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Per l’Europa

Per l’Europa

Europa vs Occidente
Aldous, 30 giugno 2023
Pagine 1-2

L’Europa, nostra madre, è ormai da tempo attaccata su tutti i fronti. Il suo padrone, infatti, mano a mano che va perdendo l’egemonia mondiale teme la concorrenza economica, militare, culturale di potenze come la Russia, l’India, la Cina. E opera per sfruttare in tutti i modi la colonia europea anche a costo di distruggerne le risorse e la cultura. Credo anzi che questo sia esattamente uno degli obiettivi della politica statunitense.
Quanto sta accadendo in Ucraina – una terra e un popolo mandati al macello nella guerra contro la Russia preparata, voluta, finanziata e sostenuta dagli USA e dall’Unione Europea loro serva – rappresenta un’inquietante prospettiva per l’intero Continente, la cui cultura ed economia vengono erose dall’interno dalla dinamica della globalizzazione, un’ideologia occidentalista e non europea che i media in mano ai capitalisti contemporanei e alle loro società multinazionali non si limitano a esaltare, a difendere, a diffondere ma della quale semplicemente sono intrisi in ogni notizia che danno, in ogni riga che pubblicano, in ogni pensiero che i loro giornalisti concepiscono e che si trasmette per forza di gravità ai loro pigri e abitudinari lettori.
In questo testo per Aldous ho cercato (assai brevemente) di indicare alcune radici storiche della globalizzazione e ho auspicato che il nuovo pluriversum, che va nascendo anche dalla tragedia della guerra combattuta dagli USA e dalla Nato in Ucraina contro la Russia, determini ciò che con Carl Schmitt possiamo definire un nuovo Nomos della Terra, capace di ridare spazio alla feconda molteplicità dell’Europa rispetto alla distruttiva uniformità dell’Occidente.

50 commenti

  • Eurofollie - agb

    Marzo 19, 2025

    […] conferma della natura criminale dell’Unione Europea è che ciò che non si poteva fare per salvare la sanità, i bambini, gli anziani, la formazione […]

  • agbiuso

    Marzo 19, 2025

    «In realtà amo l’Europa e odio la Ue, che ne è la perfetta antitesi»

    Ue ed Europa: i guerrafondai giocano sull’equivoco
    il Simplicissimus, 19.3.2025

    Nella manifestazione di Piazza del Popolo abbiamo visto sventolare bandiere con la “E” o con quella corona di stelle che fa il verso all’America e sentito parlare di “più Europa”, come del resto accade da anni da parte di chi non potendo difendere il meccanismo neoliberista di Bruxelles, almeno non in maniera aperta, sostiene che la soluzione sarebbe andare più avanti nell’integrazione, ossia cedere ancora più sovranità a un governo di non eletti. Non capisco se questa operazione verbale vuota sia più ipocrita o più cretina perché di certo quando si teme di andare fuori strada non si accelera per rimediare alla situazione, ma sta di fatto che in questa occasione più che mai è venuto fuori l’inganno di confondere l’Europa e la Ue sovrapponendo due cose che c’entrano poco l’una con l’altra.

    Vogliamo più Europa? Allora vediamo … circa la metà del territorio continentale è occupato dalla Russia che da sola è grande quanto tutti gli altri Paesi messi insieme. Inoltre è anche la nazione europea di gran lunga più popolata, nonché il singolo gruppo linguistico più numeroso. Dunque più Europa vorrebbe dire anche più Russia, ovvero il Paese contro cui invece l’Ue vuole continuare la guerra. Basterebbe questo per stracciare le bugiarde bandiere che inneggiano al continente, cercando di creare una sorta di neo patriottismo continentale, escludendo però la metà di esso e riferendosi invece a un costrutto politico di stampo chiaramente autoritario. Ciò che insomma il capitale internazionale considera un ottimo antidoto alla democrazia. Insomma è stata la palese dimostrazione di come la comunicazione prenda in giro i cittadini mischiando cose che non c’entrano nulla, una plastica dimostrazione dello scontro fra la realtà e le chiacchiere, tra la vita e i salotti dove gente da nulla si autosostiene nei deliri da rentier dei media o delle istituzioni. Anche dal punto di vista della cultura l’apporto russo è enorme e il tentativo di creare una sorta di razzismo culturale è semplicemente ridicolo, anche se un canzonettiere che ha fatto pure l’insegnante, ha tentato di mettersi l’abito del prof svelando tutta la confusione e la pacchianeria intellettuale della quale è in preda. È stato così imbarazzante da far comprendere in maniera inequivocabile perché la scuola italiana sia scesa così in basso. Comunque una figura migliore di quella fatta da Disgustavo Zagrebelsky, ormai un reperto archeologico della resa progressiva al globalismo. Un caso di scuola verrebbe da dire. Ma in generale questi riti bellici spacciati per sostengo all’Europa, che poi sono funzionali alla definitiva aggressione di ciò che resta del welfare, sembrano l’evocazione di ombre gestita dai medium della grande finanza, piuttosto che una manifestazioni di gente viva.

    Poco male per i vecchietti presenti che erano in gita spesata e offrivano ai retori del momento solo la loro presenza corporale affinché abili fotografi dessero l’impressione di una massiccia partecipazione di pensionati, ma il fatto è che bisogna assolutamente respingere l’equivoco tra Europa e Ue che alla luce degli ultimi eventi diventa un tema politico centrale ed essenziale. Io stesso devo cospargermi il capo di cenere per avere spesso usato come sinonimi le due parole, per futili motivi, per esempio quello di non fare ripetizioni, che nella lingua italiana suonano particolarmente stonate. In realtà amo l’Europa e odio la Ue, che ne è la perfetta antitesi. Che anzi costituisce, dal punto di vista dell’ homo oeconomicus il tentativo di annullamento di culture diverse tra loro. Qui non c’entra nulla la reciproca comprensione e nemmeno la fratellanza tra comunità diverse, ma proprio l’abrasione delle radici e delle differenze in nome della lotta tra individui dentro le regole immutabili del capitalismo. Si tratta di un’altra cosa, di un tentativo che presume in fondo l’inesistenza della società stessa se non come rapporto tra potere e sudditanza, totalmente priva di rapporti comunitari o di classe a cui si riferiscono tutti i tentativi e le teorizzazioni di unificazione del continente, compresa la carta di Ventotene che tutti citano nei salotti, senza averne mai nemmeno letto una riga, come si conviene tra intellettuali di carta straccia. Altrimenti sarebbe stato chiaro che l’unione economica era considerata un’ assicurazione contro i rischi della democrazia che potevano portare alle guerre. Ecco, adesso siamo un’Unione che vuole combattere senza fine contro la metà del continente e per farlo cerca di rievocare sentimenti che aveva demonizzato. Davvero un disastro per l’intelligenza e si direbbe pure per la decenza. In ogni caso per il futuro.

  • agbiuso

    Marzo 14, 2025

    Esatto.

  • agbiuso

    Marzo 13, 2025

  • agbiuso

    Marzo 12, 2025

    L’Unione Europea è stata sin dall’inizio una struttura aggressiva e guerrafondaia.
    Uno dei suoi promotori, Altiero Spinelli, oltre che teorizzare la necessità della guerra ebbe sistematiche relazioni con la CIA.

  • agbiuso

    Marzo 11, 2025

    Armiamoci e partite: Ue buona a nulla, ma capace di tutto
    il Simplicissimus, 11.3.2025

    L’Occidente voleva spezzare la Russia e invece ha spezzato se stesso, fra il troncone americano e quello europeo che paiono agire in maniera antitetica e paradossale perché la parte forte, ossia gli Usa vorrebbe porre fine al conflitto in Ucraina, mentre quella debole, ovvero l’Ur vorrebbe invece continuare a “logorare” Mosca nella insana speranza di riuscirvi., logorando molto più se stessa. Il padrone di sempre dopo aver provato ad eliminare il grande avversario del neoliberismo globalista, si è accorto che non solo questo tentativo è militarmente fallito, ma ha agito da forza centripeta coagulando alleanze contrapposte al modello simil coloniale dell’unipolarità dell’impero. Ciò ha implicato un cambiamento di politiche, di prospettive e di dislocazione del potere che vanno ben al di là del cambio della guardia alla Casa Bianca. I “dipendenti” invece, titolari di una costruzione politica tecnocratica come l’Ue che prefigura la cancellazione della democrazia reale, sono rimasti impelagati nel loro modesto guscio ideativo e non hanno avuto la forza di dissociarsi dalla guerra, sebbene non abbiano alcuna capacità di emanciparsi dall”ombrello americano. Non è è difficile comprenderne il motivo: un milieu politico attaccato con la colla acrilica al progetto globalista e alle sue contrali, sa di essere spacciato, perché la guerra totale, militare ed economica alla Russia si è risolta in un danno enorme all’economia continentale, mentre gli Stati Uniti ne hanno ricavato un qualche vantaggio, al di là della figuraccia fatta dai loro armamenti e dalle loro dottrine tattiche.

    Far rullare i tamburi di guerra e proporre di dare in pasto alla speculazione dei loro burattinai, una montagna di miliardi è l’estremo tentativo di trascinare di nuovo gli Usa dentro il conflitto. Ma più l’Ue tenta queste operazioni, più rimane sola e più si divide. Così mentre gli Usa cercano di sostituire Zelensky che è il simbolo dell’Ucraina usata come clava contro la Russia, gli europei inneggiano a questo screditato personaggio, ben sapendo che è il primo ostacolo verso una seria trattativa di pace. Del resto non capire che la guerra è persa e che è impossibile, allo stato attuale delle cose, ribaltare questa situazione senza un intervento diretto della Nato (dunque con una guerra nucleare che in ogni caso annienterebbe l’Europa), significa soffrire di una grave discrasia cognitiva e di essere completamente slegati dalla realtà. Se vogliamo avere un esempio preclaro della confusione mentale da cui sono affitti i milieu politici in questo tramonto dell’occidente basta riferirsi alle parole del primo ministro canadese, Chrystia Freeland, il cui nonno era un membro dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini, che è apertamente filo-nazista e antisemita: ha seriamente suggerito di usare l’ombrello nucleare britannico per difendere il Canada dall’America di Trump. Non sa nemmeno che sono gli americani di fatto a gestire quel piccolo arsenale atomico di Londra, più modesto di quello francese, basato esclusivamente su quattro sommergibili Vanguard con a bordo i Trident made in Usa insieme a tutto il software per il loro uso. Sono pronto a scommettere che nemmeno un missile partirebbe senza il consenso di Washington.

    La protervia e la totale incapacità di realismo da parte europea, l’illusoria negazione della sconfitta, l’idea di poter mandare in Ucraina 200 mila uomini, che peraltro nemmeno ci sono, come truppe di mantenimento della pace, fingendo di non sapere che è proprio questo che la Russia non può accettare, stanno avendo conseguenze ad ampio raggio: la prima è di aver creare una frattura con i Paesi dell’Est che invece sono favorevoli ad una linea più pragmatica e realistica. Tale rottura in questi giorni si evidenzia drammaticamente con lo svergognato tentativo di mettere in mora la democrazia in Romania dove si sta facendo di tutto e di più perché il Paese non segua una politica di rappacificazione con Mosca. In tal modo però le distanze si vanno accentuando invece di essere colmate. Senza dire che anche tra i Paesi maggiori cominciano ad evidenziarsi delle crepe, che ora sono ancora sottopelle, ma che non tarderanno a mostrarsi ad onta del conformismo globalista dei vari milisu politici nei vari Paesi. Infine viene per la prima volta incrinata la comunità transatlantica e la sua Alleanza.

    Così la Ue non soltanto appare come la vera perdente nel conflitto, ma già ora mostra di non avere né la forza economica, tecnologia, né abbastanza coesione da porte risultare un attore credibile nel mondo multipolare che è ormai una realtà. In sostanza si può dire che il progetto di “unione sempre più stretta” è fallito politicamente ed economicamente, mentre solo la tetragona resistenza della burocrazia continentale e la fatuità inconsistente delle sue classi intellettuali, la tengono ancora insieme. Il tentativo di Macron, del premier britannico Kier Starmer e della von der Leyen, di diventare “leader del mondo libero”, tra l’altro attraverso una spaventosa torsione delle libertà, si rivela patetico, incoerente, fuori dalla storia, fuori dalla realtà e fuori dalla volontà dei propri cittadini. Sono buoni a nulla, ma capaci di tutto e in questo modo stanno creando uno scenario per cui in qualunque modo vadano le cose, l’Europa sarà sempre perdente.

  • agbiuso

    Marzo 10, 2025

    L’Europa isolata nella sua demenza
    Il Simplicissimus,. 10.3.2025

    «Questa è la dimostrazione palmare che ad essere isolata non è la Russia, ma soltanto l’Europa dei guerrafondai con le sue regole variabili a seconda degli interessi, quella che ha taciuto sulla tragedia di Gaza e adesso deve chiudere gli occhi contro le stragi in Siria dei terroristi “moderati”, dopo aver entusiasticamente esultato per la fine di Assad. La realtà è esattamente ribaltata rispetto a quella che ci viene narrata: ormai questa gentaglia che chiede pace con il mitra in mano, sta diventando non solo patetica, ma insopportabile»

  • agbiuso

    Marzo 8, 2025

    Del delirio guerrafondaio dell’Unione Europea (e di coloro che scendono in piazza a sostenere tale follia) si può dire ciò che afferma Francesco Berni nel suo rifacimento dell’Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo (canto LIII, ottava 60):
    «Così colui, del colpo non accorto,
    andava combattendo, ed era morto».

  • agbiuso

    Marzo 6, 2025

    I decisori politici liberali che governano l’Europa e la UE sono ormai affetti da una dissonanza cognitiva, da un distacco così inaudito dal reale, i quali, se non verranno fermati, condurranno il Continente all’autodistruzione.

  • agbiuso

    Marzo 4, 2025

    Stiamo a pettinare le bambole
    il Simplicissimus, 4.3.2025

    Mentre la storia invece di morire lentamente tra le nenie degli sciamani neoliberisti, ha invece messo gli stivali e ora corre verso trasformazioni e assetti molto diversi rispetto a quelli della seconda guerra mondiale su cui l’Occidente si era adagiato, in Italia e in Europa si stanno a pettinare le bambole, immortale espressione di Bersani che ormai appare come immersa in un lontano passato. Si pettinano a Londra dove si è riunito una specie di vertice dei perdenti per far sortire il topolino dalla montagna: ovvero quella di una tregua di un mese in Ucraina. Ma no, davvero questo sinedrio può pensare che Mosca stia a sentire queste baggianate e che accetti tutte le proposte che servono solo a prendere tempo? No di certo. Così come non s’impaurisce di uno Starmer che si dice pronto a difendere la sovranità dell’Ucraina (ma non era un antisovranista?) in terra, cielo e mare. Con cosa? Con i 72 mila uomini in totale delle forze armate britanniche? Magari sarebbe bene che si occupasse della sovranità del suo Paese, se non fosse un patetico burattino dei Rothschild. E tutti a dirgli bene, bravo, ben sapendo che si tratta solo di parole, di una recita scolastica mal interpretata.

    E intanto gli Usa oltre ad annunciare la fine delle operazioni informatiche contro la Russia, hanno sospeso ufficialmente gli aiuti all’Ucraina, un chiaro segnale che non vogliono più Zelensky tra i piedi. Trump sarà pure rozzo, ma si rende conto che quello è il primo ostacolo sulla via di una possibile pace, cosa che sembra sfuggire agli europei, rimasti col cerino in mano, come del resto era ampiamente prevedibile, ma fanno finta di niente, si stanno bruciando le dita, ma ballonzolano qui e là, nascondendo il dolore per la fiamma, la vergogna per essere stati così sciocchi e allo stesso tempo così cinici. Però si pettinano bambole di ogni tipo, operazione in cui gli italiani sono particolarmente abili: e così tra una formidabile tensione sociale per le chiacchiere di Massari o per non so quale pesto da ricchi epuloni, è uscito fuori anche Michele Serra, ex umorista che da tempo immemorabile ha perso la vena e in compenso fa spesso ridere di sé per l’ubbidienza ad ogni forma reazionaria del reset e a ogni catechismo della finta sinistra. Adesso attraverso Repubblica ha chiamato all’appello tutti quelli vogliono continuare lo scontro con la Russia fino all’ultimo ucraino, cianciando di identità europea che evidentemente è possibile solo attraverso la guerra. La penosa manifestazione di domenica scorsa, si è conclusa con la dimostrazione che il Paese reale non vuol essere coinvolto in conflitti armati come del resto dice anche la Costituzione, che non è un testo apparso su Cuore. Ma lui ci riprova, si sente investito di un compito storico e come Zanna Bianca lancia il suo richiamo della foresta, sperando di avere più appeal maggiore del montiano, renziano, montezemoliano, draghiano Calenda che è perfettamente identificabile con chi sui conflitti vuole speculare. Dirà che continuare la guerra significa continuare un inutile massacro e che questo comunque costerà agli italiani una buona fetta di welfare? No, pettinerà le bambole della più vieta retorica dimenticando che quella in Ucraina è una guerra per procura della Nato. Farà finta di non saperlo.

    E infine, per concludere in bellezza c’è lo sciopero dei trasporti indetto per l’8 marzo, una data che potremmo chiamare irrituale. Tuttavia è stata l’occasione che ha spinto la Cgil a proclamare uno sciopero nel settore della scuola e della ricerca contro, immaginatevi un po’, il patriarcato. Ora magari non sarebbe male una battaglia sindacale per equiparare i salari tra donne e uomini, ma la Cgil evita come la peste ogni tema concreto e si appella a presunti attacchi ai diritti delle donne (che poi dovrebbero essere quelli dei cittadini, se non mi sbaglio) e rimane nel vago invece di prendere direzioni concrete. Insomma si tratta di uno sciopero politico, senza politica reale. Il che di certo è nella linea di Landini che si fece in quattro per dare a Marchionne e agli Agnelli il loro pezzo di carne, sacrificando i lavoratori. Ora che abbiamo un governo di destra, ammesso e non concesso che ce ne sia stato uno di sinistra a partire dal ’92, si sente libero di fare la voce grossa invece di pigolare, ma per carità che non si vada davvero a toccare lo status quo delle relazioni industriali, delle questioni sociali, di quelle dei salari. Potrebbe magari accennare alla crescita della povertà nel nostro Paese invece di sgranare inutili rosari. No, ruggisce, ma in gabbia, magari aspettando che il sistema lanci qualche bistecca oltre le sbarre e gli salvi la faccia. Anche lui pettina bambole, anzi è un grandissimo coiffeur pour poupée.

  • agbiuso

    Marzo 2, 2025

    L’antico principio colonialista, la convinzione di essere gli unici detentori del Bene e della Verità, ha condotto l’Europa al suo trionfo ma ora la instrada verso la sua dissoluzione.
    Gli altri non hanno nessun dovere di conformarsi ai principi liberali e capitalistici, gli altri hanno le loro culture e i loro sistemi.

  • agbiuso

    Febbraio 27, 2025

    Romania, la vittima di un’Europa allo sbando
    il Simplicissimus, 27.2.2025

    Il tempo passa inesorabilmente e, come dice il poeta, l’uom non se ne avvede. Così rimuginando sugli avvenimenti romeni dell’altro ieri, ovvero sul fermo del candidato alla presidenza Georgescu, ho realizzato che bisogna aver almeno cinquant’anni, oltre che un cervello funzionante, ça va sans dire, per avere visto e letto della fine di Ceausescu il presidente della Romania comunista, giudicato da un tribunale speciale raccogliticcio e immediatamente fucilato: era il giorno di Natale del 1989, un mese e mezzo dopo la caduta del muro di Berlino. Chiunque avesse soltanto seguito con attenzione gli eventi o ancor meglio avesse visitato il Paese negli anni precedenti, questa sorta di rivoluzione aveva qualcosa di posticcio: troppo rapida, troppo simile a un pronunciamento di palazzo e troppo eterodiretta. Questo non è un giudizio mio, ma di molti storici e oggi vendiamo che le cose si svilupparono nella classica maniera delle rivoluzioni colorate, compreso l’inizio delle proteste dovute al misterioso assassinio di un prete, ovvero lo stesso motivo che pochi anni prima aveva dato fiato a Solidarnosc in Polonia.

    Ora sebbene Ceausescu, da troppi anni al potere, avesse sviluppato la sindrome del padrone – monarca, aveva anche fatto molto per il Paese: mise in moto un meccanismo di industrializzazione e di meccanizzazione dell’agricoltura, fondò molte università anche nei centri di media grandezza proprio per fornire un quadro di professioni per lo sviluppo, migliorò molto l’assistenza sanitaria (peraltro completamente gratuita) al punto di ricevere le lodi dell’Oms, che allora era un’organizzazione seria e non l’osceno baraccone pandemista di oggi, totalmente in mano alle multinazionali del farmaco oltre che a miliardari fanatici del reset. E ultimo, ma non ultimo, aumentò in maniera consistente i salari. Inoltre assunse una posizione di autonomia rispetto all’Unione sovietica, al Patto di Varsavia e alle posizioni di politica internazionale dettate dall’Urss. Insomma la tragica fine, al posto di una “deposizione” e passaggio dei poteri condotto in maniera civile, già annunciava la deriva che andava prendendo il mondo occidentale, del tutto opposta ai valori che professava. Del resto Ceausescu aveva passato molti anni in prigione, in quanto attivista comunista, ai tempi del conducator Antonescu, senza però gli esiti fatali provocati dalla rivoluzione innescata dall’Occidente.

    Quindi oggi non sorprende il fermo di Georgescu, privato prima di una probabile vittoria elettorale e oggi sottoposto di fatto alla detenzione domiciliare in vista delle nuove elezioni, grazie alle manovre della Commissione europea che è riuscita a far annullare dalla Corte costituzionale di Bucarest risultati elettorali che essa aveva già validato. Il pretesto è davvero miserabile e demenziale: quello che la Russia avrebbe influenzato le urne con una campagna a favore di Georgescu su Tik Tok che è costata 3 mila euro, tra l’altro in realtà non sborsati dalla Russia ma dal Partito Nazionale Liberale romeno dell’attuale presidente Klaus Johannis. Se si possono determinare gli esiti delle urne con quattro spiccioli, mi chiedo perché ognuno di noi non possa crearsi un governo amico in qualsiasi parte del mondo. Tutto questo è semplicemente grottesco, tanto più che la Ue invece di respingere l’accusa di aver puntato una pistola alla tempia della democrazia, se ne vanta. Il commissario Tierry Breton che di certo è più bestia dell’omonima razza canina, ha affermato che: “Lo abbiamo fatto in Romania e, ovviamente, dovremo farlo anche in Germania, se necessario”. Non lo è stato anche perché, grazie anche a soldi gettati a profusione nell’impresa, è risultato vincitore il più ardente guerrafondaio: un uomo della finanza che distruggerà la Germania impegnandola in una lotta impari contro la Russia e in quella assai più facile contro la pace, magari trascinando anche noi in un conflitto nucleare.

    Tutto questo non solo dimostra la torsione autoritaria che si sta affermando in Europa, ma esprime benissimo la debolezza terminale della Ue che è costretta a manipolare o addirittura a cancellare elezioni pur di rimanere in vita. Ciò che ne viene fuori è un quadro molto fosco di un continente occupato da un’oligarchia che collabora attivamente con la grande finanza e partecipa delle sue farneticanti visioni di potere universale. Qualcosa che è cerebralmente morto e che non ha davvero più senso di esistere.

  • agbiuso

    Febbraio 26, 2025

    Le iene occidentali litigano sulla carcassa dell’Ucraina
    il Simplicissimus, 26.2.2025

    La questione Ucraina sta diventando una vetrina della miseria morale e materiale dell’Occidente che adesso cerca di divorare la carcassa di un Paese usato come clava contro la Russia. E come sempre accade con le iene e con gli avvoltoi, litigano fra di loro per avere il pezzo migliore. Abbiamo assistito negli ultimi giorni alla commedia delle terre rare con Trump che chiedeva di poterle sfruttare perché Kiev ripagasse gli Usa dell’appoggio dato nella guerra – che ammonta a non meno di 200 miliardi di dollari – e Zelenski che in un primo momento aveva detto sì, poi no, poi ni, legando le eventuali concessioni minerarie all’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Mi pareva chiaro che si trattasse di un’ennesima furbata dell’ex comico, magari suggerita dalla Ue, di evitare qualsiasi pace dal momento che la prima richiesta della Russia è proprio quella di evitare di avere l’Alleanza Atlantica ai propri confini.

    Ma in realtà dietro tutto questo si nasconde una battaglia senza esclusione di colpi, in campo occidentale, per accaparrarsi le risorse di Kiev, anche ammesso che ci siano in maniera così ingente. Dal reportage di un giornale on line redatto da giornalisti cechi e slovacchi, AEnews, emerge un sottofondo verminoso: Zelensky non può dare a Trump le concessioni minerarie semplicemente perché le ha già date alla Gran Bretagna di Starmer. Il 16 gennaio scorso, solo quattro giorni prima dell’insediamento di Trump, Londra e Kiev avevano firmato una sorta di trattato di partenariato centenario, che pareva una miserabile carnevalata costruita su una tragica catasta di morti. A quanto pare invece una clausola tenuta nascosta prevede che dopo la fine delle ostilità, il Regno Unito otterrà il controllo di tutti i porti, centrali elettriche, concessioni di gas naturale, impianti di stoccaggio, oleodotti e depositi di titanio dell’Ucraina. Zelensky ha firmato per la cessione di queste risorse in cambio dell’impegno del Regno Unito per la sicurezza dell’Ucraina, il supporto all’adesione alla Nato e non meno di 3 miliardi di sterline all’anno, per “tutto il tempo necessario a supportare l’Ucraina”.

    Non è possibile sapere se questa fuga di notizie, probabilmente favorita dai servizi americani, corrisponda alla realtà, ma leggendo il testo del trattato o almeno della parte resa pubblica, la possibilità di questo scambio risulta assolutamente plausibile. In più normalmente questi patti contengono la clausola “whole agreement” la quale stabilisce che gli impegni delle parti contraenti sono limitati a quanto esplicitamente specificato nell’accordo. Invece, l’articolo 11 della partnership fa riferimento a “ulteriori accordi o disposizioni non specificati, se necessari e appropriati per implementare questo accordo”. Adesso è possibile capire meglio perché gli attacchi di Trump a Zelensky, presidente scaduto, hanno causato una reazione isterica nel Regno Unito oltre che da parte della Ue annegata nella propria nullità: se Zelensky non era il legittimo rappresentante dell’Ucraina al momento in cui ha firmato l’accordo con Starmer, allora l’intero patto di partenariato tra la Gran Bretagna e l’Ucraina sarebbe nullo. È lo stesso motivo per cui Mosca non firmerà proprio nulla finché c’è al potere il duce di Kiev. A questo punto tutto torna: l’attacco diretto di Trump a Zelensky che ha di fatto tradito quanto aveva promesso a The Donald nel colloquio di settembre dello scorso anno, il tentativo di sloggiarlo con un voto del parlamento e persino le parole di Putin piuttosto inaspettate: in un’intervista di due giorni fa, ha detto che la Russia ha una grande abbondanza di terre rare e accoglierà con favore la cooperazione con qualsiasi potenza straniera, compresi gli Stati Uniti.

    Tutto questo, oltre che mostrare il degrado dei rapporti all’interno dello stesso Occidente, contiene i germi di una follia terminale: la Gran Bretagna infatti non ha alcuna possibilità di opporsi alla Russia e dunque di sfruttare risorse di cui non può garantirsi la praticabilità. Ma ha tentato di soffiare il malloppo agli Usa che sono gli unici a poter fornire – per stessa ammissione di Londra – una qualche copertura militare a Kiev, anche se essa si è rivelata finora inadeguata contro le forze russe. Ora il Regno Unito rischia di rimanere bloccato con il suo investimento fallito nel “Progetto Ucraina” e con una valanga di crediti inesigibili che potrebbero portare a un crollo verticale della sterlina e dei titoli di Stato: le cose segrete per noi non lo sono certo per i soliti noti dei centri finanziari. Gli altri, ovvero i guerrafondai dell’Europa occidentale, vogliono continuare a fare la guerra, senza avere nemmeno la prospettiva di poter alla fine ottenere qualcosa, se non la definitiva rottamazione della loro influenza.

  • agbiuso

    Febbraio 19, 2025

    Europa, il crepuscolo degli idoli
    il Simplicissimus, 19.2.2025

    Bisognerebbe ricorrere alla teoria delle catastrofi per descrivere l’accelerazione che ha preso il crollo europeo: al milieu politico fatto di burattini legati a fili che vengono sia da Washington sia dai poteri finanziari in un complicato intreccio, è andata molto peggio delle previsioni già cupe: l’incontro Usa – Russia in Arabia Saudita è stato un successo e sembra aver riallacciato un dialogo che Biden e la sua cricca globalista aveva del tutto cancellato. Insomma si cominciano ad intavolare ipotesi di trattativa da un punto di vista realistico. Al contrario si è rivelato un totale disastro il vertice di Parigi convocato da Macron per radunare i guerrafondai del continente e soprattutto per fingere un ruolo dell’Europa che di fatto non c’è più da tempo, anche ammesso che esso sia esistito dalla seconda guerra mondiale in poi a parte quello di essere un pezzo sulla scacchiera che gli Stati Uniti hanno usato come elemento di predominio mondiale. Alla riunione sono stati invitati i rappresentanti di solo otto Paesi che tra l’altro non si sono trovati d’accordo su nulla e se Francia e Gran Bretagna (che tuttavia non fa più parte dell’Ue) volevano mandare uomini in Ucraina, Italia, Spagna, Germania e Polonia hanno detto di no. E per fortuna che non sono stati invitati gli altri perché allora si sarebbe visto che il dissenso rispetto a questa prospettiva bellica è totale.

    Era abbastanza prevedibile, ma ciò che hanno cercato di fare i leader di questa ipotetica lega dei volonterosi per la guerra, è stato di buttare fumo negli occhi ai propri cittadini tentando di far credere che la Ue sia ancora un importante attore della scena mondiale, proprio quando si è avuta la clamorosa dimostrazione della sua totale irrilevanza. A questo si deve aggiungere il discredito che sta colpendo sia le istituzioni di Bruxelles sia i garanti dello status quo nei vari Paesi dell’Unione: il Berliner Zeitung, su input di Bloomberg, ha rivelato che l’Ue sta pianificando di spendere la gigantesca cifra di 700 miliardi di euro di denaro pubblico per alimentare la guerra, anzi visto come stanno le cose sul campo, per far continuare un’inutile strage: fin c’è guerra c’è speranza di mantenere il culo al caldo e garantire gli interessi dei burattinai. Non solo: la notizia sarebbe stata rivelata solo dopo lo svolgimento delle elezioni tedesche per non far crollare del tutto in partiti di governo. Delirio bellico, mancanza di trasparenza, distruzione del welfare, censura e finzione di democrazia vengono ampiamente dimostrate, anche senza metterci il carico delle vicende rumene e georgiane Sono ormai la cifra distintiva dell’Ue. È davvero l’ora di dire basta. Per quanto ci riguarda più da vicino, anche se una notevole fetta di quei miliardi verrebbero saccheggiati dalle nostre tasche, c’è la figura peregrina fatta dal massimo rappresentante delle nostre istituzioni, ovvero dal signor Mattarella Sergio che dopo aver detto che la Russia è come il Terzo Reich, naturalmente applaudito dai lotofagi del Pd , è stato sbugiardato dal Web: nell’incontro che ha avuto con Putin nel 2017 lo aveva invitato a fare qualcosa per difendere le popolazioni del Donbass. Ve ne potete accertare qui…e guardate con quanta deferenza trattava il capo del Terzi Reich.

    Tutto questo verminaio dimostra che istituzioni europee sono eterodirette e che rispondono ad altri interessi rispetto al benessere dei cittadini e dei Paesi che ne fanno parte. Se poi a questo aggiungiamo il disastro economico provocato dalla perdita di beni energetici a basso costo della Russia e i dazi americani. non è difficile preconizzare una dissoluzione dell’Ue a cominciare dalla sua ideologia, tutta basata sul governo del mercato e non degli Stati e dei cittadini, di cui Draghi è stato il grande profeta. Peccato che le sue previsioni non si siano realizzate ed egli stesso abbia poi ammesso che la competitività, come correlato oggettivo del Dio mercato, abbia avuto come conseguenza il crollo della domanda (e l’impoverimento delle popolazioni, ma su questo ha glissato). Poiché egli faceva riferimento anche alla competitività fra Paesi dell’Unione, peraltro paradossalmente acuita proprio dalla moneta unica, creata nel modo peggiore possibile, ecco che il modello degli ultimi quarant’anni d’Europa si mostra come fallimentare. Anzi ci dice che a questo punto la sopravvivenza della Ue è concepibile solo in una prospettiva di crescente autoritarismo. Purtroppo l’Unione così come si presenta istituzionalmente non è tecnicamente riformabile: bisogna prima sciogliere i trattati e poi ricominciare da capo su basi che rifiutino il neoliberismo e i suoi correlati, ovvero la riduzione degli Stati a meri strumenti amministrativi che non consentono una reale partecipazione popolare.

  • agbiuso

    Febbraio 9, 2025

    Segnalo un lucido articolo di Eugenio Mazzarella (il Fatto Quotidiano, 6.2.2025).
    Non tutto condivido di questa analisi, in particolare mi sembra che la Russia esca vincitrice dalla guerra, insieme agli interessi economici degli USA, i quali stanno trionfando a costo però del primato politico dell’egemone statunitense (come si accenna nel finale riferimento di Mazzarella ai BRICS).
    Condivido invece per intero la tesi che la guerra della NATO contro la Russia sia stata e continui a essere un suicidio dell’Europa, o meglio un assassinio del nostro continente attuato da governi nemici dell’Europa e dei loro popoli, governi – con una parola antica – “traditori” perché posti interamente al servizio degli Stati Uniti d’America, che dell’Europa sono appunto i nemici. La guerra ha reso più chiara anche questa verità.

  • agbiuso

    Febbraio 1, 2025

    Georgia libera.

  • agbiuso

    Gennaio 28, 2025

    La seconda presidenza Trump sta cancellando le finzioni con le quali la colonia Europa ha giustificato a se stessa la propria servitù agli Stati Uniti d’America.
    Ora il dominio del padrone americano appare per come realmente è: brutale, colonialistico, violento.
    Merito di questo miliardario è aver sollevato il velo – “sfrondato gli allori”, direbbe Foscolo – e posto davanti agli occhi degli Europei la verità del dominio e della servitù. Ma i ciechi non vedono, sennò non sarebbero ciechi.

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    Europa al Truman Show
    il Simplicissimus, 28.1.2025

    Desolazione. Mi ritornano in mente i versi studiati al liceo: dagli atrii muscosi, dai fori cadenti, senza il sospetto che questo sarebbe stato non il passato, ma il futuro. Ora che Trump sta interpretando senza scampo il post occidente, quando come soluzione di pace per i palestinesi di Gaza ne propone la deportazione in altri Paesi per poi costruire sul loro territorio un mucchio di resort per lo stupido e vacuo turismo d’oltre Atlantico, quando pretende come Brenno l’oro e il sangue altrui, cadono gli scenari di cartapesta. Ma c’è qualcosa di peggio di questo attivismo barbarico ed è la patologica rassegnazione degli europei al feroce padrone, il non saper esprimere alcuna differenza, l’essere barbari per riflesso senza che la loro masochistica inazione possa apparire come civiltà.

    Tutto è consumato, falso e tarlato come un sofà di Gozzano, niente di più che una lunga bugia durata 80 anni. Finché il padrone ha mantenuto un minimo di forme, l’Europa ha costruito il suo ologramma, ma quando il declino dell’impero si è trasformato in rabbia esistenziale, non c’è più nulla che ci separa dalla cruda realtà. Lo si vede benissimo nella vicenda della Groenlandia che il Pantagruel di Washington vuole annettersi per “difenderla” anche se non si sa da chi. Ma questa gigantesca isola artica appartiene alla Danimarca, ovvero a un Paese della Nato e per giunta dell’Unione europea che nei suoi statuti fondamentali ha quello della difesa comune. Eppure non si è sentito un fiato provenire da Bruxelles. Lasciamo stare che Copenaghen è completamente indifesa avendo mandato tutto ciò che aveva in Ucraina, sorvoliamo sul fatto che questo è accaduto per tutti i Paesi sotto il tallone della Nato, ma almeno un flebile no sarebbe stato opportuno per far vedere che l’Ue non è solo uno strumento dell’oligarchia neoliberista, ma esiste in qualche altra dimensione. Certo tutta la vicenda ucraina è paradossale visto che un intero continente si è privato delle proprie risorse energetiche per compiacere le mire egemoniche di un padrone che adesso pretende di essere lui a rifornire la Ue di gas, ma a prezzo quattro volte superiore a quello medio che praticava la Russia, mandando per giunta un gas di pessima qualità. Però fino alla presidenza Biden tutto questo è stato nascosto da parole d’ordine come la difesa dall’aggressione russa, democrazia, libertà, intangibilità dei confini e insomma tutto l’apparato mimetico del potere che negli ultimi 50 anni è stato giocato in maniera cinica e antitetica. Perché in Jugoslavia si è preteso che ci fosse un’autodeterminazione delle varie aree del Paese, mentre la stessa cosa è stata strenuamente negata nel caso ucraino?

    È inutile cercare una spiegazione perché essa è finalmente visibile a tutti: l’ordine mondiale basato sulle regole, non esiste ed è solo un’ assurda e volgare commedia a cui l’Europa si è accodata, diventando poi la più illustre vittima. E adesso si arriva al grottesco: il continente è stato sbattuto al fronte come un fantaccino di Kiev pescato per strada dalla polizia, ma ora teme di essere abbandonato a se stesso perciò è allarmato dal ricatto di Trump di ritirare un po’ di truppe di occupazione all’Europa, cosa della quale dovremmo essere solo contenti. Ma certo hanno sbeffeggiato e poi insultato la Russia per anni, hanno prima nascosto il terrorismo che Kiev esercitava sulle popolazioni russofone, hanno ingannato Mosca con gli accordi di Minsk che – come ha poi ammesso la Merkel – servivano solo per prendere tempo e intanto armare l’Ucraina, hanno censurato le fonti informative di Mosca e non contenti hanno pure censurato la cultura russa. Adesso temono le conseguenze della loro scelleratezza alla luce della sconfitta che hanno subito.

    Oggi questi burattini tremano non solo per questo, ma perché il padrone cerca soluzioni per la sua stessa salvezza, senza badare ai suoi complici e anzi esige il suo pezzo di carne in favore degli usurai di Wall Street: prima ha disarmato i reggicoda e ora impone che vengano comprate armi americane, vuole inoltre che l’industria del continente vada a remengo, o si traferisca in Usa e infine è deciso a separare la propria servitù dall’area economicamente più attiva e rilevante del pianeta. Ovviamente i burattini normalmente non tremano, ma adesso che Trump ha strappato il sipario di buone intenzioni, non sanno più come trovare una via di uscita, una qualunque giustificazione. E come se questo non bastasse il neo presidente ha cancellato con un tratto di penna il Net Zero ovvero il pilatro di argilla che sosteneva la follia di rinunciare alle risorse russe. Per non parlare dei viaggi di affari della Meloni che dopo aver svenduto lo svendibile agli americani, adesso fa viaggi di affari non nell’interesse del Paese, ma di aziende private o ampiamente private come l’Eni. Oserei dire privatissime visto che la creatura di Mattei paga le tasse in Olanda.

    Insomma sta crollando tutto il castello di sabbia costruito per non mostrare la mancanza di autonomia e di sovranità, per nascondere sotto il tappeto sudditanza, la lotta di classe al contrario, lo strangolamento della democrazia. Così l’Europa appare come un grande Truman Show senza happy end che tuttavia nessuno ha visto e ahimè tutti hanno subito.

  • agbiuso

    Gennaio 26, 2025

    Da: Caro signor Musk, non abbiamo bisogno che tu ci venga a dire come fare grande l’Europa
    di Lorenzo Maria Pacini, Strategic Culture Foundation , 23.1.2025

    “Non abbiamo bisogno delle vostre guerre, fatevele voi, andate voi per primi sulla linea del fronte invece di imporre la morte ai figli di altre nazioni.

    Non abbiamo bisogno dei vostri ‘valori’ che sono la morte della civiltà.

    Non abbiamo bisogno di voi.

    Noi Europei abbiamo millenni di storia e civiltà che nemmeno vi degnate di provare ad onorare – ma l’onore è una virtù scomparsa ormai -, al massimo provate a copiarla esteticamente, riproducendo le forme, ma dimenticando i contenuti. Siamo popoli che hanno costruito imperi non nell’ultimo secolo, ma per millenni. Se non fosse stato per la nostra cultura, anzi le nostre culture, nemmeno sarebbe mai nata “l’America” così come la avete costruita, sul sangue dei nativi che non avevano anche loro bisogno di voi”

  • agbiuso

    Gennaio 23, 2025

    Da: Intelligenza artificiale: la Cina smorza l’entusiasmo di Trump
    il Simplicissimus, 23.1.2025

    «Tutto questo è merito di un’economia mista dove la finanza pubblica orienta gli investimenti e la produzione verso obiettivi sociali e necessità di sviluppo nazionale. Era un po’ il sistema – sia pure meno sviluppato – che aveva anche l’Italia, assieme ad altri Paesi europei prima che l’Ue facesse un sacro giuramento sui sacri testi neoliberisti, un crogiolo di valutazioni reazionarie messe assieme da vecchi feudatari dell’Austria Ungheria spodestati, notabili dell’ex impero britannico e oligarchi nordamericani, la cui prima prova del fuoco fu il golpe cileno. Ora si raccolgono di frutti. E sono frutti amari, destinati ad avvelenare in primis un’Europa in balia del nulla sia sociale che politico che tecnologico. Ma in compenso è leader indiscusso della stupidità naturale».

  • agbiuso

    Dicembre 27, 2024

    Bilderberg e Stoltenberg: le montagne della guerra
    Il Simplicissimus, 27.12.2024

    Solo i ciechi volontari fanno finta di non vederlo, parlo dello
    stretto legame che esiste tra guerra ed élite finanziarie: il passaggio di Jens Stoltenberg – ex primo ministro norvegese, ex direttore del Gavi Alliance, la fondazione finanziata da Bill Gates per promuovere la diffusione dei vaccini a livello globale e infine ex segretario della Nato – a capo del gruppo Bilderberg, dimostra a pieno il funzionamento del sistema di potere reale. Si tratta di una pratica che vede il riciclaggio costante delle stesse figure stantie e marce da una posizione all’altra: una volta che hanno accumulato errori su errori o una quantità irreversibile di malcontento pubblico, i burattinai li spostano sulla scacchiera come fossero pedoni. La stessa cosa accade, tanto per fare qualche esempio, per Mario Draghi o per Kaja Kallas passata da primo ministro dell’Estonia – un Paese che ha meno della metà degli abitanti di Roma di cui il 28 per cento di russofoni gravemente discriminati- a braccio destro di von der Leyen come vicepresidente della Commissione Europea. La democrazia avanza.

    Ma di sicuro la nomina di Stoltenberg suona davvero come sinistra visto che è stato scelto specificamente per la sua “competenza” nella guerra tra Ucraina e Russia, il che potrebbe indicare l’area principale su cui si concentrerà la cricca del Bilderberg nei prossimi anni: tenere alto il vessillo della guerra anche, se non soprattutto, attraverso operazioni terroristiche, le uniche ormai realmente alla portata della Nato. Il legame è diretto perché Alex Karp, amministratore delegato di Palantir, un’azienda di software che lavora essenzialmente con i servizi americani, non solo fa parte del direttivo Bilderberg, ma si è anche vantato del fatto che la società era “responsabile della maggior parte degli attacchi dell’Ucraina”.

    Ora con l’assunzione di Stoltenberg, possiamo vedere molto bene i contorni di una parte consistente dello stato profondo globale: è costituito da personaggi legati all’industria bellica e all’intelligence che presiedono circoli frequentati da tutti i principali leader politici ed economici del mondo occidentale. Come si può facilmente immaginare, i tamburi di guerra vengono suonati a distesa per far scorrere il treno della cuccagna nell’infinito ciclo del complesso finanzario-militare-industriale.

    Inoltre questo personaggio che ha dimostrato una totale mancanza di autonomia, di intelligenza e persino di educazione, ma che è certamente dotato di uno stolido fanatismo, sarà probabilmente usato per arginare la dissoluzione del potere delle élite europee. È notizia di questi giorni che Alice Weidel di Afd è in testa nei sondaggi per la carica di nuovo cancelliere a Berlino, mentre il partito di Nigel Farage ha superato per numero di iscritti quello conservatore in tutto il Regno Unito. Non è certo un caso se oltre alla nomina di Stoltenberg, c’è stata quella a membro del direttivo di Bilderberg di Fareed Zakaria della Cnn che rivela ancora una volta il nesso tra potere militare, industriale e mediatico volto a orientare le pubbliche opinioni.

    Intanto anche dal punto di vista geopolitico le cose non sembrano andare così bene: si sta sgonfiando l’entusiasmo per la cacciata di Assad dalla Siria. Una grande manifestazione pro Palestina si svolgerà a Istanbul il primo gennaio del prossimo anno e ad organizzarla è stato il figlio di Erdogan, Bilal. Lo slogan della manifestazione dice tutto: “Ieri Santa Sofia, oggi la Moschea degli Omayyadi (Damasco), domani Al-Aqsa (Gerusalemme).” Le parentesi sono mie per far comprendere bene in quale pasticcio si siano messi Israele e Usa con questa operazione. Tanto più che Jolani il nuovo leader terrorista bazzica sempre più con personaggi dei servizi turchi. E come se non bastasse si parla di un nuovo e più stretto accordo di partenariato tra Russia e Iran da siglare prima dell’ entrata di Trump alla Casa Bianca. Non basteranno probabilmente le varie “montagne” (Berg questo significa in tedesco) per arginare la marea che cresce attorno al potere grigio che si è impadronito dell’Occidente.

  • agbiuso

    Dicembre 25, 2024

    Un’analisi sintetica, assai precisa, corretta.

  • agbiuso

    Dicembre 16, 2024

    Occidente tra favole e follia
    il Simplicissimus, 16.12.2024

    Davvero siamo in un momento di follia totale. Basta soltanto vedere le immagini dei droni travestiti da Ufo che in Usa sono la nuova frontiera della battaglia politica, un chiaro espediente per allarmare i cittadini, insinuare l’idea che potrebbe trattarsi di oggetti provenienti da una potenza straniera e rendere così le cose più difficili a Trump, nell’ipotesi che egli voglia realmente arrivare a discutere di pace. Che ci si trovi di fronte a una riedizione in 3d della celebre trasmissione radiofonica di Orson Welles suIl’ invasione dei marziani, ci sono pochi dubbi: il fatto stesso che il Pentagono abbia dichiarato che non sa di cosa si tratti e non faccia assolutamente nulla per scoprilo, benché abbia tutti i mezzi per svelare l’arcano, dimostra l’ennesimo spettacolare dolo in questo tramonto dell’impero.

    Ma ci sono varie forme di pazzia, quella che ci riguarda più da vicino è che dopo la visita a Kiev del cancelliere Scholz, a trovare Zelensky c’è andato anche il suo principale rivale alle prossime elezioni anticipate, il leader della Cdu, Friedrich Merz. Costui, nonostante il fatto che la gran parte della popolazione ne abbia ormai abbastanza della guerra, ha promesso l’invio dei missili Taurus “per raggiungere obiettivi militari in Russia.” Ora è evidente che dal punto di vista elettorale questa è una posizione perdente, ma sembra quasi che questi personaggi facciano a gara non per conquistare i voti dei cittadini, ma per posizionarsi al primo posto come camerieri di Washington. Infatti la minaccia dei missili si adatterebbe al confuso piano di pace di Trump “attraverso la forza” che tuttavia arriva palesemente fuori tempo massimo.

    Ora non credo che questo Merz sia così stupido da aspettarsi che qualche Taurus possa cambiare le sorti della guerra e nemmeno da non capire che ciò significa una partecipazione diretta della Germania al conflitto, con tutte le possibili conseguenze. Ma in generale queste mosse si situano nel delirio cognitivo occidentale: dal Potomac alla Sprea, dalla Senna al Tevere si pensa e si spera che la guerra possa continuare ad oltranza e che in qualche modo si coaguli più o meno sulle posizioni attuali con l’accettazione di Mosca di tale status quo. Tale miracolo dovrebbe essere propiziato dal richiamo delle leve dai 18 ai 24 anni per tamponare le enormi perdite subite dall’esercito ucraino che, tanto per la cronaca, solo nell’ultima settimana ha perso 12 mila uomini tra morti, feriti e disertori. Ma siamo di fronte all’ennesimo caso di negazione della realtà.

    Nel grafico a fianco possiamo infatti vedere che le persone sotto i 25 anni sono relativamente molto poche a causa del fatto che gli anni ’90 hanno visto un forte calo dei tassi di natalità. In sostanza significa che la coorte di maschi nati dalla metà degli anni ’90 in poi è molto piccola rispetto ai gruppi più anziani.

    Tuttavia anche se il regime di Kiev avesse un grande bacino di potenziali riserve, non ha l’infrastruttura né il tempo necessari per addestrare efficacemente le nuove reclute. Il grafico dimostra che non c’è modo di invertire la tendenza. E Mosca sa benissimo che ogni tentativo di congelare la situazione avrebbe il solo scopo di prendere tempo per riarmare Kiev e darle un’altra possibilità. Tuttavia ci si culla in quel territorio ambiguo che si estende al confine tra illusione e menzogna per allontanare l’amaro calice: senza un intervento diretto della Nato la sconfitta è certa, anche se non sarebbe per nulla una garanzia di vittoria. D’altronde in Siria i vari protagonisti della caduta di Assad cominciano a scoprire di aver ottenuto una vittoria di Pirro e già iniziano le frizioni tra di loro. Faranno la fine della Francia che fu tra i protagonisti della guerra libica con lo scopo di contribuire a garantire l’egemonia francese sulle sue dipendenze nell’Africa settentrionale e occidentale. Oggi la Francia non ha quasi più dipendenze in quell’area e perfino il Ciad e il Senegal le stanno buttando fuori.

  • agbiuso

    Dicembre 7, 2024

    A proposito di quanto di gravissimo sta accadendo in Romania, se ne deduce che  tutte le elezioni svoltesi in Italia dal 1948 in poi sarebbero da annullare poiché influenzate e distorte alla radice dalla propaganda, dai finanziamenti, dalle minacce degli Stati Uniti d’America…

  • agbiuso

    Dicembre 5, 2024

    L’Europa della catastrofe
    il Simplicissimus, 5.12.2024

    Quando ci si sveglia dopo un incubo, si prova un grande sollievo perché capiamo che la realtà è un altra, meno drammatica o forse solo più addomesticata e conosciuta. Però capiterà sempre meno perché l’incubo è quello che viviamo e non vedremo l’ora di sognare qualcosa di diverso da questo inferno del contrappasso storico. In un girone vediamo il presidente di quella che era considerata – peraltro a torto marcio – la democrazia guida dell’Occidente, concede la grazia il proprio figlio dopo una condanna per corruzione, guarda caso attuata proprio in un Paese, l’Ucraina, dove egli ha scatenato una sanguinosissima guerra. L’Europa decreta, senza nemmeno uno straccio di prova, che le elezioni in Georgia non sono valide e la stessa cosa farà per la Romania: se la gente di questi Paesi non vuole la guerra con la Russia, ecco allora che non sono democratici. E il cahier de doléances potrebbe continuare a lungo perché i sogni, così come gli incubi non hanno la logica della realtà.

    Così, tanto per fare un esempio tra mille, quel sinedrio di cinici imbecilli che governa Bruxelles, non solo ha rinunciato all’energia a basso costo della Russia, ma vuole fare un’insensata guerra commerciale alla Cina, tanto per stendersi ancora di più a tappetino nei confronti di Washington. Contemporaneamente però adotta un’agenda pseudo verde – in realtà un agenda neo feudale – nella quale possono credere solo i QI al disotto della temperatura ambiente, in cui impone in tempo brevi auto elettriche ed energie alternative, la cui tecnologia proviene al 90 per cento dalla Cina. È notizia di qualche giorno fa che la società svedese Northvolt ha presentato istanza di fallimento: si tratta del maggior produttore di batterie per trazione automobilista in Europa, oltre che un importante concorrente del settore sia in Usa che in Canada. Anzi rappresentava la sfida che il continente europeo aveva lanciato ai suoi concorrenti asiatici e che è stata persa in maniera clamorosa: l’azienda svedese non ha mai decollato come centro progettuale ed era ovvio che fosse così vista la decisione pazzesca di arrivare al tutto elettrico in dieci anni. Lavorava grazie alle equipe tecniche cinesi e tutti macchinari della linea produttiva provenivano dall’ex celeste impero. Che dire? Forse non esiste un insulto che sia all’altezza di questo raccapricciante modus operandi.

    Non si tratta di semplici errori quanto dell’esito terminale di una costruzione europea guidata dagli Usa fin dal 1949, prima attraverso la Nato, poi mediante un costrutto politico nato a Maastricht e chiamato Ue, il cui scopo era attuare la sudditanza in campo politico cje si è concretata con una continua battaglia contro le sovranità nazionali che sono invece la base della rappresentatività democratica, in modo che le oligarchie di comando potessero aderire alle volontà del padrone di Oltre Atlantico senza il problema del consenso. Questo ha permesso di fare scelte assurde del tutto contrarie agli interessi dei Paesi presi al laccio in queste trappole e del continente in generale che si avvia al proprio suicidio. E non soltanto: le scelte sono state tutte contro il lavoro e i suoi diritti per favorire il capitale e il suo sistema di sfruttamento: vedere Landini fare la voce grossa, dopo trent’anni di calate di braghe è uno spettacolo davvero indecente.

    Chiamare tutto questo democrazia è un affronto alla storia e persino al buon senso. La democrazia presuppone, lo stato di diritto che è ormai aggredito dall’interno, il mantenimento imparziale della legge e dell’ordine, un’informazione libera e plurale, libertà di parola, libertà di azione e libertà di movimento. Una democrazia non è affatto il tipo di “società aperta” in cui solo i ladri come George Soros possono fare ciò che vogliono senza mai essere costretti a rispondere delle loro azioni. La frequenza odiosa e la nauseante insistenza con cui i politici europei si riferiscono alla “nostra democrazia” sono di per sé un’indicazione che una tale democrazia non è altro che un’illusione.

    A forza di assurdità e di scelte volte a fini molto diversi da quelli ufficialmente fatti balenare attraverso un sistema di media irregimentati, la questione politica si salda ormai con quella della sopravvivenza. Ma quando ciò si incarna in movimenti popolari – naturalmente sempre accusati di essere di estrema destra. come se chi dà queste definizioni sapesse di cosa sta parlando e quasi sempre non ne ha proprio la minima idea – si arriva alla repressione che si attua in ogni contesto della vita e del discorso pubblico. Ecco perché la scelta della democrazia, dei suoi strumenti, del ritorno ai bisogni dopo l’orgia dei desideri, oggi è necessariamente una scelta rivoluzionaria. O vogliamo aspettare la catastrofe sul divano?

  • agbiuso

    Novembre 30, 2024

    Europa delenda est
    il Simplicissimus, 30.11.2024

    Mi chiedo se si possa essere così stupidi o così abietti da proporre un piano di pace che scambia i territori persi dall’Ucraina con l’adesione di ciò che resta del Paese alla Nato. Sì perché la guerra è cominciata – dopo anni di cannoneggiamenti e uccisioni di civili in Donbass – proprio perché gli Usa rifiutavano di mettere nero su bianco che l’Alleanza Atlantica non si sarebbe estesa all’Ucraina. Ora che un tale delirio venga da Zelensky, magari dopo le abbondanti sniffate che gli paghiamo noi, non stupisce affatto, ma che tutto questo venga presentato dall’informazione occidentale come un concreto piano di pace e quale dimostrazione che è Putin a volere la guerra, valica tutti i limiti della ragionevolezza e della decenza.

    Il fatto è che tutti, anche i più stupidi, si sono resi conto che ormai l’Ucraina è alle corde e allora tentano di rinfocolare la guerra, permettendo l’uso di missili a raggio più lungo sul territorio russo o sollecitando, come ha fatto quella canaglia svampita di Biden, il richiamo alla leva anche dei ragazzi di 18 anni. Il problema per l’Occidente è ormai semplicemente di immagine e lo ha detto chiaramente il segretario della Nato, Rutte (nomen omen), dicendo che occorre “raggiungere un accordo che non sia favorevole ai russi, ma anche alla Cina, alla Corea del Nord e all’Iran, perché tutti staranno a guardare “. In pratica non si può permettere che l’Occidente (leggi Usa) appaia sconfitto in questa guerra per procura e dunque occorre fare di tutto per non arrivare a una pace che sia al tempo stesso un disvelamento del piano di aggressione alla Russia messo a punto da Washington e seguito pedissequamente dall’Europa anche a costo della propria rovina economica. Per non parlare poi della corruzione che ha visto politici stanziare somme enormi per il regime di Zelensky e tornare poi da Kiev con valigie piene di denaro. Cosa che ha fatto tutta la nomenclatura europea.

    Così vengono lanciati, sul mero versante narrativo, piani di pace ridicoli, inconsistenti e fuori da ogni realtà militare o economica come per sondare il terreno sulle intenzioni di Mosca e della nuova amministrazione americana che tra una cinquantina di giorni prenderà le redini degli Usa. Di certo tutto questo non sfiora Mosca che ha già espresso le proprie condizioni di pace, ovvero cessione dei territori conquistati e Ucraina neutrale che è il vero punto centrale, attorno a cui ruota il conflitto, ma chiama in causa Trump e le sue supposte intenzioni di arrivare alla fine del conflitto che in questi giorni vacillano a causa del silenzio in cui si è chiuso il presidente eletto. Non vorrei peccare di pessimismo, ma l’incremento della guerra attuato da Biden e dal suo sinedrio renderà più difficili le cose. Tuttavia credo che un risultato del conflitto lo possiamo già mettere in cascina, come si diceva una volta, ovvero è ormai irreversibile: la scomparsa dell’Europa dalla scena mondiale che per gli Stati Uniti sono un bel risultato. Chiaramente la Ue non ha alcuna possibilità di spingersi in un conflitto diretto con la Russia come dimostra anche il lancio del nuovo Oreshnik che di fatto rende superfluo l’uso del nucleare su siti mirati (per esempio Ramstein o Aviano) con buona pace dei guerrafondai da divano che costituiscono la parte più spregevole del genere umano. Ma anche gli Usa sarebbero in gravissima difficoltà in una guerra aperta. Quindi al di là di qualsiasi evoluzione della situazione nelle innumerevoli possibilità che intercorrono tra una solida pace e una guerra globale, possiamo essere sicuri di una cosa: che Trump cercherà di evitare lo scontro diretto lasciando l’Europa da sola e non impegnerà gli Usa in azioni di rappresaglia anche qualora la Russia attacchi obiettivi militari sul nostro continente.

    Qualche giorno fa in un post su questi temi ho proposto l’idea che non dobbiamo pensare a una terza guerra mondiale, ma alla prosecuzione di un conflitto iniziato nel 1914, grazie al quale gli Usa hanno sempre più ridotto le possibilità dell’Europa. Ora siamo all’atto finale: priva delle risorse energetiche che dall’ultimo dopoguerra hanno creato sviluppo economico, condizionata da una moneta assurda come l’euro, ora il continente è totalmente in balia degli Usa, grazie a milieu politici stupidi e corrotti. E di certo Trump non farà nulla per cambiare una situazione che è stata l’obiettivo di Washington per un secolo. Anzi ha tutto l’interesse di sbarazzarsi di un concorrente e succhiarne la linfa che rimane per rendere di nuovo grande l’America. Lascerà gli imbecilli di Strasburgo in balia dei loro colossali errori. E noi in balia delle chiacchiere di cui ci nutriamo. È vero che tutto questo è stato propiziato dagli ideologismi globalisti che Trump vuole contrastare, ma questo non basterà a salvarci. Forse è troppo tardi per evitare di avere un grande avvenire solo dietro le spalle.

  • agbiuso

    Novembre 15, 2024

    Arnaud Bertrand
    Fonte: https://x.com/RnaudBertrand/status/1857243663518372054

    Absolutely perfect illustration of what we enable with the way the media and the Western political class framed what happened in Amsterdam.
    There was a football match between Israel and France yesterday and this happened at the beginning of the match: a horde of Israeli supporters openly lynched some French supporters in the stands.
    Macron himself was in attendance at the match to show his commitment to “fighting antisemitism” after Amsterdam… He made no public comment that I know of on these French supporters getting lynched in front of his eyes. And the police made no reported arrests.
    Had the reverse been the case, had this been some Israeli supporters getting lynched by a horde of French supporters, you can absolutely bet 100% that he (and all the French media) would have made a huge deal out of it.
    You cannot overstate the absurdism of it: because we’ve so gaslighted ourselves around “antisemitism” and so distorted the meaning of it, Western countries would literally rather let our their own citizens get lynched on their own soil – in front of the president’s eyes (!) – than face accusations being “antisemitic” in their own definition of the term.

  • agbiuso

    Ottobre 18, 2024

    La Serbia “vola” verso i Brics
    il Simplicissimus, 18.10.2024

    Il passato, soprattutto il cattivo passato, non è mai sepolto, ma al contrario si insinua nei corridoi carsici della storia e ricompare come nemesi. Così in prossimità del vertice dei Brics a Kazan, la Serbia bombardata e accusata di nequizie compiute da altri, in perfetto stile anglo americano, fa una mossa del tutto inaspettata: ha annullato l’acquisto di 11 caccia francesi Rafale di quarta generazione che era stato deciso nell’aprile scorso come pegno per l’entrata del Paese nella Ue. In effetti l’acquisto di questo caccia, era stato ritenuto necessario dal governo serbo solo per testimoniare l’avvicinamento all’Unione europea, ma fin da subito tale scelta è stata fortemente contestata per il fatto che l’aereo sarebbe stato fornito in versione declassata nelle sue capacità aria – aria perché esso doveva costituire una minaccia limitata per la Nato nel caso in cui la Serbia deviasse dalla linea occidentale. In pratica non sarebbero stati forniti i missili Meteor che sono di fatto l’unico atout dell’apparecchio in questione.

    Dunque la decisione di dotarsi di questi caccia era un fatto meramente politico perché un’ arma dalle prestazioni artificialmente ridotte nel contesto di un aereo già largamente inferiore a qualsiasi altro di ruolo simile in produzione nel mondo, con motori debolissimi, un radar ormai pressocché amatoriale e per di più incompatibile con il resto dell’aviazione serba – il cui nucleo comprende apparecchi russi e cinesi – sarebbe stato militarmente un non senso. Per di più questi caccia erano offerti a un prezzo superiore a quello di macchine incomparabilmente più efficienti e fornite senza alcuna limitazione.

    Evidentemente in pochi mesi molte cose sono cambiate e dunque il “sacrificio” richiesto per corteggiare l’Ue e dare a Macron la soddisfazione di un affare su aerei che non hanno avuto un gran successo sui mercati internazionali, viene ritenuto eccessivo. Perché? Lo spiega il vice primo ministro serbo Aleksandar Vulin il quale ha spiegato che Belgrado sta valutando la possibilità di entrare nel gruppo Brics come alternativa all’adesione all’Ue. “Non c’è dubbio che i Brics siano diventati una vera alternativa all’Ue”. Un’ alternativa anche parecchio più attraente: “I Brics non chiedono nulla alla Serbia e offrono più di quanto possiamo desiderare. L’Ue ci chiede tutto e non sono più sicuro di cosa abbia da offrirci… Consideriamo i Brics un’opportunità e un’alternativa”.

    Non è la prima volta che l’Ue e la Nato hanno fatto pressioni sulla Serbia perché non si dotasse di armi antiaeree russe che sono le più efficaci al mondo, ma Belgrado si è destreggiata finendo per acquistare il sistema cinese HQ-22 che è simile al Patriot americano, ma con maggiori capacità di operare in un ambiente saturato da emissioni elettroniche. Tuttavia fino ad ora tutto questo rifletteva la volontà della Serbia, memore dell’assalto della Nato, di non fidarsi troppo delle armi occidentali per la sua difesa, ma adesso siamo di fronte a qualcosa di diverso e comincia a farsi strada la possibilità concreta di inserirsi in aree di scambio molto più interessanti di quella europea che del resto è ormai in crisi epocale, per non dire terminale. E non c’è più bisogno di omaggiare Bruxelles o Parigi se si può guardare ad altre organizzazioni molto più vitali dell’Europa in suicidio permanente attivo. Dovrebbe essere un campanello di allarme, tanto più che le nuove prospettive vengono dichiarate nel momento in cui i russi stanno sbaragliando la Nato sul territorio ucraino. Ma non c’è miglior sordo di chi non vuol sentire.

  • Russia - agb

    Ottobre 13, 2024

    […] quale la Russia è parte fondamentale), vale a dire che si tratta di una civiltà spenta, di una democrazia fasulla, di uno spazio dominato sempre più dall’ignoranza (con la dissoluzione delle scuole e delle […]

  • agbiuso

    Settembre 29, 2024

    Da parte di un deputato belga – Marc Botenga – un esatto discorso funebre sull’Unione Europea e il suo parlamento:
    https://x.com/agbiuso/status/1840305540997509198

  • agbiuso

    Settembre 26, 2024

    Il Parlamento Europeo ridotto a maggiordomo di una corrottissima nobildonna, erede di una famiglia di nazisti.
    Stanno morendo nel grottesco.

  • agbiuso

    Luglio 27, 2024

    Prigione Parigi: non lo fanno per sport
    il Simplicissimus, 27.7.2024

    La parola sport deriva dal latino “deportare” ovvero andare fuori dalle porte della città evidentemente per svagarsi in ville e tenute di campagna o semplicemente per godere del paesaggio. Nel tempo questa parola delle classi alte ha dato origine all’italiano diporto, allo spagnolo deporte, al francese desport, poi tramutatosi in Inghilterra in disport e abbreviato poi in sport. Dunque si tratta di una parola di ritorno che comunque significa in radice fare qualcosa di piacevole in modo gratuito. La stessa parola ha dato origine anche a significati ben più sinistri come deportare e deportazione, presenti in tutte le lingue romanze a causa del fatto che sia durante l’impero sia nell’epoca dei Comuni una delle pene più in uso per le persone non gradite dal potere, ma comunque di una certa rilevanza, era quella di mandarle in esilio e dunque mandarle fuori porta, questa volta in ceppi.

    Ora guardando il guazzabuglio parigino, capolavoro di pessimo gusto occidentale e, nonostante l’abbondanza di tricolori francesi, un deludente zibaldone di chiara marca hollywoodiana, guardando gli innumerevoli recinti zoologici eretti nelle strade della città, necessari per la “sicurezza”, le migliaia e migliaia di poliziotti con i fucili d’assalto, le vere e proprie pareti di blindati, i ticket necessari per muoversi, osservando l’uso politico che si fa delle Olimpiadi con l’esclusione della Russia e della Bielorussia, si può senz’altro dire che i due significati sono stati riconciliati. Ovvero nell’uso di attività atletiche per deportare mentalmente le persone, ma in parte anche fisicamente, per sottoporle a una pressione psicologica, per dare a Stati senza alcuna sovranità l’impressione di averne qualcuna, per trasformare l’occasione in una sorta di imposizione delle regole occidentali variabili a piacere nonché per ribadire il senso della paura e dell’emergenza. Nelle zone antistanti i luoghi dei giochi vi sono cartelli che spiegano come sia vietato esporre bandiere di Paesi non partecipanti ai Giochi, o altri simboli che possano essere associati a Paesi i cui atleti sono autorizzati a partecipare esclusivamente come atleti individuali neutrali. Dunque una bandiera palestinese sarebbe illegale. Dov’erano tali misure di esclusione quando gli Stati Uniti con gli altri occidentali hanno intrapreso la loro guerra di aggressione contro l’Iraq, che era basata su menzogne ed era innegabilmente illegale e molto brutale? Ciò dimostra come l’Occidente abbia preso il controllo delle Olimpiadi e stia freddamente sfruttando lo sport per i suoi scopi politici e geopolitici.

    Niente di più distante dall’idea iniziale visto che i giochi erano stati concepiti proprio per avvicinare gli avversari e niente di così rivelatore della situazione presente. Così alla fine, invece di subire esclusioni di ogni tipo, altre manifestazioni ne prenderanno il posto: già quest’anno i Brics hanno organizzato una competizione alternativa la cui prima edizione si è svolta a Kazan, dal 12 al 23 giugno. Quasi 5 mila atleti (4.817 per la precisione) provenienti da 100 Paesi hanno partecipato alle gare, il che per un esordio, tra l’altro a ridosso delle Olimpiadi diciamo così, ufficiali, è un successo, anche se il pubblico occidentale è stato tenuto del tutto all’oscuro di questa manifestazione, deportato ancora una volta dalla realtà delle cose. Si tratta comunque di un vagito, ma è abbastanza evidente che stiamo assistendo all’inizio della fine, allo scioglimento del Movimento Olimpico Internazionale, ormai completamente corrotto e in decomposizione anche perché il professionismo, ha fatto carne di porco degli ideali sportivi e costruito un trionfale viale d’ingresso al doping che è ormai d’obbligo. Se ancora esiste un labile desiderio di mettersi alla prova per il piacere di farlo, non c’è alcun dubbio che le manifestazioni sportive come queste abbiano raggiunto lo stadio terminale.

    Si può facilmente profetizzare che le Olimpiadi si stanno scavando la fossa: sono così screditate, che molti dei pochissimi atleti russi a cui è stato concesso il permesso di recarsi a Parigi, nonostante tutto, si sono rifiutati di prendere parte alla kermesse parigina che sembra una prigione a cielo aperto. In Russia l’interesse per le Olimpiadi è così basso che nessun canale televisivo le trasmetterà. Questo non è il risultato di una presunta censura, ma di una decisione puramente commerciale: a causa dello scarso interesse gli introiti pubblicitari non sarebbero sufficienti a ripagare i costosi canoni per i diritti di trasmissione. Non c’è nemmeno da meravigliarsi se qualcuno abbia pensato di sfruttare le Olimpiadi e il loro retroterra di politica globalista per sabotare i treni ad alta velocità. Di certo non sono i russi che ormai vengono considerati colpevoli di tutto, anche se Macron sbatte l’alluce contro i piedi del letto durante i festini inclusivi dell’Eliseo, ma che potrebbero legalmente farlo visto che la Francia manda i suoi uomini in Ucraina ormai ufficialmente. Però no, i russi non sono stupidi, è probabilmente qualcuno che non ne può più di vivere in questa prigione nella quale le Olimpiadi parigine fungono da allegoria del futuro che ci attende.

  • agbiuso

    Luglio 18, 2024

    La rielezione come capo della Commissione europea di una nipote di nazisti, intellettualmente limitata ma politicamente ottima a condurre l’Europa alla catastrofe, è un segno del tutto evidente che l’UE costituisce un «corpo estraneo alla stessa civiltà europea» (Ursula, un vaccino contro la realtà, il Simplicissimus, 18.7.2024)

  • agbiuso

    Luglio 16, 2024

    Da: Gli attacchi a Orban e il vero volto dell’UE
    di Fabrizio Verde, L’antiDiplomatico, 16.7.2024

    La critica a Orban si è intensificata al punto che alcune nazioni, tra cui Germania e i paesi baltici, stanno valutando la possibilità di togliere all’Ungheria la presidenza di turno dell’UE. Renew Europe (gruppo liberale) ha addirittura chiesto al Consiglio europeo di esplorare mezzi legali per interrompere la presidenza ungherese, consegnandola alla Polonia. Questa proposta, sebbene ancora solo un’ipotesi, dimostra l’intenzione di marginalizzare ulteriormente l’Ungheria e i suoi sforzi di pace.

    L’atteggiamento dell’UE verso Orban è emblematico di una più ampia ipocrisia. L’Europa, che si autoproclama baluardo di democrazia e libertà, è pronta a sopprimere qualsiasi iniziativa che non si allinei con la linea guerrafondaia imposta da Washington. In un contesto in cui quotidianamente si grida al pericolo fascista e alla necessità di combattere le ‘dittature’, l’UE stessa rifiuta la pace, ignorando la volontà dei popoli europei.

    Questo comportamento rivela il vero volto dei cosiddetti “buoni” leader europei, che preferiscono perpetuare il conflitto piuttosto che perseguire la pace. È ironico che, in una Unione Europea che si vanta di combattere per la democrazia e i diritti umani, si sopprimano gli sforzi di un membro per cercare soluzioni pacifiche, dimostrando una totale mancanza di sovranità e un’inquietante inclinazione verso il bellicismo.

  • agbiuso

    Giugno 14, 2024

    “Una commedia dell’assurdo il cui scopo è quello di dichiarare guerra alla realtà stessa».
    Il Simplicissimus a proposito del cosiddetto G7 e delle sue (pericolose) bizzarrie:
    La farsa del G7 contro il futuro (14.6.2024)

  • agbiuso

    Giugno 10, 2024

    “La minaccia della guerra e il contenimento dell’autolesionismo economico dell’Europa sono i punti su cui la destra ha vinto, dove ha vinto.
    Che su questi temi la sinistra non riesca a battere un colpo da tempo è un dato su cui meditare”.

    Da: L’analisi più sbilenca di tutte sulle europee
    Andrea Zhok, l’AntiDiplomatico, 10.6.2024

  • agbiuso

    Giugno 10, 2024

    Per l’appunto, ragionate.

  • agbiuso

    Giugno 8, 2024

    «Un perfetto esercizio dadaista» ha definito Luca Carbone il testo che riporto qui sotto. Ed è esatto.
    La forma è questa. La sostanza credo che sia la creazione di un perenne clima di terrore e di emergenza. Esattamente come è accaduto con il Covid19.
    Escludendo, naturalmente, il puro e semplice delirio politico-psichiatrico.

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    ⚔️ “IL GOVERNO PUBBLICA UN NUOVO PIANO IN CASO DI GUERRA”

    Le autorità tedesche si sono già preparate sulla carta a un’ipotetica invasione russa: coscrizione generale, bunker, evacuazione, cibo una volta al giorno con tagliandi e chiusure stradali.

    ⚫️Cosa dovrebbero fare i tedeschi se la Russia attaccasse? Il ministro della Difesa Boris Pistorius ha dichiarato: “Dobbiamo essere pronti per la guerra entro il 2029”, Putin potrebbe attaccare. Ciò significa che la Germania deve armarsi. Per raggiungere questo obiettivo, il governo ha presentato un nuovo piano di guerra.

    ✔️ Le truppe NATO saranno schierate in tutto il Paese sul fianco orientale, e lì sarà presente anche l’esercito. Cioè, la maggior parte dei cittadini dovrà fare a meno delle forze militari.

    ✔️All’inizio dell’attacco il governo avviserà i cittadini attraverso il sistema di allerta. Scantinati, garage sotterranei o stazioni della metropolitana diventeranno bunker temporanei.

    ✔️Le autorità possono ordinare l’evacuazione. Le famiglie non verranno separate.

    ✔️Gli ospedali dovrebbero prepararsi a “un improvviso afflusso di un gran numero di pazienti per un lungo periodo di tempo”.

    ✔️In caso di guerra, la Germania si trova ad affrontare una crisi di approvvigionamento, ad esempio di frutta e verdura. La distribuzione dei prodotti potrebbe essere razionata. Esiste una riserva in caso di emergenza (riso, legumi, latte condensato) e alle persone dovrebbero essere forniti pasti caldi una volta al giorno, soprattutto nelle megalopoli.

    ✔️Le aziende potrebbero essere obbligate a produrre beni solo a fini di difesa. Se c’è una minaccia di carenza, i prezzi verranno fissati e verranno introdotti dei coupon.

    ✔️Le aziende private dovrebbero fornire camion e computer ai militari in caso di situazione grave.

    ✔️I cittadini dovrebbero fare scorta di acqua potabile in caso di emergenza. Lo stesso vale per l’acqua per l’estinzione degli incendi.

    ✔️I carri armati e i veicoli blindati hanno la priorità sulle strade. Pertanto, i movimenti potrebbe essere limitati. Autobus, metropolitana e treni saranno fermati e il traffico aereo sarà sospeso.

    ✔️In caso di guerra, i cittadini possono essere arruolati nell’esercito in qualsiasi momento, gli adulti possono essere obbligati a lavorare in determinate posizioni (infermieri, postini, panettieri), anche le domeniche e nei giorni festivi.

    ✔️Le comunicazioni telefoniche potrebbero essere limitate se i militari ne avranno bisogno.

    Fonte

    Seguite InfoDefenseITALIA
    InfoDefense

  • agbiuso

    Giugno 8, 2024

    “È crudele, ma nell’Unione europea il diritto a un’opinione diversa non esiste più”.

    Dal primo discorso pubblico tenuto dal capo del governo slovacco Robert Fico dopo l’attentato subito il 15.5.2024. Fonte: l’Antidiplomatico, 8.6.2024

  • agbiuso

    Giugno 2, 2024

    Vincenzo Costa, professore di Filosofia teoretica all’Università San Raffaele, individua con lucidità i pericoli di implosione che sta correndo l’Occidente poiché è chiaro qual è “il vero obiettivo di questa guerra: LA DISTRUZIONE DELL’ECONOMIA EUROPEA A FAVORE DI QUELLA AMERICANA”

    Le 11 tendenze disgregatrici dell’Occidente
    l’AntiDiplomatico, 2.6.2024

  • agbiuso

    Maggio 28, 2024

    Europa o l’impostura
    di Giorgio Agamben
    20.5.2024

    È probabile che ben pochi fra coloro che si apprestano a votare per le elezioni europee si siano interrogati sul significato politico del loro gesto. Poiché sono chiamati a eleggere un non meglio definito «parlamento europeo», essi possono credere più o meno in buona fede di star facendo qualcosa che corrisponde all’elezione dei parlamenti dei paesi di cui sono cittadini. È bene subito chiarire che le cose non stanno assolutamente così. Quando si parla oggi di Europa, il grande rimosso è innanzitutto la stessa realtà politica e giuridica dell’Unione europea. Che si tratti di una vera e propria rimozione, risulta dal fatto che si evita in tutti i modi di portare alla coscienza una verità tanto imbarazzante quanto evidente. Mi riferisco al fatto che dal punto di vista del diritto costituzionale, l’Europa non esiste: quella che chiamiamo «Unione europea» è tecnicamente un patto fra stati, che concerne esclusivamente il diritto internazionale . Il trattato di Maastricht, entrato in vigore nel 1993, che ha dato la sua forma attuale all’Unione europea, è l’estrema sanzione dell’identità europea come mero accordo intergovernativo fra Stati. Consapevoli del fatto che parlare di una democrazia rispetto all’Europa non aveva pertanto senso, i funzionari dell’Unione europea hanno cercato di colmare questo deficit democratico stilando il progetto di una cosiddetta costituzione europea.
    È significativo che il testo che va sotto questo nome, elaborato da commissioni di burocrati senza alcun fondamento popolare e approvato da una conferenza intergovernativa nel 2004, quando è stato sottoposto al voto popolare, come in Francia e in Olanda nel 2005, è stato clamorosamente rifiutato. Di fronte al fallimento dell’approvazione popolare, che di fatto rendeva nulla la sedicente costituzione, il progetto fu tacitamente – e forse bisognerebbe dire vergognosamente – abbandonato e sostituito da un nuovo trattato internazionale, il cosiddetto Trattato di Lisbona del 2007. Va da sé che, dal punto di vista giuridico, questo documento non è una costituzione, ma è ancora una volta un accordo tra governi, la cui sola consistenza riguarda il diritto internazionale e che ci si è pertanto guardati dal sottoporre all’approvazione popolare. Non sorprende, pertanto, che il cosiddetto parlamento europeo che si tratta di eleggere non sia, in verità, un parlamento, perché esso manca del potere di proporre leggi, che è interamente nelle mani della Commissione europea.
    Qualche anno prima il problema della costituzione europea aveva dato del resto luogo a un dibattito fra un giurista tedesco di cui nessuno poteva mettere in dubbio la competenza, Dieter Grimm, e Jürgen Habermas, che, come la maggior parte di coloro che si definiscono filosofi, era del tutto privo di una cultura giuridica. Contro Habermas, che pensava di poter fondare in ultima analisi la costituzione sull’opinione pubblica, Dieter Grimm ebbe buon gioco nel sostenere l’improponibilità di una costituzione per la semplice ragione che un popolo europeo non esisteva e pertanto qualcosa come un potere costituente mancava di ogni possibile fondamento. Se è vero che il potere costituito presuppone un potere costituente, l’idea di un potere costituente europeo è il grande assente nei discorsi sull’Europa.
    Dal punto di vista della sua pretesa costituzione, l’Unione europea non ha pertanto alcuna legittimità. È allora perfettamente comprensibile che una entità politica senza una costituzione legittima non possa esprimere una politica propria. La sola parvenza di unità si raggiunge quando l’Europa agisce come vassallo degli Stati Uniti, partecipando a guerre che non corrispondono in alcun modo ad interessi comuni e ancor meno alla volontà popolare. L’Unione europea agisce oggi come una succursale della NATO (la quale NATO è a sua volta un accordo militare fra stati).
    Per questo, riprendendo non troppo ironicamente la formula che Marx usava per il comunismo, si potrebbe dire che l’idea di un potere costituente europeo è lo spettro che si aggira oggi per l’Europa e che nessuno osa oggi evocare. Eppure solo un tale potere costituente potrebbe restituire legittimità e realtà alle istituzioni europee, che – se impostore è secondo i dizionari «chi impone ad altri di credere cose aliene dal vero e operare secondo quella credulità» – sono allo stato attuale nient’altro che un’impostura.
    Un’altra idea dell’Europa sarà possibile solo quando avremo sgombrato il campo da questa impostura. Per dirla senza infingimenti né riserve: se vogliamo pensare veramente un’Europa politica, la prima cosa da fare è togliere di mezzo l’Unione europea –, o quanto meno, essere pronti per il momento in cui essa, come sembra ormai imminente, crollerà.

  • agbiuso

    Marzo 17, 2024

    Invito a sottoscrivere un documento del quale sono tra i primi firmatari:
    Usciamo dall’Unione Europea

  • agbiuso

    Febbraio 24, 2024

    No, per la salvezza dell’Europa, per la dissoluzione di un Occidente autoritario, menzognero e miserabile, sarebbe bene che la vittoria della Russia contro la NATO sia totale, evidente a tutto il mondo, liberatrice.

  • agbiuso

    Febbraio 22, 2024

    Il circo occidentale: il giorno dei pagliacci
    il Simplicissimus, 22.2.2024

    Una settimana impietosa per l’Occidente che sotto la gragnuola di colpi che stanno colpendo il suo esercito per procura in Ucraina, sta letteralmente perdendo la testa e mostrando tutta l’idiozia in cui è sprofondato allestendo una sorta di circo Togni della geopolitica. Si accomodino siore e siore al grande spettacolo in cui vedremo la tigre di carta ruggire contro gli indifesi mettendo il veto a una risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza, ma poi squittire come un topo di fogna ( e chiedo scusa a questi animaletti per il paragone ) quando deve trattare con i forti,

    Taca banda … vi racconteremo come il dipartimento di Stato americano ha accusato la Russia di aver violato le sanzioni internazionali contro la Corea del Nord perché il presidente Vladimir Putin ha regalato un’auto di lusso al leader di Piongyang, Kim Jong-un. Intanto i pagliacci scendono nell’arena e si prendono a bastonate con le mazze di plastica e fanno esplodere mortaretti. Immagino che al Cremlino staranno tremando per questa accusa infamante, ma la verità è che chi se la fa sotto – non solo metaforicamente – è il vecchio Jo che interpreta la parte di presidente del circo. E si perché pensate un po’ che proprio in questi giorni Washington sta tentando di convincere la Russia ad abbandonare il programma per la progettazione di un satellite killer in grado di distruggere i satelliti spia americani e quello per l’ ammodernamento e la nuova costruzione dei bombardieri supersonici TU-160 che possono portare una incredibile panoplia di armi, compresi i missili da crociera Kh-BD che hanno un raggio di azione di 8000 chilometri e perciò senza uscire dal territorio russo possono colpire praticamente ovunque.

    Ora compaiono gli equilibristi che volano sui trapezi perché c’è chi pensa che questa inaspettata richiesta alla Russia di congelare i suoi progressi in fatto di armamenti, sia in realtà un pretesto per stabilire colloqui preliminari con il Cremlino per un cessate il fuoco in Ucraina dove le cose vanno sempre peggio. Finalmente anche le teste più dure stanno cominciando a comprendere che l’idea di uno stallo dopo il catastrofico fallimento della controffensiva di Kiev era una delle tante cazzate all’inglese o all’americana, decideranno gli anglisti. E si cerca un modo per arrivare a un tavolo della pace senza tuttavia fare la figura di chiederlo.

    Ma adesso tutti fuori sull’arena, cavallerizzi e acrobati mentre gli ottoni squillano e il povero leone spelacchiato ruggisce per avere la bistecca: la coralità occidentale per quel delinquente di Navalny, morto di pancreatite e di diabete, è uno spettacolo imperdibile che vale il biglietto. Fanno finta che fosse un contendente di Putin, ma nessuno lo conosceva, non aveva avuto alcun risultato alle elezioni, non aveva idee politiche e quelle che aveva erano orribili. Quando Nalvany si è preso del tempo per registrare le sue opinioni utilizzando una piattaforma video, il suo messaggio è stato scioccante e inquietante. Ha descritto i musulmani – tutti, non solo alcuni – come scarafaggi che dovevano essere sterminati. Che diavolo pensano i politici occidentali che elogiano Nalvany?” Fanno finta di essere contro il razzismo eppure eccoli qui a piangere per pura russofobia la morte di un nazionalista ultra-russo che aveva abbracciato con entusiasmo le più vili convinzioni razziste. Ma che ci volete fare è il meraviglioso mondo delle marionette che non hanno testa, ma solo lo stomaco per fare i ventriloqui di un progetto politicamente criminale. Quindi va bene proprio tutto.

    Bene adesso nell’arena si fa silenzio perché tornano i pagliacci per il loro numero finale. Si tratta di pagliacci tedeschi che urlano e strepitano di guerra alla Russia, persino dopo che le loro armi hanno fatto la figura di merda che sappiamo e la cui unica prospettiva è quella di diventare un hub per le forze americane. Ma la storia che raccontano è incredibile, divertente e assurda: mentre il Paese affonda un gruppo di paleobiologi tedeschi ha chiesto una revisione del sistema utilizzato per denominare i dinosauri, sostenendo che l’attuale nomenclatura contiene quasi 100 nomi “potenzialmente offensivi”, come riferito martedì la rivista Nature, citando l’articolo ancora inedito di questi minus habens. Essi hanno analizzato i nomi di ogni fossile di dinosauro dell’era mesozoica peer trovare nomi “emananti razzismo, sessismo, che prendono il nome da contesti (neo)coloniali o da figure controverse” Secondo Nature sono state trovate 89 specie “problematiche”. Una specie di dinosauro potrebbe essere problematica semplicemente perché il suo nome era basato sul nome coloniale dell’area in cui è stato scoperto il fossile, hanno spiegato i ricercatori, lamentando che “i nomi dei luoghi o dei ricercatori nella lingua indigena spesso non vengono utilizzati o sono tradotti male”.

    Ma pensate che cuoricini quelli che poi si esaltano per le stragi di cui la Germania è parte attiva. Proprio delle dreckige Scheiße e lascio a voi la traduzione per finire in bellezza.

  • agbiuso

    Febbraio 21, 2024

    Europa in preda alla sindrome di Ursula
    il Simplicissimus, 21.2.2024

    Probabilmente una delle decisioni più stupide del mondo è quella di annunciare la riconferma della corrotta e ottusa von der Leyen alla guida della commissione europea per altri 4 anni nonostante la vicenda dei vaccini, ma è al tempo stesso una delle decisioni più scontate che si potessero prendere perché questo orrendo personaggio rappresenta tutta la follia che la Ue ha espresso in questi anni e che ora non riesce a rinnegare, anche di fronte al totale disastro che ha provocato. Si tratta di una dinamica psicologica che di solito viene chiamata bias o escalation dell’impegno: essa consiste nel credere che i comportamenti futuri debbano allinearsi a quelli passati, anche se essi sono palesemente sbagliati e fallimentari. Quando si è investito molto in qualcosa si tende a non cambiare strada o strategia per non vanificare gli sforzi fatti e questo paradossalmente è ancora più vero quanto più gli errori sono grandi.

    Così la Ue che ha scelleratamente giocato sulla sconfitta della Russia, ha perso gran parte della posta e ora non può tornare indietro ed esprimere una élite politica in grado di dare vita a un nuovo corso, deve necessariamente tenersi quel palco di guerrafondai da cavalluccio a dondolo di cui tutto il mondo ride . Per questo l’imperativo categorico è continuare, in un inarrestabile crescendo di grottesco, a negare l’evidenza ossia che l’ Ucraina non può vincere la guerra contro la Russia anche perché ormai è un Paese diroccato e demograficamente esausto, il cui controllo sta sfuggendo persino ai padroni americani. L’esempio migliore è il governo Scholz che ha distrutto l’economia tedesca in cambio di nulla e che ora non può fare altro che andare avanti nelle pratiche suicide. L’unica variante nella narrazione è tentare di far credere che la Russia voglia attaccare direttamente l’Europa per tentare di rendere in qualche modo credibile la dissipazione di enormi somme a favore dei corrotti di Kiev (e probabilmente non solo di Kiev). E’ chiaramente un’idiozia sotto molti punti di vista: come si fa a dire che l’Ucraina può vincere la guerra e contemporaneamente pensare che la Russia voglia investire l’intera Europa? Ma a parte queste sciocchezze alla Russia ormai importa ben poco di un’ Europa svuotata e saccheggiata da Washington e che ancora adesso non riesce a vedere la luce, ovvero che mentre gli Stati Uniti negli ultimi 20 anni hanno speso i loro soldi per creare scompiglio nel Medio Oriente , Russia e Cina hanno sfruttato il tempo per prepararsi ad un conflitto più ampio che appare inevitabile. Gli europei avrebbero dovuto riconoscerlo invece di aiutare gli Usa a mantenere la propria immagine di potenza unipolare.

    Ma basta guardare i componenti della commissione Ue e quella specie di sinistra statuina di Capodimonte della von der Leyen che potrebbe essere protagonista di un racconto su corruzione e morte al the delle cinque, per capire il livello di questa governance fuori controllo. Qualcuno a questo punto si domanderà, ma perché ricandidare Ursula come metafora del disastro a poco tempo dalle elezioni europee, non è una mossa azzardata? No è l’unica cosa che potessero fare a questo punto per polarizzare il voto e chiamare alle urne cittadini ormai scoraggiati e scettici. E’ il richiamo della foresta per le persone che dopo aver investito tutto nell’idea di Europa, nonostante l’euro e le politiche antisociali messe in atto, andranno al voto in preda alla stessa sindrome dei loro padroni, ovvero quella di allinearsi al passato per quanto esso sia stato catastrofico. Il meccanismo europeo creato come pudica cortina democratica per rendere meno visibile l’autoritarismo oligarchico sovranazionale, ha molta più paura delle urne deserte che di quelle antagoniste: le prime infatti sono in grado si mettere a nudo il giochino con la scarsa partecipazione popolare, mentre le seconde possono sì evidenziare un problema di credibilità, ma di fatto non contano nulla: anche se il finto Parlamento continentale fosse in grande maggioranza all’opposizione questo conterebbe zero, visto che il Parlamento stesso sta lì solo per bellezza, può applaudire o fischiare, ma la recita si svolge altrove. Sta a una realtà democratica come il modellino di un’auto sta a un’automobile vera.

    Tuttavia sono disposto a una scommessa: la von der Leyen e tutta la sua corte di grassatori non durerà altri quattro anni, verrà travolta prima insieme a questo relitto di Europa.

  • agbiuso

    Febbraio 13, 2024

    Da L’Occidente contro l’Occidente
    di Franco Cardini – 4.2.2024

    “Il vero danno che minaccia la civiltà non viene dall’Oriente ma dall’estremo Occidente”. È, in sintesi, la tesi portata avanti non solo da me in La deriva dell’Occidente (Laterza 2023), ma anche e soprattutto da Emmanuel Todd in La défaite de l’Occident (Gallimard 2024), in modo ben più autorevole e radicale.
    Segnalo tuttavia che la frase di apertura di queste poche note è citata in un saggio al solito lucidissimo di Luciano Canfora, La schiavitù del capitale (il Mulino 2017): essa appartiene a Isaac Kadmi-Cohen (1892-1954), il quale sottolinea come già all’indomani della prima guerra mondiale si fosse avviato da parte soprattutto statunitense un progetto “tanto intelligente quanto ributtante… di rovinare l’Europa e colonizzarla”.
    […] Su tutto ciò esistono biblioteche intere: ultimamente, è uscita la traduzione italiana di un bel libro di Julia Lovell, La guerra dell’oppio e la nascita della Cina moderna (Einaudi 2022). Victor Hugo scrisse che l’aggressione europea al grande, civilissimo impero, era un puro atto di pirateria e di latrocinio. Per la Cina di oggi, quell’episodio segnò il fatale esito di una cospirazione occidentale tesa a distruggere la Cina con la droga e la “diplomazia delle cannoniere”. Quanto di tutto ciò s’insegna nelle scuole italiane, quando si parla del “pericolo cinese contro la democrazia occidentale”? Per troppo tempo l’Occidente che predica pace, libertà, progresso, fratellanza tra i popoli, ha seminato nel mondo questo vento; i nostri ragazzi, figli e nipoti e pronipoti di generazioni di colti e civili avvoltoi democratici, raccoglieranno adesso la tempesta che si va addensando. E i nostri governanti non hanno saputo evitare, anzi, hanno contribuito a determinare la situazione che con disincantata esattezza Marco Tarchi definisce “senza vie di uscita”. La neolingua orwelliana dei nostri politici liberisti, che ha preparato guerra chiamandola “pace”, che ha organizzato provocazioni definendole “sostegno alla democrazia” e aggressioni chiamandole “diritto alla difesa” oppure “difesa preventiva”, che ha ordito congiure golpiste definendole “tutela della libertà”, è responsabile di tutto ciò”.

  • agbiuso

    Febbraio 3, 2024

    La battaglia d’Europa
    Il Simplicissimus, 3.2.2024

    Ieri abbiamo potuto vedere contemporaneamente in azione due europe: quella popolare e vitale degli agricoltori che assediano Bruxelles e Berlino contro decisioni assurde, palesemente pretestuose come fossero un esempio di scuola di eterogenesi dei fini e quella degli oligarchi che esercitano il ricatto contro l’Ungheria perché faccia passare il piano di 5o miliardi di euro da regalare al regime di Kiev già agonizzante e il cui unico risultato concreto potrebbe essere quello di coinvolgere l’Europa in una guerra che l’annienterebbe. Sono due europee che non hanno più nulla a che fare l’una con l’altra, tra le quali non è più pensabile una mediazione e che in effetti manca di un terreno sul quale ricercarla: le elezioni europee che avrebbero potuto e anzi dovuto essere tale terreno sono in realtà una farsa e un inganno: le persone vengono invitate a votare un falso parlamento, una rappresentanza politica che non conta nulla, è solo un orpello, un separé rituale per nascondere il fatto che le élite continentali hanno tutto il potere e forgiano in continuazione nuovi burattini da gettare in pasto alle opinioni pubbliche con la potente scorta dei media.

    Sì, non c’è possibilità di mediazione, è un duello che non può che finire o con la sconfitta delle oligarchie europee e anche dei meccanismi del loro potere, Ue ed euro o con la sconfitta dei cittadini che diverranno la servitù di servizio di un sistema degenerato. Le cose stanno stanno diventando sempre più chiare: il Novecento sarò anche stato un secolo terribile, ma bisogna dire che non si poteva immaginare che un giorno il ceto politico sarebbe scaduto a livelli così infimi, né che i cittadini sarebbero stati dominati dalla paura e dal loro stesso smarrimento, dalla mancanza di prospettive, di idee e di elaborazione politica, risucchiate dal neoliberismo in cambio di perline. Chi può credere davvero che l’agricoltura e l’allevamento tradizionale possano distruggere l’ambiente e colpire la biodiversità, mentre le colture ogm estensive delle multinazionali agroalimentari e un po’ di grilli il cui costo è peraltro superiore a parità di peso a qualsiasi altro alimento, siano la soluzione? Solo gli imbecilli che il sistema fabbrica incessantemente distruggendo qualsiasi fonte di pensiero critico. Chiunque pensi di ritagliarsi un qualche spazio al di fuori di questa battaglia è un illuso, uno che verrà sorpreso di notte dalla storia mentre cerca di non vedere. E’ il momento di agire, di non stare solo a guardare, ma di appoggiare la lotta degli agricoltori.

  • agbiuso

    Novembre 26, 2023

    Con riferimento alle posizioni servili, genocide e autodistruttive assunte nella guerra della NATO contro la Russia e in quella di Israele contro i civili palestinesi, il Simplicissimus parla giustamente degli “ignobili resti di ciò che fu l’Europa”: Hamas sta vincendo la sua battaglia

  • agbiuso

    Novembre 11, 2023

    Andrea Zhok:

    Ci sono molti intellettuali “embedded” nelle truppe dei detentori di capitale che accusano tutti i dissenzienti di essere “anti-occidentali”.
    Se dubiti delle proprietà taumaturgiche di un prodotto terapeutico raffazzonato e somministrato forzosamente, allora sei un complottista antiscientifico e antioccidentale.
    Se dubiti che l’Ucraina sia il baluardo della democrazia e che la Russia sia guidata da un pazzo che vuole arrivare con i carrarmati a Lisbona, allora sei un putiniano antioccidentale.
    Se dubiti che Israele sia per definizione una povera vittima, ingiustamente tormentato da aguzzini palestinesi, gelosi e antisemiti, allora sei filo-terrorista e antioccidentale.
    Ora, il termine “occidentale” è assai ambiguo, visto che oggi sostanzialmente include tutto ciò che ricade sotto l’influenza degli USA e dei suoi bungalow in giro per il mondo. Ciò che mi preme chiarire qui è che se per anti-occidentale quegli intellettuali a gettone intendono anti-europeo, si sbagliano di molto.
    Tolti gli intellettuali a libro paga e quelli che pensano di sapere quel che succede nel mondo perché leggono Repubblica-Corriere, per i consapevolmente dissenzienti questa è una fase storica di grave sofferenza culturale.

    Lo è perché chi non è un parvenu della cultura sa qual è la straordinaria ricchezza, molteplicità e profondità della cultura europea, e ne è giustamente orgoglioso.
    Posto che naturalmente non c’è più spazio per l’arroganza di chi credeva un secolo fa che esistesse al mondo solo una cultura degna di questo nome, quella europea, e che tutto il resto fosse barbarie, rimane vero che la cultura che prende le mosse dalla Grecia del VI secolo a.C. e che si dirama per due millenni e mezzo nella rosa delle scienze, delle arti, dei saperi in Europa e oltre, è un patrimonio incredibile, che impone umiltà a qualunque intelletto.
    Chi ha anche solo avvertito i mondi spirituali che promanano da Platone, Aristotele, Tommaso, Dante, Cartesio, Spinoza, Leibniz, Monteverdi, Michelangelo, Cervantes, Purcell, Shakespeare, Bach, Mozart, Wagner, Mahler, Debussy, van Gogh, Dostoevsky, Thomas Mann, Niels Bohr, ecc. ecc. ecc., chi ha fatto anche solo in piccola parte questa esperienza, non può che soffrire terribilmente nel vedere tutto questo divorato, pervertito e distrutto dall’accidente storico dell’egemonia statunitense degli ultimi 70 anni.

    L’Europa ha molte colpe ma la principale è di essersi autodistrutta un secolo fa, lasciando via libera a quel parvenu arricchito del nipote americano, che l’ha condotta, passo dopo passo, a diventare una brutta copia di sé, sacrificabile come controfigura.
    E la nostra sofferenza, è quella di sapere di essere oggi dalla parte sbagliata della storia, sbagliata quanto un secolo fa, ma oggi anche perdente; e di sentire che il collasso incombente porterà con sé sotto le macerie anche quel patrimonio culturale unico.

  • agbiuso

    Ottobre 30, 2023

    Dal sito dell’Istituto Iliade
    (https://institut-iliade.com/)

    Sommes-nous entrés dans un monde post-occidental ?

    L’Occident en crise – qu’il nous faut plutôt nommer post-Occident depuis qu’il a fait sécession de l’Europe – pourrait être assimilé à un patient schizophrène. Prônant une « diversité » mensongère à l’intérieur, imposant au monde entier un modèle unique de « valeurs universelles ». Des deux côtés de l’Atlantique, ce grand malade est aujourd’hui en phase terminale.

    Schizophrénie, arrogance et impuissance

    Au sein du post-Occident, une démographie en berne et une mentalité vieillissante. Mais aussi une profonde crise intellectuelle et morale qui atteint son point d’acmé dans les délires du wokisme. Et à mesure que l’Europe s’affaiblit, la montée en puissance de cultures étrangères sur son propre sol.
    À l’extérieur, une politique agressive caractérisée par des guerres technologiques menées au nom de « droits de l’homme » à géométrie variable et de plus en plus contestés par les pays du Sud, qui renouent pour leur part avec les voies de l’identité et de la puissance.
    Ce post-Occident se veut aujourd’hui « multiracial » alors même que ses ennemis ne voient en lui que les restes d’un « monde blanc » à abattre. Rejetant Julien Freund et oubliant les ressorts profonds du politique, le post-Occident refuse de voir la réalité du monde qui vient. Il s’enferme dans la schizophrénie et une arrogance masquant mal son impuissance.
    Ce monde finissant est chaque jour plus névrosé, entraînant les peuples européens vers le suicide collectif. Et s’il fallait que cet « Occident » meure pour que l’Europe renaisse ?

  • agbiuso

    Settembre 18, 2023

    Merkel caduta da cavallo
    il Simplicissimus, 17.9.2023

    Mi era sfuggito che un povero cortigiano dei nostri tempi, dotato di infallibile malgusto, avesse realizzato nel 2021 una statua equestre della Merkel, posta sul terreno del Museo Tempel di Etsdorf. L’autore di questo capolavoro, è “designer della comunicazione” Wilhelm Koch il quale con questa patacca ha voluto rendere omaggio alla democrazia e all’idea europea. Certamente è uno che ha capito tutto a meno che il cavallo che sembra un’asino e la cavaliera con un didietro più “importante” di quello dell’animale che cavalca, non sia una feroce satira: dopotutto, come ha detto egli stesso i monumenti equestri sembrano particolarmente inadatti ai politici squallidi e burocratizzati che ci affliggono. Non sarà il fatto che le persone di potere e persino i condottieri non vanno più a cavallo? Seminiamo questo atroce dubbio.

    Ad ogni buon conto la notizia è che la statua equestre realizzata in cemento riciclato per onorare l’ecologismo fasullo della più importante fan di Greta, è crollata sotto il suo stesso peso, evento che sembra avere un aspetto simbolico mica da poco in un momento nel quale l’Europa stessa di cui la Merkel è stata interprete, guida e rappresentante, sta miseramente crollando. In realtà già in precedenza la testa del cavallo e il braccio della cavaliera erano crollati e per nascondere le riparazioni la statua è stata ridipinta di un bianco tremendo, aggiungendo anche questo tocco orrifico al tutto,

    Ma la frantumazione finale della statua che potete vedere qui sopra rappresentano in maniera perfetta lo stato dell’Unione Europea, della Germania e l’eredità della Merkel . Adesso non aspettiamo altro che un artista italiano realizzi una statua equestre di Draghi mentre dirige l’ultima carica di cavalleria della Goldman Sachs, Però maglio farla di cartapesta perché si adatta molto di più al personaggio, che non cade mai perché in fondo non alcun peso se non come commesso svenditore.

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