Conoscenza è libertà
Introduzione a:
Quando abbiamo smesso di pensare
Scritti di fenomenologia dell’emergenza (2020-2023)
di Davide Miccione
Transeuropa Edizioni 2023, pagine 146
Pagine 5-11
Con intelligenza illuministica e con ironia meridionale Davide Miccione descrive esattamente ciò che accade e la direzione che si sta cercando di imprimere alla vita collettiva, ovunque. Una direzione che trova nella parola «emergenza» una sintesi, un significato, un grimaldello, una spiegazione.
La direzione di un progressivo ma implacabile restringimento delle libertà civili – la libertà di non essere d’accordo con la maggioranza – e dei diritti sociali – il diritto al lavoro, a una vita dignitosa. Il grimaldello di una esigenza securitaria davanti alla quale ogni obiezione, dubbio, ironia assumono la figura del crimine.
E invece il peccato contro lo spirito è la duplice potenza della sottomissione e della stupidità. Potenza in questi anni vincente ma fondata su basi assai fragili. Nulla di solido, fecondo e bello può infatti essere costruito sulla stupidità e sul servilismo.
Anche questa fenomenologia di Davide Miccione, la sua stessa possibilità ed esistenza, costituisce una dimostrazione della forza indistruttibile dello spirito, vale a dire della libertà e della conoscenza
4 commenti
agbiuso
Dalla recensione di Sebastiano D’Urso al nuovo libro di Davide Miccione: La congiura degli ignoranti. Note sulla distruzione della cultura.
Ultime avvertenze per affrontare la congiura
Aldous, 27.8.2024
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Perché? Perché non si dà più importanza alla scuola e a tutto ciò che studiare comporta? Perché le aspirazioni della generazione dei nostri genitori non hanno trovato riscontro nella società che abbiamo costruito? Perché l’uomo contemporaneo non vuole più emanciparsi dal lavoro? Chi lo irretisce? Chi gli sta facendo credere che la libertà coincide solo con il lavoro? Chi lo ha convinto che lavorare è più importante di studiare? Quando si sono invertiti i valori di studio e lavoro? Quando la pratica ha soppiantato la teoria? Senza la scuola in quanto tempo si potrebbero imparare, da soli, le “inutili teorie” studiate per laurearsi? Chi ci sta facendo credere che l’ignoranza si possa colmare con l’accesso continuo e infinito alle informazioni disponibili in rete? Chi ha stabilito per tutti, e nessuno si lamenta di ciò, che la conoscenza deve essere solo conoscenza di un lavoro?
agbiuso
Marta Mancini ha pubblicato su Aldous una attenta analisi del libro di Miccione, che ne coglie presupposti, modalità e obiettivi. Il testo si legge sul sito della rivista/blog:
La fine delle ideologie (degli altri).
Qui sotto un brano dell’articolo.
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Questa convinzione ispira il titolo dell’ultimo libro di Davide Miccione, da poco uscito presso Transeuropa, “Quando abbiamo smesso di pensare. Scritti di fenomenologia dell’emergenza (2020 – 2023)”. Il volume, con la bella prefazione di Alberto Biuso, coautore anche del capitolo finale, si compone con la raccolta di alcuni articoli pubblicati in parte su Aldous e altri su Avanti! e che la veste cartacea restituisce in un insieme di tangibile valore aggiunto. Ciò che il web frammenta e volatilizza acquista forza nell’ostensione copiosa di aspetti osservabili della realtà che lo sguardo del filosofo, studioso di antropotecnica e di pratica filosofica, ricostruisce attingendo allo strato operativo profondo dell’attuale organizzazione sociale. Della società emerge infatti il corpo vivo fatto da individui in carne ed ossa con i quali condividiamo ogni giorno spazi pubblici e privati, luoghi di lavoro e del cosiddetto tempo libero; coloro insomma che, assillati dalla fame di tempo, hanno rinunciato a farsi domande su di sé e sul mondo e a farne oggetto di discussione pubblica.
Ne abbiamo fatto esperienza diretta durante la pandemia quando il normale scambio di idee su cosa stava accadendo si è trasformato nel tribunale per separare i propri simili tra i buoni (cioè, gli obbedienti) e i cattivi cittadini (non solo i disobbedienti ma anche i dubbiosi, i riflessivi, i ragionatori in proprio, i coerenti assertori dei diritti fondamentali e gli oppositori seriali che però allenano la capacità argomentativa degli avversari). Chi si trovava a far parte della minoranza dei perplessi, ad un certo punto, deve aver avuto la sensazione straniante di trovarsi in mezzo a degli alieni dalle sembianze familiari ma irriconoscibili per come il loro “pensiero” si mostrasse, senza alcuna rielaborazione, disancorato dalle convinzioni dichiarate fino al giorno prima riguardo alle libertà individuali, al diritto di non essere d’accordo, ai diritti sociali insopprimibili, alla protezione di tutti i princìpi costituzionali e via dicendo. Veicolato dall’ossessione immunologica il liberalismo autoritario, in un volgere rapido, era diventato nella mente dei più la forma compiuta di democrazia.
Fenomenologia dell'emergenza - agb
[…] Feltrinelli di Catania dialogherò con Davide Miccione a proposito del suo libro più recente: Quando abbiamo smesso di pensare. Scritti di fenomenologia dell’emergenza (2020-2023) (Transeuropa Edizioni 2024, pagine 146). […]
Michele Del Vecchio
Letta tua Introduzione al libro di Miccione che è certamente un intelligente lavoro di fenomenologia sociale e di coraggiosa, argomentata ed ironica denuncia. La condivido nelle sue linee generali e, soprattutto, nelle indicazioni sulla configurazione del “politicamente corretto”.