Prefazione a:
Disobbedire alla mente errante
di Vincenzo Di Spazio
Edizioni Spazio Interiore
Roma 2021, pp. 112
Pagine 7-12
I testi dei pazienti di Enzo Di Spazio – tutti riprodotti nell’originale delle scritture di ognuno – sono espressione sia della banalità del male che intesse le vite, sia della sua così enigmatica profondità. Un enigma che da molti anni l’autore studia sulla base di una consapevolezza fondamentale: che l’umano sia tempo incarnato (embodied time) e che ogni evento di questa nostra vita si installa nel corpomente sino, a volte, a stritolare la persona, «facilitando così la malattia e infine la morte».
La dimensione temporale della psiche genera anche molta inquietudine, frutto dell’essere l’umano una wandering mind, di possedere «la capacità di spostarci a piacimento lungo il cursore del tempo lineare per tuffarci nel passato e per proiettarci nel futuro», dell’essere noi tutti una mente errante tra i ricordi traumatici che paralizzano e le angosciose attese che anch’esse paralizzano. Rompere queste paralisi e fare dell’organismo, degli arti, dell’intera corporeità una realtà dinamica è uno degli obiettivi delle diverse terapie che Di Spazio pratica e propone.
Come questo libro ben mostra, l’umano e la sua salute sono costituiti da una memoria viva che si muove nello spaziotempo dei ricordi che abitano il corpo e dagli eventi che si susseguono nel mondo. Entrambi, ricordi ed eventi, non possiedono la struttura massiccia e uniforme di una strada e del muro che la delimita, non sono rigidi e continui ma somigliano alla complessità delle isole di un arcipelago, che emergono dal mare profondo del tempo.
2 commenti
Elvia
Se davvero Di Spazio riesce a trovare terapie efficaci alla paralisi del corpo e dell’anima, determinata dai ricordi traumatici e dalle attese angosciose è certamente un libro da leggere e da tenere caro . Certamente lo acquisterò !
agbiuso
Cara Elvia, Enzo è un medico con una lunga esperienza relativa ai traumi ‘incorporati’ nell’unità psicosomatica che siamo. Adotta diverse terapie in relazione alle differenti situazioni. A volte riesce a individuare le ragioni profonde del dolore e a trovare le modalità di affrontarle, a volte non riesce. Un libro può aiutare ma naturalmente a essere assai più efficace è la messa in atto di queste terapie.
La sua prospettiva è, in generale, del tutto coerente con quello che sostengo sulla struttura temporale dell’umano e per questo ci siamo trovati a collaborare. Anni fa avevo scritto la prefazione a un altro suo importante libro: Cronoriflessologia. Guarire dalle ferite degli antenati.