Il demonio
di Brunello Rondi
Italia, 1963
Con: Daliah Lavi (Purificata), Franck Wolff (Antonio)
La terra riarsa, dagli orizzonti magnifici e dalla povera resa. Un sentimento antico, magico e fatale dell’esistere. I sassi di Matera nel 1963. Una ragazza assai bella, innamorata ma respinta, comincia a credersi una strega, a produrre intrugli, a esercitare una fattura sull’uomo che la respinge. Questa ossessione d’amore diventa per tutti prova e certezza che Purificata (così si chiama) è posseduta dal demonio. Diventa quindi una cosa a disposizione di chi le fa del male. Si tenta anche un rito esorcistico in chiesa, dove la ragazza comincia a camminare come un ragno con il corpo ‘a ponte’ ma i diavoli rimangono. Viene ‘curata’ e violentata da un santone, rinchiusa dai suoi familiari, cacciata dal paese, accolta in una comunità di suore all’interno della quale la sua aggressività ed estraneità non diminuiscono. Torna a Matera mentre è in atto un rito collettivo di cacciata delle streghe. Incontra Antonio, il suo uomo, e la vicenda si chiude nel segno dell’amore e della morte.
Premiato con l’Orso d’oro al Festival di Berlino, il film è una intensa e lucida testimonianza antropologica delle credenze profonde del mondo contadino, di un cattolicesimo intriso della potenza mediterranea e politeistica del sacro, resa violenta e peccaminosa dalle credenze cristiane. Ispirato esplicitamente alle ricerche etnologiche di Ernesto De Martino assorbe da questo studioso lo sguardo descrittivo e non giudicante. Ed è questo il significato più fecondo dell’opera, l’essere costruita dal di dentro delle credenze ctonie ed estreme che narra. Evitando ogni contaminazione moderna, positivistica, colonialistica. Penetrando invece sia nella violenza collettiva del gruppo che si sente minacciato dalla devianza del singolo -che cerca in tutti i modi di espellere da sé- sia nella psiche individuale di una donna che ha nel corpo, negli occhi, nei capelli l’unico strumento per esprimere i propri desideri, se stessa, la vita. Purificata appare ed è davvero posseduta da una qualche potenza enigmatica e totale.
1 commento
Michele Del Vecchio
Stupenda e terribile l’immagine di apertura della tua coinvolgente presentazione di “Purificata”, il nome e la parola di un tempo remoto, di una umanità ancestrale, di una redenzione implorata, di una terra che Cristo ha ignorato e dove il paganesimo delle campagne e del mondo contadino convive con un cattolicesimo che quei riti e quella mentalità ha accolti, perfezionandoli senza cancellarli. Perfetto il richiamo a De Martino. Ma ci aggiungerei Carlo Levi che su quella terra ha scritto pagine indimenticabili. Leggendo la tua presentazione mi ci sono ritrovato e per un attimo ho riavuto tra le mani “Cristo si è fermato a Eboli”. E sapessi con quale gioia ed emozione.