Sono tanti i docenti universitari e gli amministrativi degli atenei italiani sospesi nei mesi scorsi dall’attuale governo e reintegrati dal primo aprile. Alcuni di loro hanno redatto un documento che sta ricevendo numerose adesioni. Lo pubblico anche qui. I nomi di coloro che hanno preparato il testo e di quanti lo hanno firmato si trovano su girodivite.it.
I docenti, gli amministrativi, i dottorandi che volessero sottoscrivere il documento potranno rivolgersi agli estensori, tra i quali ci sono anch’io.
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Prendiamo atto che il Decreto Legge 24 del 25.3.2022 ha parzialmente ripristinato il diritto a lavorare anche in assenza di adempimento all’obbligo vaccinale, ma imponendo un tampone che appare meramente punitivo, dal momento che anche i vaccinati si infettano e contagiano. Viene infatti eliminata, almeno per ora, una norma (l’obbligo vaccinale per lavorare) ormai giuridicamente insostenibile perché priva di basi scientifiche nel prevenire l’infezione e il contagio, lesiva di diritti naturali dell’uomo, unica in Europa. Pur con questo piccolo e dovuto passo verso un ritorno alla legalità, occorre che vengano rimossi tutti gli obblighi vaccinali per età e/o categoria (non abrogati dal DL 24/2022), il ricatto vaccinale a cui è ancora sottoposto il personale sanitario per tutto il 2022 e le norme (GP base, mascherine …) mantenute vive oltre il termine dello stato di emergenza e quindi illegittime. In particolare, è deplorevole l’accanimento verso i giovani a cui, almeno per tutto aprile 2022, è ancora negato lo sport di squadra, l’accesso a palestre e piscine e alla stessa università senza un cosiddetto greenpass o peggio un supergreenpass. Non solo: ancora fino al 15 giugno 2022 è imposta la mascherina agli studenti nelle scuole di ogni ordine e grado, sebbene dal primo maggio non sarà più necessaria, almeno stando alle norme attualmente vigenti.
Occorre che il Parlamento ritorni a legiferare attivamente, per eliminare il caos normativo introdotto dai numerosi DL, con particolare riferimento al DL 44/2021, passando per il DL 1/2022 ed infine il recente 24/2022. Tale caos è aggravato dalla interpretazione di queste intricate norme, visti i ripetuti rimandi e modifiche di leggi precedenti. In fase di sospensione solo un ateneo, per quanto noto, ha concesso l’assegno alimentare e, dopo il DL 24/2022, ogni università ha adottato provvedimenti anche molto diversi, ad esempio, con reintegro a partire dal 25.3.2022 piuttosto che dall’1.4.2022. Altri atenei impongono al personale Tecnico Amministrativo, in caso di reintegro dal 25.3, di considerare i giorni dal 25 al 31 come ferie o permesso; inoltre ad alcuni sembra concesso lo smart working per poter lavorare senza greenpass base e ad altri no. Ancora più grave: alcuni atenei hanno atteso fino al 31 marzo per comunicare anche solo ufficiosamente i nuovi provvedimenti, facendo perdurare uno stato di incertezza sempre più insostenibile e dannoso per chi lo subisce, per i collaboratori e per gli studenti.
Nel giro di un mese si sono dunque creati innumerevoli problemi e situazioni imbarazzanti che hanno causato notevoli ed evitabili disservizi:
1) Dopo le prime sospensioni da settembre 2021, la maggioranza del personale universitario è stata sospesa tra il 15 febbraio e il 15 marzo con un caso estremo di sospensione notificata il 30.3.2022 e sorprendentemente firmata ed effettiva dal 25 marzo, giorno della pubblicazione del DL 24/2022. Per quanto riguarda i docenti molti corsi sono stati messi a bando e potrebbero iniziare, da parte dei vincitori di concorso, dopo la riammissione in servizio dei titolari ex sospesi. Per quanto concerne il personale tecnico amministrativo, gli incarichi sono stati ridistribuiti, creando anche problematiche relazionali e scavando solchi tra persone che da anni lavorano insieme negli stessi settori e uffici. Questa situazione ha causato un carico psicologico pesante sia sui sospesi che tra i colleghi non sospesi.
2) Sono stati bloccati, o comunque rallentati, progetti di ricerca, pubblicazioni e contratti con aziende, con danni alle carriere dei sospesi ma anche dei collaboratori che hanno visto rallentamenti dovuti all’interruzione del lavoro di ricerca e dell’attività di pubblicazione.
3) Agli studenti è stato in alcuni casi negato il diritto allo studio e, in generale, causato un disorientamento legato all’incertezza su chi avrebbe tenuto il corso e avrebbe gestito e coordinato tesi ed esami, solo per fare alcuni esempi.
4) Assai grave è l’ulteriore discriminazione a cui sono sottoposti i docenti delle scuole elementari, medie e superiori, ai quali è stato negato il doveroso diritto di rientrare nelle proprie classi.
Ancora ad aprile 2022, a stato di emergenza scaduto, a chi non sia in possesso di supergreenpass è richiesto il greenpass base da tampone (imponendo loro quindi di pagare per lavorare). Tale norma rappresenta una palese discriminazione rispetto ai vaccinati con 3 dosi (gli unici ad avere un supergreenpass illimitato a norma di legge ma non avallato da basi scientifiche) che hanno carica virale e contagiosità dello stesso ordine di grandezza rispetto ai non vaccinati. Ancora una volta è evidente quanto il greenpass (normale, super, rafforzato in un elenco non esaustivo delle sue varie gradazioni) non costituisca uno strumento di prevenzione sanitaria, come peraltro dimostrato dall’aumento esponenziale dei contagi dopo il suo utilizzo sempre più ampio a partire da settembre 2021.
Occorre impegnarsi per un ritorno alla normalità non soltanto giuridico–amministrativa ma sostanziale e dunque capace di restituire serenità ed equità alla vita quotidiana negli atenei. Per questo è necessario un dibattito aperto e sereno nel mondo accademico, e nell’intero corpo sociale, sull’uso e abuso dello strumento cosiddetto green pass e sugli obblighi vaccinali.
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14 commenti
agbiuso
Una testimonianza di Nora Adriani
Ero in fila in attesa del mio turno. Calzini verdi tra le mani: una fantasia esotica da regalare; la solita voce automatica sullo sfondo che invita al mantenimento dello stato di allerta, al rispetto delle norme anti-morbo: “si prega di disinfettare spesso le mani e mantenere la distanza di sicurezza”, monotona raccomandazione alienante.
All’improvviso la signora già intenta nel pagamento si volta bruscamente, con aria arrabbiata, si accosta a me, penso, “devo aver fatto qualcosa involontariamente?!!”, poi ascolto.
“Ci vogliono ridurre tutti degli automi; per dispetto io pago ancora in contanti!”.
Mi meraviglio, deve aver notato che sono l’unica in fila alla cassa non automatica per il pagamento con moneta.
Prosegue senza curarsi del mio silenzio: “l’inverno scorso sono stata molto male, menopausa precoce per via della puntura. Convinta, fiduciosa, io, una delle prime a tendere il braccio, a fare il mio dovere come a una brava cittadina è richiesto. Sa cosa mi ha detto la dottoressa di fronte ai miei disagi?” alzo le spalle convincendola a proseguire, “che è un fatto psicologico. Eh no, posso accettare tutto, ma non che mi si dia della matta davanti a un’evidenza: io stavo bene, e adesso non più! Ma non è finita. Pochi mesi dopo ho perso il lavoro perché mi sono rifiutata di fare la seconda e, come se non bastasse, dulcis in fundo, il marito.
Sono da catalogarsi tra i “no-vax” convinti. Sono stata completamente abbandonata a me stessa e adesso decido io!”.
Ascolto senza proferire parola, senza giudizio o consiglio, la sua rabbia travolgermi commista al fastidio di non trovare interlocutori. Provo a sfiorare un cenno di comprensione, suppongo sia stato per lei più che sufficiente.
E’ tornata al suo pagamento, in contanti, come ci ha tenuto a sottolineare: la scelta disillusa di chi sapendosi oggi sacrificabile sull’altare di interessi non meglio conosciuti sceglie di sottrarsene.
Ha pagato e, aggrappata alla sua sciarpa beige, ha cercato un’ultima volta il mio sguardo: “si faccia coraggio, lei non è sola”, la voce che mi è sfuggita di bocca, accostandomi a lei, prima che potessi trattenerla.
Con l’impulso di chi non aspettava altro che una parola gentile, mi ha abbracciata, come fa una madre che rivede sua figlia dopo tanto tempo, e, con gli occhi commossi, si è incamminata verso l’uscita, questa volta lei completamente immersa nel silenzio.
L’ho accompagnata con lo sguardo fino a vederla sparire dietro l’angolo, tornare invisibile agli occhi e alla società che l’ha emarginata.
Mi sono ritrovata con i miei stupidi calzini tra le mani, e un grande dispiacere nel cuore. Come abbiamo potuto fare tutto questo?
E mi domando quante altre storie come la sua sono sepolte nell’indifferenza, coperte da titoli di giornale che danno numeri anonimi, senza vite, mariti, figli, amici. Solo numeri vuoti.
Questa signora, senza nome, era nascosta lì, in una di quelle liste, su una di quelle percentuali minime, insignificanti, così come suo marito e la sua famiglia.
La mia piena comprensione a quanti abbiano sopportato e sopportino ancora il peso di scelte difficili.
“Coraggio, non siete soli”.
agbiuso
Djokovic, il corpo, lo sport, la libertà.
(breve video di un’intervista)
agbiuso
Dopo aver colpito la scienza, la razionalità, le libertà, il Covid19 attacca il lavoro.
Ma non è il virus a farlo, sono stati e sono dei decisori politici stolti e superstiziosi.
agbiuso
No, non dimenticheremo mai questa violenza, queste assurdità antiscientifiche e antisociali.
agbiuso
Comunicato degli Studenti Contro il Green Pass – Roma (SCGP Roma) – In merito alle elezioni politiche
9 agosto 2022
[Riporto qui una parte del documento, che può essere letto per intero cliccando sul titolo]
La politica non è quindi la sfera delle diatribe tra partiti per l’accaparramento dei voti, ma qualcosa che necessariamente ci appartiene e accompagna, sottraendoci all’individualismo e alla tacita e depensante adesione al sistema di valori vigente. Riteniamo che queste elezioni politiche siano uno stratagemma escogitato dal potere per rilegittimare se stesso ed affogare il dissenso in percentuali poco rilevanti all’interno del meccanismo “democratico”. A ciò contribuirà l’incapacità dimostrata dall’area “no pass” di costruire una visione condivisa e presentarsi con una lista unica.
In questa frammentazione, e confrontandoci sulle opzioni politiche esistenti, è emersa dall’assemblea la volontà di guardare alla lista Italia Sovrana e Popolare (Isep), come alla lista con cui costruire un percorso di vicinanza, riconoscendo in essa e nei suoi militanti una credibilità e una visione simile. Ribadendo la nostra natura extrapartitica, il sostegno ad Isep si esprimerà nella volontà di intraprendere un percorso di lotta collettivo che abbia come obiettivo primario la difesa sostanziale (e non soltanto formale) dei principi costituzionali e dei diritti umani, violati e calpestati dalla politica del governo Draghi, incustoditi dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalla quasi totalità del parlamento, nonché l’interruzione delle derive transumaniste e liberticide del capitalismo della sorveglianza. Una lotta il cui centro vitale non rimanga nei palazzi del potere, ma nelle strade, nelle piazze, nelle università, nella vita e nella politica di tutti i giorni.
agbiuso
Ricevo e inoltro a proposito delle dichiarazioni del ministro Speranza sprezzanti verso il giudice Susanna Zanda, che ha stabilito la reintegrazione di una psicologa sospesa dalla professione.
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S.E. Il Ministro Segretario di Stato
per la SALUTE
Ordinanza del Tribunale di Firenze del 6 luglio u.s.
Compiego l’ordinanza in oggetto dopo aver con disappunto ascoltato in talk show che si tratterebbe di un provvedimento di cui dovremmo “vergognarci”.
Ritengo utile segnalarLe che milioni di teste pensanti, che sono poi quelle che tengono in piedi questo paese, si vergognano di avere responsabili istituzionali tanto palesemente inadeguati, e rimangono comunque costernati nel prendere atto che un ministro della Repubblica contesti una decisione giurisdizionale con modalità tanto grossolane e senza alcun argomento concreto, utilizzando la consueta, desolante formula, per cui essa sarebbe affetta da una asserita “mancanza di alcuna base scientifica”.
In realtà anche chi Le scrive sarebbe in grado si seppellirLa di letteratura scientifica e statistica a sostegno di quanto affermato dal Tribunale di Firenze, se solo ci fosse, per parte Sua e di chi altri governi la Sanità in questo momento, l’intenzione seria e concreta di sostenere la salute dei cittadini, e non piuttosto la fretta di smaltire le enormi giacenze di vaccino accumulate, nel migliore dei casi, per miopia o grave incapacità. L’unica vera Speranza di moltissimi cittadini italiani, Le garantisco, è che Lei torni a casa quanto prima.
Con il dovuto rispetto istituzionale
Avv. Giuseppe Cichella
STUDIO LEGALE CICHELLA e ASSOCIATI
65127 PESCARA – Via Tibullo n.24 – Tel. 085/694456 – pec: giuseppecichella@ordineavvocatiroma.org
00192 ROMA – Piazza dei Campitelli, 1 – Tel. 3929134785 ; giuseppecichella@gmail.com
Avv. GIUSEPPE CICHELLA
Patrocinante in Cassazione
Avv. AZZURRA SANTORO
Specialista in diritto del lavoro
Avv. MARIA PICCIOLINI
agbiuso
Numerosi tribunali cominciano a ragionare.
In questo caso il TAR della Lombardia.
agbiuso
Siamo vivi, con il sangue non contaminato e con il sistema immunitario intatto.
agbiuso
Sono in un aeroporto. Con la soddisfazione enorme di respirare senza straccio e constatare che la mutanda sulla bocca è indossata da non più del 10% dei passeggeri. Stiamo vincendo, stanno vincendo razionalità e buon senso. Abbiamo fatto bene a resistere.
agbiuso
Un modo efficace per dare il bentornato a un vero professore. Non so chi sia questo collega ma mi unisco al sentimento dei suoi allievi.
agbiuso
La scuola sospesa, la scuola cancellata.
agbiuso
Questa, sì, è la nostra intenzione.
Riccardo Sambataro
Caro professore, io vorrei sottoscrivere il documento di cui all’oggetto. Mi dica come si fa.
agbiuso
Gentile Sambataro, posso inserire io il suo nome ma dovrebbe indicarmi anche la sua qualifica (dottorando, dottore di ricerca, studente, altro).