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Pagani e cristiani

Pagani e cristiani

Recensione a:
Giancarlo Rinaldi
Pagani e cristiani
La storia di un conflitto (secoli I-IV)
Carocci Editore 2020, pagine 492
in Vita pensata, n. 27, settembre 2022
pagine 85-88

C’è una vicenda, fondamentale per l’Europa, nella quale il detto secondo cui ‘la storia la scrivono i vincitori’ appare con evidenza in tutte le sue pervasive e immense conseguenze. Questa vicenda è quella assai complessa che si racchiude nel termine Cristianesimo.
Studiare la genesi del modo in cui questa religione si è presentata nei secoli e continua a presentarsi oggi significa comprendere sino in fondo l’importanza della metapolitica, dell’egemonia culturale, della scrittura che sopravvive e della scrittura che si inabissa. È noto che migliaia di testi della cultura greca e romana sono andati perduti. Meno noto è che la misura di questa perdita arriva sino a novanta testi su cento, forse meno noto ancora è che gran parte di tale perdita sia stata progettata, voluta e realizzata coscientemente dai gruppi, individui, istituzioni che vanno sotto il nome di ‘Chiesa’, la quale iniziò il IV secolo dell’e.v. «come soggetto perseguitato e lo chiuse come agente persecutore», una persecuzione contro l’intera civiltà antica.

4 commenti

  • Luca Ruaro

    Ottobre 4, 2022

    Ma non è quindi vero che praticamente quasi tutto il patrimonio della cultura classica a nostra disposizione ci è giunto attraverso l’opera degli autori e pensatori cristiani, come pure – su un piano molto più pratico – dei monaci amanuensi?

    • agbiuso

      Ottobre 5, 2022

      No, Luca, non è vero. Si tratta di una delle più riuscite espressioni della propaganda cristiana.
      Lo dimostra con molti documenti la studiosa inglese Catherine Nixey nel suo Nel nome della Croce. La distruzione cristiana del mondo classico (Bollati Boringhieri 2018), libro che ho recensito in questo sito alcuni anni fa e del quale parlo anche in Le persecuzioni contro i pagani (Vita pensata n. 18).
      I padri della chiesa citarono i testi pagani per confutarli e poi distrussero scientemente i libri che contenevano quelle citazioni: «I lavori dei filosofi furono censurati e i libri considerati fuori legge diventarono materiale da combustione per i roghi che bruciavano nelle piazze di tutto l’impero» (Nixey, p. 25). 

      Per quanto riguarda i monaci, essi trascrissero una minima parte dei testi che i cristiani avevano distrutto e lo facevano in questo modo: «I libri pagani venivano richiesti [dai monaci] richiamando un conato di vomito […] Solo l’uno per cento della letteratura latina è riuscita a varcare indenne i secoli» (pp. 25-26).
      «Ad Alessandria, ad Antiochia e a Roma, questi falò si consumavano tra le occhiate soddisfatte degli ufficiali cristiani. Il rogo dei libri era approvato -e persino raccomandato…- dalle autorità ecclesiastiche» (p. 187).
      Il risultato fu che «le decine di migliaia di libri che restavano della più grande biblioteca del mondo intero furono persi per sempre. Forse furono bruciati. Come ha osservato lo storico moderno Luciano Canfora, ‘il rogo dei libri è parte della cristianizzazione’. Una guerra contro i templi pagani era anche una guerra contro i libri che questi spesso conservavano» (p.121).
      Tutto questo è non soltanto tragico e doloroso ma anche criminale.
      Ed è ciò che è accaduto. Aggiungo, a conferma di una radicale apologia dell’ignoranza da parte cristiana, che un prete cattolico quando avevo 16-17 anni mi disse “se vuoi entrare nel regno dei cieli devi tagliarti la testa”, vale a dire non porre domande, non pensare.
      Il cristianesimo si è salvato dal diventare come l’ISIS soltanto perché alcuni dei suoi più avvertiti esponenti -ad esempio Agostino- capirono che dovevano fondare la loro teologia sulle solide basi della metafisica greca. L’utilizzo della Bibbia si è insomma salvato dal puro fanatismo soltanto per merito dei Greci.

  • Davide Miccione

    Ottobre 4, 2022

    Tema estremamente interessante così come l’articolo. Ma le condizioni drammatiche in cui versa oggi la chiesa, (ci sono due articoli su Il foglio di sabato scorso impressionanti: gran parte delle parrocchie in olanda vengono eliminate accorpandole, un enorme numero di chiese vengono vendute per farci appartamenti o per demolirle, statue e dipinti vanno nel mercato dell’arte sacra che però già è saturo) mi fa pensare più a una generale apocalissi (tanto per restare in tema) della cultura e della civiltà che a un atto riparativo della giustizia storica. Come in Highlander alla fine ne resterà soltanto uno, e quest’uno sembra essere il capitale e i suoi adepti.

    • agbiuso

      Ottobre 4, 2022

      Una riflessione molto importante la tua, Davide, che descrive efficacemente la decadenza delle chiese cristiane.
      Sì, la possibilità che resti soltanto il capitale – e quindi la distruzione generalizzata – è reale. Le chiese, sia protestanti sia cattoliche, stanno contribuendo attivamente avendo rinunciato all’unica vera ragione della loro esistenza: il sacro e la sua perpetuazione.
      Essendo invece diventate delle agenzie filantropiche come tante, rischiano davvero di essere spazzate via. Ma loro hanno distrutto la civiltà antica in modi ancora più violenti. E quindi, per quanto mi riguarda, nessun rimpianto.

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