Europa vs Occidente
Aldous, 30 giugno 2023
Pagine 1-2
L’Europa, nostra madre, è ormai da tempo attaccata su tutti i fronti. Il suo padrone, infatti, mano a mano che va perdendo l’egemonia mondiale teme la concorrenza economica, militare, culturale di potenze come la Russia, l’India, la Cina. E opera per sfruttare in tutti i modi la colonia europea anche a costo di distruggerne le risorse e la cultura. Credo anzi che questo sia esattamente uno degli obiettivi della politica statunitense.
Quanto sta accadendo in Ucraina – una terra e un popolo mandati al macello nella guerra contro la Russia preparata, voluta, finanziata e sostenuta dagli USA e dall’Unione Europea loro serva – rappresenta un’inquietante prospettiva per l’intero Continente, la cui cultura ed economia vengono erose dall’interno dalla dinamica della globalizzazione, un’ideologia occidentalista e non europea che i media in mano ai capitalisti contemporanei e alle loro società multinazionali non si limitano a esaltare, a difendere, a diffondere ma della quale semplicemente sono intrisi in ogni notizia che danno, in ogni riga che pubblicano, in ogni pensiero che i loro giornalisti concepiscono e che si trasmette per forza di gravità ai loro pigri e abitudinari lettori.
In questo testo per Aldous ho cercato (assai brevemente) di indicare alcune radici storiche della globalizzazione e ho auspicato che il nuovo pluriversum, che va nascendo anche dalla tragedia della guerra combattuta dagli USA e dalla Nato in Ucraina contro la Russia, determini ciò che con Carl Schmitt possiamo definire un nuovo Nomos della Terra, capace di ridare spazio alla feconda molteplicità dell’Europa rispetto alla distruttiva uniformità dell’Occidente.
24 commenti
agbiuso
La Serbia “vola” verso i Brics
il Simplicissimus, 18.10.2024
Il passato, soprattutto il cattivo passato, non è mai sepolto, ma al contrario si insinua nei corridoi carsici della storia e ricompare come nemesi. Così in prossimità del vertice dei Brics a Kazan, la Serbia bombardata e accusata di nequizie compiute da altri, in perfetto stile anglo americano, fa una mossa del tutto inaspettata: ha annullato l’acquisto di 11 caccia francesi Rafale di quarta generazione che era stato deciso nell’aprile scorso come pegno per l’entrata del Paese nella Ue. In effetti l’acquisto di questo caccia, era stato ritenuto necessario dal governo serbo solo per testimoniare l’avvicinamento all’Unione europea, ma fin da subito tale scelta è stata fortemente contestata per il fatto che l’aereo sarebbe stato fornito in versione declassata nelle sue capacità aria – aria perché esso doveva costituire una minaccia limitata per la Nato nel caso in cui la Serbia deviasse dalla linea occidentale. In pratica non sarebbero stati forniti i missili Meteor che sono di fatto l’unico atout dell’apparecchio in questione.
Dunque la decisione di dotarsi di questi caccia era un fatto meramente politico perché un’ arma dalle prestazioni artificialmente ridotte nel contesto di un aereo già largamente inferiore a qualsiasi altro di ruolo simile in produzione nel mondo, con motori debolissimi, un radar ormai pressocché amatoriale e per di più incompatibile con il resto dell’aviazione serba – il cui nucleo comprende apparecchi russi e cinesi – sarebbe stato militarmente un non senso. Per di più questi caccia erano offerti a un prezzo superiore a quello di macchine incomparabilmente più efficienti e fornite senza alcuna limitazione.
Evidentemente in pochi mesi molte cose sono cambiate e dunque il “sacrificio” richiesto per corteggiare l’Ue e dare a Macron la soddisfazione di un affare su aerei che non hanno avuto un gran successo sui mercati internazionali, viene ritenuto eccessivo. Perché? Lo spiega il vice primo ministro serbo Aleksandar Vulin il quale ha spiegato che Belgrado sta valutando la possibilità di entrare nel gruppo Brics come alternativa all’adesione all’Ue. “Non c’è dubbio che i Brics siano diventati una vera alternativa all’Ue”. Un’ alternativa anche parecchio più attraente: “I Brics non chiedono nulla alla Serbia e offrono più di quanto possiamo desiderare. L’Ue ci chiede tutto e non sono più sicuro di cosa abbia da offrirci… Consideriamo i Brics un’opportunità e un’alternativa”.
Non è la prima volta che l’Ue e la Nato hanno fatto pressioni sulla Serbia perché non si dotasse di armi antiaeree russe che sono le più efficaci al mondo, ma Belgrado si è destreggiata finendo per acquistare il sistema cinese HQ-22 che è simile al Patriot americano, ma con maggiori capacità di operare in un ambiente saturato da emissioni elettroniche. Tuttavia fino ad ora tutto questo rifletteva la volontà della Serbia, memore dell’assalto della Nato, di non fidarsi troppo delle armi occidentali per la sua difesa, ma adesso siamo di fronte a qualcosa di diverso e comincia a farsi strada la possibilità concreta di inserirsi in aree di scambio molto più interessanti di quella europea che del resto è ormai in crisi epocale, per non dire terminale. E non c’è più bisogno di omaggiare Bruxelles o Parigi se si può guardare ad altre organizzazioni molto più vitali dell’Europa in suicidio permanente attivo. Dovrebbe essere un campanello di allarme, tanto più che le nuove prospettive vengono dichiarate nel momento in cui i russi stanno sbaragliando la Nato sul territorio ucraino. Ma non c’è miglior sordo di chi non vuol sentire.
Russia - agb
[…] quale la Russia è parte fondamentale), vale a dire che si tratta di una civiltà spenta, di una democrazia fasulla, di uno spazio dominato sempre più dall’ignoranza (con la dissoluzione delle scuole e delle […]
agbiuso
Da parte di un deputato belga – Marc Botenga – un esatto discorso funebre sull’Unione Europea e il suo parlamento:
https://x.com/agbiuso/status/1840305540997509198
agbiuso
Il Parlamento Europeo ridotto a maggiordomo di una corrottissima nobildonna, erede di una famiglia di nazisti.
Stanno morendo nel grottesco.
agbiuso
Prigione Parigi: non lo fanno per sport
il Simplicissimus, 27.7.2024
La parola sport deriva dal latino “deportare” ovvero andare fuori dalle porte della città evidentemente per svagarsi in ville e tenute di campagna o semplicemente per godere del paesaggio. Nel tempo questa parola delle classi alte ha dato origine all’italiano diporto, allo spagnolo deporte, al francese desport, poi tramutatosi in Inghilterra in disport e abbreviato poi in sport. Dunque si tratta di una parola di ritorno che comunque significa in radice fare qualcosa di piacevole in modo gratuito. La stessa parola ha dato origine anche a significati ben più sinistri come deportare e deportazione, presenti in tutte le lingue romanze a causa del fatto che sia durante l’impero sia nell’epoca dei Comuni una delle pene più in uso per le persone non gradite dal potere, ma comunque di una certa rilevanza, era quella di mandarle in esilio e dunque mandarle fuori porta, questa volta in ceppi.
Ora guardando il guazzabuglio parigino, capolavoro di pessimo gusto occidentale e, nonostante l’abbondanza di tricolori francesi, un deludente zibaldone di chiara marca hollywoodiana, guardando gli innumerevoli recinti zoologici eretti nelle strade della città, necessari per la “sicurezza”, le migliaia e migliaia di poliziotti con i fucili d’assalto, le vere e proprie pareti di blindati, i ticket necessari per muoversi, osservando l’uso politico che si fa delle Olimpiadi con l’esclusione della Russia e della Bielorussia, si può senz’altro dire che i due significati sono stati riconciliati. Ovvero nell’uso di attività atletiche per deportare mentalmente le persone, ma in parte anche fisicamente, per sottoporle a una pressione psicologica, per dare a Stati senza alcuna sovranità l’impressione di averne qualcuna, per trasformare l’occasione in una sorta di imposizione delle regole occidentali variabili a piacere nonché per ribadire il senso della paura e dell’emergenza. Nelle zone antistanti i luoghi dei giochi vi sono cartelli che spiegano come sia vietato esporre bandiere di Paesi non partecipanti ai Giochi, o altri simboli che possano essere associati a Paesi i cui atleti sono autorizzati a partecipare esclusivamente come atleti individuali neutrali. Dunque una bandiera palestinese sarebbe illegale. Dov’erano tali misure di esclusione quando gli Stati Uniti con gli altri occidentali hanno intrapreso la loro guerra di aggressione contro l’Iraq, che era basata su menzogne ed era innegabilmente illegale e molto brutale? Ciò dimostra come l’Occidente abbia preso il controllo delle Olimpiadi e stia freddamente sfruttando lo sport per i suoi scopi politici e geopolitici.
Niente di più distante dall’idea iniziale visto che i giochi erano stati concepiti proprio per avvicinare gli avversari e niente di così rivelatore della situazione presente. Così alla fine, invece di subire esclusioni di ogni tipo, altre manifestazioni ne prenderanno il posto: già quest’anno i Brics hanno organizzato una competizione alternativa la cui prima edizione si è svolta a Kazan, dal 12 al 23 giugno. Quasi 5 mila atleti (4.817 per la precisione) provenienti da 100 Paesi hanno partecipato alle gare, il che per un esordio, tra l’altro a ridosso delle Olimpiadi diciamo così, ufficiali, è un successo, anche se il pubblico occidentale è stato tenuto del tutto all’oscuro di questa manifestazione, deportato ancora una volta dalla realtà delle cose. Si tratta comunque di un vagito, ma è abbastanza evidente che stiamo assistendo all’inizio della fine, allo scioglimento del Movimento Olimpico Internazionale, ormai completamente corrotto e in decomposizione anche perché il professionismo, ha fatto carne di porco degli ideali sportivi e costruito un trionfale viale d’ingresso al doping che è ormai d’obbligo. Se ancora esiste un labile desiderio di mettersi alla prova per il piacere di farlo, non c’è alcun dubbio che le manifestazioni sportive come queste abbiano raggiunto lo stadio terminale.
Si può facilmente profetizzare che le Olimpiadi si stanno scavando la fossa: sono così screditate, che molti dei pochissimi atleti russi a cui è stato concesso il permesso di recarsi a Parigi, nonostante tutto, si sono rifiutati di prendere parte alla kermesse parigina che sembra una prigione a cielo aperto. In Russia l’interesse per le Olimpiadi è così basso che nessun canale televisivo le trasmetterà. Questo non è il risultato di una presunta censura, ma di una decisione puramente commerciale: a causa dello scarso interesse gli introiti pubblicitari non sarebbero sufficienti a ripagare i costosi canoni per i diritti di trasmissione. Non c’è nemmeno da meravigliarsi se qualcuno abbia pensato di sfruttare le Olimpiadi e il loro retroterra di politica globalista per sabotare i treni ad alta velocità. Di certo non sono i russi che ormai vengono considerati colpevoli di tutto, anche se Macron sbatte l’alluce contro i piedi del letto durante i festini inclusivi dell’Eliseo, ma che potrebbero legalmente farlo visto che la Francia manda i suoi uomini in Ucraina ormai ufficialmente. Però no, i russi non sono stupidi, è probabilmente qualcuno che non ne può più di vivere in questa prigione nella quale le Olimpiadi parigine fungono da allegoria del futuro che ci attende.
agbiuso
La rielezione come capo della Commissione europea di una nipote di nazisti, intellettualmente limitata ma politicamente ottima a condurre l’Europa alla catastrofe, è un segno del tutto evidente che l’UE costituisce un «corpo estraneo alla stessa civiltà europea» (Ursula, un vaccino contro la realtà, il Simplicissimus, 18.7.2024)
agbiuso
Da: Gli attacchi a Orban e il vero volto dell’UE
di Fabrizio Verde, L’antiDiplomatico, 16.7.2024
La critica a Orban si è intensificata al punto che alcune nazioni, tra cui Germania e i paesi baltici, stanno valutando la possibilità di togliere all’Ungheria la presidenza di turno dell’UE. Renew Europe (gruppo liberale) ha addirittura chiesto al Consiglio europeo di esplorare mezzi legali per interrompere la presidenza ungherese, consegnandola alla Polonia. Questa proposta, sebbene ancora solo un’ipotesi, dimostra l’intenzione di marginalizzare ulteriormente l’Ungheria e i suoi sforzi di pace.
L’atteggiamento dell’UE verso Orban è emblematico di una più ampia ipocrisia. L’Europa, che si autoproclama baluardo di democrazia e libertà, è pronta a sopprimere qualsiasi iniziativa che non si allinei con la linea guerrafondaia imposta da Washington. In un contesto in cui quotidianamente si grida al pericolo fascista e alla necessità di combattere le ‘dittature’, l’UE stessa rifiuta la pace, ignorando la volontà dei popoli europei.
Questo comportamento rivela il vero volto dei cosiddetti “buoni” leader europei, che preferiscono perpetuare il conflitto piuttosto che perseguire la pace. È ironico che, in una Unione Europea che si vanta di combattere per la democrazia e i diritti umani, si sopprimano gli sforzi di un membro per cercare soluzioni pacifiche, dimostrando una totale mancanza di sovranità e un’inquietante inclinazione verso il bellicismo.
agbiuso
“Una commedia dell’assurdo il cui scopo è quello di dichiarare guerra alla realtà stessa».
Il Simplicissimus a proposito del cosiddetto G7 e delle sue (pericolose) bizzarrie:
La farsa del G7 contro il futuro (14.6.2024)
agbiuso
“La minaccia della guerra e il contenimento dell’autolesionismo economico dell’Europa sono i punti su cui la destra ha vinto, dove ha vinto.
Che su questi temi la sinistra non riesca a battere un colpo da tempo è un dato su cui meditare”.
Da: L’analisi più sbilenca di tutte sulle europee
Andrea Zhok, l’AntiDiplomatico, 10.6.2024
agbiuso
Per l’appunto, ragionate.
agbiuso
«Un perfetto esercizio dadaista» ha definito Luca Carbone il testo che riporto qui sotto. Ed è esatto.
La forma è questa. La sostanza credo che sia la creazione di un perenne clima di terrore e di emergenza. Esattamente come è accaduto con il Covid19.
Escludendo, naturalmente, il puro e semplice delirio politico-psichiatrico.
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⚔️ “IL GOVERNO PUBBLICA UN NUOVO PIANO IN CASO DI GUERRA”
Le autorità tedesche si sono già preparate sulla carta a un’ipotetica invasione russa: coscrizione generale, bunker, evacuazione, cibo una volta al giorno con tagliandi e chiusure stradali.
⚫️Cosa dovrebbero fare i tedeschi se la Russia attaccasse? Il ministro della Difesa Boris Pistorius ha dichiarato: “Dobbiamo essere pronti per la guerra entro il 2029”, Putin potrebbe attaccare. Ciò significa che la Germania deve armarsi. Per raggiungere questo obiettivo, il governo ha presentato un nuovo piano di guerra.
✔️ Le truppe NATO saranno schierate in tutto il Paese sul fianco orientale, e lì sarà presente anche l’esercito. Cioè, la maggior parte dei cittadini dovrà fare a meno delle forze militari.
✔️All’inizio dell’attacco il governo avviserà i cittadini attraverso il sistema di allerta. Scantinati, garage sotterranei o stazioni della metropolitana diventeranno bunker temporanei.
✔️Le autorità possono ordinare l’evacuazione. Le famiglie non verranno separate.
✔️Gli ospedali dovrebbero prepararsi a “un improvviso afflusso di un gran numero di pazienti per un lungo periodo di tempo”.
✔️In caso di guerra, la Germania si trova ad affrontare una crisi di approvvigionamento, ad esempio di frutta e verdura. La distribuzione dei prodotti potrebbe essere razionata. Esiste una riserva in caso di emergenza (riso, legumi, latte condensato) e alle persone dovrebbero essere forniti pasti caldi una volta al giorno, soprattutto nelle megalopoli.
✔️Le aziende potrebbero essere obbligate a produrre beni solo a fini di difesa. Se c’è una minaccia di carenza, i prezzi verranno fissati e verranno introdotti dei coupon.
✔️Le aziende private dovrebbero fornire camion e computer ai militari in caso di situazione grave.
✔️I cittadini dovrebbero fare scorta di acqua potabile in caso di emergenza. Lo stesso vale per l’acqua per l’estinzione degli incendi.
✔️I carri armati e i veicoli blindati hanno la priorità sulle strade. Pertanto, i movimenti potrebbe essere limitati. Autobus, metropolitana e treni saranno fermati e il traffico aereo sarà sospeso.
✔️In caso di guerra, i cittadini possono essere arruolati nell’esercito in qualsiasi momento, gli adulti possono essere obbligati a lavorare in determinate posizioni (infermieri, postini, panettieri), anche le domeniche e nei giorni festivi.
✔️Le comunicazioni telefoniche potrebbero essere limitate se i militari ne avranno bisogno.
Fonte
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agbiuso
“È crudele, ma nell’Unione europea il diritto a un’opinione diversa non esiste più”.
Dal primo discorso pubblico tenuto dal capo del governo slovacco Robert Fico dopo l’attentato subito il 15.5.2024. Fonte: l’Antidiplomatico, 8.6.2024
agbiuso
Vincenzo Costa, professore di Filosofia teoretica all’Università San Raffaele, individua con lucidità i pericoli di implosione che sta correndo l’Occidente poiché è chiaro qual è “il vero obiettivo di questa guerra: LA DISTRUZIONE DELL’ECONOMIA EUROPEA A FAVORE DI QUELLA AMERICANA”
Le 11 tendenze disgregatrici dell’Occidente
l’AntiDiplomatico, 2.6.2024
agbiuso
Europa o l’impostura
di Giorgio Agamben
20.5.2024
È probabile che ben pochi fra coloro che si apprestano a votare per le elezioni europee si siano interrogati sul significato politico del loro gesto. Poiché sono chiamati a eleggere un non meglio definito «parlamento europeo», essi possono credere più o meno in buona fede di star facendo qualcosa che corrisponde all’elezione dei parlamenti dei paesi di cui sono cittadini. È bene subito chiarire che le cose non stanno assolutamente così. Quando si parla oggi di Europa, il grande rimosso è innanzitutto la stessa realtà politica e giuridica dell’Unione europea. Che si tratti di una vera e propria rimozione, risulta dal fatto che si evita in tutti i modi di portare alla coscienza una verità tanto imbarazzante quanto evidente. Mi riferisco al fatto che dal punto di vista del diritto costituzionale, l’Europa non esiste: quella che chiamiamo «Unione europea» è tecnicamente un patto fra stati, che concerne esclusivamente il diritto internazionale . Il trattato di Maastricht, entrato in vigore nel 1993, che ha dato la sua forma attuale all’Unione europea, è l’estrema sanzione dell’identità europea come mero accordo intergovernativo fra Stati. Consapevoli del fatto che parlare di una democrazia rispetto all’Europa non aveva pertanto senso, i funzionari dell’Unione europea hanno cercato di colmare questo deficit democratico stilando il progetto di una cosiddetta costituzione europea.
È significativo che il testo che va sotto questo nome, elaborato da commissioni di burocrati senza alcun fondamento popolare e approvato da una conferenza intergovernativa nel 2004, quando è stato sottoposto al voto popolare, come in Francia e in Olanda nel 2005, è stato clamorosamente rifiutato. Di fronte al fallimento dell’approvazione popolare, che di fatto rendeva nulla la sedicente costituzione, il progetto fu tacitamente – e forse bisognerebbe dire vergognosamente – abbandonato e sostituito da un nuovo trattato internazionale, il cosiddetto Trattato di Lisbona del 2007. Va da sé che, dal punto di vista giuridico, questo documento non è una costituzione, ma è ancora una volta un accordo tra governi, la cui sola consistenza riguarda il diritto internazionale e che ci si è pertanto guardati dal sottoporre all’approvazione popolare. Non sorprende, pertanto, che il cosiddetto parlamento europeo che si tratta di eleggere non sia, in verità, un parlamento, perché esso manca del potere di proporre leggi, che è interamente nelle mani della Commissione europea.
Qualche anno prima il problema della costituzione europea aveva dato del resto luogo a un dibattito fra un giurista tedesco di cui nessuno poteva mettere in dubbio la competenza, Dieter Grimm, e Jürgen Habermas, che, come la maggior parte di coloro che si definiscono filosofi, era del tutto privo di una cultura giuridica. Contro Habermas, che pensava di poter fondare in ultima analisi la costituzione sull’opinione pubblica, Dieter Grimm ebbe buon gioco nel sostenere l’improponibilità di una costituzione per la semplice ragione che un popolo europeo non esisteva e pertanto qualcosa come un potere costituente mancava di ogni possibile fondamento. Se è vero che il potere costituito presuppone un potere costituente, l’idea di un potere costituente europeo è il grande assente nei discorsi sull’Europa.
Dal punto di vista della sua pretesa costituzione, l’Unione europea non ha pertanto alcuna legittimità. È allora perfettamente comprensibile che una entità politica senza una costituzione legittima non possa esprimere una politica propria. La sola parvenza di unità si raggiunge quando l’Europa agisce come vassallo degli Stati Uniti, partecipando a guerre che non corrispondono in alcun modo ad interessi comuni e ancor meno alla volontà popolare. L’Unione europea agisce oggi come una succursale della NATO (la quale NATO è a sua volta un accordo militare fra stati).
Per questo, riprendendo non troppo ironicamente la formula che Marx usava per il comunismo, si potrebbe dire che l’idea di un potere costituente europeo è lo spettro che si aggira oggi per l’Europa e che nessuno osa oggi evocare. Eppure solo un tale potere costituente potrebbe restituire legittimità e realtà alle istituzioni europee, che – se impostore è secondo i dizionari «chi impone ad altri di credere cose aliene dal vero e operare secondo quella credulità» – sono allo stato attuale nient’altro che un’impostura.
Un’altra idea dell’Europa sarà possibile solo quando avremo sgombrato il campo da questa impostura. Per dirla senza infingimenti né riserve: se vogliamo pensare veramente un’Europa politica, la prima cosa da fare è togliere di mezzo l’Unione europea –, o quanto meno, essere pronti per il momento in cui essa, come sembra ormai imminente, crollerà.
agbiuso
Invito a sottoscrivere un documento del quale sono tra i primi firmatari:
–Usciamo dall’Unione Europea
agbiuso
No, per la salvezza dell’Europa, per la dissoluzione di un Occidente autoritario, menzognero e miserabile, sarebbe bene che la vittoria della Russia contro la NATO sia totale, evidente a tutto il mondo, liberatrice.
agbiuso
Il circo occidentale: il giorno dei pagliacci
il Simplicissimus, 22.2.2024
Una settimana impietosa per l’Occidente che sotto la gragnuola di colpi che stanno colpendo il suo esercito per procura in Ucraina, sta letteralmente perdendo la testa e mostrando tutta l’idiozia in cui è sprofondato allestendo una sorta di circo Togni della geopolitica. Si accomodino siore e siore al grande spettacolo in cui vedremo la tigre di carta ruggire contro gli indifesi mettendo il veto a una risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza, ma poi squittire come un topo di fogna ( e chiedo scusa a questi animaletti per il paragone ) quando deve trattare con i forti,
Taca banda … vi racconteremo come il dipartimento di Stato americano ha accusato la Russia di aver violato le sanzioni internazionali contro la Corea del Nord perché il presidente Vladimir Putin ha regalato un’auto di lusso al leader di Piongyang, Kim Jong-un. Intanto i pagliacci scendono nell’arena e si prendono a bastonate con le mazze di plastica e fanno esplodere mortaretti. Immagino che al Cremlino staranno tremando per questa accusa infamante, ma la verità è che chi se la fa sotto – non solo metaforicamente – è il vecchio Jo che interpreta la parte di presidente del circo. E si perché pensate un po’ che proprio in questi giorni Washington sta tentando di convincere la Russia ad abbandonare il programma per la progettazione di un satellite killer in grado di distruggere i satelliti spia americani e quello per l’ ammodernamento e la nuova costruzione dei bombardieri supersonici TU-160 che possono portare una incredibile panoplia di armi, compresi i missili da crociera Kh-BD che hanno un raggio di azione di 8000 chilometri e perciò senza uscire dal territorio russo possono colpire praticamente ovunque.
Ora compaiono gli equilibristi che volano sui trapezi perché c’è chi pensa che questa inaspettata richiesta alla Russia di congelare i suoi progressi in fatto di armamenti, sia in realtà un pretesto per stabilire colloqui preliminari con il Cremlino per un cessate il fuoco in Ucraina dove le cose vanno sempre peggio. Finalmente anche le teste più dure stanno cominciando a comprendere che l’idea di uno stallo dopo il catastrofico fallimento della controffensiva di Kiev era una delle tante cazzate all’inglese o all’americana, decideranno gli anglisti. E si cerca un modo per arrivare a un tavolo della pace senza tuttavia fare la figura di chiederlo.
Ma adesso tutti fuori sull’arena, cavallerizzi e acrobati mentre gli ottoni squillano e il povero leone spelacchiato ruggisce per avere la bistecca: la coralità occidentale per quel delinquente di Navalny, morto di pancreatite e di diabete, è uno spettacolo imperdibile che vale il biglietto. Fanno finta che fosse un contendente di Putin, ma nessuno lo conosceva, non aveva avuto alcun risultato alle elezioni, non aveva idee politiche e quelle che aveva erano orribili. Quando Nalvany si è preso del tempo per registrare le sue opinioni utilizzando una piattaforma video, il suo messaggio è stato scioccante e inquietante. Ha descritto i musulmani – tutti, non solo alcuni – come scarafaggi che dovevano essere sterminati. Che diavolo pensano i politici occidentali che elogiano Nalvany?” Fanno finta di essere contro il razzismo eppure eccoli qui a piangere per pura russofobia la morte di un nazionalista ultra-russo che aveva abbracciato con entusiasmo le più vili convinzioni razziste. Ma che ci volete fare è il meraviglioso mondo delle marionette che non hanno testa, ma solo lo stomaco per fare i ventriloqui di un progetto politicamente criminale. Quindi va bene proprio tutto.
Bene adesso nell’arena si fa silenzio perché tornano i pagliacci per il loro numero finale. Si tratta di pagliacci tedeschi che urlano e strepitano di guerra alla Russia, persino dopo che le loro armi hanno fatto la figura di merda che sappiamo e la cui unica prospettiva è quella di diventare un hub per le forze americane. Ma la storia che raccontano è incredibile, divertente e assurda: mentre il Paese affonda un gruppo di paleobiologi tedeschi ha chiesto una revisione del sistema utilizzato per denominare i dinosauri, sostenendo che l’attuale nomenclatura contiene quasi 100 nomi “potenzialmente offensivi”, come riferito martedì la rivista Nature, citando l’articolo ancora inedito di questi minus habens. Essi hanno analizzato i nomi di ogni fossile di dinosauro dell’era mesozoica peer trovare nomi “emananti razzismo, sessismo, che prendono il nome da contesti (neo)coloniali o da figure controverse” Secondo Nature sono state trovate 89 specie “problematiche”. Una specie di dinosauro potrebbe essere problematica semplicemente perché il suo nome era basato sul nome coloniale dell’area in cui è stato scoperto il fossile, hanno spiegato i ricercatori, lamentando che “i nomi dei luoghi o dei ricercatori nella lingua indigena spesso non vengono utilizzati o sono tradotti male”.
Ma pensate che cuoricini quelli che poi si esaltano per le stragi di cui la Germania è parte attiva. Proprio delle dreckige Scheiße e lascio a voi la traduzione per finire in bellezza.
agbiuso
Europa in preda alla sindrome di Ursula
il Simplicissimus, 21.2.2024
Probabilmente una delle decisioni più stupide del mondo è quella di annunciare la riconferma della corrotta e ottusa von der Leyen alla guida della commissione europea per altri 4 anni nonostante la vicenda dei vaccini, ma è al tempo stesso una delle decisioni più scontate che si potessero prendere perché questo orrendo personaggio rappresenta tutta la follia che la Ue ha espresso in questi anni e che ora non riesce a rinnegare, anche di fronte al totale disastro che ha provocato. Si tratta di una dinamica psicologica che di solito viene chiamata bias o escalation dell’impegno: essa consiste nel credere che i comportamenti futuri debbano allinearsi a quelli passati, anche se essi sono palesemente sbagliati e fallimentari. Quando si è investito molto in qualcosa si tende a non cambiare strada o strategia per non vanificare gli sforzi fatti e questo paradossalmente è ancora più vero quanto più gli errori sono grandi.
Così la Ue che ha scelleratamente giocato sulla sconfitta della Russia, ha perso gran parte della posta e ora non può tornare indietro ed esprimere una élite politica in grado di dare vita a un nuovo corso, deve necessariamente tenersi quel palco di guerrafondai da cavalluccio a dondolo di cui tutto il mondo ride . Per questo l’imperativo categorico è continuare, in un inarrestabile crescendo di grottesco, a negare l’evidenza ossia che l’ Ucraina non può vincere la guerra contro la Russia anche perché ormai è un Paese diroccato e demograficamente esausto, il cui controllo sta sfuggendo persino ai padroni americani. L’esempio migliore è il governo Scholz che ha distrutto l’economia tedesca in cambio di nulla e che ora non può fare altro che andare avanti nelle pratiche suicide. L’unica variante nella narrazione è tentare di far credere che la Russia voglia attaccare direttamente l’Europa per tentare di rendere in qualche modo credibile la dissipazione di enormi somme a favore dei corrotti di Kiev (e probabilmente non solo di Kiev). E’ chiaramente un’idiozia sotto molti punti di vista: come si fa a dire che l’Ucraina può vincere la guerra e contemporaneamente pensare che la Russia voglia investire l’intera Europa? Ma a parte queste sciocchezze alla Russia ormai importa ben poco di un’ Europa svuotata e saccheggiata da Washington e che ancora adesso non riesce a vedere la luce, ovvero che mentre gli Stati Uniti negli ultimi 20 anni hanno speso i loro soldi per creare scompiglio nel Medio Oriente , Russia e Cina hanno sfruttato il tempo per prepararsi ad un conflitto più ampio che appare inevitabile. Gli europei avrebbero dovuto riconoscerlo invece di aiutare gli Usa a mantenere la propria immagine di potenza unipolare.
Ma basta guardare i componenti della commissione Ue e quella specie di sinistra statuina di Capodimonte della von der Leyen che potrebbe essere protagonista di un racconto su corruzione e morte al the delle cinque, per capire il livello di questa governance fuori controllo. Qualcuno a questo punto si domanderà, ma perché ricandidare Ursula come metafora del disastro a poco tempo dalle elezioni europee, non è una mossa azzardata? No è l’unica cosa che potessero fare a questo punto per polarizzare il voto e chiamare alle urne cittadini ormai scoraggiati e scettici. E’ il richiamo della foresta per le persone che dopo aver investito tutto nell’idea di Europa, nonostante l’euro e le politiche antisociali messe in atto, andranno al voto in preda alla stessa sindrome dei loro padroni, ovvero quella di allinearsi al passato per quanto esso sia stato catastrofico. Il meccanismo europeo creato come pudica cortina democratica per rendere meno visibile l’autoritarismo oligarchico sovranazionale, ha molta più paura delle urne deserte che di quelle antagoniste: le prime infatti sono in grado si mettere a nudo il giochino con la scarsa partecipazione popolare, mentre le seconde possono sì evidenziare un problema di credibilità, ma di fatto non contano nulla: anche se il finto Parlamento continentale fosse in grande maggioranza all’opposizione questo conterebbe zero, visto che il Parlamento stesso sta lì solo per bellezza, può applaudire o fischiare, ma la recita si svolge altrove. Sta a una realtà democratica come il modellino di un’auto sta a un’automobile vera.
Tuttavia sono disposto a una scommessa: la von der Leyen e tutta la sua corte di grassatori non durerà altri quattro anni, verrà travolta prima insieme a questo relitto di Europa.
agbiuso
Da L’Occidente contro l’Occidente
di Franco Cardini – 4.2.2024
“Il vero danno che minaccia la civiltà non viene dall’Oriente ma dall’estremo Occidente”. È, in sintesi, la tesi portata avanti non solo da me in La deriva dell’Occidente (Laterza 2023), ma anche e soprattutto da Emmanuel Todd in La défaite de l’Occident (Gallimard 2024), in modo ben più autorevole e radicale.
Segnalo tuttavia che la frase di apertura di queste poche note è citata in un saggio al solito lucidissimo di Luciano Canfora, La schiavitù del capitale (il Mulino 2017): essa appartiene a Isaac Kadmi-Cohen (1892-1954), il quale sottolinea come già all’indomani della prima guerra mondiale si fosse avviato da parte soprattutto statunitense un progetto “tanto intelligente quanto ributtante… di rovinare l’Europa e colonizzarla”.
[…] Su tutto ciò esistono biblioteche intere: ultimamente, è uscita la traduzione italiana di un bel libro di Julia Lovell, La guerra dell’oppio e la nascita della Cina moderna (Einaudi 2022). Victor Hugo scrisse che l’aggressione europea al grande, civilissimo impero, era un puro atto di pirateria e di latrocinio. Per la Cina di oggi, quell’episodio segnò il fatale esito di una cospirazione occidentale tesa a distruggere la Cina con la droga e la “diplomazia delle cannoniere”. Quanto di tutto ciò s’insegna nelle scuole italiane, quando si parla del “pericolo cinese contro la democrazia occidentale”? Per troppo tempo l’Occidente che predica pace, libertà, progresso, fratellanza tra i popoli, ha seminato nel mondo questo vento; i nostri ragazzi, figli e nipoti e pronipoti di generazioni di colti e civili avvoltoi democratici, raccoglieranno adesso la tempesta che si va addensando. E i nostri governanti non hanno saputo evitare, anzi, hanno contribuito a determinare la situazione che con disincantata esattezza Marco Tarchi definisce “senza vie di uscita”. La neolingua orwelliana dei nostri politici liberisti, che ha preparato guerra chiamandola “pace”, che ha organizzato provocazioni definendole “sostegno alla democrazia” e aggressioni chiamandole “diritto alla difesa” oppure “difesa preventiva”, che ha ordito congiure golpiste definendole “tutela della libertà”, è responsabile di tutto ciò”.
agbiuso
La battaglia d’Europa
Il Simplicissimus, 3.2.2024
Ieri abbiamo potuto vedere contemporaneamente in azione due europe: quella popolare e vitale degli agricoltori che assediano Bruxelles e Berlino contro decisioni assurde, palesemente pretestuose come fossero un esempio di scuola di eterogenesi dei fini e quella degli oligarchi che esercitano il ricatto contro l’Ungheria perché faccia passare il piano di 5o miliardi di euro da regalare al regime di Kiev già agonizzante e il cui unico risultato concreto potrebbe essere quello di coinvolgere l’Europa in una guerra che l’annienterebbe. Sono due europee che non hanno più nulla a che fare l’una con l’altra, tra le quali non è più pensabile una mediazione e che in effetti manca di un terreno sul quale ricercarla: le elezioni europee che avrebbero potuto e anzi dovuto essere tale terreno sono in realtà una farsa e un inganno: le persone vengono invitate a votare un falso parlamento, una rappresentanza politica che non conta nulla, è solo un orpello, un separé rituale per nascondere il fatto che le élite continentali hanno tutto il potere e forgiano in continuazione nuovi burattini da gettare in pasto alle opinioni pubbliche con la potente scorta dei media.
Sì, non c’è possibilità di mediazione, è un duello che non può che finire o con la sconfitta delle oligarchie europee e anche dei meccanismi del loro potere, Ue ed euro o con la sconfitta dei cittadini che diverranno la servitù di servizio di un sistema degenerato. Le cose stanno stanno diventando sempre più chiare: il Novecento sarò anche stato un secolo terribile, ma bisogna dire che non si poteva immaginare che un giorno il ceto politico sarebbe scaduto a livelli così infimi, né che i cittadini sarebbero stati dominati dalla paura e dal loro stesso smarrimento, dalla mancanza di prospettive, di idee e di elaborazione politica, risucchiate dal neoliberismo in cambio di perline. Chi può credere davvero che l’agricoltura e l’allevamento tradizionale possano distruggere l’ambiente e colpire la biodiversità, mentre le colture ogm estensive delle multinazionali agroalimentari e un po’ di grilli il cui costo è peraltro superiore a parità di peso a qualsiasi altro alimento, siano la soluzione? Solo gli imbecilli che il sistema fabbrica incessantemente distruggendo qualsiasi fonte di pensiero critico. Chiunque pensi di ritagliarsi un qualche spazio al di fuori di questa battaglia è un illuso, uno che verrà sorpreso di notte dalla storia mentre cerca di non vedere. E’ il momento di agire, di non stare solo a guardare, ma di appoggiare la lotta degli agricoltori.
agbiuso
Con riferimento alle posizioni servili, genocide e autodistruttive assunte nella guerra della NATO contro la Russia e in quella di Israele contro i civili palestinesi, il Simplicissimus parla giustamente degli “ignobili resti di ciò che fu l’Europa”: Hamas sta vincendo la sua battaglia
agbiuso
Andrea Zhok:
Ci sono molti intellettuali “embedded” nelle truppe dei detentori di capitale che accusano tutti i dissenzienti di essere “anti-occidentali”.
Se dubiti delle proprietà taumaturgiche di un prodotto terapeutico raffazzonato e somministrato forzosamente, allora sei un complottista antiscientifico e antioccidentale.
Se dubiti che l’Ucraina sia il baluardo della democrazia e che la Russia sia guidata da un pazzo che vuole arrivare con i carrarmati a Lisbona, allora sei un putiniano antioccidentale.
Se dubiti che Israele sia per definizione una povera vittima, ingiustamente tormentato da aguzzini palestinesi, gelosi e antisemiti, allora sei filo-terrorista e antioccidentale.
Ora, il termine “occidentale” è assai ambiguo, visto che oggi sostanzialmente include tutto ciò che ricade sotto l’influenza degli USA e dei suoi bungalow in giro per il mondo. Ciò che mi preme chiarire qui è che se per anti-occidentale quegli intellettuali a gettone intendono anti-europeo, si sbagliano di molto.
Tolti gli intellettuali a libro paga e quelli che pensano di sapere quel che succede nel mondo perché leggono Repubblica-Corriere, per i consapevolmente dissenzienti questa è una fase storica di grave sofferenza culturale.
Lo è perché chi non è un parvenu della cultura sa qual è la straordinaria ricchezza, molteplicità e profondità della cultura europea, e ne è giustamente orgoglioso.
Posto che naturalmente non c’è più spazio per l’arroganza di chi credeva un secolo fa che esistesse al mondo solo una cultura degna di questo nome, quella europea, e che tutto il resto fosse barbarie, rimane vero che la cultura che prende le mosse dalla Grecia del VI secolo a.C. e che si dirama per due millenni e mezzo nella rosa delle scienze, delle arti, dei saperi in Europa e oltre, è un patrimonio incredibile, che impone umiltà a qualunque intelletto.
Chi ha anche solo avvertito i mondi spirituali che promanano da Platone, Aristotele, Tommaso, Dante, Cartesio, Spinoza, Leibniz, Monteverdi, Michelangelo, Cervantes, Purcell, Shakespeare, Bach, Mozart, Wagner, Mahler, Debussy, van Gogh, Dostoevsky, Thomas Mann, Niels Bohr, ecc. ecc. ecc., chi ha fatto anche solo in piccola parte questa esperienza, non può che soffrire terribilmente nel vedere tutto questo divorato, pervertito e distrutto dall’accidente storico dell’egemonia statunitense degli ultimi 70 anni.
L’Europa ha molte colpe ma la principale è di essersi autodistrutta un secolo fa, lasciando via libera a quel parvenu arricchito del nipote americano, che l’ha condotta, passo dopo passo, a diventare una brutta copia di sé, sacrificabile come controfigura.
E la nostra sofferenza, è quella di sapere di essere oggi dalla parte sbagliata della storia, sbagliata quanto un secolo fa, ma oggi anche perdente; e di sentire che il collasso incombente porterà con sé sotto le macerie anche quel patrimonio culturale unico.
agbiuso
Dal sito dell’Istituto Iliade
(https://institut-iliade.com/)
Sommes-nous entrés dans un monde post-occidental ?
L’Occident en crise – qu’il nous faut plutôt nommer post-Occident depuis qu’il a fait sécession de l’Europe – pourrait être assimilé à un patient schizophrène. Prônant une « diversité » mensongère à l’intérieur, imposant au monde entier un modèle unique de « valeurs universelles ». Des deux côtés de l’Atlantique, ce grand malade est aujourd’hui en phase terminale.
Schizophrénie, arrogance et impuissance
Au sein du post-Occident, une démographie en berne et une mentalité vieillissante. Mais aussi une profonde crise intellectuelle et morale qui atteint son point d’acmé dans les délires du wokisme. Et à mesure que l’Europe s’affaiblit, la montée en puissance de cultures étrangères sur son propre sol.
À l’extérieur, une politique agressive caractérisée par des guerres technologiques menées au nom de « droits de l’homme » à géométrie variable et de plus en plus contestés par les pays du Sud, qui renouent pour leur part avec les voies de l’identité et de la puissance.
Ce post-Occident se veut aujourd’hui « multiracial » alors même que ses ennemis ne voient en lui que les restes d’un « monde blanc » à abattre. Rejetant Julien Freund et oubliant les ressorts profonds du politique, le post-Occident refuse de voir la réalité du monde qui vient. Il s’enferme dans la schizophrénie et une arrogance masquant mal son impuissance.
Ce monde finissant est chaque jour plus névrosé, entraînant les peuples européens vers le suicide collectif. Et s’il fallait que cet « Occident » meure pour que l’Europe renaisse ?
agbiuso
Merkel caduta da cavallo
il Simplicissimus, 17.9.2023
Mi era sfuggito che un povero cortigiano dei nostri tempi, dotato di infallibile malgusto, avesse realizzato nel 2021 una statua equestre della Merkel, posta sul terreno del Museo Tempel di Etsdorf. L’autore di questo capolavoro, è “designer della comunicazione” Wilhelm Koch il quale con questa patacca ha voluto rendere omaggio alla democrazia e all’idea europea. Certamente è uno che ha capito tutto a meno che il cavallo che sembra un’asino e la cavaliera con un didietro più “importante” di quello dell’animale che cavalca, non sia una feroce satira: dopotutto, come ha detto egli stesso i monumenti equestri sembrano particolarmente inadatti ai politici squallidi e burocratizzati che ci affliggono. Non sarà il fatto che le persone di potere e persino i condottieri non vanno più a cavallo? Seminiamo questo atroce dubbio.
Ad ogni buon conto la notizia è che la statua equestre realizzata in cemento riciclato per onorare l’ecologismo fasullo della più importante fan di Greta, è crollata sotto il suo stesso peso, evento che sembra avere un aspetto simbolico mica da poco in un momento nel quale l’Europa stessa di cui la Merkel è stata interprete, guida e rappresentante, sta miseramente crollando. In realtà già in precedenza la testa del cavallo e il braccio della cavaliera erano crollati e per nascondere le riparazioni la statua è stata ridipinta di un bianco tremendo, aggiungendo anche questo tocco orrifico al tutto,
Ma la frantumazione finale della statua che potete vedere qui sopra rappresentano in maniera perfetta lo stato dell’Unione Europea, della Germania e l’eredità della Merkel . Adesso non aspettiamo altro che un artista italiano realizzi una statua equestre di Draghi mentre dirige l’ultima carica di cavalleria della Goldman Sachs, Però maglio farla di cartapesta perché si adatta molto di più al personaggio, che non cade mai perché in fondo non alcun peso se non come commesso svenditore.