Che cosa autorizza un Paese come gli Stati Uniti d’America a intromettersi nelle decisioni, nella vita, nelle libertà di altri Paesi? In nome di che che cosa gli USA sono giudici dei destini di ciò che avviene nel continente asiatico, in America Latina, in Europa, ovunque? Da dove proviene questo privilegio assoluto di decidere per tutti che cosa sia il bene e che cosa il male? Che cosa legittima la pretesa che gli altri popoli, stati, nazioni debbano obbedire ai giudizi, alle decisioni, alle azioni degli Stati Uniti?
Non vedo porre tali domande, che pure sono essenziali di fronte a un’ingerenza sempre più pervasiva, totale, assai rischiosa, da parte dello stato nordamericano in tutti gli eventi del pianeta.
Ai difensori dell’imperialismo statunitense (così si chiama tecnicamente nella scienza della politica) pongo tali domande, che non sono retoriche. Vorrei proprio saperlo, infatti. Perché e da dove nasce il privilegio assoluto degli USA di decidere sulla Siria, sull’Iran, sui rapporti tra la Cina e la Russia, sui governi italiani, sulla politica monetaria cilena, solo per fare qualche esempio di una presenza totale? Da dove proviene? Che cosa lo motiva? Su quali elementi normativi o etici del Diritto internazionale si fonda?
Sin quando queste e analoghe domande non riceveranno risposte razionali e plausibili, l’ingerenza planetaria degli Stati Uniti d’America sarà una forma della volontà di potenza, la più pericolosa mai attuata nella storia della nostra specie.
Nulla di nuovo naturalmente, anche se nuove sono le potenzialità distruttive che una simile politica comporta, ma allora bisognerebbe dirlo in modo esplicito, senza infingimenti: nelle guerre che gli USA iniziano ovunque o alle quali partecipano domina la legge del più forte, vigono principi di natura geopolitica, sono in gioco le ambizioni di dominio economico e strategico della potenza più armata del pianeta. Di questo si tratta. E non di ‘valori’, ‘democrazia’, ‘libertà’. Ripulire il campo dall’ipocrisia moralistica e semantica sarebbe già un passo avanti.
È soltanto in questo quadro che si può comprendere la questione Ucraina.
Oskar Lafontaine, ex ministro delle Finanze tedesco ed ex presidente del partito socialdemocratico (SPD) ha dichiarato apertamente che «la guerra in Ucraina non è una guerra della Russia contro l’Ucraina o viceversa, ma una guerra degli Stati Uniti contro la Russia» (Contropiano. Giornale comunista on line, 16.2.2012). È infatti una guerra anche vigliacca quella combattuta dagli Stati Uniti d’America per procura contro la Russia in Ucraina, «senza rischiare la vita di un solo soldato sul terreno, limitandosi a fornire strumenti di morte e informazioni spionistiche per rendere l’impatto più efficace» (Marco Tarchi, Diorama Letterario 371, p. 1).
Una guerra che invera e prosegue la svolta rovinosa che a partire dalle Paci di Versailles del 1918-1919 ha trasformato la guerra in una questione assoluta, nella quale il nemico non è più un semplice nemico ma è diventato un subumano che non merita alcun rispetto. Una disumanizzazione, anche rispetto al mondo antico, che ha la sua plastica testimonianza nella richiesta del presidente ucraino di vietare a tutti gli atleti russi di partecipare alle Olimpiadi di Parigi del 2024, quando invece per i Greci le Olimpiadi erano ragione di tregua nei conflitti in corso.
La marionetta che governa Kiev (e che si crede un burattinaio) oltrepassa ogni misura, razionalità, responsabilità, chiedendo «armi, più armi» alla NATO. Tanto che i Paesi che compongono l’alleanza militare si stanno dissanguando per finanziare la guerra, togliendo pane, sanità, scuola, lavoro, ai propri cittadini allo scopo di armare all’inverosimile la dittatura ucraina.
E che si tratti di una dittatura è confermato dal Partito Unico al potere, dalla persecuzione dei russofoni e della Chiesa ortodossa non nazionalista, dalle ‘punizioni’ erogate in pubblico e senza alcun processo per chiunque sia giudicato ribelle dalla polizia, dal tentativo di sterminio degli abitanti delle regioni autonome, dal dominio totale sui media ucraini. Anche Amnesty International conferma che l’esercito dell’Ucraina ha come obiettivo la morte e il danno dei cittadini ucraini. L’Ucraina è in realtà uno dei Paesi più corrotti d’Europa e fiumi di denaro dei cittadini e contribuenti italiani ed europei vanno a ingrossare i conti correnti di politici e oligarchi ucraini.
L’eterogenesi dei fini è una delle forme più ironiche e più amare delle vicende umane. In questo caso, essa fa sì che i “democratici” italiani ed europei sostengano anche i movimenti neonazisti al potere in Ucraina. E lo fanno mettendo a rischio i propri concittadini in nome degli interessi e della propaganda degli Stati Uniti d’America. Di fronte alla rovina dell’Italia e dell’Europa, a vantaggio degli USA e per difendere il governo fantoccio dell’Ucraina, ci sarebbero le condizioni per processare i governi in quanto colpevoli di «alto tradimento» degli interessi e della sicurezza dei cittadini.
La miseria economica, il disagio sociale, la crisi della sanità, dei servizi, della formazione sempre più diffuse in Italia e in Europa per difendere e finanziare i Quisling dell’Ucraina costituiscono una prova assai chiara della inadeguatezza, della corruzione, della menzogna che guidano le classi dirigenti del Continente, compreso il governo Meloni. Perché, ad esempio, non ci sono soldi per il bonus edilizio, per l’assunzione di medici negli ospedali, per la ricerca universitaria, per gli edifici scolastici, e invece ci sono (molti) danari per inviare armi e ogni altro strumento di guerra all’Ucraina?
Gli inventori di una Ucraina «democratica» – si tratta in realtà di uno degli stati europei più autoritari e corrotti, con radici e simpatie nazionalsocialiste – si affannano a riempirla di armi e di denaro con il rischio di portare a distruzione l’Europa. Se l’aggressore operativo è la Russia, il vero aggressore strategico è la NATO, che venendo meno agli accordi di Minsk ha ampliato il proprio controllo sull’Europa sino ai confini della Russia. È come se quest’ultima ponesse le sue basi nucleari in Canada o nel Messico. Inaccettabile.
Gli Stati Uniti vogliono controllare ogni azione politica che accade nel mondo, non accettano neppure come ipotesi un pluriversalismo che limiti il globalismo unipolare che tendono a imporre all’intera umanità. Una prova linguistica e semantica di tale pretesa è l’affermazione che «la comunità internazionale» stia condannando e sanzionando la Russia. In realtà, i Paesi che si sono rifiutati di sanzionare la Russia rappresentano invece l’82% della popolazione mondiale.
E tutto questo per difendere «la libertà», la «democrazia»? No, tutto questo serve a organizzare, imporre e difendere un principio e un germe totalitario che consiste nella Gleichschaltung, nell’allineamento a una sola prospettiva, nella «soppressione dei modi di pensare dissidenti, l’eradicazione di ogni pensiero non coincidente con l’ideologia dominante» (Alain de Benoist, DL 371, p. 13).
Il totalitarismo non consiste infatti soltanto e principalmente nei mezzi che si usano ma sta nello scopo per il quale si usano. Gli strumenti possono essere assai più leggeri rispetto a quelli utilizzati dai regimi totalitari del Novecento, «mezzi meno brutali, addirittura fatti per piacere e sedurre, che vanno di pari passo con l’adozione e un apparato di sorveglianza di un’ampiezza (e di un’efficacia) mai vista. Questo si chiama pensiero unico, e ogni progetto che punta ad imporre un pensiero unico è totalitario» (Ibidem).
Gli Stati Uniti d’America costituiscono una nazione nata dal peggio dell’Europa, prosperata con il genocidio e le guerre in tutto il pianeta. Una nazione distrutta dall’illusione multiculturalista e spenta dal Politically correct. Gli USA sono una democrazia apparente, sono una società iniqua e feroce.
La corsa a essere e a mostrarsi servi degli USA e della NATO, contro gli interessi dell’Europa e dell’Italia, è una delle massime espressioni della tragedia che l’Europa vive in questo nostro tempo. I decisori politici europei sono dei veri e propri traditori al servizio di una potenza straniera e nemica, che sta muovendo guerra all’Europa.
La Russia è stata sempre amica dell’Italia. L’ingratitudine spinta sino a fornire armi ai suoi nemici è una responsabilità inaudita del governo Draghi prima e di quello Meloni dopo. Tutto questo si spiega anche con l’idolatria televisiva, con la rinuncia al pensiero, con la Società dello Spettacolo. Una società stordita, inebetita, che scatta come un burattino alle parole d’ordine e alle menzogne dei media, primo dei quali la televisione. Nonostante tale controllo mediatico, il rifiuto della guerra è netto da parte della maggioranza dei popoli e dei cittadini europei. E questo ricorda il 1914. Governi e ceti dirigenti sono oggi come allora accecati da calcoli e fanatismi che portarono alla catastrofe l’Europa.
L’immagine sopra e quella qui sotto spiegano più di tante parole che cosa sia accaduto negli ultimi decenni., una proliferazione di basi statunitensi ovunque (800 sparse in tutto il mondo), che mette a rischio l’esistenza e l’autonomia della Russia e della Cina. Pensare che questo possa accadere senza che Russia e Cina si difendano è stoltezza politica.
Gli Stati Uniti d’America e i loro alleati non hanno il diritto di parlare di pace, semplicemente. Non ne hanno diritto perché la politica estera degli USA dal 1945 al presente è consistita in una serie ininterrotta di guerre. Ecco un elenco delle tante guerre che gli USA hanno scatenato, per non parlare dei colpi di stato contro Paesi sovrani, come il Cile del 1973:
-Corea e Cina 1950-53 (Guerra in Corea)
– Guatemala (1954)
– Indonesia (1958)
– Cuba (1959-1961)
– Guatemala (1960)
– Congo (1964)
– Laos (1964-1973)
– Vietnam (1961-1973)
– Cambogia (1969-1970)
– Guatemala (1967-1969)
– Grenada (1983)
– Libano, Siria (1983, 1984)
– Libia (1986)
– El Salvador (1980)
– Nicaragua (1980)
– Iran (1987)
– Panama (1989)
– Iraq (1991) (Guerra del Golfo)
– Kuwait (1991)
– Somalia (1993)
– Bosnia (1994, 1995)
– Sudan (1998)
– Afghanistan (1998)
– Jugoslavia (1999)
– Yemen (2002)
– Iraq (1991-2003) (truppe Usa e UK insieme)
– Iraq (2003-2015)
– Afghanistan (2001-2015)
– Pakistan (2007-2015)
– Somalia (2007-2008, 2011)
– Yemen (2009, 2011)
– Libia (2011, 2015)
– Siria (2014-2015)
Per quanto riguarda l’Ucraina è ormai chiaro che il gasdotto che unisce la Germania alla Russia è stato distrutto da militari USA. Una gravissima azione di guerra attuata con modalità terroristiche.
E questo perché gli Stati Uniti d’America praticano la guerra contro l’Europa. Lo fanno da tanto tempo. Adesso l’hanno proprio dichiarata. La responsabilità maggiore è dell’Unione Europa, è dei ceti dirigenti europei di “destra” e di “sinistra” – compreso il governo italiano guidato da Giorgia Meloni – che non difendono i loro popoli da un nemico così implacabile, barbaro.
Tutto questo è espressione dell’Identità che tende a cancellare la Differenza. E invece l’essere, anche quello politico, è un gioco senza fine di Identità e Differenza, nel quale nessuno dei due poli cancella, può cancellare, l’altro. Pena la dissoluzione.
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agbiuso
Trump vuole mettere in forno il tacchino europeo?
il Simplicissimus, 13.11.2024
Negli Usa si avvicina a grandi passi il giorno del Ringraziamento (cade il 28 novembre), in cui gli americani ricordano la salvezza dei primi coloni grazie ai tacchini che erano stati fatti conoscere loro da una tribù di pellerossa con i quali avevano avviato dei commerci. Inutile dire che quella tribù fu prontamente sterminata per cui non si capisce bene se si festeggi la sopravvivenza dei Pellegrini o la comparsa del “destino manifesto” e dei suoi metodi. Ad ogni modo nella ricorrenza è tradizione mangiare il tacchino, quello reale messo in forno e spesso quello metaforico messo a disposizione dalla geopolitica imperiale.
Quest’anno con l’elezione di Trump, il tacchino messo in tavola alla Casa Bianca sarà l’Europa trascinata dentro una guerra con la Russia che precedentemente forniva a basso costo il “carburante” in senso stretto e figurato di un modello economico. E saranno coinvolti gli ambienti di politicanti e lobbisti responsabili del suicidio. Non sappiamo se il nuovo presidente abbia intenzione di mettere davvero fine al conflitto in Ucraina, come ha sempre detto, ma di certo una delle vie d’uscita dalla guerra perduta, salvando contemporaneamente la faccia dell’impero, è mostrare tutta la corruzione attorno alle centinaia di miliardi concessi a Kiev… come dire se siamo stati sconfitti la colpa non è delle nostre armi invincibili, ma del sistema depravato attraverso cui il regime ucraino ha ricevuto gli aiuti e le armi. Il sistema funzionava, anzi funziona, così; i 200 miliardi di dollari spesi dagli Usa e i 150 dall’Europa sono stati usati in abbondanza non solo per foraggiare l’industria bellica statunitense, ma per pagare il mileu politico che ha approvato queste spese folli. Ciò che arrivava a Kiev è stato distribuito tra i gerarchi del regime. L’abbondanza di questi aiuti ha permesso anche una elargizione allargata di benefici: così molti funzionari e politici europei oltre che americani, hanno preso il treno notturno per Kiev per stringere la mano a Zelensky davanti alle telecamere, esaltare la sua donchisciottesca impresa di sconfiggere le orribili orde russe e… ritirare una valigia piena di dollari di fresco conio da portare a casa.
Così Trump ha ora la possibilità di colpire i suoi vecchi nemici e di attribuire loro la sconfitta. Perciò nelle case di Bruxelles si trema di freddo: difficile che si lasci scappare questa occasione. Da molti indizi sembra che intenda verificare e indagare su come sono stati spesi male i fondi dell’Ucraina facendo scoppiare il bubbone. E probabilmente Zelensky che ormai non ha più nulla da perdere gli darà anche una mano per ingraziarsi il nuovo potente. Tuttavia il neo presidente potrebbe anche conservare nel cassetto questa bomba al fine di mantenere uno stretto controllo sulla Ue.
Ma il ceto politico europeo con valigetta diplomatica ha comunque un grosso problema: non rischia soltanto di apparire come un gruppo di guerrafondai a pagamento, ma anche di mostrarsi nella sua natura di iper neoliberisti ossessivi, tutti casa e Lgbtq+, immigrazione selvaggia, finta diversità nell’adesione conformistica agli ideologismi globalisti, clamorosi fallimenti sociali. Per di più questo disgraziato milieu ha dato un colpo letale all’economia del continente e dunque al tenore di vita dei cittadini. Con l’elezione di Trump la cui ampiezza è stata nascosta dai brogli che pure ci sono stati – al punto che Kamala Harris ha vinto solo negli Stati dove non era necessario avere un documento per votare – tutto questo non fa più parte del vangelo obbligatorio occidentale e comunque non più della sua corrente principale. Molta gente a quanto pare non ha detto sì a Trump, ma no al globalismo e alle sue chicche avvelenate, tutte costruite con scopi del tutto diversi da quelli proclamati.
agbiuso
In un articolo uscito il 26.10.2024 sul Fatto Quotidiano il filosofo e analista politico Eugenio Mazzarella discute la sempre più evidente dinamica multipolare, vale a dire il tramonto dell’imperialismo USA.
Con apparente moderazione ma sostanziale forza, Mazzarella individua tre elementi:
-la dinamica colonialista che guida tuttora la politica dell’Occidente anglosassone e, per trascinamento, quella dell’Europa;
-la trasformazione delle democrazie occidentali in dittature di nuova forma ma non per questo meno autoritarie;
-l’inevitabilità del mondo multipolare che si apre, rispetto al quale gi USA e i loro vassalli possono accettare di guidarlo insieme al resto del mondo oppure di farsene trascinare.
I BRICS lanciano la sfida: L’Occidente sa fare pace? (PDF)
agbiuso
Da: La reinvenzione del mondo
il Simplicissimus, 23.10.2024
“Tutto questo fornisce una speranza di reinvenzione dell’Europa che è stata politicamente e geopoliticamente un’appendice di Washington dal dopoguerra e la cui cultura è stata frantumata affinché non esistesse più l’idea di progresso e di giustizia sociale del tutto inconcepibile per il neoliberismo e pericolosa per i miliardari al comando dalle loro torri di guardia. Il tutto è stato sostituito dalla tecnocrazia e da idee in provetta, culti spuri come quello climatico e uso delle emozioni elementari come criterio di valutazione politica. La vacuità di questo mondo ora lo condanna a un visibile declino e imbarbarimento che appare sempre più chiaro man mano che il mondo sfugge alle grinfie del grigio e violento potere americano. Basterebbe cogliere finalmente l’occasione che man mano si va concretizzando con l’emergere di un nuovo soggetto profondamente diverso”.
agbiuso
Segnalo un articolo molto interessante, pubblicato sulla Gazzetta de Il Covile il 10.10.2024.
Si sintetizza un’intervista allo storico Emmanuel Todd nella quale lo studioso sostiene, e argomenta perché, che «se la Russia venisse sconfitta in Ucraina, la sottomissione europea agli americani si prolungherebbe per un secolo. Se, come credo, gli Stati Uniti verranno sconfitti, la Nato si disintegrerà e l’Europa sarà lasciata libera».
Questo il link alla rivista: https://www.ilcovile.it/scritti/COVILE_B_703_MOA_Todd.pdf
Russia - agb
[…] ciò che ormai da anni penso dell’Occidente anglosassone (non dell’Europa, della quale la Russia è parte fondamentale), vale a dire che si tratta di una civiltà spenta, di una democrazia fasulla, di uno spazio […]
agbiuso
Todd: la sconfitta ucraina è una vittoria per l’Europa
Il Simplicissimus, 11.10.2024
Emmanuel Todd, il celebre storico e sociologo è arrivato a Bologna tre giorni fa per presentare la traduzione italiana del suo ultimo libro, la Defaite de l’Occident (La sconfitta dell’Occidente) che non solo è in testa alle classifiche in tutto il continente, ma che ha suscitato scandalo e imbarazzo tra le teste d’uovo nel frattempo mutatesi in teste di gallina perché dopotutto il padrone paga e garantisce la visibilità. Ma poi si sa, la rondine di un discorso intelligente non fa primavera quando i corvi volano a migliaia gracchiando slogan e dunque non c’è un vero pericolo di ingarbugliare la narrazione demenziale con qualche pensiero lucido una tantum. Per il New York Times, giornale per cui notoriamente la verità fattuale costituisce disinformazione, Todd è un eccentrico, parola che nel linguaggio dei padroni vuol dire innocuo. Così è stato intervistato anche sotto le Due torri senza tema che si intromettesse qualche tribunale dell’inquisizione stracciona che ci ritroviamo sul gobbo.
È l’occasione per prendere contatto con un pensiero non incrostato dallo strame atlantista ed europatico, un punto di vista che sorprende per la sua lucida evidenza. La tesi generale di Todd è che l’Europa ha delegato la sua rappresentanza e la sua stessa anima agli Stati Uniti, il che pone un problema non da poco nel momento in cui la leadership americana sta fallendo. Ma leggiamo le sue parole, andando al sodo, cosa che mi permette – si parva licet componere magnis – di collegare l’idea centrale di Todd, a quanto dico spesso su questo blog: “È iniziata una guerra. È l’esito di questa guerra che deciderà il destino dell’Europa. Se la Russia venisse sconfitta in Ucraina, la sottomissione europea agli americani si prolungherebbe per un secolo. Se, come credo, gli Stati Uniti verranno sconfitti, la Nato si disintegrerà e l’Europa sarà lasciata libera. Ancora più importante di una vittoria russa sarà l’arresto dell’esercito russo sul Dnepr e la mancanza di volontà del regime di Putin di attaccare militarmente l’Europa occidentale. Con 144 milioni di abitanti, una popolazione in calo e 17 milioni di chilometri quadrati (56 volte la superficie dell’Itala ndr.) lo Stato russo fa già fatica ad occupare il suo territorio. La Russia non avrà né i mezzi né il desiderio di espandersi, una volta ricostituiti i confini della Russia pre-comunista. L’isteria russofobica occidentale, che fantastica sul desiderio di espansione russa in Europa, è semplicemente ridicola per uno storico serio. Lo choc psicologico che attende gli europei sarà quello di comprendere che la Nato non esiste per proteggerci ma per controllarci”.
Il concetto fondamentale è dunque che la sconfitta dell’Ucraina è una vittoria per l’Europa. Ben s’intende quell’Europa che non è altro se non la carta carbone della Nato, non quella che potrebbe e dovrebbe essere. Per avere la pace su questo continente e potere avere rapporti liberi con tutte le aree del pianeta occorre liberarsi dalla presa degli Usa. Questo è sempre più chiaro anche se nella mente di molti, allevati nelle nursery mediatiche degli ultimi quattro o cinque decenni, si è formato come un imprinting difficile da cancellare. Ma forse quando essere servi diventerà terribile e angosciante, anche gli anatroccoli capiranno.
agbiuso
Lezione di aritmetica per i guerrafondai di Bruxelles
il Simplicissimus, 26.9.2024
Cari bambini oggi compito d’aritmetica. Risolvete il seguente problema:
data una distanza di 1185 chilometri quanto impiegherà a percorrerla un oggetto che viaggia a 3,87 chilometri al secondo?
Calcolo al secondo decimale: 1185 : 3,87 = 306, 41 secondi, ovvero 5, 10 minuti. Purtroppo la classe differenziale di Bruxelles ci ha messo circa due anni a fare il calcolo e solo oggi si accorge che i missili ipersonici russi possono arrivare a devastare la capitale della Ue in meno tempo di quello che occorre alla von der Leyen per incassare una tangente sui vaccini. Anche molto meno se si tiene conto degli Avangard che possono attingere una velocitò di mach 27. Sussurri e grida tra gli stallieri della finanza. Così proprio mentre l’abominevole parlamentino farsa di Strasburgo ha dato il via libera “morale” al lancio di missili in profondità sul territorio russo – ordigni il cui puntamento e lancio è impossibile senza la diretta partecipazione di personale Nato – ci si rende conto che l’Ue abbaia, ma è completamente sdentata, in balia di un’eventuale risposta russa a cui non sarebbe in grado di far fronte.
La verità è che fin dall’inizio del conflitto si è pensato che la Russia non avrebbe osato “ribellarsi” all’Occidente e fatto rispettare le sue linee rosse. La guerra stessa è stata una sorpresa perché gli “esperti” ritenevano che dopotutto Mosca avrebbe accettato l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, magari dietro la promessa che sarebbero cessati i cannoneggiamenti sui civili del Donbass. La favola della debolezza russa raccontata a un pubblico ipnotizzato e creduta in fondo dagli stessi mentitori che non sono poi delle aquile, è stato il fertile terreno sul quale è cresciuta la convinzione che Mosca abbaiasse, ma non avesse intenzione di mordere. Così dapprima si sono fatti saltare i colloqui di pace e poi si è cercata una continua escalation dotando il regime di Kiev di armi sempre più potenti la cui inattesa distruzione è stato il falò delle vanità occidentali. Ora è la volta dei missili a lungo e medio raggio che peraltro sono già stati forniti all’Ucraina anche da parte dell’Italia che ipocritamente tenta di tirarsi indietro.
La sicumera con cui l’Ue ha pensato di potersene fregare degli avvertimenti di Mosca, sta venendo meno perché credere che i russi parlino a vanvera è di fatto una scommessa sconsiderata di fronte a una guerra ormai persa. Il continente, ma gli Usa stessi, non hanno nulla per fermare i missili ipersonici e non è certo un mistero che anche i più avanzati sistemi di difesa made in Usa spesso non beccano nemmeno i droni o missili assai meno sofisticati. Certo il problema per i rappresentanti locali delle oligarchie internazionali non è di ordine etico, ma meramente politico: se un missile russo dovesse colpire per rappresaglia qualche importante infrastruttura sul territorio europeo, nel giro di poche ora la Ue si sfascerebbe come una costruzione con il lego che fa bella mostra di se nei giardini di BlackRock o dei Rothschild. Ecco perché il milieu politico degenerato del continente ama fare il miles gloriosus nei discorsi pubblici, ma dietro le quinte cerca in ogni modo di tirare il culo indietro rispetto agli attacchi terroristici contro la Russia. Un esempio ne è la Polonia che in privato si mostra terrorizzata da questa dinamica che porta irresistibilmente al disastro.
Il fatto è che ci vorrebbe al minimo un decennio di preparazione per affrontare un conflitto armato che oggi non si è realmente in grado di sostenere e il farlo sarebbe solo segno di follia sia degli esecutori che dei mandanti. Così mentre il mondo si avvia a un’era multipolare che cerca di promuovere la pace e uno scambio equo a noi dicono che dobbiamo fare la guerra. Ma in fondo non è del tutto sbagliato: una guerra dovremmo effettivamente farla, ma contro il potere che ci impoverisce e ci priva delle libertà e ora vuole mandarci a morire.
agbiuso
Il piano per distruggere l’Europa
il Simplicissimus, 20.9.2024
Proprio ieri è arrivata la notizia della chiusura del più antico birrificio tedesco, la Gesellschaftsbrauerei Viechtach bavarese che aveva 500 anni: ciò che non sono riuscite a fare la guerra dei Trent’anni, le rivolte contadine, le conquiste napoleoniche e due guerre mondiali, è invece riuscito ai Verdi tedeschi. Non è l’unico stabilimento di questi tipo a chiudere, ucciso dall’aumento dei costi dell’energia e dalle vendite in calo a causa del progressivo impoverimento della popolazione. Naturalmente non si tratta solo di birra, che qui ho preso giusto come elemento simbolico di un Paese, ma di tutta la manifattura che sta andando a rotoli, a cominciare da quella automobilistica che è in crisi nera, accentuata dal fallimento totale dell’elettrico che ha avuto un calo di vendite del ’70 per cento. Si annunciano le chiusure di stabilimenti che poi colpiranno l’indotto e l’Audi proprio tre giorni fa ha annunciato la chiusura dello stabilimento di produzione in Belgio (la foto in apertura si riferisce alle manifestazioni di protesta) , mentre il gruppo Volkswagen (di cui l’Audi fa parte) ha annunciato l’intenzione di voler chiudere due fabbriche in Germania tra le quali, pare, anche il centro di produzione di Wolfsburg, da sempre cuore della produzione dell’ “auto del popolo”
Tutto questo insieme allo sfascio dell’Europa è noto, ma ciò che è rimasto in sottofondo come dubbio esistenziale è se questa rovina del continente a cominciare dalla Germania sia stato conseguenza, prevedibile, ma non esplicitamente voluta, delle scellerate decisioni dell’amministrazione Biden o se sia stato un lucido piano preparato in Usa. Nel gennaio 2022 fu redatto un documento riservato della Rand corporation, notoriamente espressione dell’amministrazione statunitense e in particolare dei democratici, pubblicato poi da numerosi siti on line in cui si diceva in sostanza che gli Stati Uniti potevano uscire dalla depressione economica solo attirando capitali e produzione dall’Europa. Due fattori sono stati cruciali a questo proposito: in primo luogo, l’escalation della guerra in Ucraina per posizionare stabilmente l’Ue contro la Russia, e in secondo luogo la fine della fornitura di fonti energetiche a basso costo. Questo avrebbe sferrato un duro colpo all’economia europea costringendola a trasferire capitali e produzione negli Stati Uniti perché la produzione in Europa sarebbe diventata non redditizia.
L’autenticità di questo documento è stato contestato prima dai fact checker a pagamento e poi – visto il clamore suscitato – dalla stessa Rand Corporation che contemporaneamente ha ammesso l’esistenza dell’analisi su questo tema, ma ne ha negato i contenuti. Il problema è che trattandosi di un documento riservato e segreto dire che esso non corrisponde al pensiero della Rand espresso in articoli disponibili al pubblico, è quantomeno un po’ bizzarro. Tuttavia la distruzione del Nord Stream 2 rende poco credibili queste smentite, rivelando la precisa volontà di distruggere l’economia tedesca ed europea, mettendosi al sicuro da eventuali ripensamenti del governo di Berlino. Sempre che uno non sia così sciocco da credere alle favole che via via sono state raccontate a cominciare da quella della barca noleggiata dagli ucraini.
La cosa interessante di questa documentazione è l’importanza del ruolo affidato ai Verdi tedeschi che sono poi il risultato politico della campagna climatica a tappeto, cominciata con l’ostensione della vergine Greta che schiaccia il serpente CO2. Leggiamo dallo scritto della Rand:
“Il prerequisito perché la Germania cada in questa trappola è il ruolo guida dei partiti e dell’ideologia verde in Europa. I Verdi tedeschi sono un movimento fortemente dogmatico il che rende abbastanza facile indurli a ignorare gli argomenti economici. Sotto questo aspetto i Verdi tedeschi superano i loro omologhi nel resto d’Europa. Le caratteristiche personali ( leggi stupidità, ndr) e la mancanza di professionalità dei loro leader – in particolare Annalena Baerbock e Robert Habeck – suggeriscono che è quasi impossibile per loro ammettere tempestivamente i propri errori. “Sarà quindi sufficiente modellare rapidamente l’immagine mediatica della guerra aggressiva di Putin per trasformare i Verdi in ardenti e irriducibili sostenitori delle sanzioni, un “partito della guerra”. In questo modo il regime sanzionatorio potrà essere introdotto senza ostacoli. La mancanza di professionalità degli attuali leader non consentirà una battuta d’arresto in futuro, anche se gli effetti negativi delle politiche scelte diventeranno abbastanza evidenti. I partner della coalizione di governo tedesca dovranno semplicemente seguire i loro alleati – almeno finché il peso dei problemi economici non sarà maggiore della paura di provocare una crisi di governo”.
Naturalmente tutto questo prevedeva il ruolo centrale della governance oligarchica della Ue che in definitiva si sta rivelando la quinta colonna del continente e se si ha qualche dubbio basta pensare ai deliri di Draghi. Ciò che non è andato per il verso giusto è che tutto questo era stato scritto prima della guerra, quando la stessa Rand prevedeva una rapida umiliazione della Russia, non una lunga guerra persa che poi ha innescato e/o accelerato una nuova logica mondiale. La distruzione dell’Europa a causa dell’effetto domino è stata più lenta del previsto e solo adesso sta raggiungendo la fase calda. Così il clima politico – tanto per distinguerlo dal ridicolo catastrofismo COdurista – sta davvero cambiando in maniera drammatica in Germania. Forse non tutto è perduto.
agbiuso
La guerra della Russia contro la NATO è una guerra contro la tradizione nazionalsocialista dell’Ucraina e contro il totalitarismo globalista del presente.
agbiuso
Da: I mesi più pericolosi
Il Simplicissimus, 3.9.2024
“Questi ordigni possono facilmente evitare le reti radar e colpire da posizioni del tutto inaspettate. Inutile dire che l’Occidente non ha nulla di simile e che questo è un messaggio diretto a Washington: non sarà solo l’Europa a pagare le conseguenze del terrorismo sul territorio russo”
agbiuso
La Terza Roma
il Simplicissimus, 20.8.2024
Per comprendere cosa sta avvenendo oggi e la storica decisione di Putin di aprire la Russia all’immigrazione europea, non bisogna fermarsi alle tante richieste di residenza nel Paese che si accumulano sempre più numerose nei consolati e nelle ambasciate russe e nemmeno ai volontari europei che combattono assieme alle truppe russe, totalmente ignorati dalla cosiddetta informazione, ma bisogna tornare indietro di quasi 150 anni, al giugno del 1880 e al discorso tenuto da Dostoevskij in occasione dell’inaugurazione della statua di Puskin, a Mosca, presso la sede della Società degli amici della letteratura russa. Ne riporto il brano più significativo per i nostri giorni: “Sì, la vocazione dell’uomo russo è indubitabilmente europeistica, anzi ecumenica. Diventare un vero russo, significa forse soltanto essere fratello di ogni essere umano, diventare un uomo universale. Tutto il nostro movimento slavofilo e occidentalizzante non è che una grande incomprensione della nostra missione, anche se storicamente necessaria […] il nostro destino è l’ecumenicità, però non conquistata con la spada, ma con la forza della fratellanza e con il fraterno desiderio dell’unione spirituale di tutti gli uomini.”
Difficilmente si può trovare qualcosa che contrasti con la volgarità occidentale la quale cerca di soffocare le differenze in nome di un’idea di universalità che raramente si è rivelata sincera, ma tutta costruita attorno ai propri interessi, anzi agli interessi delle classi – forse si potrebbe anche dire caste – dominanti. È come se la vera Europa si fosse spostata verso est per non essere schiacciata dall’Impero canaglia. In realtà il discorso di Dostoevskij si radicava in una storia che la Russia ha fatto propria, ossia quella della Terza Roma che per secoli è stata la spina nel fianco delle pretese universalistiche dell’impero carolingio e dei suoi successivi detriti. Quando i tentativi occidentali di salvare l’impero bizantino dalla conquista dei turchi avvenuta definitivamente nel 1453 l’interesse di Francia, Spagna e Germania nel conservare il titolo imperiale ereditato dai bizantini da Costantino durò per poco tempo: la scoperta dell’America ben presto assorbì tutte le forze e gli interessi della sempre più emergente borghesia europea e trasferì l’asse economico dal Mediterraneo all’Atlantico.
Così fu il principato di Mosca a cogliere l’occasione di conquistarsi la successione imperiale, cosa che avvenne concretamente nel 1472 con il matrimonio fra l’erede della dinastia bizantina Zoe Paleologina, figlia dell’ultimo erede legittimo degli “Imperatori dei romani” di Bisanzio, Tommaso Paleologo, e Ivan III, granduca di Mosca che da allora assunse, per sé e i suoi discendenti il nome di “terribile” denominazione reverenziale tipica della corte bizantina. Oltre che quello di Czar, derivato direttamente dalla effettiva pronuncia di Caesar (come Kaiser del resto). Il tutto si realizzò grazie al denaro delle banche fiorentine e con l’approvazione del Vaticano dove Zoe era stata allevata, grazie al Cardinal Bessarione che tentò una riconciliazione tra cattolici e ortodossi in vista di una difesa dai turchi. Il Papa sperava attraverso queste nozze di fare della nascente Russia un Paese cattolico, ma Zoe invece riprese subito il rito ortodosso, una volta sposata. E ancora oggi in alcune forme cerimoniali del potere russo, rimangono reminiscenze bizantine, così come il gusto del mosaico, illustrato nell’immagine di apertura del post.
Da qui è nata la “russofobia” dei poteri europei ormai legittimati ad essere eredi soltanto del Sacro romano impero, una dizione spuria di una concrezione di potere senza alcuna reale continuità con quello precedente, anzi in netto contrasto con esso. Ora la Russia, legittima erede dell’impero universale, oltre che potenza in grado di sconfiggere le varie orde turche dell’Asia, cosa che agli europei non era riuscita, si scontra contro una potenza che fin dall’inizio della sua breve storia si è spesso, anzi ossessivamente paragonata all’impero romano tanto che quando Ralph Waldo Emerson, figura assolutamente centrale dell’ideologia americana, arrivò in California per una serie di conferenze, si fermò a guardare il Pacifico e disse alle persone che lo accompagnavano: “Fin qui è arrivato l’impero romano”.
Ma si tratta invece di un regno barbarico che concepisce solo la conquista e non l’ecumenismo, che odia ciò che non è in suo possesso e non prova alcun rispetto verso altre culture e altri modi di essere, se non in forma speculativa e/o pretestuosa. È, alla fine, il prodotto della riforma protestante che nacque per dare una religione al nascente capitalismo, nonostante il fatto che esso fosse natio in Italia e non nel Nord Europa, una religione che non prospettava alcuna etica intorno all’uomo, ma attorno alla razionalità del mercato e degli affari. Nel grande periodo di sviluppo si è potuto anche pensare che la fortuna di qualcuno fosse anche la fortuna della società nel suo complesso, ma oggi questo si rivela come una temporanea illusione. Non c’è alcuna meraviglia che qualcuno voglia andare verso est.
agbiuso
Trema l’Europa dei potenti
il Simplicissimus, 24.7.2024
Hanno una gran paura. Da quando Trump è scampato all’attentato che doveva togliere le castagne dal fuoco ai globalisti, tutto si è maledettamente complicato, anzi per gli adepti europei della guerra, delle stragi in Medio Oriente e delle sanzioni, l’atmosfera è diventata drammatica perché una caduta del bidenismo a Washington lascerebbe l’Europa da sola a fare i conti con il servilismo suicida che l’ha portata a sacrificare ogni cosa in una insensata guerra alla Russia e ora persino alla Cina. Come farà senza il tutore e il suggeritore? Per l’ élite europea che ha coinvolto il continente in un conflitto senza avere i mezzi per sostenerlo e che i suoi cittadini non vogliono combattere, si tratterebbe di una meritatissima fine. Non saranno rimpianti da nessuno.
Che stiano tremando come gelatina attaccandosi a Kamala che significa guerra e ancora guerra, lo dimostra anche il fatto che i loro aedi a pagamento hanno cominciato già da tempo a cantare su quanto sia bello abbandonarsi agli americani. Lo si può fare in maniera avveduta o in modi scomposti e stupidi come suggerisce l’angoscia per il fallito attentato a Trump. Una zucca vuota come Panebianco, vecchio reperto del berlusconismo, arriva a dire che gli accadimenti in Usa nei quali si scorge chiaramente il tentativo di estromissione degli elettori da ogni decisione con un doppio golpe, uno dei quali fallito, sarebbe la dimostrazione della “vitalità della democrazia americana”. Questo davvero ricorda un’espressione campana, tenere i pappici in capa, le farfalline della pasta nella testa. Ma mentre gli animaletti pasteggiano, Panebianco esprime il terrore vero: che l’Europa venga lasciata da sola e che quindi i suoi referenti, compreso il Corriere della Sera sul quale scrive, vadano a gambe all’aria, travolti dalla realtà. E’ un incubo del quale non riescono nemmeno a farsi una ragione e ancora vivono nell’illusione (come la Schlein con la laurea honoris causa in cazzeggio comparato) che l’Occidente riuscirà a sottomettere il mondo intero e soprattutto quella parte di mondo che non vuole più farsi ricattare a forza di bombe, che vuole espandere i suoi rapporti civili ed economici, senza ricatti e prepotenza.
Questo fa parte della sindrome di proterva incredulità che sta disegnando una sorta di semplice ideologismo, alla portata anche di Panebianco, Schlein e Kamala, il quale si fonda su una semplice convinzione: se non distruggiamo i Brics e la Sco ora, loro distruggeranno noi. Il che può anche essere vero se con noi non si intendono le persone, le quali anzi avrebbero tutto da guadagnare da rapporti più civili ed equi di scambio economico, ma le élite di comando che si sono arricchite oltre ogni immaginazione su un sistema fondato sulla diseguaglianza e la cui logica è quella di sopravvivere grazie a un sempre maggior divario tra popolazione e oligarchi. Anzi c’è di più perché la guerra è ormai necessaria per nascondere il fallimento del sistema complessivo. In una folgorante e lunga intervista l’economista Michael Hudson ha così sintetizzato la cosa: “Aspetta un attimo, questa è la fine della storia. Ci siamo. Siamo la fine della storia. Siamo la storia. Accompagnata dalla meravigliosa battuta del presidente Biden che ha detto, ehi, non sono senile. Sto controllando il mondo intero. Sto governando il mondo”. Questa è la mentalità nella politica estera degli Stati Uniti che è stata completamente denudata nelle scorse settimane. Ed è questa la mentalità a cui l’Europa si è entusiasticamente adeguata, mostrando benissimo che la Ue non è che una dependance della Nato.
C’è però un problema di fondo che riguarda la praticabilità di tale obiettivo: le armi magiche non hanno avuto il successo che si immaginava contro un esercito professionale e bene armato come quello russo. Finché si trattava di Gheddafi o di Saddam hanno potuto maramaldeggiare, ma adesso le cosse si stanno facendo serie. con la distruzione di enormi quantità di armamenti e con decine di uomini Nato che ci lasciano la pelle ogni giorno nel carnaio dell’Ucraina. Per di più le aziende americane degli armamenti importano dalla Cina il 40 per cento dei loro chip, quasi tutto il cobalto e le terre rare e dalla Russia motori e sistemi per i missili: senza Pechino se senza Mosca ci metterebbero anni a risalire la china sempre che ce la facciano.
Ecco perché ora tremano: secondo Hudson non c’è modo che gli Stati Uniti o l’Europa possano in qualche modo ricostruire la loro industria senza definanziare drasticamente la loro economia di carta e senza aumentare i salari, gli stipendi e gli standard di vita dei lavoratori, senza ripensare l’istruzione e il ruolo dello Stato. Così molti dei cantori del sistema si aggrappano tremanti a Kamala come a una Cabala: non hanno capito che è la struttura stessa che non tiene più, proprio quella struttura che essi pensavano come eterna.
agbiuso
Sleali nei confronti dei loro popoli, della democrazia e dell’Europa sono i decisori politici che stanno impoverendo il nostro Continente a vantaggio degli Stati Uniti d’America e delle loro guerre. La verità è che dovrebbero essere processati con l’accusa di «alto tradimento». Compresi, e tra i primi, gli esecutivi italiani (come i governi Conte, Draghi, Meloni).
agbiuso
Titolo e sinossi di questo libro mi sembrano di grande chiarezza e plausibilità: Ukraine – Le grand aveuglement européen. L’Europa appare infatti davvero accecata.
Qui la sinossi:
http://metapoinfos.hautetfort.com/archive/2024/06/19/le-grand-aveuglement-europeen-6503676.html
agbiuso
Ottimo. Questo significa infatti che l’Ucraina non entrerà nella NATO; un pericolo scampato per l’Europa e per la pace.
agbiuso
Analisi molto sobria e plausibile di un diplomatico italiano sull’evento denominato G7, che si è svolto recentemente in Italia:
“G7: molto rumore per nulla e il controcanto di Putin”, l’Editoriale dell’Ambasciatore Bruno Scapini
Gazzetta Diplomatica, 16.6.2024
agbiuso
Quanto siamo distanti dall’apocalisse nucleare?
Pino Arlacchi, l’AntiDiplomatico, 3.6.2024
Non siamo ancora sull’orlo dell’Apocalisse nucleare, ma si iniziano ad intravedere le tappe del percorso che potrebbe portarci a un confronto fatale tra grandi potenze. Nonostante le ripetute dichiarazioni americane che occorre evitare di combattere la Terza guerra mondiale, le linee rosse che precedono il possibile scontro atomico tra la Russia e la NATO cominciano ad essere oltrepassate, in Ucraina e dal lato occidentale.
Le armi fornite all’Ucraina dai paesi europei e dagli Stati Uniti dovevano essere usate solo per scopi difensivi e dentro il territorio dell’Ucraina stessa. Tutto ciò per dimostrare di non essere in guerra contro la Russia, ma di assolvere al dovere etico-politico di soccorrere un paese vittima di una invasione illegale. Scartando fin dall’inizio l’ipotesi dell’invio di proprie truppe sul terreno, della creazione di no-fly zones sull’Ucraina e di misure che sarebbero equivalse ad atti di guerra diretta contro la Russia.
A più di due anni dallo scoppio delle ostilità, è chiaro a tutti che la Russia sta prevalendo nel campo di battaglia e che è solo questione di tempo perché completi il controllo dei territori russofoni, equivalenti al 40% della superficie di un paese fratello.
La guerra che si combatte in Ucraina è una classica guerra convenzionale, e finché essa resterà tale la superiorità russa – in termini di soldati, armi e risorse materiali di background – continuerà a crescere.
Diventa anche sempre più evidente che la carenza di mezzi bellici sofferta da Kiev non può essere colmata da alcun ulteriore incremento degli invii occidentali di ordigni, aerei, carri armati e munizioni. Le sorti del conflitto possono essere rovesciate solo con l’ingresso nel campo di battaglia di un vasto contingente di truppe NATO ben armate ed addestrate, libere di colpire obiettivi di ogni genere, collocati anche in territorio russo. Ma ciò equivale ad oltrepassare tutte le linee rosse prefissate. Significa aprire proprio quello scontro convenzionale a tutto campo tra la NATO e la Russia che si voleva evitare accuratamente all’inizio delle ostilità.
Non siamo ancora a questo punto, e può anche darsi che la rimozione del divieto di colpire obiettivi interni alla Russia si limiti a moltiplicare attacchi oltreconfine su scala limitata eseguiti da militari ucraini e dai militari europei e americani già presenti in loco ed ignorati finora dai russi. Ognuno di questi sconfinamenti riceverà una risposta da parte di Mosca, senza che vengano alterate le dinamiche complessive della guerra.
Ma se assisteremo a ripetuti bombardamenti su più vasta scala in territorio russo, con significative perdite civili, eseguiti con armi di paesi NATO, la reazione di Mosca sarà più che simmetrica e colpirà non solo le basi di partenza ucraine degli attacchi ma anche le basi dell’Alleanza da cui provengono le armi di cui sopra. Ci troveremo così dentro quella escalation che può condurci, consapevoli o meno, dritti verso la catastrofe atomica.
La reazione russa anti-NATO obbligherà l’Alleanza ad impiegare quote sempre maggiori della sua forza, fino a dispiegarla quasi interamente. E siccome anche i russi sanno che questa forza è maggiore della loro, Mosca si convincerà di essere entrata in una guerra convenzionale che può perdere, e che rappresenta una minaccia alla sua esistenza come Stato e come nazione. Il più acuto degli strateghi russi, Dmitry Trenin, lo ha affermato chiaramente: una sconfitta in Ucraina porterebbe alla caduta del governo russo attuale, al caos all’interno del paese e ad una probabile guerra civile.
Questo esito può essere contrastato da due eventualità: 1) una spaccatura verticale all’interno della NATO che ne comprometta la forza militare, consentendo alla Russia di prevalere nello scontro convenzionale; 2) l’adozione tempestiva dell’opzione nucleare dal lato di Mosca.
La prima eventualità è alquanto remota. I grandi Stati più riluttanti ad una entrata in guerra contro la Russia sono gli Stati Uniti e l’Italia, ma le resistenze di questi ultimi possono essere travolte da una ondata di pugnacità mediatico-politica interna che costringa i loro governanti ad allinearsi al resto dei membri NATO. La seconda eventualità diventa perciò la più probabile, e su questo argomento la dottrina nucleare della Russia non è diversa da quella delle altre potenze atomiche. Si inizia con una esplosione dimostrativa effettuata in un luogo remoto e disabitato per consentire al fungo atomico di sprigionare il suo potenziale dissuasivo e terrificante, e poi si passa all’impiego delle atomiche tattiche contro concentrazioni di truppe e impianti militari.
Da qui in poi nessuno è in grado di ipotizzare con precisione ciò che può accadere. Perché non c’è esperienza pregressa, e perché nessuno ha voglia di concentrarsi su un pensiero così mostruoso.
agbiuso
Da: I dottori Stranamore e l’estasi occidentale di una Guerra Calda
di Pepe Escobar, l’AntiDiplomatico, 30.5.2024
Considerando il serio dibattito in corso su diverse piattaforme russe, tutto ciò potrebbe costituire un ragionevole pretesto per un lancio nucleare tattico sulla banda di Kiev – legalmente illegittima. Almeno questo porrebbe fine a una guerra che si sta trascinando da troppo tempo.
Ma questo sarebbe totalmente fuori dal personaggio quando si tratta del legalista Putin – che tratta questioni cariche di Armageddon con la pazienza di un monaco taoista. Eppure la Russia ha un intero arsenale di strumenti asimmetrici – sia convenzionali che nucleari – che possono sferrare un colpo doloroso alla NATO nei luoghi in cui l’alleanza meno se lo aspetta.
Non siamo ancora a quel punto – anche se ci avviciniamo minacciosamente giorno dopo giorno. Dmitri Medvedev ha posto l’ennesima linea rossa: un attacco degli Stati Uniti contro obiettivi russi, o il fatto che gli Stati Uniti permettano a Kiev di colpire obiettivi all’interno della Russia usando missili e droni americani, sarebbe “l’inizio di una Guerra Mondiale”.
Il Ministro degli Esteri Lavrov, dando ancora una volta prova della sua caratteristica pazienza taoista, ha dovuto fare un altro serio richiamo: La Russia considererà il dispiegamento di F-16 a capacità nucleare in Ucraina – che di fatto possono essere manovrati solo da piloti della NATO – come “un segnale deliberato della NATO in campo nucleare alla Russia”.
E ancora il branco di dottori Stranamore in poltrona – lautamente ricompensato dalla rarefatta plutocrazia atlantista che detiene il potere reale, i fondi, l’influenza e il controllo dei mass media – non ascolta.
agbiuso
La minaccia più grande per l’Europa
Vincenzo Costa, l’AntiDiplomatico, 29.5.2024
E’ ovvio che se la Russia sarà bombardata con armi occidentali, con informazioni occidentali che indicano dove sparare, probabilmente con “istruttori” occidentali, reagirà con ritorsioni, bombarderà il suolo europeo e saremo alla guerra.
Che cosa dovrebbero fare? Prendersi le bombe e stare zitti?
Ora, quando si parla di Occidente come luogo della ragione, esattamente un fanatismo simile e un’irrazionalità simile in quale parte del mondo là si trova?
La razionalità rispetto allo scopo, il buon senso, la moderazione, la capacità di assumere il punto di vista degli altri non albergano più qui.
Stoltenberg e la Von der Leyen sono il tramonto dell”occidente, la sua ricaduta nel mito, nell’irrazionale, il suo divenire preda di passioni oscure e malefiche.
Sono loro la minaccia più grande per L’Europa, per la sua tradizione culturale. Loro non sono più europei, questo è il punto.
L’Europa deve essere guidata da Europei, da persone educate nella tradizione europea, della diplomazia, del buon senso.
Dopo Rawls occorre una diversa cultura politica in questo continente.
agbiuso
L’Occidente americanista va mostrando sempre più la sua natura terroristica, quello che è sempre stato, dallo sterminio dei nativi americani alle guerre imperialistiche della NATO.
agbiuso
A proposito dell’attentato contro Robert Fico.
Da: L’attentato a Fico e il cervello rettile della Nato
il Simplicissimus, 16.5.2024
“Ciò che sta dietro questo attentato è il veleno della violenza diffuso da decenni nelle menti più deboli, è quello della doppia morale, della demonizzazione di qualsiasi idea al di fuori degli evangeli neoliberisti, è la continua stimolazione del nervo emotivo, al posto di quello intellettuale. E’ cultura di morte il vero assassino.
L’odio viene condannato solo se è odio contro un potere di per sé odioso e i suoi ridicoli comandamenti: e ora nell’imminenza della sconfitta e del tramonto non si ferma davanti a nulla, vuole fare terra bruciata di se stesso e dei propri sudditi”.
agbiuso
Esatto: “C’è un solo rimedio: che la vittoria russa spazzi via queste macchie umane”.
La Ue impaurita ora cala le braghe
il Simplicissimus, 14.5.2024
Per parecchi mesi abbiamo dovuto sopportare che il milieu politico europeo, indecoroso e stupido, facesse la parte di Capitan Fracassa minacciando Mosca di un intervento militare diretto dal momento che non era possibile lasciare che la Russia vincesse il conflitto in Ucraina. Probabilmente gli irresponsabili del continente pensavano che facendo la faccia dell’arme avrebbero spaventato Putin con la prospettiva di una guerra perenne e nel contempo sarebbero riusciti a scuotersi di dosso l’irrilevanza nella quale sono immersi da quando hanno deciso di seguire acriticamente gli Usa nella loro guerra santa contro la Russia, arrivando persino a suicidare le proprie economie per non lasciare solo l’egemone.
Ma ora che il Cremlino ha spiegato bene quali sarebbero le conseguenze di un intervento diretto o anche solo la concessione a Kiev di mezzi con possibile utilizzo nucleare, assistiamo a una totale marcia indietro: ora la Commissione europea ritiene che le affermazioni secondo cui l’Unione europea vuole la vittoria dell’Ucraina sul campo di battaglia siano disinformazione e deformazione della realtà. Lo ha affermato il rappresentante del Servizio Esteri dell’UE Peter Stano, in un briefing con i giornalisti a Bruxelles. E a sua volta, il capo del servizio stampa della Commissione europea, Eric Mamer, commentando ciò che ha detto il presidente Vladimir Putin ovvero che se l’Occidente vuole una soluzione al conflitto in Ucraina sul campo di battaglia, allora la Russia risponderà sul campo di battaglia. “L’Unione europea non è sul campo di battaglia È la Russia che vuole la vittoria sul campo di battaglia”.
Difficile trovare una frase che sia al tempo stesso così lapalissiana e bugiarda che probabilmente avrebbe suscitato l’interesse di Wittgenstein. Tutti hanno sentito e letto ciò che affermato Josep Borrell, ovvero il ministro degli esteri della Ue, che il conflitto in Ucraina “deve essere vinto sul campo di battaglia”. Lo ha scritto il 9 aprile 2022 su X dopo una visita a Kiev in compagnia del capo della Commissione europea Ursula von der Leyen per coordinare l’invio massiccio di armi e per compiacersi che fosse saltato l’accordo di pace propiziato dalla Turchia e già quasi firmato. Da quel momento in poi, questa frase è stata ripetuta costantemente per tutto il 2022 e fino all’autunno del 2023 da molti politici europei, per poi scomparire in coincidenza con la totale debacle cosiddetta offensiva ucraina la scorsa estate. Ciò non di meno quest’anno sono cominciate – a partire da Macron – le litanie su un possibile intervento diretto dei Paesi europei della Nato che si ripetono in una specie di carosello infinito passando dalla Francia, alla Polonia, ai Paesi Baltici e ritornando indietro. Eppure adesso tutto questo è diventato “disinformazione” ovvero qualcosa di vero, ma che non va detto secondo la definizione di questo concetto che ha origini nel totalitarismo.
Insomma una calata di braghe che probabilmente ha a che vedere non soltanto con la paura delle conseguenze dei propri gesti sconsiderati, ma che può anche servire come spot elettorale in vista dell’imminente farsa in due atti chiamata “elezioni europee”. Il fatto che Eric Mamer abbia a anche avuto la faccia tosta di sostenere che l’Unione europea è “un’organizzazione basata su una filosofia di pace” dopo aver dato fondo a tutti i propri arsenali militari, significa che in occasione del voto si cerca di dare all’Europa una specie di volto umano, rincorrendo a vecchi slogan ormai privi di senso fin dagli anni ’90, quando l’Unione europea partecipò entusiasticamente alle guerre di dissoluzione della Jugoslavia innescate dal denaro americano. Eppure truppe europee sotto le false spoglie di mercenari sono in Ucraina da due anni a costituire, assieme ad americani e inglesi, la vera ossatura dell’armata di Kiev e in funzione di gestori della carne da cannone ucraina. Ormai la menzogna ha raggiunto un tale livello metafisico da sembrare quasi dadaismo politico di pessimo livello perché i vari Paesi del continente sono per la pace in quanto Ue e guerrafondai in quanto Nato. Si tratta di una malattia incurabile. E c’è un solo rimedio: che la vittoria russa, spazzi via queste macchie umane.
agbiuso
Il 6 maggio 2024 si è svolto nel Dipartimento di Scienze Umanistiche di Catania un evento nel quale è stata rivendicata e difesa la politica degli Stati Uniti d’America, la «freschezza e ingenuità» di un popolo sostanzialmente pacifico, che dovette imparare a utilizzare le armi per difendersi dagli animali e da tribù selvagge.
Nessun rilievo dato allo sterminio dei nativi americani.
Nessun rilievo dato agli interessi geostrategici che hanno scatenato la guerra in Europa, prima in Jugoslavia (1999) e ora – in modi molto più pervasivi e distruttivi – in Ucraina.
Nessun rilievo dato al genocidio dei palestinesi a Gaza, finanziato e armato dagli Stati Uniti d’America, il più feroce e totale genocidio avvenuto nel mondo dalla Seconda guerra mondiale in avanti. Un genocidio che sta accadendo sotto gli occhi e le orecchie di un Occidente cieco, sordo e complice, come l’incontro al Disum conferma.
Giustificazione, infine, delle guerre (delle quali non sono stai detti i nomi, i luoghi, le date) che ho elencato qui sopra.
Da parte mia ricordo invece le ragioni e le radici del conflitto della NATO contro la Russia che si sta attualmente combattendo in Ucraina; ricordo le forme e la totalità del genocidio in atto in Palestina.
Invito inoltre chi lo desidera a diffondere tali articoli. L’Università costituisce infatti – deve costituire – uno spazio di aperto confronto anche sulla storia contemporanea e non un luogo di propaganda mediatica.
ps.
Tra i partecipanti all’evento c’erano persone qualificate come «giornalisti». Di essi Guy Debord scrive che «les mediatiques» hanno «toujours un maître, parfois plusieurs» (Commentaires sur la société du spectacle, Gallimard, 1992, § VII, p. 31).
agbiuso
Da: Navalny, missili, la Piazza Rossa e Italia in guerra
il Simplicissimus, 30.4.2024
“Invece noi mandiamo missili che poi saremo costretti a ricomprare per dare allo zio Sam il giusto compenso per il suo decisivo aiuto nel portarci alla rovina. L’ambasciatore russo convocato dal ministro della difesa Tajani dopo che Mosca ha nazionalizzato le fabbriche Ariston, ha spiegato al tardo ministro che era un clamoroso fesso anche quando faceva il giornalista, che l’Italia sta collaborando a rubare i fondi russi e collabora attivamente ad uccidere soldati russi. Quindi è in guerra con la Russia e non può non aspettarsi ritorsioni”.
agbiuso
Da: Gli ucraini fuggono dalla Nato, non dalla Russia
il Simplicissimus, 28.4.2024
“Gli ucraini non fuggono dalla presunta aggressione russa, ma proprio dagli occidentali che hanno voluto il massacro scatenato dalla Nato che oltretutto si è anche scoperta inetta in fatto di tattiche e strategie e mediocre in fatto di armi. Si tratta perciò di una doppia sconfitta che peserà enormemente in futuro: la Russia non troverà più un nemico nell’Ucraina, salvo che nelle estreme province occidentali, ma piuttosto un amico, sarà l’Occidente ad essere odiato”.
agbiuso
Un realistico e appassionato discorso di Sahra Wagenknecht al Parlamento tedesco.
Un discorso impossibile nel parlamento italiano, ancora più asservito e folle di quanto non lo sia il Bundestag.
– Video del discorso con la traduzione italiana (2 minuti e 32 secondi)
agbiuso
Da: Souvenir d’Odessa
il Simplicissimus, 16.3.2024
Non è un caso che Washington abbia affidato a Macron il compito di fare il piccolo Napoleone tentando di spaventare la Russia: in quanto impiegato dei Rothschild è il più adatto a rappresentare l’angoscia esistenziale delle oligarchie europee di fronte a una devastante sconfitta in Ucraina che le spazzerebbe via ridando spazio a una concezione sociale d’Europa e ai suoi popoli.
agbiuso
Da: Macron al ballo dei vampiri
il Simplicissimus, 15.3.2024
“È stata l’economia di carta che si è accartocciata di fronte a quella basata sulla produzione di beni reali”
agbiuso
La stampa italiana – e occidentale in genere – è guerrafondaia e diffamatrice.
Serva, insomma.
agbiuso
Via dal pazzo Occidente
il Simplicissimus, 7.3.2024
Si chiude oggi a Soci il Festival Mondiale della Gioventù che è stato uno straordinario spettacolo che dimostra come la Russia stia diventando il Paese a cui guarda con speranza il Sud del mondo finora rapinato e umiliato dall’occidente. Nello scenario incredibile del parco delle scienze e delle arti annidato tra montagne innevate e il Mar Nero – realizzato per le olimpiadi invernali del 2014, mentre gli Usa e la signora Nuland ( in realtà Nudelman) stavano addestrando i cecchini di piazza Maidan – sono giunti oltre 20.000 giovani provenienti da oltre 180 nazioni, asiatici, africani e latinoamericani, così come dissidenti assortiti provenienti dal “giardino” occidentale ossessionato dalle sanzioni e dalla censura. Tra loro decine di educatori, dottorandi, attivisti del settore pubblico o della cultura, atleti, giovani imprenditori, scienziati, giornalisti, così come adolescenti dai 14 ai 17 anni, per la prima volta al centro di un programma speciale, “Insieme nel futuro”. Queste sono le generazioni che costruiranno l’avvenire comune del pianeta, non quelle che si accalcano davanti ai negozi di telefonini o quelle che si fanno attrarre da nazisti degenerati come Schwab o folli come Gates.
Non meno di 300.000 giovani da tutto il mondo hanno fatto domanda per venire al festival, quindi, selezionarne poco più di 20.000, tra quelli che già spiccano per impegno nei loro Paesi è stata una vera impresa. Dopo il festival, 2.000 partecipanti stranieri si recheranno in 30 città russe per uno scambio culturale. Esattamente quello che Xi Jinping definisce “scambi tra le persone”. E difatti l’idea di una piattaforma per persone giovani, impegnate e molto organizzate, attratte dai valori che la Russia esprime ha permeato l’intero festival, in netto contrasto con le pubbliche relazioni artificiali e ossessionate dalla “società aperta” espressione assolutamente bugiarda poiché propone un modello unico e rigido, incessantemente venduto dalle solite fondazioni egemoniche del Nord America. Putin che ha tenuto il discorso di apertura è stato piuttosto tagliente nelle sue parole – riportate da Pepe Escobar – e ha sottolineato come vi sia una chiara distinzione tra i cittadini del mondo, compreso il Nord del mondo, e la plutocrazia occidentale intollerante ed estremamente aggressiva, mentre la Russia, si presenta come uno stato-civiltà multinazionale e multiculturale, che per principio accoglie tutti i cittadini del mondo.
Insomma ancora una volta si delinea uno scontro tra modelli, uno che aspira ad essere realmente inclusivo e l’altro, quello occidentale, che fa dell’inclusività un pretesto per mantenere viva l’arroganza di fondo che esprime, proponendo modelli obbligatori che spesso non sono altro che un ribaltamento dei precedenti. Non è un caso che mentre a Soci si svolgeva il festival della gioventù la Nato ha lanciato l’ennesima esercitazione miliare questa volta comprendente le forze delle nazioni scandinave: alla fine il piano della guerra e della prepotenza è quello che caratterizza un Occidente ormai privo della capacità di comprendere il mondo che lo circonda e tira botte da orbi in giro. Per esempio al festival è stata lanciata da un intellettuale indiano, l’idea di una multipolarità asiatica che recuperi e valorizzi le differenze di questo enorme continente che peraltro raccoglie i due terzi dell’ecumene umano, una prospettiva assolutamente al di là delle semplicistiche categorizzazioni occidentali. Quelle che lo stanno trascinando a fondo.
agbiuso
Da: Ucraina annientata: la Nuland si dimette
il Simplicissimus, 6.3.2024
Dopo 15 anni che questo personaggio si è occupato di animare il dossier Ucraina per arrivare attraverso una guerra alla dissoluzione della Russia, il risultato è disastroso e infame allo steso tempo: la Russia non è stata indebolita dalla guerra, anzi ha ritrovato un’unità di azione tale da indurre Washington a sbarazzarsi di quel delinquente di Navalny ormai totalmente inservibile da vivo, ma utile da morto per oscurare l’intervista di Carlson a Putin. Al contrario l’Ucraina, demograficamente devastata, non ha alcuna prospettiva di sopravvivere, se non come un paese arretrato senza sbocco sul mare controllato dalla Russia. Dato che sono stati spesi centinaia di miliardi di dollari per l’Ucraina, praticamente senza alcun controllo, molti pensano che Victoria e la sua famiglia, abbiano sicuramente fatto un po’ di soldi. E ci si chiede se qualcuna delle indagini in corso e quelle future sul buco nero dell’Ucraina la lascerò incolume.
agbiuso
Gentile ministro Crosetto,
e invece il genocidio dei bambini palestinesi a Gaza non costituisce “una grave violazione del diritto internazionale”? Gli Houthi attaccano le navi che contribuiscono a tale genocidio.
Concordo con lei sul fatto che in Italia ci sia “un antimilitarismo diffuso”, che spero contribuisca a rendere più prudenti e ragionevoli i guerrafondai della Nato, compresi i guerrafondai italiani.
agbiuso
Putin e la menzogna occidentale
Il Simplicissimus, 2.3.2024/
In mezzo alle sciocchezze isteriche dei leader dell’occidente che avvertono di essere galline e non faine come dice un proverbio basso tedesco, ci sono due notizie che prendono campo e che sono sinergiche, la prima è la scoperta di un documento del 2022 che rivela quali fossero i punti essenziali della pace tra Ucraina e Russia contrattati nella primavera di quell’anno. Essi – come rivela anche il Wall Street Journal con una faccia tosta da esposizione – non erano affatto punitivi per Kiev, ma secondo le stesse fonti ucraine, molto favorevoli: il Paese avrebbe conservato la sua sovranità e avrebbe potuto persino diventare membro dell’Ue. L’unica restrizione era quella di non aderire alla Nato e di porre alcuni limiti alle dimensioni delle sue forze armate. Quelle condizioni erano molto migliori di qualsiasi cosa l’Ucraina sarà in grado di ottenere in un negoziato futuro.
L’idea che quel trattato di pace fosse molto punitivo per l’Ucraina era l’ennesima menzogna delle canaglie di Londra e Washington che avevano fatto saltare il tavolo della pace e causare così almeno mezzo milione di morti inutili in una guerra che riguarda non tanto l’Ucraina quanto la faccia dell’Alleanza occidentale che aveva visto saltare i propri piani di facile sconfitta della Russia attraverso le sanzioni. In fondo si è trattato e si tratta di una sorta di genocidio assistito come quello della Palestina. Il sangue gronda dal trono dell’impero. Questa circostanza rende abbastanza ridicola l’idea che i più stupidi personaggi del Washington consensus a cominciare dal lento e corpulento Lloyd Austin per arrivare all’esile Macron, cercano di far passare ossia che la Russia non si fermerà all’Ucraina e nel sostenere questo rischiano di portarci all’olocausto nucleare.
Il secondo evento è quello del discorso alla Federazione russa di Putin che dopo aver messo in guardia la Nato dal tentare avventure che sono già state perdenti in passato (il riferimento è a Napoleone e Hitler) ha rivendicato la potenza delle armi avanzate con le quali Mosca può colpire dovunque. Il leader del Cremlino ha mandato un messaggio chiarissimo: ha fatto comprendere come non ci sarà modo di piegare la Russia e di evitare l’Armageddon:
“Il cosiddetto Occidente, con le sue pratiche coloniali e la sua propensione a provocare conflitti etnici in tutto il mondo, non solo cerca di impedire il nostro progresso, ma immagina anche una Russia che sia uno spazio subalterno, in declino e morente dove possono fare ciò che vogliono. In realtà, vogliono replicare in Russia ciò che hanno fatto in numerosi altri paesi, tra cui l’Ucraina: seminare discordia in casa nostra e indebolirci dall’interno. Ma si sbagliava e ciò è diventato evidente ora che si sono scontrati con la ferma determinazione e determinazione del nostro popolo multietnico.
Insieme, come cittadini russi, saremo uniti in difesa della nostra libertà e del nostro diritto a un’esistenza pacifica e dignitosa. Tracceremo la nostra rotta, per salvaguardare la continuità delle generazioni e quindi la continuità dello sviluppo storico, per affrontare le sfide del futuro sulla base della nostra visione del mondo, delle nostre tradizioni e valori che vogliamo trasmettere ai nostri figli.”
Si può apprezzare o meno, ma non c’è alcun dubbio che siamo mille miglia distanti dai balbettii ottusi e infantili dei leader occidentali il cui unico obiettivo è quello di non apparire perdenti, altrimenti il resto del pianeta potrebbe dubitare non solo della forza, ma della bontà di quel sistema di rapina chiamato neoliberismo. Sono personaggi per i quali il napoletano ha l’espressione giusta: “omm’ e niente”, gente da nulla, ma detto con più disprezzo. Io dico che è una vergogna essere governati da questi nani da giardino stupidi e incattiviti.
agbiuso
Segnalo un’eccellente analisi di Leonardo Mazzei sulla condizione di guerra nella quale la nostra specie sta precipitando, sulle sue radici, modalità, possibili sviluppi.
Terza guerra mondiale
Sollevazione, 13.2.2024
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agbiuso
Navalny. Le 5 domande a cui la propaganda occidentale non può rispondere
di di Marinella Mondaini e Diego Siragusa
L’AntiDiplomatico, 20.2.2024
Era prevedibile: il nazista, razzista, omofobo e xenofobo, agente provato della CIA e del Servizio segreto britannico pagato per sovvertire la Russia, era l’eroe dell’Occidente, il suo paladino. Il primo ignobile commento per la morte di Navalny è arrivato dal signor Sergio Mattarella, portavoce della Nato:
“La morte di Aleksej Navalnyj nel carcere russo di Kharp rappresenta la peggiore e più ingiusta conclusione di una vicenda umana e politica che ha scosso le coscienze dell’opinione pubblica mondiale. Per le sue idee e per il suo desiderio di libertà Navalnyj è stato condannato a una lunga detenzione in condizioni durissime. Un prezzo iniquo e inaccettabile, che riporta alla memoria i tempi più bui della storia. Tempi che speravamo di non dover più rivivere. Il suo coraggio resterà di richiamo per tutti. Esprimo alla famiglia di Aleksej Navalnyj il cordoglio e la vicinanza della Repubblica italiana”.
Quest’uomo per mesi ha taciuto sul massacro di palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, non ha mai pronunciato le parole “cessate il fuoco subito” ma non ha perso un secondo per mostrare la sua personalità completamente disanimata e servile al centro dell’impero.
Senza attendere l’esame autoptico, i pretoriani della disinformazione non hanno avuto dubbi: E’ STATO UCCISO DA PUTIN. Sono gli stessi sepolcri imbiancati che hanno taciuto sulla morte in carcere del giornalista statunitense Gonzalo Lira, arrestato e torturato dagli ucraini per i suoi articoli in favore della Russia. Un’altra prova suprema della politica dei due pesi e due misure.
Esaminiamo le circostanze della morte di Navalny. Ci sono le prove e le registrazioni che Navalny era un nazista, un razzista dichiarato. Nel suo blog compare dichiarando che i musulmani sono scarafaggi da schiacciare; si mostra con una ciabatta e una paletta in mano. Se non basta – dice – allora usate la pistola. Altri cortometraggi lo mostrano alla testa di cortei di nazisti con le svastiche e i saluti romani. Provato che era finanziato dagli USA, dagli inglesi e dalla Nato, come documenta un video realizzato dagli agenti russi e diffuso da Massimo Mazzucco. Era in carcere condannato per vari reati e da anni non si parlava più di lui, dimenticato. Perché Navalny era in una prigione russa? La sua avventura giudiziaria era cominciata nel 2013. Furto di legname dello Stato e poi denunciato dall’azienda francese Yves Rocher Vostok LLC e Multidisciplinary Processing Company LLC, con l’accusa di aver commesso un furto con l’inganno di fondi appartenenti alle suddette aziende, nonché di riciclaggio di denaro. Non fu accusato da Putin, ma da un’azienda francese! Poi gli altri guai arrivarono dopo, quando fu reclutato dagli agenti dei servizi segreti occidentali. E proprio adesso, durante l’Operazione speciale russa in Ucraina, con tutto il paese che sostiene Putin, oltre l’80%, con le imminenti elezioni presidenziali, giovava forse a Putin ucciderlo?
Sic stantibus rebus, occorrono alcune domande di natura logica:
1) che interesse aveva Putin a ordinare la morte di un nazista delinquente a pochi mesi dalle elezioni presidenziali dove egli è candidato?
2) che interesse aveva Putin dove l’intervista con Tucker Carlson che sta facendo il giro del mondo e mostra la sua statura di vero statista, colto e avveduto?
3) che interesse aveva Putin nel momento in cui la Russia sta vincendo la guerra e che la vittoria imminente metterà alle corde la Nato e tutto l’Occidente collettivo?
4) che interesse aveva Putin a danneggiare se stesso e il suo paese, nel momento in cui l’economia russa, nonostante le sanzioni, chiude il 2023 con un PIL che registra un + 3.6 mentre le economie occidentali segnano il passo?
5) che interesse aveva Putin a offrire ai nemici della Russia su un piatto d’oro un’occasione per colpire la sua reputazione?
Lo scrittore russo, ora cittadino italiano, Nikolai Lilin ha dato la risposta, logica e assoluta: NESSUN INTERESSE. Anzi: Putin aveva tutto l’interesse a tenerlo vivo e in buona salute. I lettori osservino attentamente: questo “incidente” avviene in Russia a pochi mesi dalle elezioni presidenziali; allo stesso modo la storia misteriosa di Skripal, l’ex agente russo passato ai servizi segreti inglesi e “avvelenato” col gas nervino, battezzato «Novi?ok», insieme alla figlia, avvenne il 4 marzo 2018. Anche in quel caso, poco prima delle elezioni presidenziali in Russia. CHE STRANA COINCIDENZA!!! Gli Skripal, cittadini inglesi e non solo protetti, ma anche ben nascosti dai Servizi britannici, dopo la fugace apparizione della figlia Julia in un video del 23 maggio 2018 e diffuso dalla BBC, sono totalmente scomparsi dalla «realtà tangibile». L’unica notizia, che dava da intendere che fossero ancora vivi, risale al giugno 2020: «padre e figlia, sotto nuovo nome e nuovi documenti sono andati a vivere in Nuova Zelanda». L’ordine comprende anche quello di stracciare ogni tipo di contatto con i parenti in Russia e, va da sé, anche con la stampa. Un’operazione perfetta per piegare chi era ancora riluttante a spingere la macchina da guerra occidentale contro la Russia. Anche Navalnij era stato «avvelenato da Putin» e anche qui la storia non sta in piedi.
Tutti sanno in Russia, grazie a vari istituti demoscopici, che solo il 3% dei cittadini sapeva e sa chi era Navalny: un teppista, un traditore del suo paese che riceveva soldi dalla CIA per sovvertire il suo paese e consegnarlo ai suoi nemici.
L’atto più ignobile fu compiuto dal Parlamento Europeo. Durante la cerimonia svoltasi il 15 dicembre Daria Navalnaya, figlia di Alexei Navalny, ricevette il premio Sacharov del Parlamento europeo a nome del padre detenuto. Fu esaltato come «attivista russo, che lotta strenuamente contro la corruzione e le violazioni dei diritti umani da parte del Cremlino». Un nazista, razzista, xenofobo e omofobo che invitava i suoi concittadini a uccidere i musulmani e gli emigranti paragonati agli scarafaggi insignito di un premio per i diritti umani? Dobbiamo elencare altre prove dell’abominio dell’Occidente e del suo incontrollato cinismo?
agbiuso
Tutte le forze politiche italiane unite nell’elogio di un nazistoide finanziato dalla CIA. Pur di criminalizzare la Russia. Italia, una perfetta colonia dell’impero USA.
agbiuso
Ha stato Putin… disperati dopo la conquista di Adveeka
il Simplicissimus, 17.2.2024
Ci vuole proprio una grammatica analfabeta per parlare dell’ipotesi che circola tra la betise internazionale, secondo cui sarebbe stato Putin ad uccidere Navalny, un fascistoide violento, truffatore di professione tanto da aver raggirato una notissima azienda francese della moda, che per alcuni anni è stato spacciato come l’oppositore del presidente russo, ma che in realtà esisteva solo nell’informazione occidentale, che non mai avuto alcun rilievo nelle battaglie elettorali e di cui l’80 per cento dei russi ignorava l’esistenza. Perché mai Putin dovrebbe ledere la propria immagine per far fuori una nullità, che semmai avrebbe potuto eliminare molti anni fa? Una nullità che tra l’altro gli faceva gioco, perché poteva mostrare ai cittadini russi di che pasta sono fatti gli uomini della quinta colonna americano? Chi può essere così stupido da credere una cosa del genere? Eppure se questa favola è stata creata, ci sarà più di qualcuno con facoltà talmente limitate da cadere in questa sciocca trappola.
D’altro canto ci voleva assolutamente qualcosa che facesse parlare d’altro rispetto alla caduta di Adveeka, la città fortezza abbandonata precipitosamente dai reparti di fanatici nazisti che hanno lasciato le truppe “normali”, già circondate e con molti feriti, a cavarsela da sole dopo aver subito catastrofiche perdite che si aggirano sugli 11 mila uomini. La criminalizzazione di Putin che sfrutta sempre la fola del regime illiberale e non democratico che viene appiccicata al Cremlino grazie al ricordo dell’Unione sovietica, è l’estremo tentativo di Biden. lui sì un vero criminale di guerra, per ottener i soldi per l’Ucraina che probabilmente a questo punto fanno più che altro parte di un vasto sistema corruttivo nel quale sono implicati anche le amministrazioni e i governi occidentali. Ma è chiaro che le accuse a Putin sono sciocchezze infantili di un occidente si rimbambinisce, però se proprio volte sapere qualcosa di questo Navalny, un tipico prodotto americano come lo sono quasi tutti questi “oppositori” artificialmente creati, eccovi una serie di link nei quali di volta in volta avevo focalizzato questo repellente personaggio:
https://ilsimplicissimus2.com/2017/03/28/il-nostro-agente-a-mosca-battaglia-navalny/
https://ilsimplicissimus2.com/2017/06/14/identikit-di-un-libertario-made-in-cia/
https://ilsimplicissimus2.com/2017/04/04/san-pietroburgo-i-complotti-degli-anticomplottisti/
https://ilsimplicissimus2.com/2018/02/27/putin-e-loccidente-dei-criminali-vittimisti/
https://ilsimplicissimus2.com/2021/01/20/novichok-e-il-ballo-della-steppa/
https://ilsimplicissimus2.com/2021/05/27/atterraggio-forzato-151492/
https://ilsimplicissimus2.com/2022/05/10/il-bono-il-brutto-e-il-cattivo/
E’ facile vedere come sia sempre la stessa cosa, tanto da indurre il sospetto che Navalny ,ormai un personaggio completamente inutile dopo l’inizio dell’operane speciale, sia stato fato fuori dai servizi occidentali. Non sarebbe certo la prima volta.
Ma il terribile regime di Putin che viene sempre ribadito senza mai fornire una ragione per cui dovrebbe esserlo, avendo più o meno le stesse regole e meccanismi delle vantate democrazie occidentali. è quasi niente in confronto ai regimi occidentali che ormai sono decisi a togliere ogni diritto di parola ai cittadini: in Francia sotto la guida di Macron, l’Assemblea nazionale ha approvato una legge che dispensa multe e galera a chi osa invitare la gente a non vaccinarsi, ecco il testo di questo capolavoro di tirannide sanitaria:
È punita con un anno di reclusione e un’ammenda di 15.000 euro la provocazione ad abbandonare o ad astenersi dal seguire un trattamento medico terapeutico o profilattico, allorché tale abbandono o astensione venga presentato come benefico per la salute delle persone interessate quando invece, allo stato delle conoscenze mediche, ciò sia chiaramente suscettibile di comportare gravi conseguenze per la loro salute fisica o psicologica, tenuto conto della patologia di cui soffrono.
È punibile con le stesse sanzioni la provocazione ad adottare pratiche presentate come aventi scopo terapeutico o profilattico nei confronti delle persone interessate allorché è evidente, allo stato delle conoscenze mediche, che tali pratiche espongono le stesse ad un rischio immediato di morte o di lesioni tali da comportare mutilazioni o invalidità permanente.
Quando alla provocazione prevista dai primi due commi abbiano fatto seguito gli effetti, le pene sono aumentate a tre anni di reclusione e a 45.000 euro di multa.
Quando tali reati siano commessi attraverso la stampa scritta o audiovisiva, per quanto riguarda l’individuazione dei responsabili si applicano le specifiche disposizioni delle leggi che regolano la materia.
A questo punto altro che regime di Putin: il Paesi occidentali dovrebbero sciacquarsi la bocca prima di parlare della Russia o di qualsiasi altro regime. E altro che Navalny, questi sono assassinio seriali.
agbiuso
Costituzione della Repubblica Italiana
Articolo 11
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Il Parlamento italiano, il governo, le massime istituzioni della Repubblica continuano a tradire la Costituzione:
agbiuso
Ma certo, ministro Crosetto.
Come si suol dire, finché c’è guerra c’è speranza per la grande industria/finanza bellica e per i suoi servitori politici.
agbiuso
Da: Come lo Yemen ha cambiato tutto
di Pepe Escobar, l’AntDiplomatico, 3.1.2024
Il movimento di Resistenza dello Yemen, Ansarallah, ha detto chiaramente che qualsiasi nave affiliata a Israele o destinata a Israele sarà intercettata. Mentre l’Occidente se ne stizzisce e si immagina di essere un bersaglio, il resto del mondo comprende perfettamente che tutte le altre navi sono libere di passare. Le petroliere russe – così come le navi cinesi, iraniane e del Sud Globale – continuano a muoversi indisturbate attraverso Bab al-Mandeb (punto più stretto: 33 km) e il Mar Rosso.
Solo l’Egemone è turbato da questa sfida al suo “ordine basato sulle regole”. È indignato dal fatto che le navi occidentali che forniscono energia o beni a Israele, violatore delle leggi, possano essere ostacolate e che la catena di approvvigionamento sia stata interrotta e gettata in una crisi profonda. L’obiettivo individuato è l’economia israeliana, che sta già subendo una pesante emorragia. Una singola mossa yemenita si rivela più efficace di un torrente di sanzioni imperiali.
agbiuso
Che profonda tristezza la decadenza dell’Europa, mia madre.
“Con un presidente come questo la Francia può fare solo ciò che ordinano gli Usa ed è dunque del tutto inutile rivolgersi al personale di servizio che non ha alcuna autonomia, ma ogni tanto apre la bocca per fingere di averla”.
Da Il patetico Macron e la sua Francia di Vichy
il Simplicissimus, 16.12.2023
agbiuso
Da: De profundis per l’Europa
il Simplicissimus, 28.11.2023
“In poche parole hanno scatenato l’inferno senza avere la minima idea di ciò che stavano facendo, alla luce solo di una tradizione russofobica che ha portato a sottovalutare in maniera catastrofica l’avversario. E adesso che il più forte esercito messo in piedi dall’occidente è stato sconfitto, anzi praticamente eliminato, non credono ai loro occhi, non sanno davvero cosa fare, forse sperano di poter riallacciare rapporti brutalmente troncati facendo finta di cercare qualche accordo o addirittura fingendo pentimento. Ma per l’Europa il dado è tratto, è già nel limbo della storia fino alla sua dissoluzione.
agbiuso
“Ma la profferta degli Stati Uniti alla Cina nasconde una novità: anche l’establishment meno retrivo di Washington ha ormai preso coscienza che il mondo unipolare, con gli Usa come unica potenza mondiale, non ritornerà più.
A seppellirlo definitivamente è stata proprio la guerra ucraina, che avrebbe dovuto piegare la Russia e invece ha gettato nel cestino della storia tale sogno egemonico, che nel corso del conflitto è stato ribadito come un mantra nella nuova formulazione di una lotta esistenziale per rilanciare “l’ordine mondiale basato sulle regole” (ovviamente made in Usa). Non gli è andata bene, anzi”.
Da “La sconfitta della Russia?” I primi importanti media Usa si arrendono formalmente
L’AntiDiplomatico, 19.11.2023
agbiuso
“Per non isolare del tutto il duce di Kiev e fare qualcosa che possa risollevare il morale de regime, la Commissione europea ha concluso questa settimana che l’adesione dell’Ucraina all’UE è un argomento di discussione. Tuttavia, quasi nessuno dubitava che ci si potesse aspettare qualcosa di intelligente da Ursula von der Leyen la quale è arrivata a dire che l’Ucraina ha fatto il 90% dei suoi compiti per soddisfare i criteri dell’UE: immagino che essi siano sopprimere i partiti politici, revocare qualsiasi libertà di espressione, cancellare le elezioni e fare mostra di razzismo e xenofobia”
da La favola sta finendo e si prepara il golpe a Kiev
il Simplicissimus, 13.11.2023
agbiuso
Il Burevestnik è una realtà. E ora dove andranno a nascondersi?
il Simplicissimus, 6.10.2023
“L’influenza occidentale nel mondo è un immenso schema piramidale militare e finanziario che ha costantemente bisogno di più “carburante” per sostenersi, con risorse naturali, tecnologiche e umane che appartengono ad altri. Questo è il motivo per cui l’Occidente semplicemente non può e non si fermerà. I nostri argomenti, ragionamenti, appelli al buon senso o proposte sono stati semplicemente ignorati”. Queste sono le parole pronunciate da Putin al Valdai club dove si riunisce l’ altra economia del mondo. Un discorso diretto e lucido e anche drammatico che tuttavia nello stesso giorno è stato accompagnato da una prova di forza: Putin ha annunciato il successo nel test del missile da crociera intercontinentale a propulsione nucleare Burevestnik.
Gli americani che non riescono a realizzare nemmeno un missile ipersonico, si sono illusi che la Russia avesse fallito e avevano parlato di test “infruttuosi” tra il 2017 e il 2019. cercando di spacciare il loro desideri per realtà e invece adesso eccolo il Burevestnik pronto a essere parte integrante della difesa nucleare russa e con a bordo armi armi atomiche di estrema potenza. Si tratta in buona sostanza di un ordigno a gittata illimitata che può rimanere in volo diversi giorni il cui compito principale è quello di spazzare via le restanti installazioni militari della Nato in caso di conflitto globale e assicurarsi che i criminali e le loro famiglie che hanno scatenato la Terza Guerra Mondiale non possano nascondersi e salvarsi. Così ora debbono deselezionare le caselle per la Nuova Zelanda e Patagonia come luoghi in cui i neoconservatori e la loro cabala possono salvarsi, cosa che peraltro nemmeno nascondono, vantandosi dei loro nascondigli. Saranno inesorabilmente raggiunti e vaporizzati, visto che i loror sudditi rincoglioniti da anni di american shit che hanno fatto passare per imperdibili sheet, non sembrano intenzionati ad usare la cara vecchia corda che fa tanta paura ai tiranni. E non è lontano il giorno in cui se ne dovranno pentire amaramente.
agbiuso
“Il Regno Unito consiglia agli Stati Uniti di intensificare, poiché il Regno Unito è bloccato in fantasticherie imperiali del XIX secolo. I neocon degli Stati Uniti sono bloccati nella loro spavalderia imperiale. Urgentemente, menti più fredde devono prevalere”.
Da Jeffrey Sachs – I 4 eventi che infrangono le speranze neocon di un’ulteriore espansione della NATO verso est
l’AntiDiplomatico, 5.10.2023
agbiuso
Tutto è perduto fuorché la confusione
il Simplicissimus, 28.9.2023
La Russia produce ormai ogni anno 2 milioni di proiettili da 152, quelli classici per l’artiglieria, mentre gli Usa alla massima capacità ne possono produrre 360 mila. Tutto questo ci dice molte cose, anche se sembra un dato circoscritto o marginale: la cosa più importante è che l’appoggio occidentale all’Ucraina non potrà che declinare nel tempo, lo si voglia o meno, mentre le capacità russe non potranno che aumentare. Ci dice anche, indirettamente, che l’occidente pensava sarebbe stato facile avere ragione della Russia, che sarebbe bastato spostare un semplice elemento per innescare il crollo, come accade per quel gioco delle quelle torri costruite con tasselli di legno di cui ora non ricordo il nome. Quindi non ha ritenuto di prepararsi adeguatamente alla guerra, mai pensando che la Russia avrebbe potuto non solo resistere, ma fare barba e capelli agli occidentali.
Ci parla in maniera eloquente anche, se non soprattutto, della totale e pericolosa confusione che regna tra fazioni opposte del potere occidentale che da una parte suggeriscono di mettere fine a un conflitto già perso e nel quale un intero popolo viene costretto a un inutile massacri e dall’altra invece si tenta di estende il conflitto alla Moldavia e al Caucaso come abbia visto bei giorni scorsi e come vediamo dall’enorme fila di abitanti del Nagorno che cercano di raggiungere l’Armenia del traditore Nikol Pashinyan. Ci dice infine che la Polonia sta assumendo il ruolo centrale in tutto questo, rappresentando alla perfezione il dramma occidentale e i suoi dilemmi. Vessillifera della russofobia sta però litigando con Zelensky, non vuole più mandare armi a Kiev, non farà passare il grano per difendere la propria agricoltura e forse si prepara ad occupare parte del territorio ucraino: una vittoria dei nazisti è ormai fuori questione anche perché le guerre non si vincono con le balle dei giornali mentre la Russia si è molto rafforzata e a oggi ha l’unico esercito che abbia esperienza diretta di una vera guerra con le tecnologie attuali, mentre la Nato che ha sempre pianificato e diretto le azioni ucraine, non sa proprio da dove cominciare e si dedica ad attacchi terroristici, come ormai interpretasse essa la parte dei talebani come se fosse dall’altra parte rispetto al ruolo che ha sempre giocato.
Conviene a Varsavia essere oltranzista come nell’anno e mezzo appena trascorso? Tanto più che i sondaggi d’opinione indicano che più dell’80% dei cittadini polacchi sono contrari a ulteriori aiuti all’Ucraina e che – scandalo al sole – non sono nemmeno tanto russofobi e hanno un atteggiamento generalmente amichevole nei confronti dei russi. Forse si è fatta strada nei dirigenti di Varsavia l’idea che la Polonia non sia esattamente una fraterna amica degli Usa che può ricavare bottino dall’avventurismo di Washington e dalla sua ossessione nei confronti della Russia, ma che possa essere la prossima vittima sacrificale degli Usa. Questo non posso saperlo anche se la storia mi dice che i polacchi da 400 anni sbagliano tutte le mosse e che il periodo di splendore della corte polacca fu dovuto al matrimonio di Sigismondo il Vecchio con Bona Sforza d’Aragona, duchessa di Bari figlia di Gian Galeazzo e Isabella d’Aragona che diede alla Polonia un respiro europeo, non solo nella cultura e nell”architettura, ma anche grazie a tre figlie che divennero regine rispettivamente di Polonia, Ungheria e Svezia. Poi tutto questo si è dissolto. Ma basta con la storia dalla quale mi lascio sempre trascinare.
Può anche darsi che l’occidente stia usando la Polonia – che può rivendicare le stragi fatte dagli ucraini durante la seconda guerra mondiale – come apripista per cominciare a svicolare da una guerra che ha già perso e cacciare Zelensky dopo averlo accusato di ogni cosa possibile: sarebbe la cosa più ovvia, ma ci sono forti resistenze che derivano probabilmente dalle elite di potere che ci hanno regalato la pandemia e le cazzate climatiche le quali si rendono conto che darla vinta alla Russia significa rinunciare al globalismo, dopo aver distrutto gli Stati e in qualche modo l’origine del loro stesso potere. Si sente quasi lo stridore della lotta intestina e i grugniti allarmati di Schwab: Roma aveva le oche, l’ Ue i maiali.
agbiuso
“I leader politici europei hanno agito contro gli interessi del loro popoli per placare l’agenda guerrafondaia di Washington e soddisfare le insaziabili richieste del regime nazista di Kiev di aiuti militari e finanziari. Si stima che i contribuenti europei abbiano foraggiato i banditi ucraini per un importo di almeno 90 miliardi di dollari, che è comunque una cifra ridotta se si pensa alle enormi perdite dovute all’abbandono delle fonti energetiche russe a basso costo che stanno spingendo l’intero continente fuori dal mercato”
Comincia da Varsavia la crisi dell’Ue
Il Simplicissimus, 23.9.2023
agbiuso
Il recente discorso del Ministro degli esteri russo Lavrov al Consiglio di Sicurezza dell’ONU mi sembra assai lucido nell’indicare le radici del conflitto in Ucraina, gli ostacoli alla pace, il suprematismo atlantista e il razzismo diffuso nell’Occidente.
Il sito Il Simplicissimus lo ha tradotto in lingua italiana, visto che i media non ne hanno dato notizia.
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Il discorso di Lavrov che chiude la bocca all’occidente
il Simplicissimus, 21.9.2023
agbiuso
Eh sì, il collega Vincenzo Costa (professore di filosofia teoretica all’Università San Raffaele di Milano) ha ragione: l’informazione italiana, quella alla quale si abbeverano milioni di cittadini spettatori, di videosudditi, è precipitata a un livello assolutamente infimo.
agbiuso
Ecco – inesorabili, ipocriti, giustificazionisti di ogni violenza – arrivano anche i valori del ministro italiano della guerra Crosetto. Non potevano mancare.
agbiuso
Un breve intervento di Alessandro Orsini
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Pietà per l’Ucraina
Siccome Richard Moore, il capo dell’MI6, i servizi segreti esteri britannici, vaga alla ricerca di un perché, vorrei chiedere gentilmente al Corriere della Sera di fargli pervenire questa mia missiva umanitaria mentre Odessa è sotto le bombe: “Caro Richard Moore, mi chiamo Alessandro Orsini, sono un pacifista italiano. Vorrei tranquillizzarla. Lei non ha nessuna possibilità di umiliare Putin. Se andasse allo scontro con la Russia, l’Inghilterra sarebbe rasa al suolo in un secondo giacché l’Inghilterra ha circa 200 testate nucleari e la Russia oltre 6000. Eliminati i complessi di superiorità del blocco occidentale, la realtà le apparirà evidente: il massimo che il re inglese possa fare a Putin è portargli la colazione a letto con Boris Johnson a spalmare pane e marmellata a profusione. Moore, amico mio, sveglia, non siamo nel settembre 1939. Questa è l’era nucleare. L’Ucraina si trova in questa tragica situazione a causa di una classe dirigente europea che nella testa ha un criceto che gira nella ruota. Il fatto che i leader inglesi abbiano pensato, senza un briciolo di umanità, di poter distruggere la Russia per mezzo dell’Ucraina fornisce una misura precisa di quanto sia urgente che l’Europa vada in super produzione di cervelli e non di proiettili”.
agbiuso
Semplici e limpide constatazioni per chiunque legga la storia contemporanea sine ira et studio, guardando agli eventi e al loro significato.
Intervento della Deputata tedesca Sevimd Dagdelen, del partito Die Linke (La Sinistra), al Parlamento europeo.
agbiuso
Una volgarità e un’arroganza sconfinate. Gli dèi accecano coloro dei quali decretano la rovina:
–Videocronologia NATO
agbiuso
L’ucrainizzazione dell’Europa
Simplicissimus, 6.7.2023
“I nazisti ucraini quando vennero tirati fuori al congelatore dove Washington gli aveva conservati per decenni, per costituire formare il nerbo dei governi fantoccio di Kiev, cantavano ” l’Ucraina è Europa”, ma sta diventando sempre più evidente che la tendenza è esattamente quella opposta perché l’Europa è oggi una grande Ucraina. Cosa hanno in comune queste due entità? Fino a una ventina di anni fa quasi nulla, oggi molte cose. Per esempio l’interruzione delle fonti energetiche fondamentali dalla Russia, il paese più ricco di risorse del mondo: senza di esse sia gli ucraini che gli europei stanno rapidamente perdendo il loro status di nazioni sviluppate e industrializzate, ma l’Europa è stata in grado di trovare sostituti solo per circa la metà del gas naturale che aveva perso prima con le sanzioni e definitivamente quando gli americani hanno fatto saltare in aria il gasdotto del Mare del Nord e il gas che riesce ad ottenere dagli Usa ha un prezzo esorbitante, circa quattro volte il prezzo russo. E non detto che siano forniture sicure e costanti. Dato che il gas di scisto negli Stati Uniti sta raggiungendo il picco, e perciò quella metà potrebbe facilmente trasformarsi in una frazione molto più piccola.
Non solo, sia l’Ucraina che l’Europa ( Francia compresa ) dipendono dal combustibile nucleare russo e dalle competenze tecniche di Rosatom per mantenere in funzione il loro numero sempre più ridotto di centrali nucleari, mentre dipendono dalla Cina per tutto ciò che ha a che fare con le installazioni di energia eolica e solare, nessuna delle quali può servire come sostituto di fonti energetiche tradizionali a causa del problema dell’intermittenza e imprevedibilità della produzione. Dunque la prima analogia è proprio l’incombente carenza di energia.
Ma c’è anche altro. L’Ucraina ha una popolazione di lingua russa molto numerosa , la parte più altamente concentrata della quale nella regione del Donbass ha rifiutato di avere qualcosa a che fare con il governo ucraino nazionalista che gli americani hanno installato a Kiev nel 2014, dando luogo a una vera e propria guerra civile che ha covato per otto anni prima di portare a una conflagrazione a piena forza. L’Europa da parte sua, come vediamo bene in questi giorni ha problemi non molto diversi: ormai una vasta popolazione proveniente da cultura molto diverse che non vuole non vuole avere niente a che fare con i governi centrali di Parigi o Berlino, per non parlare dei burocrati non eletti di Bruxelles. Gran parte di questa popolazione proviene da paesi che sono stati devastati dagli Stati Uniti, e talvolta dagli sforzi congiunti di Usa e Nato, per diffondere “libertà e democrazia” in stile americano. Disprezzano i nativi europei e, essendo abituati a soffrire sotto le amministrazioni coloniali bianche, vedono i governi occidentali un prolungamento di quella storia. I coloni bianchi hanno saccheggiato le loro terre d’origine e ora sono essi a non rispettare il Paese in cui vivono.
D’altro canto le varie politiche di accoglienza e integrazione sono state segnate da atteggiamenti ipocriti, poiché l’apertura alle migrazioni è stato funzionale alla lotta di classe al contrario, permettendo di abbassare i salari, di comprimere i diritti del lavoro e di far diventare “normale” la precarietà. In seguito, una volta ottenuto il primo scopo, le forze globaliste hanno trovato un doppio vantaggio nel favorire o anche provocare queste migrazioni: sottraggono braccia e cervelli ai Paesi che sfruttano senza ritegno mentre collaborano a far decadere il senso delle comunità stata e nazionali, provocando quello sradicamento generale che è il presupposto del globalismo. Così è evidente che la seconda grande analogia tra Ucraina ed Europa è che la prima è segnata dalla ribellione dei separatisti russi, la seconda dalla ribellione dei migranti che sono rimasti sostanzialmente estranei alla società in cui vivono. C’è anche una terza analogia: come il regime di Kiev cerca di mettere in scena l’esistenza di una propria autonomia rispetto agli Usa e alla Nato, anche i pagliacci del milieu politico europeo dell’Europa occidentale fingono di avere voce in capitolo e di volere una guerra che è la rovina dei loro Paesi. In realtà il continente e stato rapito e violentato come narra la mitologia, da chi si crede il re degli dei”
agbiuso
Il 24 giugno a sgretolarsi è stata la propaganda sul conflitto in Ucraina
di Alberto Fazolo
26.6.2023
Il 24 giugno si è sgretolata la narrazione dominante sul conflitto in Ucraina. Non è ancora chiaro se quel giorno Prigozin e gli uomini della Wagner tentarono un golpe che naufragò o se la spedizione verso Mosca fosse solo un diversivo per poter prendere il potere nella regione di Rostov, che si trova in territorio russo, prossima al confine con l’Ucraina. Occupando Rostov e sottraendola al controllo di Mosca, Prigozin realizzò – anche solo per un giorno- quanto gli USA vanno auspicando da tempo, la “balcanizzazione” della Russia.
La tecnica “divide et impera” è spesso stata usata da Washington risultando molto efficace. Riuscire a minare l’integrità territoriale della Russia sarebbe un colpo in grado di stravolgere in favore degli USA gli assetti geopolitici globali. La “balcanizzazione” della Russia è quindi un obiettivo prioritario per Washington, talmente importante da sacrificargli la possibilità di una vittoria militare ucraina.
Ciò è emerso con evidenza lo scorso 24 giugno.
La Wagner era in turnazione di riposo, si trovava nelle retrovie. Lungo tutta la linea del fronte era schierato esclusivamente l’esercito russo che dopo l’insubordinazione della Wagner si è trovato con le linee logistiche interrotte e circondato da forze ostili.
La Wagner prese il controllo di Rostov occupando il quartier generale delle operazioni in Ucraina e uno dei più importanti aeroporti del conflitto, quello da cui partono i velivoli per la copertura aerea alle truppe di terra.
In sintesi, il 24 giugno le forze russe in Ucraina si trovarono senza comando, prive di copertura aerea e circondate: sbaragliarle sarebbe stato semplicissimo.
Per la prima volta l’Ucraina ha avuto la concreta possibilità di infliggere un durissimo colpo alle forze russe e di rovesciare le sorti dello scontro. Sarebbe stato semplice e rapido, bastava sferrare un attacco. Attaccando avrebbero potuto vincere non una battaglia, ma il conflitto. Eppure gli ucraini non lo hanno fatto, nonostante si trattasse di una occasione irripetibile.
Non si è approfittato di questa opportunità perché a comandare le forze ucraine non è Kiev, ma Washington, nella cui scala di interessi la “balcanizzazione” della Russia è più importante della vittoria ucraina. Questo episodio ci mostra in maniera inequivocabile come per gli Stati Uniti l’obiettivo reale non sia la difesa dell’Ucraina, bensì il logoramento della Russia e la destabilizzazione dell’Europa. Gli USA sono pronti a combattere “fino all’ultimo ucraino” ma impedendogli di vincere.
Una vittoria negata che è un vero tradimento.
Da qui emergono due questioni. La prima è di natura etica e riguarda l’uso strumentale del popolo ucraino che stanno facendo gli USA, cioè la disinvoltura e la spietatezza con cui -per i propri esclusivi interessi- li mandano al massacro.
La seconda è di natura politica: dato che ormai è evidente che l’obiettivo della guerra non è una vittoria militare di Kiev, dobbiamo dire chiaramente che il nostro coinvolgimento (in primo luogo con l’invio di armi) serve solo a fomentare il più ampio scontro globale e non a difendere l’Ucraina.
A questo punto è palese che siamo di fronte ad una cinica manovra che prevede il sacrificio degli ucraini per l’esclusivo interesse degli USA, bisogna dirlo con chiarezza e rompere le ipocrisie. Chi ha a cuore il destino del popolo ucraino si deve opporre al criminale uso strumentale che se ne sta facendo, mandandoli al massacro con la promessa di una vittoria militare che in realtà non si vuole ottenere.
agbiuso
Eloquente.
agbiuso
Eh sì, i giornalisti hanno «toujours un maître, parfois plusieurs»
(Guy Debord, Commentaires sur la société du spectacle, Gallimard 1992, § VII, p. 31).
agbiuso
Da una parte le mummie dell’antifascismo istituzionale, dall’altra tutti coloro che difendono l’Italia e l’Europa dalla distruzione e amano INCONDIZIONATAMENTE le libertà (di parola, di dissenso, del corpo, di movimento, di cura di sé, di scrittura…) e la pace contro la guerra infinita degli Stati Uniti d’America e della NATO.
agbiuso
L’1% del PIL non per la sanità, non per il disagio sociale, non per l’ambiente, non per l’università, non per la scuola.
L’Ucraina chiede il denaro degli europei allo scopo di finanziare la guerra che conduce contro la Russia per conto degli Stati Uniti d’America.
agbiuso
In un’immagine la natura aggressiva e guerrafondaia degli Stati Uniti d’America e della NATO.
agbiuso
Condivido.
agbiuso
Aggressione di uno Stato sovrano da parte della NATO.
L’Italia vi partecipò per decisione di Massimo D’Alema, presidente del Consiglio dei ministri, e di Sergio Mattarella, vicepresidente del Consiglio dei ministri con delega ai servizi segreti.
Accadde nel 1999 e questo crimine contro l’umanità è ancora impunito.
agbiuso
“L’invasion de l’Irak a défié le Conseil de sécurité de l’ONU en tant que seul arbitre quant à savoir si l’usage de la force serait nécessaire pour combattre une véritable menace à la paix et à la sécurité internationales. Il a violé la Charte des Nations Unies. Cela a encouragé les exemples de mensonges horribles (ces armes de destruction massive obstinément spectrales) et l’inflation des menaces supposément posées par le régime de Saddam Hussein”.
Vingt ans après la guerre en Irak, les criminels sont toujours en liberté
di Binoy Kampmark, 22.3.2023
Amedeo Barbagallo
Desidero aggiungere, alla sua lucidissima analisi, un riporto verso una questione che mi sta molto a cuore: nel Caucaso l’integrità territoriale dell’Armenia e degli armeni del Nagorno-Karabakh viene giornalmente minacciata dal regime dispotico di Baku, appoggiato da quella Turchia che possiede ancora un “conto in sospeso” con gli armeni. L’Azerbaigian attacca giornalmente le frontiere armene, mentre nel 2020 ha invaso e conquistato un territorio che non gli appartiene né per storia né per cultura. Anche in quella sperduta regione esistono un “aggredito” e un “aggressore”, per usare due termini della propaganda occidentale. Tuttavia, gli aggressori ci inviano giornalmente quel gas metano che dalla Russia non compriamo più. Per tale ragione l’aggressione ai danni dell’Armenia non esiste agli occhi dei politici occidentali. La loro stessa esistenza ha più valore di un metro cubo di gas.
agbiuso
ὕβρις e globalizzazione.
agbiuso
“Torna il fascismo ma il suo volto non è quello della Meloni (risibile pedina di un gioco più grande di lei) ma il ghigno dello Zio Sam e dei suoi zelanti servitori europei, sinistre comprese”
Carlo Formenti in Segui la lotta di classe e capirai la storia
L’AntiDiplomatico, 8.3.2023
Luciano Colella
Grazie Professore…
agbiuso
Mi sembra una pertinente analogia.
Marco Christian Santonocito
Forse proprio perché “La presidenza Trump…è stata una delle pochissime a non aver aperto nuovi teatri di guerra per gli Stati Uniti”, si è assistito a un attacco mediatico massiccio e largamente condiviso alla presidenza Trump, non solo negli USA.
Grazie davvero per i chiarimenti.
Corrado
“Che cosa autorizza un Paese come gli Stati Uniti d’America a intromettersi nelle decisioni, nella vita, nelle libertà di altri Paesi? In nome di che che cosa gli USA sono giudici dei destini di ciò che avviene nel continente asiatico, in America Latina, in Europa, ovunque? Da dove proviene questo privilegio assoluto di decidere per tutti che cosa sia il bene e che cosa il male? Che cosa legittima la pretesa che gli altri popoli, stati, nazioni debbano obbedire ai giudizi, alle decisioni, alle azioni degli Stati Uniti?”…. “Da dove proviene? Che cosa lo motiva? Su quali elementi normativi o etici del Diritto internazionale si fonda?”
Buonasera Professor Biuso. Non vuole la mia essere una risposta ma un pensiero.
Credo che tutto ciò parta dalla Riforma, quando Lutero e Calvino si posero dalla parte “giusta” della fede e coloro che aderirono credettero (e tutt’ora credono) alla salvezza a prescindere dal comportamento torbido che possano avere in questo mondo. Gli Stati Uniti sembrano riprodurre quell’ente unico e infallibile cui obbedire. Con noi o contro di noi perché siamo nel giusto, dio è con noi…
L’accanimento contro l’odierno multipolarismo ricorda la persecuzione nei confronti della visione del sacro politeistica. Non so’; forse il paganesimo non essendo mai estinto fa paura, la libertà fa sempre paura…
Grazie per le sue preziose riflessioni, un caro saluto.
Corrado
Davide Amato
Caro professore, grazie per questa riflessione che condivido dalla prima all’ultima parola. I fatti da lei esposti sono incontrovertibili per chiunque abbia seguito (con la coscienza a posto e con il cervello acceso) le vicende geopolitiche degli ultimi decenni.
Sono queste le ragioni per cui l’alleanza tra la Cina e la Russia (“Solida come una roccia”) è un fatto ormai di necessità: le ambizioni imperiali/unipolari statunitensi hanno unito questi due Paesi in una lotta per l’autodeterminazione e per la difesa della propria sovranità nazionale. Non è un mistero infatti che la massima ambizione statunitense, in caso di vittoria nella guerra contro Russia e Cina, è la disgregazione di questi due Paesi in una serie di piccoli staterelli minori, maggiormente ricattabili e controllabili. Insomma gli Usa minacciano la stessa esistenza dei popoli russo e cinese in quanto popoli unitari e sovrani. E questo perché essi costituiscono la principale minaccia al dominio unipolare dell’impero capitalista statunitense.
Ma questo scenario non si avvererà. Questa guerra ha dimostrato che la vera supremazia statunitense, nonostante le centinaia di migliaia di miliardi gettati nell’apparato militare, non consiste nella potenza di fuoco, ma nell’impero mediatico. Se sul campo militare la Russia sta tenendo testa a tutti i Paesi Nato coinvolti nel conflitto, e sembra anzi stare vincendo, dal punto di vista mediatico e simbolico (almeno all’interno dei Paesi dell’impero) il dominio statunitense è ancora incontrastato.
Per questo riflessioni come la sua hanno il merito non solo della verità (che è evidente a chiunque non sia imbevuto di propaganda occidentale), ma del coraggio e dell’autonomia di pensiero.
Continui, continuiamo a pensare e a dire quello che nessuno ha gli strumenti e il coraggio di dire.
agbiuso
Caro Davide, lo scopo della mia riflessione è proprio quello da lei così ben colto: cercare di ragionare in modo autonomo e spingere i miei amici lettori a farlo; non per condividere ciò che affermo ma per riflettere senza farsi condizionare troppo da un apparato politico-mediatico veramente impressionante, tutto schierato a favore degli interessi di un solo Paese, i quali configgono con le libertà e il benessere sia dell’Italia sia soprattutto dell’Europa.
Grazie dunque della sua condivisione.
Marco Christian Santonocito
Gentile Professore Biuso,
la ringrazio per il coraggio e l’impegno nel diffondere la verità con tanta lucidità e fermezza. Un esempio inestimabile.
Mi chiedo se in fondo la straordinaria macchina mediatica che, con tutta evidenza, ha esteso all’inverosimile la sua sfera di influenza, abbia nei fatti raggiunto il suo scopo primario, quello di orientare e influenzare a suo piacimento l’opinione pubblica, visto che la maggioranza degli italiani, e forse degli europei, non giudica positivamente la partecipazione del proprio Paese alla guerra Nato-Russia.
Può essere forse interessante ricordare una intervista, pubblicata dal Manifesto il 20.02.2016, nella quale Noam Chomsky critica apertamente gli Stati Uniti e, in particolare, il partito Repubblicano. Una risposta eloquente a chi continua a sostenere che la guerra in Ucraina abbia avuto inizio nel febbraio 2022, una risposta che proviene dal passato e da un cittadino statunitense. (Ma è lecito pensare che il più grande pericolo a livello globale sia rappresentato principalmente dal partito Repubblicano americano?)
Riporto di seguito alcuni brani significativi dell’intervista:
«Il Partito repubblicano odierno, vorrei aggiungere, costituisce una delle organizzazioni più pericolose nella storia dell’umanità.»
Alla domanda: «Il bilancio della Difesa Usa per il 2016-17, approvato la settimana scorsa senza alcun dibattito a livello congressuale, quadruplica», Chomsky risponde:
«Certamente esistono rischi di un aggravarsi di scontri e tensioni strategiche strumentali tra i paesi appartenenti alla sfera d’influenza russa e le zone di influenza americana. Ma gli Stati Uniti potrebbero mai accettare sui propri confini quanto sta avvenendo su quelli della Russia? Sarebbe pensabile un dispiegamento di missili Nato al confine con il Canada e il Messico? Verremmo tutti inceneriti. Questo ulteriore potenziamento della Nato ritengo che costituisca una strategia, una provocazione geopolitica molto pericolosa.»
https://ilmanifesto.it/chomsky-la-destra-usa-un-pericolo-per-la-specie-umana
(Purtroppo la pagina del Manifesto non è leggibile cliccando sul link qui sopra, lo è però se si apre la pagina dal motore di ricerca Google).
agbiuso
Caro Marco,
Chomsky ha ovviamente ragione sul pericolo gravissimo per la pace costituito dall’allargamento della NATO sino ai confini della Russia.
Non ce l’ha, invece, per quanto riguarda la responsabilità dei due partiti che si alternano al governo degli USA.
La presidenza Trump, infatti, è stata una delle pochissime a non aver aperto nuovi teatri di guerra per gli Stati Uniti.
Il vero partito guerrafondaio è invece quello Democratico, con esponenti quali Obama / Hillary Rodham Clinton prima e Biden oggi, la cui continuità con l’apparato bellico e la convinzione di un diritto degli USA al dominio del mondo costituiscono il grande pericolo del presente.