La democrazia e i suoi becchini
con Davide Miccione
Aldous, 5 marzo 2022
Insieme a Davide Miccione abbiamo tentato un esercizio di παρρησία, di analisi aperta, critica, non diplomatica, non paludata ma in ogni caso rigorosa della condizione nella quale versano le democrazie dopo due anni di svuotamento progressivo del significato di questa parola, del suo statuto, delle sue forme e obiettivi.
Trascrivo qui l’incipit del testo:
«Nuovamente, come in altre epoche è già accaduto, il pendolo della storia sembra volerci trascinare fuori dallo spazio della democrazia. La erode, la estenua, la svuota. Ne lascia la carcassa malamente imbellettata affinché chi voglia convincersi (per stupidità, inerzia morale, viltà o convenienza) che sia ancora viva e intoccata possa farlo».
3 commenti
agbiuso
Da DISINTERMEDIARE STANCA
di Davide Miccione
Avanti!, 29.1.2023
“Esso [il libro] mette un freno alla nostra demente presunzione di onnipotenza, si sottrae alla stupida manipolazione. Il libro sta a generazioni di uomini colti come le sue versioni frante ed elettroniche stanno a una generazione di produttori di scrittura naturaliter plagiaria o auto plagiaria, copia-incollatrice, adusa a calcolare la quantità delle cose e non la qualità. […]
Ovviamente non c’è stata alcuna vera eliminazione della mediazione, ma solo di quelle vecchie, disorganizzate e anarcoidi, e perciò difficilmente assoggettabili a un disegno totalitario, sostituite ora con la grande mediazione del web, dell’algoritmo, della camera dell’eco digitale, di un guinzaglio molto lungo ma indistruttibile. Particolarmente facile far finta di non andare oltre perché sei stanco tu e non perché ti fermerebbe comunque il legaccio: in tal senso potremmo considerare Julian Assange come uno dei segnali di stop fornito dal Grande Mediatore a chi voglia tendere il guinzaglio invece di fermarsi, come è consigliabile, ben prima.
Come era in fondo prevedibile, il soggetto contemporaneo ha preferito fare fuori i suoi fratelli, e finalmente si è fatto kapò di se stesso: si sfrutta, è del tutto eterodiretto, ma ritiene di essere lui a scegliere. Convincerlo del contrario non sarà semplice”.
agbiuso
“Gli antichi diritti si pongono involontariamente contro l’espansione del sistema tecnologico e finanziario. Se si fosse deciso qualche decennio fa che in uno Stato si dovesse sapere in ogni istante dove si trovano con esattezza tutti i suoi abitanti o come essi spendano il loro denaro, questa decisione sarebbe rimasta del tutto teorica e impraticabile, derubricata a fantasia da socialismo distopico più che a implementazione tecnologica in via di realizzazione. Il mantenimento degli antichi diritti è strettamente collegato all’espansione del mondo telematico e a quello che esso decide di fare di noi. Se il mondo telematico si espande e si introduce nelle vite umane, se la tecnologia si fa biopolitica, allora i diritti della civiltà umana come l’abbiamo conosciuta devono arretrare”.
Un nuovo articolo (da leggere) di Davide Miccione: Il diritto alla disconnessione, quello vero (Aldous, 23.6.2022)
agbiuso
“Dove orientare lo sguardo per cogliere l’angustia di questo momento, il muoversi prevalente in pochi centimetri di spazio e di senso? Qualcuno fissa lo sguardo sui conformisti, mai così tanti, mai così attivi in parole, opere e omissioni; pronti a scattare all’unisono in una performance che ricorda il nuoto sincronizzato o una parata militare”
Il testo di Davide Miccione continua qui: La scuola dei transumani (Aldous, 3.5.2022)