutta Italia, che hanno assistito sbigottiti alla presenza di questa persona in un mondo che il movimento stesso ha deciso di snobbare.
Tra l’altro questa persona non è riuscita, durante il talk show, a dare una risposta in modo del tutto chiara in materia di ‘restituzione dei rimborsi’ che i deputati si sono impegnati a restituire alla regione, il che ha destabilizzato tutto il sistema.
Pertanto molti hanno segnalato la cosa direttamente a Grillo che ha scritto ciò che il professore ha postato qui.
Io sono d’accordissimo con le parole di Grillo.
diegob
sì, sono convinto anch’io che il «negarsi» al tubo catodico sia un elemento costitutivo del movimento lanciato da Grillo
secondo me, oltre ad una corerenza culturale ed etica, è anche un’ottima scelta per «marcare la differenza»
credo che le uniche apparizioni televisive dovrebbero essere quelle ufficiali, quelle eventualmente inserite nelle riprese di lavori parlamentari
ha ragione Grillo, che so essere un istintivo e non un fine studioso della comunicazione, ma che sicuramente ha ben conosciuto il mezzo televisivo e la sua capacità di omologarti
come certi psichiatri che li invitano a tutti i dibattiti quando ammazzano qualcuno, e fanno perfino un po’ compassione
agbiuso
A proposito di tubo catodico, Movimento 5 Stelle e dell’irredimibile volgarità della televisione, segnalo questo testo di Grillo, che condivido per intero:
Il talk show ti uccide, digli di smettere.
Sarà dura per alcuni militanti ed eletti del M5S resistere alla vertigine del nulla televisivo e tuttavia spero che su questo il Movimento sia implacabile con i propri membri e rappresentanti.
E’ un fatto non soltanto mediatico/tecnico ma di identità del Movimento stesso, oltre che un fatto di semplice dignità. Chi si avventura dentro una fogna non può che puzzare.
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Il punto G, quello che ti dà l’orgasmo nei salotti dei talk show. L’atteso quarto d’ora di celebrità di Andy Warhol. A casa gli amici, i parenti applaudono commossi nel condividere l’emozione di un’effimera celebrità, sorridenti, beati della tua giusta e finalmente raggiunta visibilità. Seduto in poltroncine a schiera, accomunato ai falsari della verità, agli imbonitori di partito, ai diffamatori di professione, devastato dagli applausi a comando di claque prezzolate. Soggetto, bersaglio consapevole ben pettinato alla bisogna che porge il lato migliore del proprio profilo alla morbosa attenzione di cameraman che ti inquadrano implacabili se annuisci quando enuncia le sue soluzioni un qualunquemente stronzo. Lì, in una gabbia di un circo, come su un trespolo, muto per ore, povera presenza rituale di cui si vuole solo lo scalpo, macellato come un agnello masochista, rispondi per i quattro minuti che ti sono concessi a domande preconfezionate poste da manichini al servizio dei partiti. Pretoriani dell’informazione il cui unico compito è perpetuare l’esistenza del Sistema attraverso l’ultimo strumento di mesmerismo mediatico rimastogli: la televisione. Lo share del programma aumenta, tutto merito tuo, trattato e esibito come un trofeo, come un alieno, una bestia rara e, contemporaneamente diminuisce il consenso per il Movimento a cui appartieni o dici di appartenere. Chi non conosce nulla del MoVimento e segue il talk show, dopo il morbido e avvolgente abbraccio televisivo al quale ti sei consegnato volontariamente (con voluttà?) opta per il meno peggio e quello non sei mai tu, ma è sempre un altro, quello che sa vendere le sue menzogne (è il suo mestiere), che ha parlato per un’ora mai interrotto da chi gestisce il talk show, quello che nessuno ha mai contraddetto. Attoniti, gli attivisti, vedono i voti guadagnati con fatica nei banchetti nei fine settimana volare nel vento, fluire in un secchio bucato, e pensano ai mille video caricati sulla Rete, alle dirette streaming tenute in piedi a forza di volontà per mancanza di connessione, conoscono sulla loro pelle la difficoltà di spiegare a persone ormai deluse e incredule che il MoVimento 5 Stelle è altro dai partiti, che non prende rimborsi elettorali, che taglia gli stipendi degli eletti, che non partecipa alle elezioni provinciali per coerenza, che vuole il rispetto dell’esito dei referendum, eccetera, eccetera. A volte non ci resta che piangere.
Andrea Tavano
Grazie per l’articolata risposta professore.
La mia analisi – lo riconosco – ha sottovalutato in parte il sistema sicilia e la sua enorme complessità. Le premesse di un ottimo risultato su scala nazionale ci sono tutte. Sarei davvero molto contento se la decisione di evitare il tubo catodico da parte del movimento fosse rispettata.
agbiuso
Caro Andrea,
la questione del voto è nel movimento anarchico delicata ma in fondo semplice.
In una prospettiva libertaria e rivoluzionaria i parlamenti non hanno ovviamente alcun significato positivo, sono davvero -come sosteneva Marx- «i comitati d’affari della borghesia».
In Italia oggi -e certamente dall’avvento al potere dell’entità immonda S.B.- sono di peggio: «comitati d’affari della malavita».
Se a questo si aggiunge la vera e propria complicità all’opposizione di un partito di rinnegati e carrieristi come il PD, è chiaro che andare a votare non ha senso. Ed è infatti stata questa la mia scelta per vari anni. Ho voluto però adesso dare una speranza in primo luogo a me stesso. E non soltanto per le due ragioni ben sintetizzate da Diego -anche con il 2% dei votanti i banditi non lasciano il loro potere; l’assenza di una legalità «altra»- ma anche perché nel programma del M5S, che va letto prima e al di là di qualunque articolo giornalistico o anche prima del blog di Grillo, vedo rappresentate molte delle mie posizioni sull’ambiente, sulle regole della partecipazione politica, sulla gestione della cosa pubblica, sul rifiuto della guerra e degli armamenti, sull’insensatezza delle grandi opere pubbliche criminogene.
Da siciliani io, lei e altri amici possiamo ben capire come un risultato elettorale che dà il 18% a chi sostiene un simile programma sia un fatto di grande rilevanza non soltanto politica ma anche antropologica. A me sembra, inoltre e in disaccordo con lei, che la mancanza di una visibilità televisiva avrebbe dovuto rappresentare un ostacolo molto più grande in Sicilia che su scala nazionale. Come sa, infatti, la familiarità con gli spazi critici della Rete è molto meno diffusa nell’Isola (e nel Sud in genere) che in altre regioni.
Vedremo che cosa accadrà adesso ma soprattutto continuiamo ad agire -là dove ci troviamo- per la giustizia.
diegob
ottimo andrea, secondo me proprio la presenza della lista si grillo poteva essere un motivo per non astenersi
questo perchè il non voto, a mio avviso, se comprensibile dal punto di vista umano ed anche morale, visto lo scempio al quale abbiamo assistito, è pur sempre un errore
le facce di bronzo degli uomini di potere stanno attaccati alla poltrona anche se prendono il 2% dei voti
certo la questione è complessa, ma per rifiutare di partecipare alla competizione elettorale bisogna che sia in campo una legalità «altra», come quando non si riconosce un governo collaborazionista e si fa riferimento ad un governo in esilio, per esempio
Andrea Tavano
Caro Professore e cari tutti,
è interessantissima questa discussione sul M5S e più in generale sulle ultime elezioni siciliane. Quando posso leggo sempre i suoi interventi e – come sa – ne condivido molto spesso le argute argomentazioni.
Faccio subito un coming out politico. Questa volta non ho votato. Faccio quindi parte del clamoroso primo vero partito siciliano e più verosimilmente nazionale: quello dell’astensione. Un fenomeno crescente che non va sottovalutato nelle analisi politiche, che monta sempre più e di cui avevamo già avuto sentore nelle comunali 2011. Penso a Napoli e alla gradita vittoria di DeMagistris, per intenderci.
Più della metà degli aventi diritto (o aventi dovere, dipende dai punti di vista) ha disertato l’appuntamento elettorale siculo. Delusi di entrambi i ‘poli’ (che brutta parola) hanno scelto di saltare un turno, altri hanno legittimamente virato sulle posizioni ‘cinquestelle’. E la cosa da annotare è che il successo clamoroso di Grillo è – a mio modo di vedere – un successo di riflesso. E’ una calamita e un aggregatore di disagio, da parte di gente onesta che è chiaramente e oggettivamente indignata oltre misura, che va a colmare un vuoto sostanziale, un vuoto politico-decisionale imbarazzante. Un successo che monta – lo avete ribadito – senza che i portavoce del movimento si espongano in allucinanti e allucinati dibattiti tv e senza che essi sfruttino il potente medium televisivo, che pur sembra ad oggi ancora avere la supremazia in termini di capillare raggiungimento dell’elettorato.
Non deve essere facile raggiungere un risultato straordinario come questo senza l’uso e l’abuso di questo mezzo. E forse questo aspetto sarà un freno per le Politiche, dove il movimento dovrà trovare forze e modo per ‘incontrare’ l’homo videns – per dirla con Sartori – della vecchia generazione, non avvezzo ai contenuti multimediali. La proiezione che questo uomo tipo ha del movimento è quella che egli si fa ascoltando i telegiornali o leggendo i giornali, ed è – semplificando – una immagine senza dubbio negativa o con fortissimi pregiudizi.
Non deve essere facile per il M5S, dicevo…
A meno che… i partiti – come osservava qualcuno sopra – non facciano di tutto per scollarsi dal tessuto sociale a cui dovrebbero essere votati per naturale vocazione. Per dirla meglio è proprio ed è stato proprio il ‘non fare nulla’, l’immutato gattopardismo che li contraddistingue, il rotolarsi nella loro stessa melma di privilegiati a mettere le ali al ‘movimento’. Con cui adesso devono necessariamente fare i conti. E allora ecco Bersani rendersi improvvisamente conto di aver un nuovo ‘interlocutore’. Ecco anche ‘Repubblica’ e il suo editore smussare le posizioni intransigenti che gli sono appartenute fino a ieri l’altro.
Sono un modestissimo studioso in erba di flussi comunicativi e rimango spesso alla finestra ad osservare, più che gettarmi nella mischia. Però ho sempre votato. Questo a casa mia, storicamente anarchica, ha sempre destato un po’ di clamore. Il libertario ‘ma anche’ progressista ha sempre fatto rizzare i capelli. Ma basti a far capire che vedo il voto come una conquista che i nostri padri hanno voluto e ne vado orgoglioso.
Accade però che troppi anni di voto con il naso turato mi hanno aiutato a sentire meno gli odori cattivi, ma al contempo mi stanno impedendo di sentire il vento della svolta, se di svolta possiamo parlare. Sono eccitato dagli entusiasmi di Roberto e di altri, ricordo tutte le battaglie che ho passato e fatto da più di dieci anni (ancora minorenne) in tutta Italia e ritrovo in lui quella passione che mi contraddistingueva e che mi ha lasciato da un po’ di tempo.
Vorrei fidarmi ancora. Vorrei credere che l’onestà di questi veri cittadini non si faccia piegare dal peso delle poltrone che andranno a ricoprire, che questa gente faccia del tesoro che la volontà popolare gli ha assegnato un vessillo da portare sempre in alto. Auguro a tutti coloro che stanno credendo in questo passaggio storico-politico di non restare delusi ancora. Ed è un auspicio che rivolgo anche a me stesso. Non so quanta delusione potrà sopportare ancora la società civile, quella con la schiena dritta.
Scusate per il mio essere prolisso, avrei voluto saper sintetizzare meglio.
agbiuso
La ringrazio di cuore, caro Roberto, per questa testimonianza diretta, di lei che c’era e ha fatto benissimo a esserci. Sono orgoglioso di avere avuto allievi come lei.
Persino la Repubblica comincia a ospitare articoli non più diffamatori sul Movimento 5 Stelle. Con la sua consueta intelligenza critica Barbara Spinelli scrive che
“Forse è il caso di ascoltare il grido di rabbia, e anche di speranza, che sale dalla Sicilia, questa terra dove fare giustizia è scabroso. Un sindaco anti-mafia, Rosario Crocetta, diventa governatore anche se il Pd è alleato con gli ex tutori di Cuffaro nell’Udc. La vecchia battaglia di Grillo per un Parlamento pulito (2005), che escluda condannati di primo, secondo e terzo grado, ha ottenuto un premio enorme: il suo Movimento è primo partito dell’isola. Non ha usato, stavolta, l’arma del web: Grillo ha battuto città dopo città come i professionisti d’un tempo, facendo comizi per ben 20 giorni. I siciliani, allibiti, si sono sentiti onorati, visti, non identificati con la mafia che pretende incarnarli. Il Movimento offre anche un orizzonte non eversivo: Grillo non ha torto quando dice che senza di lui saremmo sommersi da neonazisti come in Grecia e Ungheria.
[…]
È importante che gli italiani sappiano che l’idea stessa di giustizia – pietra angolare della pòlis – è negata, ignorata, da chi parla del pianeta giustizia quasi estromettendola dall’orbita terrestre. Che sappiano quel che spinge Berlusconi condannato ad aborrire le sentenze che lo riguardano ma anche, d’un sol fiato, quelle che giudicano colpevoli di incuria gli scienziati che tranquillizzarono gli abitanti dell’Aquila e dintorni, raccomandando di restarsene in casa perché la grande scossa del 6 aprile 2009 era invenzione della paura. Non è escluso che la stessa ripugnanza tocchi alle sentenze del giudice per le indagini preliminari a Taranto, che ha punito la disinvoltura, all’Ilva, con cui la salute dei cittadini è stata per anni messa a repentaglio.
[…]
Tutti questi potenti tendono a diffidare della magistratura, e non a caso c’è un ministro, Corrado Clini, che giunge sino ad equiparare la condanna di Galilei e quella dei sette scienziati 3 che minimizzarono gli sciami sismici incombenti sull’Abruzzo dal dicembre 2008. Come se gli scienziati fossero accusati di scarsa preveggenza, non di avere perentoriamente escluso rischi gravi. Non di aver servito il potere politico (Bertolaso, Berlusconi) che voleva occultare la verità ai cittadini.
Non dimentichiamo uno dei sette, Bernardo De Bernardinis, che consigliava di chiudersi in casa (in casa! uno scienziato dovrebbe sapere che la casa uccide, nei terremoti) e per calmarsi di bere un bicchiere di Montepulciano in più (video 4). Non dimentichiamo lo scienziato Enzo Boschi, che il 9 aprile si piegò all’ingiunzione di Bertolaso: “I sismologi mi servono per un’operazione mediatica (…). È ovvio che la verità non la si dice” (audio 5). In Todo Modo, Leonardo Sciascia fa dire al luciferino protagonista, Don Gaetano: “Le cose che non si sanno, non sono”. Ecco come le classi dirigenti tradiscono. Non il giudice unico dell’Aquila, Marco Billi, è il cardinale Bellarmino censore di Galilei, ma il potere politico che asservisce la scienza. Chi ammorba la democrazia è Berlusconi che truffa, non il tribunale di Milano.
[…]
Già, Palermo. Anni di omertà e umiliazione non cancellano la sete di giustizia. È quello che ha dato le ali a Grillo. Non perché si sia dilungato sulla mafia, ma perché per quasi un mese si è messo in ascolto delle collere siciliane. Il grido che sale dalla Sicilia è la risposta più forte all’urlo di Berlusconi a villa Gernetto. A parole che pesano, non raddrizzabili. Per citare ancora Sciascia, parole simili “non sono come i cani, cui si può fischiare a richiamarli”.
Consiglio la lettura integrale dell’articolo.
Roberto Battaglia
I risultati parlano chiaro: ci siamo davvero stancati di vedere sempre le stesse facce e di subire passivamente gli stessi programmi (copiati ed incollati ad hoc) che non apportavano nessuna migliorìa alla Regione stessa e ai cittadini.
La Sicilia finalmente ha avuto il coraggio di “fare un salto nel buio, piuttosto che un suicidio assistito con i soliti noti!”
Il risultato restituisce un distacco palese dai soliti personaggi mafiosi che si sono passati la borraccia l’un l’altro in tutti questi anni e hanno prosciugato fino all’ultima goccia tutto il patrimonio regionale.
A coloro i quali mi chiedevano “ma cosa sai di queste persone? non hanno mai fatto politica in vita loro”, io rispondevo semplicemente: prima di tutto so che sono persone incensurate, il che è una condizione fondamentale secondo il mio modestissimo pensiero; e poi proseguivo dicendo che proprio perchè non hanno mai fatto politica (che in Italia è sinonimo di rubare e farsi i propri interessi) ho scelto di votare loro!
La cosa che mi ha stupito maggiormente in tutta questa vicenda è il raggiungimento di questo discreto obiettivo senza avvalersi (o abusare?) della propaganda televisiva; il che significa che questa gente ha davvero lavorato “porta a porta” per farsi conoscere e dare voce alle proprie idee.
Nulla di più limpido! Finalmente qualcuno che SCEGLIE di non apparire nella Società dello spettacolo ma di scendere in campo fisicamente, e cercare di dare voce alla gente (basti pensare che il programma è stato redatto grazie alle idee di tutti i cittadini).
Caro Professore, il cambiamento l’avevo sentito Mercoledì scorso in Piazza Università, in un’atmosfera che non riesco facilmente a descrivere: i momenti di propaganda erano intervallati da attimi di silenzio di qualche istante, in cui si riusciva a immaginare una Città intera che si fosse fermata ad ascoltare con attenzione le parole di Beppe Grillo, piuttosto che quelle di Cancelleri, o dei vari candidati provinciali.
Quel silenzio, che ci accomunava tutti, era un rimorso misto a rabbia che covava dentro ognuno di noi quella sera, e che voleva liberarsi e gridare forte: adesso basta! Come diceva Carlo Levi “Le parola sono pietre”, e quella sera devo ammettere che sono andate tutte a segno, hanno smosso le corde giuste ed hanno creato una solidarietà mai vista prima d’ora.
Appena è finito il comizio ho subito percepito che la gente non voleva più demandare nulla a terzi.. adesso è il momento di sbracciarsi e dare il proprio contributo per il bene di tutti.
diegob
Il dato dei quindici deputati regionali del movimento 5 stelle è oggettivo, e nutro la fondata speranza che questi eletti mantengano la promessa di informare con trasparenza quel che avverrà nel costosissimo parlamento siciliano
per il resto lo scollamento fra il corpo sociale e la classe politica è evidente in modo quasi comico, per cui la «minore sconfitta» del partito democratico non puo’ essere rubricata come una vittoria
non mi rallegro del pessimo risultato di SEL
Biuso
Due notizie che restituiscono un poco di fiducia.
Il Movimento 5 Stelle ha ottenuto all’ARS 15 deputati (su 90) che controlleranno con determinazione la gestione della cosa pubblica in Sicilia.
Il candidato berlusconiano -sostenuto anche dal senatore Firrarello con la lettera che potete leggere qui sopra- è stato sconfitto.
Ho ascoltato alla radio e letto sui giornali la mestizia dei commentatori antidemocratici, per i quali il voto è buono soltanto quando premia i loro padroni. Ma i risultati oggettivi -i numeri- sono questi:
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Laura Caponetto
Suggerisco la visione dell’inchiesta condotta da Report (rai3) sulle elezioni, i candidati e i loro programmi politici.
Alessandro Isola
Povera Sicilia !!!
Ridotta a una pattumiera a cielo aperto !!!
“Meglio un salto nel buio che un suicidio assistito”
Beppe Grillo
aurora
Anch’io sono confusa e spero che la Sicilia esca dall’isolamento che la situazione di isola la pone,da un punto di vista geografico,questo per il passato ma oggi tutti i confini sono caduti i mezzi di trasporto ,quelli tecnologi della comunicazione, ci consentono di relazionarci e confrontarci,lo scambio di confronti ci offre l’opportunità di apprendere culture diverse,basta che lo vogliamo.
Neanch’ io so quale partito è preferibile che vinca le elezioni, il Movimento 5 Stelle è nuovo forse ci propone qualche cosa di nuovo, Sinistra Ecologia Libertà è pure nuovo,però può contare su pochi voti,ormai l’immoralità nei comportamenti politici e non, ha messo radici ci vorrà un cataclisma perché il popolo ritorni a comportamenti di convivenza decenti
Pietro Ingallina
Gentile Prof. A. G. Biuso,
leggo questo suo post con grande interesse, non nascondendole quanto ho pensato, problematicamente, finora, alle elezioni di domani.
… Quella cui sono giunto è una riflessione un po’ “cieca”: possibile che non abbiamo mai la possibilità di votare il meglio tra alcuni, ma sempre e solo il meno peggio?
L’ho sentita come una condizione allo stesso tempo davvero frustrante e umiliante.
Le alternative del Movimento e della coalizione Fava/Marano sono interessanti, ma mi sembra che il primo si ritrovi, qui in Sicilia, non allo stesso livello del resto d’Italia; mentre nella seconda ho della sfiducia (per diretta esperienza personale).
Ho solo diciannove anni, ho ancora votato poco più di un paio di volte, e vivo e opero anche in una piccola realtà (quella di Ramacca)…
Epperò, da quasi cinque anni mi impegno nell’associazionismo di promozione sociale, in esperienze di partito (da cui, con delusione, due anni fa mi sono allontanato), e varie esperienze sul piano regionale e nazionale.
Sono piccolo lo so, devo ancora crescere e avere più larga visione delle cose, lo ammetto; eppure non mi sento di essere nemmeno uno sprovveduto.
Con molta umiltà, mi perdoni il sottaciuto grido di disperazione, arida. Mi suonano ancora – forti – le parole di Sciascia: <>
Pietro Ingallina
Biuso
A conferma della necessità di dare una svolta -o almeno tentare di darla- alla vita (in)civile della Sicilia, mostro un documento che mi è stato inviato da alcuni amici catanesi.
Il Senatore Pino Firrarello -del partito di Berlusconi- è anche sindaco di Bronte, il mio paese natale. Migliaia di brontesi, di catanesi e immagino di siciliani hanno in questi giorni ricevuto la lettera che si può leggere qui sotto, a sostegno della candidatura di Nello Musumeci a presidente della regione siciliana.
La lettera è inviata con affrancatura del Senato della Repubblica, al costo di 1.40 € per copia.
Una spesa davvero notevole, effettuata con i soldi di noi tutti.
La lettera parla giustamente dell’«immoralità di alcuni politici nella gestione del denaro pubblico».