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Trump e Schmitt

Trump e Schmitt

Trump e Schmitt
Sul declino dell’Europa
Aldous
, 21 marzo 2025
Pagine 1-3

In questo articolo ho cercato di indicare i nuclei più significativi della filosofia della storia di Carl Schmitt e la loro fecondità per la comprensione delle dinamiche geopolitiche del XXI secolo. Schmitt permette in particolare di capire che cosa stia avvenendo proprio in questi mesi nel rapporto tra gli Stati Uniti di Donald Trump e un’Unione Europea allo sbando, governata da soggetti politici del tutto incapaci, assolutamente non all’altezza delle tensioni che attraversano il mondo contemporaneo; tensioni che l’intelligenza visionaria di Schmitt fu capace di antivedere.
«La formula dell’emisfero occidentale era diretta proprio contro l’Europa, l’antico Occidente. Non era diretta contro la vecchia Asia o l’Africa, ma contro il vecchio Ovest. Il nuovo Ovest avanzava la pretesa di essere il vero Ovest, il vero Occidente, la vera Europa. Il nuovo Ovest, l’America, voleva sradicare l’Europa, che fino ad allora aveva rappresentato l’Ovest, dalla sua collocazione storico-spirituale, voleva rimuoverla dalla sua posizione di centro del mondo»
(Il Nomos della terra nel diritto internazionale dello «Jus Publicum Europaeum», Adelphi 1991, p. 381).

1 commento

  • Michele Del Vecchio

    Aprile 1, 2025

    E’ sorprendente la lungimiranza della riflessione schmittiana sulle trasformazioni concettuali e dottrinarie introdotte negli ambiti della filosofia e della politologia avvenute a partire dalla pace di Westfalia e dall’avvio della modernizzazione. Il tuo articolo offre al lettore una chiara e ordinata lettura -che tiene conto dell’ apparato dialettico e concettuale di Schmitt- della sequenza dei confitti che ancora travagliano il mondo contemporaneo. In particolare, ti soffermi sul ruolo politico egemone del “nuovo Occidente” a stelle e strisce, e sul definitivo tramonto della vecchia Europa. Molto centrata la perimetrazione concettuale di alcune categorie storiche e politologiche: il rovesciarsi della Utopia nel Nichilismo, la distinzione tra l’Aggressore operativo e l’Aggressore strategico, la metamorfosi del vecchio principio secondo cui la miglior difesa è l’attacco in un nuovo postulato secondo cui proprio la difesa può essere il migliore e il più efficace degli attacchi.

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