Suite of Love – Nobuyoshi Araki
fOn Art Gallery – Aci Castello (Catania)
Fondazione OELLE Mediterraneo Antico
A cura di Filippo Maggia
Sino al 25 luglio 2021
Si respira. Liberi dal soffocamento moralistico che dietro l’apparenza del ‘rispetto per la donna’ nasconde ancora una volta la paura verso la potenza del corpo femminile, verso il suo abisso, la sua gloria. Paure oscurantiste e superstiziose, a fatica celate dietro lo scintillio delle etiche postmoderne. Paure profondamente maschili verso il gorgo di follia, di μανία, che la vulva e la bocca sempre rappresentano per chi teme di essere afferrato dalla loro inemendabile potenza. Paura del gioco, del rischio, dell’inquietudine che sesso e desiderio costituiscono ma senza i quali rimane soltanto la piattezza casta e funebre del politicamente corretto.
E invece le 1000 Polaroid selezionate da Nobuyoshi Araki sono strutture di pienezza e di gioia, sono un vivere e un agire nei quali la forma femminile, il suo εἶδος, è fatta di Ἔρως / θάνατος, di Amore e Morte -come ci ha ricordato Carmelo Nicosia, guida esperta e splendida alla mostra. Queste immagini sapientemente costruite e nello stesso tempo rubate all’istante danno vita a un gioco seriale e potenzialmente illimitato, nel quale la rosa del sesso femminile che si apre è accostata alle rose fatte di petali, entrambe irresistibili, profumate, possenti e delicate; nel quale i rettili, quanto forse di meno erotico si possa immaginare, convivono con lo sguardo che freme di possesso; nel quale il dualismo di natura e artificio è oltrepassato nella metamorfosi dell’immagine fotografica in desiderio. Le Polaroid fungono da ingresso al bagno e alla camera da letto della suite, camera arredata con intense immagini in bianco e nero nelle quali si ripete ancora una volta ciò che affresca le stanze di Pompei, l’intimità della fellatio, il gioco vibrante, malinconico e segreto dei corpi. Al di là della suite, il primo piano della fOn Art Gallery ospita altre immagini erotiche di Araki: bamboline mescolate e custodite dentro ai fiori e fiori che si declinano nella effimera potenza della loro gloria quotidiana.
Dopo aver visitato la mostra, docenti e studenti del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Unict e dell’Accademia di Belle Arti di Catania abbiamo discusso l’Estasi dell’arte. «Surrealismo orientale» ha definito Nicosia l’arte ludica e mortale di Nobuyoshi Araki, questa disseminazione del desiderio quotidiano nei luoghi di ogni giorno, questa cura ossessiva per l’immagine che diventa divertimento dell’immagine. Un Oriente e un Giappone molto greci, sacri. La «dimensione ieratica dell’arte» (ancora Nicosia) emerge infatti in Araki nel modo più impensato e del tutto naturale: quello di membra che fremono, di sguardi che desiderano, di istanti perfetti di piacere, di amore e di morte. «Post coitum animal/anima triste».
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6 commenti
Simona Lorenzano
Leggere il suo testo è stato come rivivere la mostra di Araki: un’esperienza di libertà. Condivido la sua idea che «l’apparenza del ‘rispetto per la donna’ nasconde ancora una volta la paura verso la potenza del corpo femminile. […] Paura del gioco, del rischio, dell’inquietudine che sesso e desiderio costituiscono ma senza i quali rimane soltanto la piattezza casta e funebre del politicamente corretto». Ho sempre più spesso la sensazione che sia una paura non solo maschile ma anche femminile. Una paura di quelle donne che si dichiarano femministe, ma che in realtà vorrebbero imporre l’omologazione a un unico modello di donna – a tratti mascolinizzato- forse per paura di sperimentare tutte le molteplici sfumature che il femminile racchiude. Questo rapporto conflittuale con l’altro sesso, nelle polaroid di Araki scompare per lasciare spazio a una giocosa complicità erotica che si fa arte nella quale «il dualismo di natura e artificio è oltrepassato nella metamorfosi dell’immagine fotografica in desiderio». Grazie a lei e ad Araki per questo bellissimo omaggio al femminile.
agbiuso
Grazie, cara Simona.
Le sue parole vanno al cuore dell’attuale distorsione della natura sia maschile sia femminile dell’umano.
Grazie soprattutto per un riconoscimento così bello e, provenendo da una donna, così significativo.
Dario Generali
Caro Alberto,
anche questa volta hai descritto e interpretato in modo esemplare la mostra, verso la quale crei curiosità e interesse nei tuoi lettori.
Condivido totalmente le tue prese di posizione contro l’irrazionalismo, il dogmatismo e le mistificazioni di molti degli attuali approcci gender e tutto quello che ne segue e la valorizzazione invece della potenza evocativa che l’arte sa realizzare a proposito dell’irresistibile fascino femminile.
Un caro saluto e a presto.
Dario
agbiuso
Essere illuministi, come tu sei, significa riconoscere non solo le vecchie ma anche e soprattutto le nuove forme di superstizione, dogmatismo, oscurantismo. Grazie di cuore, caro Dario. Le tue parole confermano che il politicamente corretto non è un destino ma è un errore.
Tina Messineo
Pochi sono gli uomini in grado di comprendere l’universo femminile! Fortunati quelli che sanno ‘catturare’ il loro enigma, ma anche la gioia e la pazzia del gioco amoroso!
Beati quelli che sanno usare immagini e parole di cotanta forza, delicatezza e poesia!
Grazie Alberto!
agbiuso
Grazie a te, Tina 🙂