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Potenze morenti

Potenze morenti

Come mostrano gli etologi e come sa un’antica sapienza, l’animale morente può diventare molto pericoloso, sia per un ultimo disperato tentativo di non morire sia perché non ha più nulla da perdere.
Gli Stati Uniti d’America sono un animale politico morente e anche per questo stanno diventando sempre più pericolosi. Di questa grande potenza «che si prendeva per il mondo e che diventa una nazione provinciale, intollerante e in via di decomposizione […] il mondo farebbe volentieri a meno» (Hervé Juvin, Diorama Letterario, n. 366, marzo-aprile 2022, p. 12).
Il mondo. Non quella sua piccola parte che lo ha dominato per secoli ma che dalla fine della Prima guerra mondiale è sottomessa alla cultura e all’economia anglosassone. Il mondo, vale a dire l’Asia, buona parte dell’America centrale e del Sud America, molti stati arabi ed africani. E non un’Europa «troppo sottomessa, troppo muta e troppo assopita in un confort usurpato per poter aiutare l’alleato a riprendere piede in un mondo che non capisce più» (Ibidem).
L’animale politico morente ha teso l’ennesima trappola alla Russia e soprattutto all’Europa. Tramite lo strumento di egemonia militare della NATO, gli USA hanno messo la Russia «di fronte all’alternativa di vedere anche formalmente inglobata nella Nato un’Ucraina ormai da otto anni sostenuta con armi, risorse economiche e aperture di credito politiche dall’alleanza occidentale oppure tentare con la forza di impedire il rafforzamento di questo connubio» (Marco Tarchi, p. 1). Questo è il quadro geopolitico e storico, non moralistico e sentimentale, dentro il quale soltanto si può comprendere il conflitto tra la NATO e la Russia combattuto in territorio ucraino.
Si tratta infatti anche dell’ennesimo evento e testimonianza di ciò che Baudrillard definisce «immondializzazione», il progressivo venir meno della pluralità e della differenza a favore di una visione unica e omologata della storia e dell’umano. La stessa ‘immonda mondializzazione’ per contrastare la quale Yukio Mishima commise seppuku il 25 novembre del 1970, convinto -come scrisse- che il suicidio «permette di cambiare la propria vita in un istante di poesia» (lo ricorda Manlio Triggiani parlando di un libro dedicato da Danilo Breschi allo scrittore giapponese, p. 33).
Un gesto, il suicidio, sul quale Mishima rifletté e scrisse lungo tutta la vita. Anche il Giappone appariva ed era agli occhi di questo scrittore/samurai un animale morente. Al quale con la propria morte Mishima cercò di restituire vita.

6 commenti

  • agbiuso

    Settembre 13, 2022

    Esportatori di dittature.

  • agbiuso

    Settembre 8, 2022

    Una rappresentazione plastica ed efficace della demenza che ha colpito i ceti dirigenti europei. O forse non si tratta di demenza ma di lucida e corrotta volontà di distruzione di sé e dei propri popoli.

  • agbiuso

    Settembre 4, 2022

    Ho il sospetto che i capi dell’Unione Europea siano dei fanatici putiniani ben mimetizzati.
    I decisori politici italiani poi, con Draghi e Letta in testa, sono particolarmente abili.
    Complimenti a dei politici così astuti.

  • agbiuso

    Settembre 1, 2022

    Il suicidio dell’Europa iniziò nel 1914. La lunga e anche contraddittoria agonia probabilmente sta per chiudersi.
    È un dolore per chi, come me, si ritiene prima di tutto europeo ma il livello infimo e servile dei ceti dirigenti del Continente sembra non lasciare scampo.
    Il mio orgoglio di essere figlio dei Greci e del Mediterraneo è però intatto.

  • agbiuso

    Agosto 16, 2022

    “So, American taxpayers borrow tens of billions of dollars their country does not have, to send fortunes to the unaccountable leader of a corrupt country”.

    The Zelensky Narrative is Shifting | Opinion
    di STEVE CORTES, Newsweek, 10.8.2022

  • diego

    Luglio 18, 2022

    Certo non ci si può appiattire su una lettura a senso unico della guerra della Russia di Putin contro l’Ucraina. Credo anch’io che in termini di geopolitica le ragioni dell’invasione dell’Ucraina siano piuttosto comprensibili. Ovviamente uccisioni, torture, stupri, dolore innocente sono conseguenze raccapriccianti della guerra, che è sempre la peggiore soluzione dei problemi.
    Su gli USA concordo sull’idea di un declino, ma il turbocapitalismo che comanda (e distrugge) il pianeta, troverà e sta trovando la sua culla in Cina, nelle cosiddette nazioni emergenti.
    La vecchia Europa ce la farà a non farsi stritolare?
    Argomenti davvero complessi e spaventosi, caro Alberto.

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