Dario Generali. Per la conoscenza, per la πόλις
in Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee
26 gennaio 2025
pagine 1-9
Un esercizio attento e critico della razionalità per comprendere il mondo e per agire in esso tramite tale comprensione. Anche questo è il fondamento dell’opera e dell’esistenza di Dario Generali, uno dei maggiori storici della scienza contemporanei.
Allievo di Mario Dal Pra; cresciuto nel fervore della Statale di Milano negli anni nei quali era ancora ben presente e viva la plurale scuola di pensiero scaturita dal lavoro di Antonio Banfi, Enzo Paci, Ludovico Geymonat; massimo esperto al mondo dell’opera di Antonio Vallisneri e in generale della scienza settecentesca come essa emerge dagli immensi epistolari dei suoi protagonisti, Generali non si è limitato a essere uno studioso, un erudito, uno storico e filosofo ma ha posto il suo lavoro al servizio di un costante impegno civile, là dove ha svolto la propria opera di cittadino e di docente.
Chi ha la fortuna di conoscere Generali non si stupisce certo di quanto ho cercato di raccontare e analizzare nel testo che qui segnalo. A vederla, questa persona potrebbe benissimo stare nel pieno degli eventi francesi dell’Ottantanove. Non però tra i gruppi più illusi sulla virtù degli umani ma tra quelli che univano e uniscono al disincanto sui tanti limiti della nostra specie una determinazione totale nel perseguire sempre il vantaggio dell’intero corpo sociale e mai soltanto quello di alcuni privilegiati.
2 commenti
Michele Del Vecchio
Caro Alberto, ho letto il tuo articolo dedicato a Dario Generali, figura straordinaria di intellettuale, di docente, di studioso, di ricercatore. Ma, innanzitutto, figura esemplare di uomo, di cittadino, di coscienza libera, di intelligenza audace e indipendente, di onestà naturale e inflessibile. Alberto, a te va il mio sincero ringraziamento per il tuo scritto, che ti fa onore, e che mi ha fatto conoscere Dario, uomo vivo ed integro.
agbiuso
Grazie, caro Michele, per la stima che mostri verso uno studioso e un cittadino che la merita e che molte persone gli tributano.
Alla fine, chi opera in modo fecondo per la scienza e per la collettività rimane nelle menti e nei cuori degli altri. Chi è capace soltanto di piccoli calcoli carrieristici e di corruzione spicciola, scompare.
Anche questo è giustizia.