A Salty Dog
Procul Harum (1972)
L’Art Rock trova in questo brano il suo capolavoro. La ballata del vecchio marinaio di Coleridge diventa una sinfonia che nella versione dal vivo eseguita nel 2006 in Danimarca ha proprio le dimensioni e l’aspetto di un concerto di musica classica.
È un brano che nella sua ampiezza abbracciante il cosmo ha qualcosa di profondamente malinconico, come un rimpianto per ciò che di bello e grande la vita avrebbe potuto offrire e che invece non ha dato. Il testo esprime una delle più antiche metafore dell’umana esistenza, un viaggio nell’ignoto, dal nulla verso il nulla, o anche dalla luce verso la luce.
All hands on deck, we’ve run afloat,
I heard the Captain cry.
Explore the ship, replace the cook,
Let no one leave alive.
Across the straits, around the horn,
How far can sailors fly?
A twisted path, our tortured course
And no one left alive.
We sailed for parts unknown to man,
Where ships come home to die.
No lofty peak, nor fortress bold,
Could match our captain’s eye.
Upon the seventh seasick day,
We made our port of call.
A sand so white, and sea so blue,
No mortal place at all.
We fired the guns, and burned the mast,
And rowed from ship to shore.
The captain cried, we sailors wept,
Our tears were tears of joy!
Now many moons and many Junes,
Have passed since we made land.
A Salty Dog, the seaman’s log,
Your witness, my own hand.
***************
Tutti sul ponte, siamo riusciti a stare a galla,
Ho sentito il Capitano piangere.
Setaccia la nave, rimpiazza il cuoco,
Che nessuno se ne vada vivo.
Oltre lo stretto, oltre il Capo,
Quanto lontano possono volare i marinai?
Un percorso tortuoso, il nostro percorso tormentato,
E nessuno è rimasto vivo.
Abbiamo navigato verso luoghi sconosciuti all’uomo,
Dove le navi tornano a casa per morire.
Nessuna vetta alta, né fortezza ardita
Potrebbe eguagliare l’occhio del nostro capitano.
Nel settimo giorno di mal di mare,
Abbiamo fatto scalo.
Una sabbia così bianca e un mare così azzurro,
Nessun luogo mortale.
Abbiamo sparato con i cannoni e bruciato l’albero maestro,
E remato dalla nave alla riva.
Il capitano piangeva, noi marinai piangevamo,
Le nostre lacrime erano lacrime di gioia!
Ora molte lune e molti mesi di Giugno,
Sono passati da quando abbiamo toccato terra.
Un Lupo di Mare, il diario di bordo del marinaio,
Il tuo testimone, la mia mano.
1 commento
Michele Del Vecchio
Grazie. Abbiamo ascoltato “A Salty Dog”, canzone e musica stupende. G. mi ha intrattenuto a lungo su Coleridge, con l’entusiasmo di chi lo ha amato e insegnato con passione. Buona fine e buon inizio da parte mia e di G.