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«Heil Zelensky!»

«Heil Zelensky!»

Un video satirico tedesco illustra con chiarezza che cosa stia accadendo alla Germania e all’Europa: i risparmi, le risorse finanziarie, gli sforzi economici, lo stato sociale, i servizi (sanità, scuole, università, trasporti), l’intero apparato economico europeo vengono progressivamente erosi dalla decisione di riempire di armi l’Ucraina e di evitare il suo fallimento, che sarebbe completo senza il trasferimento di porzioni sempre più consistenti del Prodotto Interno Lordo tedesco, italiano e di altri Paesi al regime di Zelensky.
L’autentico obiettivo di una simile (e inaudita) politica suicidiaria è l’impoverimento dell’Europa, sempre più alla mercé del suo padrone statunitense, vero e unico vincitore – almeno a breve termine – della guerra in corso. Per leggere qualcosa sulle cause remote e recenti di tale politica e della guerra Nato-Russia, si possono consultare i link qui a destra nella sezione «History» (o qui sotto nella versione per cellulari e tablet).
Il video descrive molto semplicemente la polizia tedesca che entra nella casa di una famiglia e requisisce tutto, mentre l’attuale Cancelliere Olaf Scholz scandisce i suoi discorsi. Al posto dei beni sequestrati viene lasciata una foto di Volodymyr Zelensky alla parete. Lo slogan finale afferma: «La tua casa è nella Nato? Accetta la Nato nella tua casa».

5 commenti

  • agbiuso

    Febbraio 20, 2025

    «La povera Europa che strilla e corre senza meta come un gallina senza testa…»
    Eh già.
    =========

    Zelensky scaricato in nome di Yalta 2
    Il Simplicissimus, 20.2.2025

    Come avevo più volte detto e come era facilmente prevedibile, la pace in Ucraina passa necessariamente per la demolizione di Zelensky: la Russia infatti non vuole parlare con un presidente scaduto i cui atti sarebbero comunque illegittimi e gli Usa hanno tutto l’interesse ad addossare le colpe della sconfitta sull’ex comico. I media statunitensi da più di un anno ormai parlavano della straordinaria corruzione del duce di Kiev e sebbene non si trattasse di una campagna di stampa, ma di singoli quanto frequenti interventi sul tema sui quotidiani di riferimento, come il New York Times e il Washington Posta, era palese che anche l’amministrazione Biden capiva come a qualsiasi serio tavolo di pace la presenza di Ze sarebbe stata un problema. Era invece più conveniente usarlo come capro espiatorio.

    Adesso Trump, dopo essere stato attaccato da Zelensky per non averlo invitato in Arabia Saudita, al vertice di contatto tra Russia e Usa, è arrivato a dire che è stato proprio l’ex comico a iniziare il conflitto con la Russia. Non è tecnicamente vero, anche se il presidente ucraino si è prestato, sulla pelle della sua gente, a provocare in ogni modo Mosca, per consegnare alla Nato il regalo di una guerra con la Russia che essa sperava di vincere facilmente. Kissinger diceva che essere nemici degli americani è duro, ma essere amici è letale: infatti adesso si troviamo di fronte all’abbandono del finto eroe e reale massacratore. E se non verrà fucilato o incarcerato da qualche pronunciamento del sua stesso esercito o da qualche camarilla politica, sarà letteralmente demolito: già adesso una squadra del Doge e di funzionari di altri dipartimenti sta dando la caccia a 50 miliardi di dollari, di quelli dati all’Ucraina, che sono già stati tracciati su conti ai Caraibi. E Zelensky potrebbe essere incriminato negli Stati Uniti in primavera.

    La povera Europa che strilla e corre senza meta come un gallina senza testa fa comunque scudo a Zelensky e si indigna come se questo comico ricostruito come statista dalla Nato fosse la sua ultima speranza e la stessa cosa fanno gli ambienti guerrafondai, compresi quelli che vogliono la pace attraverso la guerra. Che è tipico del bellicismo: quale confitto non ha avuto nella pace futura il suo alibi? Ma il fatto è che ora l’Europa, da spalla degli Usa quale era, si trova a essere unica protagonista senza avere i mezzi per sostenere questa parte. Non solo Trump e i suoi uomini hanno chiaramente fatto comprendere che Usa non vogliono più mandare sostenere Kiev con soldi, mezzi e tanto meno truppe. non solo mettono in discussione la Nato, ma cominciano ad addossare all’Europa la responsabilità della guerra. Il neo presidente in una delle sue dichiarazioni ha infatti detto che Zelensky avrebbe dovuto fare la pace con la Russia nel marzo del 2022, quando era pronto un trattato in cui la Russia chiedeva la Crimea (che nulla a che vedere con l’Ucraina) , una forma di autonomia per il Donbass e la fine della discriminazione contro i russofoni. Sappiamo tutti che quel deprimente individuo di nome Boris Jhonson, allora primo ministro britannico volò a Kiev per impedire che quel trattato fosse firmato, un milione e passa di morti fa. È ovvio che quella indegna mossa sia stata suggerita dalla Washington di Biden, ma di fatto inchioda l’Europa alle proprie responsabilità.

    In un certo senso i leader europei vivono la stessa stagione che sta vivendo Zelensky; il loro destino e quello dei poteri che li burattinano è legato alla continuazione della guerra. Ma non hanno capito una cosa: al vertice tra Russia e Usa in Arabia Saudita la questione ucraina era solo un capitolo e probabilmente nemmeno il principale di una riorganizzazione della sicurezza planetaria, una sorta di Yalta 2 come ha scritto Pepe Escobar. Gli Usa devono farlo ora, prima di essere sommersi dal mondo emergente. Che poi ci si riesca è un altro paio di maniche, ma una volta fallito il progetto di fare dell’Ucraina il piede di porco per la dissoluzione della Russia, il rischio è quello che tutto si ribalti e Kiev diventi un fattore di rapido declino degli Usa. A questo punto l’Europa è in una trappola che si è costruita da sola e verrà esclusa dalle trattative che riguardano il proprio stesso destino. Non c’è dubbio che la Ue sia stato il viatico per questo splendido risultato.

  • agbiuso

    Febbraio 19, 2025

    Il giudizio sull’Europa è ironicamente terribile. La guerra in Ucraina, infatti, è stata voluta dagli USA per i propri interessi (come sempre) ma ora Trump accusa l’UE di non volere la pace…
    La descrizione da parte di Trump della figura di Volodymyr Zelensky è invece del tutto esatta.

  • agbiuso

    Marzo 22, 2024

    Questo miserabile criminale che sta sterminando il suo popolo è una mescolanza di arroganza e lamento.

  • agbiuso

    Marzo 20, 2024

    La Germania sta finendo i soldi e il debito esplode
    il Simplicissimus, 20.3.2024

    Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha avvertito il proprio governo che le finanze statali stanno rapidamente sfuggendo di mano e che l’esecutivo deve cambiare rotta e attuare misure di estrema austerità. “In uno scenario sfavorevole, i crescenti deficit finanziari porteranno a lungo termine ad un aumento del debito in rapporto alla produzione economica fino al 345% circa”, si legge nel rapporto sulla sostenibilità pubblicato dal suo ufficio. “Ma anche ipotizzando per i prossimi anni uno scenario estremamente favorevole, entro il 2070 il debito salirà a circa il 140% del prodotto interno lordo”.

    Il fatto è che una volta tagliati i rapporti con la Russia e le sue risorse a basso costo, l’economia tedesca che proprio su questo aveva costruito la propria potenza non può che colare a picco facendo mancare le risorse finanziarie necessarie ad alimentare la società e a simulare quella “virtuosità” che in realtà non esiste. il rapporto debito – pil al 60 per cento con il quale i Paesi del Mediterraneo sono stati torturati, è sempre stato mantenuto grazie ad artifici contabili e veri e propri inganni. Nell’autunno scorso la Corte dei conti tedesca ha accusato il governo di Olaf Scholz di nascondere le reali condizioni del Paese trasferendo impegni finanziari pluriennali in contenitori finanziari speciali (Sondervermoegen), ossia all’interno di società create con il preciso scopo di redistribuire una massa di crediti tra un’ampia gamma di investitori. Si tratta di una pratica in totale contrasto con le regole europee e che di fatto ha “nascosto” 869 miliardi di euro di debiti.

    Ma gran parte di queste cifre non avevano ancora “incassato” lo choc della guerra in Ucraina ed è per questo che il panorama è oggi assai più nero di quanto lo stesso ministro non osi rivelare. I partiti di governo sono in crisi e non possono premere il pedale dell’austerità che invece era stata imposta ad altri Paesi europei, ma ci sono situazioni strutturali che stanno portando a fondo le finanze federali e quelle dei Länder: un fattore importante è il rapido invecchiamento della popolazione tedesca, con un’esplosione del debito all’orizzonte quando sempre più cittadini andranno in pensione con un’ industria duramente colpita dai prezzi dell’energia che vengono fatti dagli “amici” americani e dunque con un rapido calo delle entrate fiscali. In ultimo l’aumento incontrollato dell’immigrazione rischia di far saltare qualsiasi parvenza di stato sociale.

    Secondo il professor Bernd Raffelhüschen, dell’Università Albert Ludwig di Friburgo, definito il papa delle pensioni per i suoi studi specialistici nel settore, dice che l’immigrazione di massa è già costata al Paese 5,8 trilioni di euro e questo divario di sostenibilità crescerà fino a raggiungere l’enorme cifra di 19,2 trilioni di euro se la Germania continuerà a consentire l’ingresso di 300.000 stranieri ogni anno nel paese. Come osserva nel suo studio, il processo di integrazione richiede un tempo estremamente lungo per la maggior parte degli stranieri e durante questo periodo essi hanno un reddito scarso – e spesso nessun reddito – determinando un ritardo sostanziale per quanto riguarda il loro contributo al sistema sociale. In realtà il sistema economico, anzi diciamo pure il padronato industriale, sfrutta la manodopera straniera, concedendo salari così bassi che essa accede in massa agli strumenti dello stato sociale, il che si traduce in un onere enorme per le finanze pubbliche.

    In pratica è un particolare caso di trasferimento di denaro dal pubblico al privato e tuttavia con l’aumento dei prezzi dell’energia anche l’abbassamento dei salari non basta più a compensare in qualche modo il piano inclinato sul quale si trova il Paese. La Germania è chiaramente in un vicolo cieco nel quale qualsiasi mossa diventa negativa: tra un decennio non sarà che il fantasma di se stessa, sconfitta irrimediabilmente non da un nemico, ma dai suoi amici.

  • salvatore giarrusso

    Agosto 13, 2023

    Un video amaro al quale è difficile un commento “libero”. L’infodemia o l’infocrazia che ci colpisce quotidianamente, ci porta ad approfondire il senso di libertà nella sua essenza. Nel frattempo il “proiettile vagante”, continua il suo lavoro.

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