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È raro leggere in poche righe un tale concentrato di affermazioni lontane dalla realtà.
La prima di queste affermazioni è che una Costituzione giuridico-politica, una norma, una legge scritta possa avere come obiettivo «superare ed espellere» un sentimento, che si tratti dell’odio o di qualunque altra passione umana. Un decreto, di qualunque genere, può imporre o può proibire un agire e non un sentire che afferisce alla sfera interiore, psichica, esistenziale, che siano sentimenti individuali o impulsi collettivi. Ma non ci troviamo soltanto di fronte a un banale errore categoriale. Si tratta di una affermazione pericolosa. Sono esistite infatti nella storia del Novecento delle formazioni politiche e dei regimi che si sono posti l’obiettivo di suscitare o di proibire sentimenti e non soltanto comportamenti nei loro cittadini. Questi regimi sono il fascismo, il nazionalsocialismo, il regime sovietico sotto Stalin.
L’ambito della politica è e deve rimanere distinto da quello dei moti interiori. Gli stati, i governi e i tribunali devono rimanere separati dall’animo umano, pena la dissoluzione di ogni libertà personale e pubblica. La descrizione più esplicita di una simile distopia è 1984. Gli scopi del Partito sono infatti ancora più radicali di qualsiasi passata Inquisizione, di qualsiasi regime autoritario, poiché il Partito vuole l’anima di chi cerca di resistergli e non elimina il ribelle sino a che questi non sia totalmente e sinceramente convinto della propria colpa e non provi autentico amore per il Grande Fratello. A questo, infatti, sarà condotto il dissidente Winston in un finale tanto terribile quanto malinconico e chiuso a qualsiasi speranza. Dopo il trattamento subito nelle stanze del Ministero dell’Amore (dell’amore, appunto) Winston «amava il Grande Fratello» (Orwell, 1984, trad. di G. Baldini, Mondadori 1998, p. 312).
Un secondo errore nel discorso di Sergio Mattarella consiste nella visione assolutamente negativa, al limite della demonizzazione, dei conflitti, dei contrasti, delle lotte. Errore aggravato dall’attribuire una simile posizione ai Costituenti, tra i quali un buon numero erano comunisti.
La Costituzione della Repubblica italiana non è nata infatti da un trionfo disneyano di armonia e di sorrisi ma da una sanguinosa guerra civile, che come tutti i conflitti di questa natura vide scatenarsi odio, violenza, vendette reciproche, tripudio dei vincitori e disprezzo per gli sconfitti (su questo tema è sempre da tenere presente Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, di Claudio Pavone, Bollati Boringhieri 1991).
Tra i «contrasti» indicati da Mattarella come negativi uno riguarda le «contrapposizioni ideologiche», senza le quali tuttavia non si ha pace e armonia ma la semplice vittoria di una ideologia che mette a tacere tutte le altre, compresa l’ideologia (radicale e che meriterebbe un’ampia analisi) che guida simili dichiarazioni contro le ‘ideologie’.
L’altro conflitto stigmatizzato da Mattarella sono le «ingannevoli lotte di classe». Qui immagino il tripudio di uditori da sempre anticomunisti come i militanti di Comunione e Liberazione, ai quali tale discorso è stato rivolto. Ma stupisce che un importante esponente politico mostri una simile rozzezza antistorica. Ritengo invece che siano sempre plausibili e rispondenti all’effettivo divenire storico le parole con le quali Marx ed Engels aprono il primo capitolo del Manifesto del partito comunista:
La storia di ogni società esistita fino a questo momento, è storia di lotte di classi. Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in breve, oppressori e oppressi, furono continuamente in reciproco contrasto, e condussero una lotta ininterrotta, ora latente, ora aperta; lotta che ogni volta è finita o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la comune rovina delle classi in lotta (trad. di E. Cantimori Mezzomonti, Laterza 1981, pp. 54-55).
Infine un’osservazione generale: l’allocuzione di Mattarella è non soltanto inadeguata alla complessità del presente ma è anche e soprattutto logicamente autocontraddittoria, come lo è ogni tipo di affermazione contro l’odio. La sostanza e l’esito di simili dichiarazioni consiste infatti nell’incitare all’odio contro quanti vengono etichettati come «odiatori». Difatti lo stesso oratore invita a «sanzionare severamente» gli odiatori.
Ma stabilire e sanzionare un’affermazione in quanto «incita all’odio» è questione assai delicata. Dove si fermano il dissenso e il disaccordo e dove comincia l’odio? Chi stabilisce il discrimine, il crinale, il momento nel quale dei sentimenti si trasformano? Una commissione? Un supremo censore? Un tribunale? Un gruppo di giornalisti? Le porte si aprono evidentemente all’arbitrio di chi comanda e agli organi che le autorità controllano.
Con la loro stessa censura gli inquisitori aprono all’esclusione, alla punizione, al risentimento verso gli inquisiti. Notavo anche questo in un mio intervento di qualche anno fa intitolato Elogio dell’odio. La storia umana insegna che quando il potere si presenta nelle vesti dell’ultramoralismo il corpo collettivo corre dei gravi pericoli.
19 commenti
agbiuso
Due domande al Presidente Mattarella:
1) ciò che Ella dice vale anche per lo Stato d’Israele? Esso infatti non rispetta né la Carta né le Risoluzioni dell’ONU e tuttavia non abbaiamo sentito da Lei una parola di richiamo allo stato di Israele;
2) ciò che Ella dice valeva anche per l’aggressione NATO alla Serbia nel 1999, guerra decisa anche da Lei in quanto Ministro della Difesa della Repubblica Italiana? Aggressione che l’ONU non aveva autorizzato?
agbiuso
Sui gravi danni prodotti dall’attuale presidenza della Repubblica.
agbiuso
L’elmetto di Mattarella
indipendenza, 16.2.2025
A ben vedere, Mattarella a Marsiglia (5 febbraio scorso) ha tenuto un discorso bellicista, prospettando di fatto il raggiungimento della pace con la forza e quindi il proseguimento della guerra in Ucraina. Ha evocato lo scenario pre seconda guerra mondiale (crisi economica, protezionismo, «regimi dispotici e illiberali» in alcuni Paesi, ecc.), paventato una nuova Monaco 1938 (compromesso che finì con l’assecondare le mire espansionistiche della Germania nazista) e dedotto un’equivalenza Putin=Hitler altrettanto storicamente sbagliata ed offensiva della sensibilità e della memoria storica del popolo russo. Ha quindi rilanciato una frase di Simone Veil (1979) simile a quella di Josep Borrell (ottobre 2022), ‘curatore’ degli Esteri della UE, che dipinge l’Occidente come «isola»/«giardino» rispetto alla «giungla» (il resto del mondo) per affermare la necessità come Unione Europea di non accettare un «vassallaggio felice» (‘protezione’ da parte degli Stati Uniti) ma di essere «protagonisti» con esercito e politica estera comune per andare a combattere nella giungla e ripristinare l’Ordine (cioè il dominio) occidentale in cui la UE (il suo ‘direttorio’) intende avere voce in capitolo.
Comprensibile la risposta della portavoce russa agli Esteri, Maria Zakharova, penose le levate di scudi del governo Meloni, della ‘sua’ opposizione (tutti i partiti in parlamento) e di altri soggetti. Imbarazzante la presidenza della Repubblica che ha ostentato «serenità» e ha rinviato, lasciando intendere travisamenti, alla lettura integrale del discorso che appunto esprime contenuti sconcertanti sui quali, certo, molti italiani non si riconoscono. Mosca ha ragione nel respingere al mittente l’assimilazione della Russia e di Putin rispettivamente al Terzo Reich nazista e ad Hitler, il che, a trarne le conseguenze, vuol dire che Italia e UE (apertamente guerrafondaia nelle sue massime istituzioni, in primis la presidente della Commissione UE, Von der Leyen, che ha parlato come Mattarella) dovrebbero fare la guerra fino alla vittoria, cioè fino alla distruzione della Russia.
Un discorso, insomma, quello di Mattarella, forzato e distorto dal punto di vista dei richiami storici, completamente sbagliato e inopportuno, fortemente lesivo degli interessi del nostro Paese.
La domanda è: perché e a nome di quali interessi Mattarella (significativamente in Francia) ha parlato in quei termini? La risposta è nello scontro tra prospettive strategiche differenti, diverse linee d’indirizzo (e ‘di frattura’) che, emerse con l’amministrazione Trump, stanno terremotando l’Occidente, soprattutto dentro la UE ma anche dentro gli States.
agbiuso
Il giurrassic park italiano
il Simplicissimus, 16.2.2025
L’Italia sta diventando come una di quelle isole misteriose di Hollywood dove si trovano animali ormai estinti altrove o in via di estinzione: il Quirinosauro per esempio o il Mammut crosettii o ancora il Tyrannosaurus melonii, forma nana del celebre carnivoro, per non dire di tutta la schiera di piccoli Rincosauri che popolano redazioni, televisioni e rete. Il mondo sta cambiando velocemente, ma loro non se ne sono ancora accorti e nemmeno l’impatto dell’asteroide Trump è bastato a svegliarli. La gaffe, certamente voluta, di Mattarella che ha paragonato la Russia al Terzo Reich è proprio perfetta, come forma di disperata resistenza, per introdurci in questo contesto archeologico e per comprendere come in definitiva esso sia eterodiretto da poteri grigi che non si arrendono alla fine del globalismo inteso come dittatura planetaria della finanza e dei suoi emissari, visibili, anzi ostentati, come il Wef, operativi come Soros e invisibili come i Rothschild che hanno inventatoe non certo da adesso il sistema di ricatto sugli Stati. .
Ora non voglio allungare il post di ieri per analizzare gli scomposti attacchi di qualche minus habens incistato nei giornaloni che ha attaccato sul piano personale la portavoce del ministro Lavrov, Maria Zakharova, in mancanza di qualsiasi argomento plausibile a difesa dei deliri marsigliesi della massima autorità della Repubblica. È necessario fare un passo in più e capire come tutto questo sia il sintomo di uno scollamento dalla realtà della governance italiana ed europea la quale si intestardisce sull’Ucraina nonostante sia evidente che la guerra è persa, che la Russia non ha subito il colpo mortale delle sanzioni e che anzi queste sono state un boomerang per l’Europa che oggi soffre di una disastrosa deindustrializzazione i cui effetti stanno ormai mordendo il tessuto sociale. Per qualche momento è parso che l’Italia potesse e forse volesse assumere un ruolo importante in un futuro processo di pace, ma questa ambizione non si è concretata in nulla visto la totale nullità del milieu politico e la sua dipendenza da poteri reali che prescindono da qualsiasi rappresentativitò. Anzi si è agito proprio come se questo obiettivo non fosse altro che un’espediente retorico del potere:
abbiamo mandato valanghe di soldi e di armi a Zelensky e alle sue truppe con simboli nazisti sottraendo cifre essenziali al Paese e alle sue politiche sociali
abbiamo negato il visto ai cittadini russi
abbiamo vietato qualsiasi manifestazione della cultura russa
abbiamo entusiasticamente aderito a forme di censura medioevali
abbiamo fatto credere che pagare l’energia a costi molto più elevati rispetto a quelli russi fosse il prezzo da pagare per difendere l’Ucraina e che comunque le energie rinnovabili avrebbero risolto il problema
abbiamo, in combutta con la von der Leyen, alimentato la volgare farsa di farci assegnare Donetsk come area per una fantomatica ricostruzione dopo l’immancabile vittoria, quando quel territorio è stato il primo ad essere annesso, per referendum popolare, alla Russia,
infine abbiamo paragonato Mosca alla Berlino di Hitler
Insomma è stato fatto tutto il peggio che era possibile fare per diventare un Paese senza ruolo e senza senso persino dentro la catastrofica logica di Biden e soci.
Ora siamo in mutande e non solo metaforicamente perché Trump ha fatto capire di voler direttamente trattare con Putin scavalcando completamente l’Europa. E non saranno certo le micionerie della Meloni con Musk a darci un ruolo diverso da quella di colonia di secondo piano. Il fatto è che il tentativo globalista si è infranto proprio in Ucraina che doveva essere invece il tassello chiave della sua espansione oltre l’Occidente e che la nuova amministrazione americana sembra aver compreso che il mondo è ormai multipolare e lavora per dare più spazio all’America in questo contesto dove non può più far conto su una una onnipotenza, ancora ostentata, ma ormai tramontata. Al contrario la Ue e il milieu italiano lavorano ancora nella vecchia logica, nonostante essa sia fallita, non riuscendo a comprendere di essere diventati in qualche modo sacrificabili, perdine su una scacchiera troppo grande per loro. Così so alienano i possibili amici per accucciarsi ai piedi dei veri nemici. Eh, gli animali estinti fanno così.
agbiuso
Questo intervento dell’ex ambasciatrice e diplomatica Elena Basile indica con precisione la responsabilità di Sergio Mattarella nel travalicare il compito e i limiti che la Costituzione della Repubblica impone a chi pro tempore occupa quella carica.
Il problema è ormai antico. Sino alla presidenza di Giovanni Leone il presidente della Repubblica era sottoposto a elogi e critiche, come ogni carica pubblica. Con la presidenza carismatica di Sandro Pertini e con la spettacolarizzazione della vita politica la situazione è lentamente ma inesorabilmente cambiata. Sino alla condizione paradossale per la quale è possibile criticare il Papa ma il presidente della repubblica è diventato infallibile.
Ovviamente con l’attivo contributo dei servi detti giornalisti.
La fonte del testo di Basile è questa pagina di x/twitter:
https://x.com/ElenaBasileIT/status/1890827317255053690
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Rispettare la #presidenzadellarepubblica significa conoscerne le competenze e i doveri istituzionali a salvaguardia della Costituzione. La critica all’ uomo politico per esternazioni non consone ai suoi doveri e non all’altezza dell’incarico istituzionale ricevuto sono non solo possibili ma legittime e doverose.
Il Presidente Mattarella è stato per me quando ero Ambasciatrice un punto di riferimento in quanto nei suoi discorsi rintracciavo la difesa del sogno europeo e dei valori costituzionali contro un latente razzismo che si affermava in Italia Inoltre il suo aspetto di buon padre di famiglia non può che ispirare simpatia
Eppure credo che oggi un buon politico, un buon giornalista, e un buon cittadino non possa non esprimere il proprio disaccordo e severamente criticare le reiterate affermazioni senza fondamento storico alcuno. Paragonabili a insulti gratuiti che equiparano la #Russia al #terzoReich Non è la Russia che ci attacca verbalmente. È il Presidente Mattarella che attacca gratuitamente la Russia Proprio quando contatti diplomatici tra #Mosca e #Washington sono in corso per porre fine a una guerra sanguinosa in #europa La nostra Costituzione non chiede al nostro Presidente comportamenti del genere. Al contrario essa richiede mediazione e misura. Se a questi comportamenti affianchiamo l’ assordante silenzio del Presidente Mattarella sui crimini del #GazaGenocide restiamo attoniti.
No Presidente non parla e non tace a nome di tutti gli italiani. E non a mio nome. Non sono cattolica e non credo nell’ infallibilità del #pontefice. Eppure #PapaFrancesco è in continuazione criticato sulla #stampa. La genuflessione dell’ intero spazio politico mediatico a #Mattarella è uno spettacolo pietoso ψhe purtroppo distrugge le nostre aspettative democratiche e la difesa della nostra #Costituzione.
agbiuso
Naturalmente Zacharova ha pienamente ragione e Mattarella ha perso, come si suol dire, una preziosa occasione di tacere. Mi dispiace molto essere ‘rappresentato’ da questa persona.
agbiuso
Trump e Jurassic Park
Marco Travaglio, il Fatto Quotidiano, 8.2.2025
In due settimane Trump è riuscito a far odiare l’America da tutto l’orbe terracqueo a suon di sparate, minacce, ultimatum e dazi. Un caos planetario, una gigantesca nuvola di fumo che ha avvolto la Terra: solo quando si diraderà capiremo se e quale logica ci sia in questa follia. Un solo dato appare evidente: l’approccio affaristico, addirittura immobiliaristico (vedi Gazaland) alle crisi internazionali è una novità assoluta che spazza via quello ideologico-moralistico tenuto fin qui dagli Usa con l’imperialismo via via camuffato da guerra agli imperi del male, lotta al terrorismo, esportazione della democrazia e altre esche per gonzi. Ma mentre Trump dà di matto o fa il matto (questo lo vedremo) stravolgendo il mondo dall’oggi al domani, chi dovrebbe reagire è fermo all’età della pietra. Basta leggere l’ultimo giurassico discorso di Mattarella, che paragona la Russia al Terzo Reich, Putin a Hitler, il Donbass all’Europa invasa dai nazisti e dunque i negoziati Mosca-Kiev alla Conferenza di Monaco del 1938 che portò alla guerra mondiale. E scopre d’un tratto l’urgenza di essere “protagonisti” e non “vassalli” degli Usa (ma va? alla buon’ora!) e di affidarsi all’Onu e ai suoi derivati. Ma dimentica che nel 1999 un governo vicepresieduto da un tal Mattarella s’infischiò dell’Onu e partecipò ai bombardamenti Nato su Belgrado, prima rottura della legalità internazionale che poi sfociò nel riconoscimento del Kosovo per smembrare la Serbia contro una risoluzione Onu: un precedente poi cavalcato da Putin per fare lo stesso in Crimea e in Donbass.
A questo si stanno riducendo le classi dirigenti europee: a screditare i nascenti negoziati russo-ucraini e a regalarne il merito a Trump, Orbán &C. Invece continuano a obbedire a Trump sui terreni che più dovrebbero vederci ribelli: il riarmo e le sanzioni che ci costringono a comprare ancor più armi e più gas dagli Usa. Mentre la Meloni insegue il 2% di spese militari, gli eurodementi già pensano al 3-4 per compiacere The Donald che ci chiede il 5% (mentre gli Usa sono al 3,4%). E non si trova nessuno – neppure la Schlein, quella che “si deve parlare di temi concreti” – che metta in dubbio la follia bellicista e antisociale che gonfia le vele ai neonazisti in tutta Europa. La Russia, diversamente da noi, è in guerra, eppure stanzia per la difesa 400 miliardi di dollari l’anno: un terzo meno dell’Ue, che con l’1,9% di Pil ne spende 530. Perché mai dovremmo svenarci ancor di più, se non per ingrassare i produttori Usa? E che aspetta l’Ue a levare i limiti al gas russo e a intensificare i rapporti commerciali con la Cina contro i dazi? Trump, come i precedessori, fa gli interessi degli americani. Qui siamo sempre in attesa di qualcuno che faccia gli interessi di noi europei.
agbiuso
Il Presidente Sergio Mattarella si conferma un espositore di tesi assai superficiali e quindi anche per questo errate. Solo poche osservazioni:
-la scienza politica distingue tra aggressore strategico e aggressore operativo. Nel caso dell’Ucraina l’aggressore operativo è la Russia, costretta di fatto a diventarlo a causa della progressiva e inesorabile aggressione strategica della NATO e quindi degli USA. È come se nel territorio del Messico o del Canada venissero installate basi militari e nucleari russe. Che cosa direbbe in questo caso il Presidente Mattarella?
-il paragone con i Sudeti costituisce l’ennesima reductio ad hitlerum che è tipica della polemica politica priva di argomenti anche perché incapace di distinguere tra situazioni e contesti del tutto imparagonabili tra di loro;
-tanto più che l’attuale governo ucraino è intriso di una ideologia ultranazionalista che ha tra i propri modelli i nazisti ucraini fedeli alleati della Germani hitleriana;
-tra le centinaia di aggressioni attuate negli ultimi 80 anni dagli Stati Uniti d’America a danno di altri Paesi – e sulle quali il Presidente Mattarella non ha mai sollevato obiezioni – ce n’è una che ha visto proprio lui protagonista come Ministro della Difesa del governo D’Alema e quindi tra i responsabili dell’aggressione della Nato contro la Serbia, Paese sovrano, nel 1999. Aggressione che vide il bombardamento di Belgrado e la morte di molti civili, morte della quale il Presidente Mattarella porta insieme ad altri la responsabilità storica.
agbiuso
agbiuso
Questa persona è la stessa che tuonò dicendo «Non si invochino libertà e diritti per non vaccinarsi», la stessa che sostenne con convinzione ogni repressione del diritto di non immettere nel proprio corpo sostanze sconosciute, lasciando agli altri la libertà di agire diversamente.
Come valutare la contraddizione con le parole che pronuncia oggi? Che cosa significa? Che cosa comporta?
agbiuso
Alle non poche sciagure dell’Italia mancava un presidente guerrafondaio (il quale ratificò il bombardamento di Belgrado nel 1999).
agbiuso
Quanta propaganda da parte del Ministro della Difesa del governo che contribuì al bombardamento di Belgrado nel 1999 (e a tante altre decisioni). Quanta propaganda…
agbiuso
Certo nella Corea del Nord il carabiniere sarebbe finito ai lavori forzati o peggio ma il dispositivo è identico. Dove è scritto che un cittadino – foss’anche un militare – deve essere d’accordo con tutto ciò che dice un PdR o soltanto “riconoscerlo”?
Che cosa meriterebbe oggi Camilla Cederna che scrisse un intero libro di feroci accuse contro il Presidente della Repubblica Giovanni Leone? All’ergastolo, immagino. E soltanto perché in Italia non è in vigore la pena di morte.
Ormai i tratti di una dittatura quanto meno ‘etica’ sono in Italia evidenti. Come ci siamo ridotti a questo?
agbiuso
L’odio.
agbiuso
«Chiaramente tutto nel nome del progressismo. Applausi dalla sinistra liberale. Quella “radicale” non pervenuta: disinteresse per le libertà borghesi? Impegnati nella lotta al fascismo? O sarà in corso la gloriosa “analisi di classe”?»
Il Digital services act. Addio articolo 21 della Costituzione?
di Carlo Magnani, La Fionda 16.9.2023
Luca Ruaro
#StatoEtico
agbiuso
Commento telegrafico ma del tutto corretto, esatto.
Michele Del Vecchio
Caro Alberto, ho letto il tuo intervento su Mattarella e condivido molte riflessioni che presenti nel tuo impianto argomentativo. Ti esprimo il mio punto di vista su alcune questioni che riguardano l’attuale ospite del Quirinale. Ho ascoltato alla radio il discorso di Mattarella a Rimini. Una conferma del suo percorso interpretativo che va ripetendo da anni.
Mattarella è un uomo politico complesso, complicato, ambizioso. È figlio di due ex culture politiche, quella siculodemocristiana e quella della sinistra targata PD. Inoltre, il Presidente ha stretto un legame fortissimo con la Curia romana e con l’attuale pontefice. Mattarella ha una grande ambizione, un suo personale progetto “di educazione civica” della nazione. Per conseguire questo obiettivo egli intende offrire all’intero paese una interpretazione definitiva della storia d’Italia nella seconda metà del Novecento. Il XX secolo è stato, a suo giudizio, un secolo di inaudita ferocia e i responsabili di questa barbarie sono i due totalitarismi che egli sempre,in ogni occasione, chiama sul banco degli imputati.Essi sono il nazionalsocialismo e il fascismo.E basta.
Sia chiaro a tutti che solo loro hanno le incancellabili stimmate della colpa perenne. Nella sua ambizione di fornire una “corretta” storia del Novecento, Mattarella non ha mai citato il comunismo. Solo una volta, in occasione della giornata delle foibe, Mattarella ha accennato a generiche responsabilità dello “stalinismo”.Il Presidente ha una sua personale ambizione: diventare il Padre Fondatore della nuova Italia cofondatrice della democrazia e della Europa inclusiva e solidale.
agbiuso
Caro Michele, ti ringrazio per le notizie e per la lettura che offri del personaggio.
La mia impressione è che tale lettura voli molto in alto e che invece nell’«uomo politico complesso, complicato, ambizioso» si muovano dinamiche assai più «umane, troppo umane».
Ma anche prendendo per plausibile l’intenzione di dare una costante (e invero parziale, ripetitiva e noiosa) lezione di educazione civica alla Nazione, lezione la quale offra «all’intero paese una interpretazione definitiva della storia d’Italia nella seconda metà del Novecento», già accostare all’espressione “interpretazione storica” l’aggettivo “definitiva” è un chiaro segno di dismisura, di ὕβρις.
Il fisico quantistico Lee Smolin sostiene che non siano definitive nemmeno le “leggi” della fisica: «In verità, la nostra esperienza del passaggio del tempo, è l’unica cosa del mondo da noi percepita direttamente che è davvero fondamentale. Tutto il resto, compresa l’impressione che esistano leggi immutabili, è approssimato ed emergente» (La rivoluzione incompiuta di Einstein. La ricerca di ciò che c’è al di là dei quanti, Einaudi 2020, p. 217).
Ritenere che possano essere “definitive” le interpretazioni di eventi accorsi agli umani nel derularsi del tempo, dei secoli, dei decenni, questo rasenta la follia (oltre che una presunzione non da poco).
Molto più concreto è il tuo accenno conclusivo all’intenzione di immergere per intero, senza neppure un tallone che rimanga libero, il corpo dell’Italia nella palude dell”Unione Europea. Non dell’Europa, che è nostra madre e della quale l’Italia è parte fondamentale, ma dell’Unione Europea che dell’Europa è nemica, dell’Europa è l’opposto, esistendo come struttura al servizio integrale degli interessi degli Stati Uniti d’America. Qui, effettivamente, voliamo al livello reale nel quale quest’uomo politico agisce.