Valerio Adami. Pittore di idee
A cura di Marco Meneguzzo
Palazzo Reale – Milano
Sino al 22 settembre 2024
Una pittura colorata e tragica, che dichiara di voler essere oggettiva, lontana dalla interiorità, dalla psicologia e dall’astrazione di molta arte del Novecento. Ma che invece è del tutto intrisa di onirismo e di psicoanalisi, come lo stesso Adami ha di frequente riconosciuto. E per quanto riguarda la figurazione, si riconoscono certo situazioni, personaggi, volti e paesaggi ben precisi. Su molti dei numerosi ritratti c’è il nome del soggetto e varie tele portano al proprio interno il titolo.
E però si tratta anche in questo caso di una figuratività espressionistica e tuttavia povera della densità di quello stile. Una figuratività geometrica del tutto riconoscibile ma anche ripetitiva.
Adami è un citazionista, i cui riferimenti sono numerosi e anche questi tradizionali. Alcuni nomi: il mito greco in generale, poi Bacon, Picasso, Dürer, Raffaello, Kokoschka, De Chirico. E Adami è pittore della buona società, riconosciuto sin dall’inizio e ben inserito nell’industria culturale. Soprattutto è artista completamente immerso nello Zeitgeist, nello spirito del tempo, con una propria cifra, certo, ma con niente di realmente autonomo dalle mode e dai linguaggi manieristi di molta arte contemporanea.
Un figurativismo cerebrale e un’astrazione incompiuta hanno il proprio esempio e cifra in alcune opere intrise di un erotismo gelido, come quella che appare qui sotto.
Ma c’è un’eccezione, almeno una. Si tratta di un dipinto del 2006 come sempre dalle ampie dimensioni (2 metri per 2,65), dal titolo Über Berg und Tal (Kubin) Sils-Maria. La raffigurazione della località svizzera è straordinaria, i colori sono molto diversi da quelli che segnano le altre opere e in ogni angolo di questo bellissimo dipinto si sentono il transito, il gelo, le cime, la dimora, il vuoto, il cosmo, il colore freddo della vita. Nietzsche, davvero. La mostra milanese merita di essere visitata per toccare con mano i limiti di Adami ma soprattutto per essere attraversati dalla bellezza di queste forme.
2 commenti
Michele Del vecchio
Si, certo. Non conosco Valerio Adami, il pittore. Conosco Marco Meneguzzo, il curatore. Ha seguito qualche mostra interessante di cui però ho perso traccia nella mia memoria. Veniamo alla mostra. Vedo che hai messo quattro riproduzioni. Un insignificante Leopardi, un dipinto su “fare l’amore” che invece evoca la morte, sulla prima figura non mi pronuncio perchè vedo solo e di spalle una figura armata; un poliziotto? un soldato tedesco? Resta l’immagine di Sils, composta con l’incrocio di due piani, uno orizzontale (l’Engadina, la sua meravigliosa vallata) ed uno verticale: le cime innevate. una coppia di alberi denudati dal gelo. una solida casa alpina, un ponte poi la cosa veramente bella: i due camosci che dominano dall’alto come ombre spesse, massicce, poi la figura di un uomo : un enigma. Quadro sicuramente interessante: una atmosfera un po’inquietante. Grazie.
agbiuso
Grazie a te, Michele, per l’informazione sul curatore e per la conferma delle perplessità che suscita la pittura di Adami.
Il dipinto di apertura si intitola, come vedi, rituale e rimane in effetti piuttosto onirico, indeterminato.
La riproduzione fotografica dell’opera dedicata a Sils-Maria non rende la potenza del quadro. Guardandolo si ha un effetto quasi magnetico. Insieme a quanto da te notato, mi ha coinvolto proprio la «solida casa alpina» anche perché mi è sembrato che Adami abbia riprodotto proprio l’abitazione dove Nietzsche abitò per numerose estati e della quale ho parlato in un mio breve testo di alcuni anni fa: Sils-Maria. In questa occasione ho ricordato alcune delle parole che il filosofo dedicò a questo luogo: «wunderbaren Orts, dem meine Dankbarkeit das Geschenk eines unsterblichen Namens machen will», un ‘luogo splendido, al quale la mia gratitudine vuol far dono di una fama immortale’ (Ecce homo, capitolo dedicato a Crepuscolo degli idoli, § 3).