L’attesa di un banchiere quale salvatore conferma il tramonto della politica, la potenza della propaganda dell’Unione Europea e soprattutto l’infantilizzazione del corpo sociale. È il tramonto dell’Italia come Stato, con un esecutivo dedito al massacro sociale in obbedienza ai diktat della finanza e di Bruxelles. Draghi serve solo a questo. La scarsa memoria dell’informazione italiana dimentica che il principale tra i grandi elettori di Mattarella fu Renzi. Ora (ma anche prima) si comprende che fu un ottimo investimento. E infatti Renzi è il più entusiasta sostenitore del governo Draghi.
Tra gli ingenui -e sono i meno peggio- che oggi si affidano al banchiere Draghi come a un salvatore, probabilmente non sono pochi coloro che in seguito ai provvedimenti di un eventuale suo governo saranno licenziati. Piangeranno amare lacrime, ma sarà tardi. I facoltosi, a ogni livello, hanno invece ragione di esultare.
Qualunque cosa dirà presentandosi alle Camere, il programma vero Draghi lo ha stilato qualche anno fa. Qui il pdf e questa una sua sintesi:
-liberalizzazione e privatizzazione dei servizi
-fine dei contratti collettivi di lavoro
-libertà di licenziamento
-tagli di spesa (anche nella sanità) e riduzione degli stipendi.
Vedere esultare cittadini potenziali vittime di tutto questo è istruttivo. In ogni caso, è diventato ‘normale’ che a decidere i governi siano i mercati e la borsa, non più i cittadini italiani. E la Costituzione? E la democrazia?
Al Movimento 5 Stelle è bastata una formuletta mediatica e vuota -Ministero della Transizione Ecologica- per cancellare un’identità politica. Il M5S è diventato un gruppo di mendicanti. Grillo e i dirigenti hanno le loro ragioni ma i militanti? È un’altra vittoria dello spettacolo, oltre che dei padroni, come ben si vede -spettacolo e padroni- anche dai nomi dei ministri, dalla composizione del governo.
Il quesito proposto agli iscritti al M5S è stato talmente tendenzioso da costituire una evidente testimonianza del timore che i capi hanno nutrito che ciò che resta del Movimento potesse dire no a un’alleanza con Berlusconi, con il resto della catastrofe italiana, con il banchiere Draghi e con Mattarella che definisce le elezioni un pericolo, confermando in questo modo l’impulso autoritario delle istituzioni.
Che tutti i partiti presenti in Parlamento -tranne uno- sostengano il governo è molto pericoloso per la dinamica democratica. Partiti che probabilmente ritengono di ottenere vantaggi appoggiando per ora tale governo, in attesa del momento opportuno nel quale prenderne le distanze. Ma Draghi non si schioderà facilmente, visto che ha il sostegno dell’Unione Europea, della finanza, dei mitici mercati.
Uno dei segni di questo governo, diciamo uno dei più seri, è l’interclassismo, la pura essenza democristiana. Un governo di correnti democristiane. Per un Paese profondamente cattolico forse non può essere diverso. Ma chi da sinistra ha esultato per l’incarico dato a Draghi non ha capito che tale incarico è la pietra tombale sul cadavere della sinistra. Se non lo hanno compreso subito, non serviranno ora neppure i nomi berlusconiani doc dell’esecutivo.
In ogni caso, il significato antropologico del Governo Draghi è chiaro: dopo un anno di obbedienza perinde ac cadaver possiamo imporre agli italiani qualunque cosa, obbediranno ancora, obbediranno sempre, leccheranno la mano che li colpisce. Hanno vinto Berlusconi e Renzi. Veramente patetici invece il Movimento 5 Stelle e chi si ritiene, sbagliando assai, «di sinistra».
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Tra i tanti commenti e analisi sull’incarico a Draghi ne segnalo quattro.
L’anno del dragone?
rivista indipendenza, 4.2.2021
Analisi acuta e completa, in un’ottica sia interna sia internazionale; articolo pubblicato prima che fosse resa nota la composizione del governo, della quale non vale la pena parlare, tanto è miserabile.
“Draghi al governo? Non un keynesiano ma un distruttore creativo”. Massimo Franchi intervista Emiliano Brancaccio,
sinistra in rete, 9.2.2021
Testo vivace e che ben chiarisce l’identità di politica economica del governo Draghi, demolendo le illusioni che le anime belle della sinistra stanno nutrendo sul massacro sociale che ci attende.
Contro Draghi. Il fronte del rifiuto
di Moreno Pasquinelli
Sollevazione, 6.2.2021
«C’è un solo modo, infatti, di porre fine al Calvario, uscire dalla Unione europea, riguadagnare totale sovranitа nazionale, sganciarsi dalla mondializzazione liberista. Hanno chiamato Draghi per la ragione opposta: tenere il Paese in catene e impedire che faccia naufragare il Titanic dell’Unione europea»
Draghi e governo della finanza: Non prevarranno!
di Geminello Preterossi, La Fionda, 8.2.2021
Seleziono da questo terzo articolo alcun brani ma ne consiglio vivamente la lettura integrale, per capire davvero che cosa stia accadendo e accadrà.
«Pretesa elitista di stringere l’autonomia della politica democraticamente legittimata in una morsa che, a dispetto degli interessi dei ceti popolari, doveva impedire politiche redistributive e sociali, la difesa del lavoro, il rilancio della domanda interna, nonché un previdente mantenimento degli strumenti dell’economia mista. I fatti, dunque, confermano che Draghi è un rappresentante eminente del capitalismo finanziario. […]
L’ironia della storia contempla che il giovane Draghi abbia elaborato una tesi di laurea precisamente sulle monete senza Stato come l’euro, nella quale sosteneva (impeccabilmente) che una moneta comune in presenza di squilibri macroeconomici e senza una fiscalità accentrata, governata politicamente, non potesse essere un obbiettivo augurabile perché viziato da contraddizioni strutturali. […]
Ma che a gestire un’eventuale nuova fase siano chiamati i responsabili del disastro precedente fa venire molto dubbi. […]
Quando si tratterà di pagare i costi di tale riassetto, e suonerà la campanella che sancirà la fine della ricreazione, con la scusa del debito e una rinnovata strategia della tensione sullo spread, ne vedremo delle belle, in termini di nuova austerità, “riforme”, macelleria sociale, svalutazione del lavoro, impoverimento, disoccupazione. Tutto pur di evitare le ricette giuste, quelle di Keynes e Caffè, che invece mettevano al primo punto la “repressione finanziaria” per consentire di impostare politiche pubbliche di intervento nell’economia, non sotto ricatto dei mercati e perciò volte all’interesse dei lavoratori e dei ceti non abbienti. Alla luce di tutto quello che è accaduto in questi decenni, fino al coronamento di oggi, si comprende la ferma volontà di Caffè di sparire. Per non vedere. Soprattutto certi allievi. […]
Più è drammatizzata la crisi, più pesa il nome del prescelto come deus ex machina, maggiore sarà la probabilità del successo. […]
L’appello all’emergenza e all’unità è quindi un modo per affidare a commissari di poteri esterni, non legittimati democraticamente (la Troika), cioè a élites privatistiche, oligarchiche e antidemocratiche, quelle scelte. […]
La dialettica basso contro alto, popolo contro oligarchie, è una conseguenza logica del processo di espropriazione della sovranità democratica. Può essere che sia destinata a fallire, che i suoi esiti siano ambigui o inefficaci. Ma è certo che finché permane questo campo di tensione dialettica, si cercherà di arginarlo in ogni modo attraverso l’uso politico-comunicativo dell’emergenza, per disciplinare i riottosi. Un’impostazione obbiettivamente eversiva dei valori democratici. […]
Non c’è da sorprendersi se così la fiducia nelle istituzioni crolla. Sarebbe più serio abolire le elezioni, sancendo la fine dell’epoca cominciata con le Rivoluzioni settecentesche. Si sforzino, le cosiddette élites, di trovare un nome, e un discorso di legittimazione coerente, per giustificare in maniera esplicita, senza scuse emergenziali, la liquidazione della democrazia costituzionale. Soprattutto, propongano un nuovo modello, invece di deformare sempre di più quello ereditato dai Costituenti. Ma non lo possono fare: perché la loro mancanza di dignità e coraggio politico (quello che fa lottare apertamente, non manovrare dietro le quinte) è proporzionale al cinismo. La narrazione liberal, perbenista, pseudo-progressista, che è la copertura ideologica del globalismo finanziario, impedisce di dire la verità e soprattutto di trarne le conseguenze. […]
Ho la sensazione che con Draghi assisteremo a un nuovo uso politico-comunicativo della “pandemia”. Prima è servita a seminare terrore e chiudere tutto (al di là delle reali esigenze e della razionalità), adesso sarà l’occasione per aprire se non tutto molto e santificare Draghi come il nuovo “re taumaturgo”, che ha guarito la scrofola. Personalmente ne sarò felice, come credo tanti che non ne potevano più, ma resta il dato politico di un cambio strumentale di narrazione, che giustifica molti cattivi pensieri su quanto è accaduto nell’ultimo anno. […]
Gli anatemi reciproci tra Sinistra e Lega, 5 stelle e Forza Italia, mostrano qui, definitivamente, la loro grottesca superficialità e inconsistenza. […]
Quello che si può fare per ora è solo un lavoro culturale e critico di lunga lena, […] sperando che quelle istanze decisive, che esprimono il senso profondo della legittimità moderna, della sua promessa democratica, non siano fiaccate per sempre. Significherebbe che il riassetto del capitalismo in chiave digitale (e antisociale), occasionato dal coronavirus, si è mangiato interamente la politica come sfera dell’autodeterminazione e dell’eteronomia progettuale rispetto all’immanenza dell’economico. Una sorta di complessiva transizione epocale, di segno antropologico, civile e culturale, all’insegna dell’antipolitica ammantata di epistocrazia. In questo senso, il governo Draghi potrebbe essere visto come una pedina di un disegno più ampio: il governo della saturazione dello spazio pubblico, della negazione del conflitto in quanto tale».
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[Questo articolo è stato pubblicato ieri su girodivite.it]
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130 commenti
agbiuso
Piano Draghi, o dell’economia di guerra
di Salvatore Bianco
fuori collana
Un dato su tutti: delle 50 più importanti società tecnologiche mondiali, appena quattro sono europee. Nel suo rapporto sullo stato comatoso dell’economia europea, pubblicato lunedì 9 settembre, Mario Draghi è stato chiaro: occorrono tanti soldi per «competere». Circa 800 miliardi di euro all’anno, corrispondenti al 4,5% del Pil comunitario nel 2023, per tre anni. Tanto per iniziare. La parola ripetuta ossessivamente come un mantra è quella di «autosufficienza», che per analogia richiama alla mente quella ben più sinistra di «autarchia». «l’Unione Europea dovrebbe orientarsi – afferma solennemente Draghi – verso l’emissione regolare di strumenti di debito comune per consentire progetti di investimento congiunti tra gli Stati membri». Siamo alla svolta keynesiana? Ma neppure per sogno. Si legge infatti nella relazione immediatamente dopo: «e contribuire all’integrazione dei mercati dei capitali». La regia dell’operazione non sarà dunque affidata alla mano pubblica ma resterà saldamente in capo alle banche e ai fondi privati da far crescere, che avranno il compito di «drenare» il risparmio privato dei cittadini europei. Il tutto si svolgerà rigorosamente in ambito privato, di investimenti pubblici, magari in deficit, neppure a parlarne. E a beneficiare di questo “rastrellamento” di risorse senza precedenti non saranno ovviamente il lavoro povero, in grande espansione, la sanità pubblica, ovunque al collasso, la scuola o più in generale lo Stato sociale. L’urgentissima inversione di tendenza passa invece per il rilancio dell’innovazione, identificata senza riserve con l’energia, la difesa e la farmaceutica. «Per massimizzare la produttività – prosegue Draghi –, sarà necessario un finanziamento congiunto negli investimenti in beni pubblici europei fondamentali, come per esempio i settori più innovativi». Paradosso dei paradossi, ci si predispone a fronteggiare la crisi forse più grave dal dopoguerra con l’intensificazione di quelle stesse ricette e con la stessa classe dirigente che l’hanno prodotta.
I destinatari, mediante la sottoscrizione di titoli azionari da parte di risparmiatori, saranno dunque l’industria bellica e quella farmaceutica, perché in un contesto di «permacrisi» (C. Lagarde), precisa sempre Draghi, «la sicurezza è un prerequisito per una crescita sostenibile». Per le guerre presenti e future contro i virus e in primis contro la Russia, eletto a nemico assoluto. E qui si disvela il misero inganno. Perché nel mentre ci si gonfia il petto rivendicando una presunta autonomia europea, rispetto all’ingombrante alleato americano, se ne assume senza batter ciglio l’agenda, con le sue priorità strategiche e geo-economiche. Ma forse è proprio questo il tacito scambio che vi è sotteso. Un guinzaglio appena più lungo da consentire la formazione di un qualche “campione” finanziario europeo, relativamente autonomo, del risparmio gestito, per il nuovo uomo finanziario che verrà (mutazione genetica ulteriore dell’homo oeconomicus). La contropartita sarà raccogliere il testimone dall’Ucraina per proseguire e rilanciare la guerra “per procura” contro la Russia di Putin, su scala continentale. Dunque, a tappe forzate si marcia verso un’economia integralmente di guerra, con tutto quanto il resto, ovvero l’essenziale, che rischia di finire alle ortiche. Non vi sarà spazio per la spesa dei singoli Paesi a sostegno del loro welfare, perché surclassata quella spesa dal debito comune super garantito e protetto a sostegno della macchina bellica da allestire, che alimenterà indirettamente per questo l’ennesima stagione di austerity. Il tutto confezionato nella solita cornice verticistica a contenuto tecnocratico. Un piano che umilia ancora una volta l’Europa dei popoli e dei cittadini per esaltare la centralità dell’onnipotente Commissione e dei suoi «epistocrati» (G. Preterossi). Che mirabile e lungimirante strategia!
agbiuso
Draghi, il fossile vivente
il Simplicissimus, 15.9.2024
Ci sono personaggi che scrivono in anticipo il loro epitaffio, ma difficilmente potremmo vedere un defunto tenere la propria orazione funebre. Eppure talvolta accade e recentemente è successo con Mario Draghi che ha presentato un delirante piano per l’Europa nel quale riassume tutti i suoi dogmi e ribadisce il ruolo di plenipotenziario della finanza nord americana. Soprattutto cerca di mettere rimedio a quella scellerata politica delle sanzioni alla Russia e in generale al mondo non occidentale di cui è stato il maggior fautore e ideatore. Ma di certo non si pente e anzi suggerisce che il continente europeo si trasformi in una specie di zona permanente di guerra ad uso e consumo di Washington: vuol far ripartire la mitica “competitività” che egli stesso ha ucciso partendo dall’industria bellica grazie a un impulso di 800 miliardi di euro l’anno che naturalmente dovrebbero essere reperiti nelle tasche dei cittadini o magari attraverso oscure speculazioni che comunque si tradurranno in un impoverimento della cittadinanza.
Ovviamente tutto questo prevede una nuova folata di austerità, di aggressioni ai salari e al welfare oltre alla distruzione della rete di piccole aziende in favore delle grandi corporation. E se per caso ai sudditi non piacesse scegliere la guerra invece della pace, allora ecco pronto il piano per un organismo militare comune, ovviamente nell’alveo della Nato, per spezzare le singole resistenze dei singoli Stati, magari attraverso branche speciali di queste forze come, ad esempio, l’Eurogendfor. Davvero ci sarebbe da chiedersi se questo “vile affarista” pensi di essere al congresso di Vienna del 1815, se sia un robot parlante di Goldman Sachs e compagnia cantante o sia semplicemente un perfetto cretino che di fronte a qualsiasi situazione dice e fa sempre le stesse cose. È del tutto evidente che non ha compreso nulla di ciò che è accaduto a partire dalla guerra ucraina, ovvero che il mondo, nel suo complesso, ha imboccato una nuova strada e che non ha certo più bisogno di essere tenuto per mano dall’Occidente. I mercati si sono spostati verso Est e verso il Sud del mondo, mentre grandi progetti di collegamento tra economie stanno gradualmente erodendo l’egemonia del dollaro.
Questo processo è ormai irreversibile anche grazie alle mediocri prestazioni militari dell’Occidente le cui armi magiche si sono rivelate impari rispetto alla propaganda di invincibilità: si è arrivati persino al ritiro con la coda tra le gambe delle portaerei americane, incapaci di contenere persino le azioni degli Houti contro l’Israele dei massacri a Gaza: i simboli minacciosi dell’egemonia a stelle e strisce non fanno più così paura, ma al contempo rimangono emblema dell’aggressività coloniale con cui gli Usa e i suoi cagnolini da compagnia tentano di imporsi al mondo. Ovviamente tutti si rendono conto di essere sotto minaccia, anzi sotto il consueto ricatto del debito e cercano, sempre più attivamente, di allontanarsi da questa che è ormai diventata pirateria planetaria costruendo, mese dopo mese, un altro mondo. Ma di tutto ciò Draghi non si è accorto, nonostante il fallimento delle sanzioni che dimostrano come l’Occidente e l’Europa in particolare abbiano bisogno degli altri, molto di più di quanto gli altri abbiano bisogno di loro.
Lo svenditore di beni italiani alla finanza americana, il governatore distratto della Banca d’Italia, il difensore dell’euro come strumento di disuguaglianza sociale, il primo ministro guerrafondaio per conto terzi e il sanzionatore russofobo è soltanto la voce di un passato che ostinatamente non vuole passare. E che ora, dentro il fallimento del paradigma adottato da 40 anni a questa parte, cerca di rimediare ai danni fatti non ravvedendosi, ma proponendo una sorta di economia di guerra per impoverire ancor più i cittadini e arricchire i soliti noti. Non è ora di dire basta con quest’uomo (si fa per dire) che non è altro se non un fossile vivente?
agbiuso
“Tre mesi di vacanza”??! “Scuola non a tempo pieno”?! Ma questo analfabeta dei fatti sociali dove vive? Ha mai osservato la vita di un insegnante? Ma che discorsi da bar di quart’ordine!
agbiuso
I vantaggi delle privatizzazioni, soprattutto in settori vitali come è l’acqua:
Acqua privatizzata, fallimento all’inglese Thames Water vicina alla bancarotta
Angela Napoletano, Avvenire, 10.4.2024
agbiuso
La trappola per annullare il significato (attualissimo) del 25 aprile
di Agata Iacono, l’AntiDiplomatico, 22.4.2024
Il 19 luglio del 2022 lo scrittore Scurati scrive a Draghi. Con una lettera pubblicata sul Corriere della Sera, Antonio Scurati, Premio Strega 2019, chiede all’allora premier di desistere dall’idea di terminare con le dimissioni la guida del Governo. E di “non mollare”.
È ormai un mantra la “censura” che avrebbe subito Antonio Scurati alla Rai, rispetto al suo appello alla presidente Meloni perché riconoscesse il suo “antifascismo” in vista del 25 aprile.
È diventata l’ennesima falsa contrapposizione tra “destra e sinistra”, l’ennesima distrazione mediatica e politica di massa pur di non parlare veramente del 25 aprile e del suo significato attuale.
Per ridurre, cioè, il 25 aprile al una celebrazione del passato, ad una commemorazione stantia in cui poter contrapporre Matteotti a Mussolini. Una manipolazione studiata a tavolino per non parlare del presente, perché nel presente destra e sinistra sono d’accordo su tutto.
Quale può essere, oggi , infatti, la discriminante?
Bisogna pur distinguersi, soprattutto in vista delle europee, tirando fuori dal cilindro, di volta in volta, il patriarcato, l’aborto, il ponte sullo stretto, l’eco-ansia green, tutto pur di non riconoscere che non c’è alcuna differenza sostanziale tra pseudo destra e sinistra nel quadro parlamentare italiano.
Come si può definire un regime laddove tutti i cittadini siano condizionati dal possesso di una tessera, di un lasciapassare verde? Cos’è stato il green pass se non il palese rinnegare la resistenza antifascista e la Costituzione nata proprio da quelle lotte?
Chiedere a Draghi il “sacrificio di restare” a dirigere il governo dell’assemblaggio che valenza aveva per l’eroe dell’antifascismo Scurati e per i suoi follower rosè?
E inviare armi all’Ucraina per armare battaglioni neonazisti, cancellare la storia dell’oppressione in Donbass, emarginare e perseguire cittadini russi solo perché russi, che significa?
Non è fascismo?
Eppure per queste scelte sono tutti insieme, destra e sinistra, appassionatamente.
Tutti.
Il Movimento 5 Stelle ha espulso 40 parlamentari per non aver votato Draghi e ha quindi regalato a Stefania Craxi la commissione permanente esteri perché il suo presidente, Vito Petrocelli, era contrario alla cobelligeranza dell’Italia nel conflitto ucraino.
Tutto il resto è solo campagna elettoralistica di riposizionamento estemporaneame opportunista.
E i rapporti con Confindustria? Copia incolla.
E il memorandum firmato da Tajani con Blinken contro “la disinformazione”, cioè per la censura di qualsiasi narrazione dissonante rispetto ai diktat atlantisti, come si colloca nella dicotomia semantica fascismo-antifascismo?
E ancora: avete sentito parlare qualche “scurati & co” contro l’alternanza scuola caserma?
Sta denunciando la collaborazione militare e accademica con Israele?
Ha condannato la durissima repressione degli studenti che protestano contro il genocidio dell’intero popolo palestinese?
Sono atlantisti, globalisti, neoliberisti, sono mostri nati dal chiaroscuro della transizione tra un mondo unipolare e il nuovo assetto internazionale multipolare.
Ne sono parte.
Non abbiamo sentito parlare nessun seguace dello scurati fan club contro la connivenza tra Italia e Israele, a livello finanziario, militare, accademico.
Non lo sentiremo parlare del corteo del 25 aprile, dove plausibilmente, sfileranno bandiere ucraine e israeliane insieme, tanto per rendere omaggio a Matteotti e a tutti i compagni partigiani uccisi…..
agbiuso
Italia, Germania, energia, sanzioni, liberismo.
agbiuso
Numero dei voti reali alle Elezioni Politiche 2022 rispetto alle precedenti del 2018:
Fratelli d’Italia: + 5.800.000
Movimento 5 Stelle: – 6.480.000
Lega: – 3.260.000
Forza Italia: – 2.350.000
Partito Democratico: – 860.000
Numeri che mi sembrano assai eloquenti. A vincere è l’unico partito della scorsa Legislatura a non aver sostenuto – almeno ufficialmente – Draghi, a non essere entrato nella maggioranza di governo.
È una conferma del fatto evidente che costui è stato sopravvalutato ed è amato soltanto dagli Stati Uniti d’America e dai giornalisti al soldo degli USA. Tanto più che è molto alta la percentuale di chi non si è recato alle urne; ad averlo fatto è soltanto il 63,9% dei cittadini, il dato più basso dal 1948 a oggi, segno di una consistente sfiducia nelle istituzioni, risultato del quale i primi responsabili sono evidentemente le più alte cariche dello stato, vale a dire Mattarella e, appunto, Draghi.
Per quanto riguarda Italia Sovrana e Popolare e in generale l’opposizione vera alla politica che distrugge l’Italia a favore dell’Unione finanziaria Europea, le elezioni sono soltanto un momento di una complessiva azione culturale e metapolitica, quella che impegna non una volta ogni cinque anni ma tutti i giorni, sempre, in difesa delle libertà e dell’identità europea.
agbiuso
“Pandemia o guerre Nato in giro per il mondo insomma, il generale Figliuolo è sempre in prima linea a metterci il suo faccione sorridente.
Ormai l’Italia di fine impero americano si auto-rappresenta con tinte da fumetto”
da: Dal Covid alle guerre Nato: Figliuolo “premiato” a Tripoli
di Michelangelo Severgnini, 23.9.2022
agbiuso
La prova assai chiara della trasformazione dei diritti umani in una ideologia portatrice di dominio e discriminazione.
Il governo Draghi ha privato me e milioni di cittadini dei diritti fondamentali della persona, a partire dallo «habeas corpus».
E ora il padrone dell’Impero si congratula con lui per «far avanzare i diritti umani nel mondo».
Un purissimo distillato di menzogne.
agbiuso
Ecco l’Agenda Draghi.
L’articolo, comunque breve, si può leggere qui:
Effetti della guerra per procura degli USA e della NATO in Ucraina
indipendenza, 3.9.2022
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“Il rincaro dell’energia sta rendendo ancora più difficile la già difficile attività delle strutture sanitarie in Italia. L’allarme proviene ora anche dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani e dall’Unione Province d’Italia. L’impennata delle spese potrebbe costringere a tagli dolorosi dei servizi pubblici sanitari e potrebbe estendersi ad altri servizi destinati ai cittadini. La richiesta è quella del varo di uno stanziamento straordinario di 350 milioni di euro. Ulteriori e più pressanti richieste di fondi arrivano anche dagli ospedali pubblici e addirittura privati. Un esempio tra i tanti: le spese degli ospedali di Arezzo e di Grosseto nel 2021 sono state di 14 milioni e mezzo, mentre a luglio di quest’anno erano già salite a 36 milioni, più del doppio. Ed i costi energetici da allora sono ancora aumentati. Gli unici risparmi di qualche centinaio di migliaia di euro si sono avuti riducendo l’illuminazione nei parcheggi, ma i costi di riscaldamento, di funzionamento delle macchine per le Tac, per gli impianti di radiologia, per le risonanze, la rianimazione non sono comprimibili, ma devono essere garantiti 24 ore su 24. Draghi ha già fatto sapere che non intende operare scostamenti di bilancio (cioè: aumento del deficit), attenendosi alle indicazioni delle autorità europee, mentre le spese militari per l’effetto della guerra USA-NATO in Ucraina quest’anno sono salite a 18 miliardi, contro i 16,8 dello scorso anno.
Un miliardo e duecento milioni in più per le spese militari. Il governo Draghi lancia una serie di programmi per acquistare armamenti rivelatisi fondamentali sui campi di battaglia in Ucraina. […]
Trattasi di materiale che il governo Draghi, a nome dell’Italia ed in linea con le direttrici USA-NATO, regala e che poi dovrà essere rimpiazzato, pagando”
agbiuso
Scricchiolii di miseria per l’Italia (e più che scricchiolii), risultato della insensata politica sanzionatoria verso la Russia e invece distruttiva verso l’economia europea. Le responsabilità del governo Draghi in questo dramma sono enormi.
agbiuso
Luigi Pd Maio
agbiuso
Quando la propaganda politica ha un effetto ripugnante.
agbiuso
Segnalo un’assai lucida intervista di Marco Tarchi dedicata alle elezioni politiche del settembre 2022.
Il titolo è pessimo ma il contenuto è molto interessante.
agbiuso
Mi sembra che le modalità di governo che Draghi rappresenta non siano più funzionali agli interessi degli Stati Uniti d’America. Forse il lavoro è stato in gran parte già svolto.
agbiuso
Una sintesi chiara nel descrivere il completo fallimento di Draghi o, forse, il suo successo nel compito di indebolire l’economia e danneggiare il corpo sociale dell’Italia.
How Mario Draghi Broke Italy
di Tyler Durden, ZeroHedge, 26.7.2022
agbiuso
Mi sembra un’ottima idea. Bravo Dott. Letta.
E non dimentichi la quarta dose obbligatoria per tutti i dirigenti del Partito Democratico.
agbiuso
Anche alcuni numeri confermano che il governo Draghi ha rappresentato (e rappresenta) un danno molto grave per l’Italia.
agbiuso
Una delle menzogne più gravi e clamorose pronunciate da un capo di governo, esattamente un anno fa
Draghi, il bugiardo.
agbiuso
Il senatore Matteo Crucioli si è rivolto a Draghi con le seguenti parole (20.7.2022):
Fonte:
https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/0/hotresaula/0/0/index.html?part=doc_dc-ressten_rs
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CRUCIOLI (UpC-CAL-Alt-PC-AI-Pr.SMART-IdV). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRUCIOLI (UpC-CAL-Alt-PC-AI-Pr.SMART-IdV). Signor Presidente, presidente Draghi, ho ascoltato con attenzione il discorso che lei ha pronunciato questa mattina; le sue parole avevano il suono delle monete false che lei ha sparso a piene mani a partire dai motivi che lei ha ricordato per giustificare la nascita del suo Governo. A suo dire questo Governo sarebbe nato per porre rimedio a tre emergenze: quella pandemica, quella economica e quella sociale.
Potrei soffermarmi a lungo su come siano state gestite in maniera pessima queste tre emergenze, ma non è questa la sede e quindi non lo farò. Mi soffermerò invece sulla falsità di fondo riguardante i motivi da lei indicati per la nascita del suo Governo. Certo, i motivi dichiarati erano quelli di gestire l’emergenza, ma il motivo reale era quello di assicurare anche in Italia, come in tutti i Paesi satelliti degli Stati Uniti, l’ubbidienza agli ordini che sarebbero stati impartiti in previsione dello scontro con il blocco asiatico. Il suo insediamento a Palazzo Chigi va infatti collocato in un contesto molto più ampio rispetto a quello meramente nazionale.
Ricordiamo che nel 2020 le elezioni americane, con la vittoria dei democratici hanno assegnato il riavvio della politica egemonica degli Stati Uniti quale Paese cardine dell’ordine mondiale, capace di influenzare la politica di tutti i Paesi e l’abbandono della dottrina dell’America first, propugnata da Trump, e la fine del multilateralismo. Questa ripresa, comportante una politica estera aggressiva, significava presto o tardi lo scontro con i Paesi non allineati, Russia e Cina in primis, e dunque la necessità del rafforzamento della NATO e lo stretto controllo di tutti i Paesi vassalli. Per questo, a febbraio 2021, a circa un anno dall’elezione di Biden, il Governo Conte, che nel frattempo aveva aperto alla via della seta con la Cina, è stato fatto cadere ed è stato sostituito con un Governo di comodo guidato da lei, che non a caso è soprannominato l’americano, essendosi formato a Boston, avendo lavorato in istituti americani come la Goldman Sachs e avendo ricoperto ruoli apicali in organi funzionali all’ordine mondiale propugnato dagli Stati Uniti, come la Banca mondiale e il Gruppo dei 30. Questo è il vero motivo per cui lei è stato posto a capo del Governo: garantire l’esecuzione degli ordini atlantici in questa piccola provincia dell’impero e in questo periodo di scontro aperto per l’egemonia mondiale. Degli interessi dei cittadini italiani, di cui lei si è riempito la bocca stamattina, si è sempre disinteressato completamente, perché fare i nostri interessi non è il suo compito effettivo e non è in cima alle sue priorità. Il suo compito e le sue priorità, signor Presidente del Consiglio, sono garantire l’esecuzione degli ordini che le vengono impartiti, per quanto controproducenti essi siano, limitando al massimo le interferenze degli oppositori.
Da questi obiettivi deriva il disprezzo che lei ha dimostrato nei confronti di questo Parlamento, che ci è stato manifestato attraverso il continuo uso di decreti-legge e di fiducie; attraverso la forzatura sui tempi di discussione, anche di provvedimenti di rilevanza scellerata, come la controriforma della giustizia o la conversione del decreto-legge per le privatizzazioni dei servizi pubblici locali; comportamenti che hanno prodotto addirittura il sollevamento da parte dei Capigruppo della sua stessa maggioranza e del Presidente del Senato, che in data 24 giugno le ha scritto sollecitando la cessazione di modalità che asfaltavano il Parlamento e a cui non risulta essere stata data risposta.
Da questi stessi obiettivi deriva, peraltro, l’utilizzo dei media per colpire i portatori di pensieri divergenti da quello dominante. Che gli interessi da lei perseguiti non siano quelli del popolo italiano sarà sempre più chiaro man mano che gli effetti della crisi economica innescata dalla guerra, che voi non volete far finire, colpiranno le nostre economie. Voi, infatti, potrete continuare a mentire dicendo che si deve rinunciare al condizionatore per raggiungere la pace e potrete continuare a millantare i prodigi realizzati con i finanziamenti dell’ormai mitologico PNRR. Ma, se le famiglie non arriveranno a fine mese e i lavoratori perderanno il lavoro, le vostre bugie saranno vane e nessuno potrà più credervi, neanche più confidenti.
Tuttavia, la colpa più grave che vi imputiamo sta non nel tradimento e nella menzogna, ma nel fatto di essere riusciti, almeno in parte, a fiaccare lo spirito di tanti italiani, facendo credere loro che asservirsi al potere sia il modo migliore per limitare le avversità del fato. Avete indotto tanti, tanta parte del Paese e anche di questo Parlamento, a credere che abdicando alla libertà, cedendo la nostra sovranità e rinunciando al dovere di effettuare scelte libere nell’interesse del nostro popolo e nel rispetto dei popoli di tutte le altre nazioni, potremmo ottenere forse qualche piccolo tornaconto. Questa è la mentalità degli schiavi e la state inculcando negli italiani e soprattutto nelle nuove generazioni, quella secondo cui solo tranquillizzando i padroni si potranno evitare le percosse, le punizioni impartite a colpi di spread e di mercato.
Noi sappiamo perfettamente che, in caso di caduta del Governo, ci saranno ripercussioni e, tuttavia, crediamo che la nostra sovranità e la nostra libertà ben valgano la necessità di affrontare la tempesta. Non vogliamo la rassegnazione dei fiaccati e dei vinti. Vogliamo la dignità delle nostre libere scelte, a qualunque costo, consapevoli che si può arrivare agli interessi del nostro popolo, si può arrivare alle stelle, soltanto attraverso le asperità. I nostri antenati dicevano per aspera ad astra.
Per questo auspichiamo che questo Governo, subalterno e vile, termini qui e lei, signor Presidente del Consiglio, non occupi più quel ruolo da cui può fare ancora tanti danni allo spirito e agli interessi degli italiani. Tuttavia, qualora lei non dovesse andarsene oggi per un voto contrario di questo ramo del Parlamento, noi promettiamo al Paese che ci adopereremo affinché sia il popolo a cacciarla.
Lei oggi ha detto di non poter ignorare la spinta dal basso e le piazze che le chiedono di restare. Eppure, fino a oggi ha bellamente ignorato le piazze come la piazza della mia città – io vengo da Genova – che per 40 sabati di seguito era piena, chiedendole di far cessare la barbarie del green pass, di ridare dignità al lavoro, di far cessare l’invio alle armi. Eppure, lei ha sempre ignorato le piazze che adesso, invece, dice di tenere in conto per continuare nel suo lavoro di distruzione. Ma noi faremo in modo che in autunno lei non possa davvero ignorare le piazze.
Presidente, ci dia ascolto almeno una volta: si dimetta e si torni a dare la parola al popolo con libere elezioni. Noi voteremo no anche a questa richiesta di fiducia. (Applausi).
agbiuso
Mi sembra che molti giornalisti italiani, certamente quelli di Repubblica, abbiano seguito dei corsi in Nord Corea.
Gli elogi da loro rivolti a Kim Drag-un costituiscono delle ottime prove: «incontenibile umanità»; [il leader] «poggia su qualcosa che noi non vediamo, ma che c’è»; «quella mano appoggiata sulla gamba sinistra. Perfetta».
agbiuso
Una giornata bella, la prima dopo tanto tempo, questo 21 luglio 2022.
È caduto il governo peggiore che l’Italia abbia avuto dal 1948 al 2022; guidato da un personaggio che ha difeso strenuamente gli interessi degli USA e del neoliberismo contro quelli dell’Italia, dei suoi ceti più deboli.
Un governo di tendenza autocratica e autistica con ministri incapaci e anche probabilmente malati di ipocondria e altro, che in nome della «salute» ha privato i cittadini dei loro diritti e delle libertà come non ha fatto nessun altro governo europeo.
Un governo che ha ridotto scuole e università alla ginnastica d’obbedienza, scoraggiando ogni atteggiamento critico, ogni forma mentis scientifica.
Un governo che come nessun altro ha goduto del quasi unanime sostegno di giornali e televisioni di proprietà delle multinazionali e dei loro rappresentanti italiani (gli Agnelli prima di tutti).
Un governo che ha incoraggiato la guerra in Europa e ha favorito comportamenti razzisti verso i russi e la loro cultura.
Un governo che ha agito per la miseria, l’esclusione, l’autoritarismo.
E si potrebbe continuare.
Un governo orribile.
cristina
Potremmo esultare …esultiamo ma … mi tocca ricordare la congiura di ignavi che siede in parlamento. Essi(ignavi) fanno cadere a “orologeria” essendosi assicurati la “paghetta”.
Nè prima nè dopo! Spiace ma gli “strali” odierni di “rinati” parlamentari mi fanno solo un poco pena .
Hanno avuto tanto tanto tempo. Cadano nell’oblio
agbiuso
Cara Cristina, io credo che in questo momento dovremmo esultare con soddisfazione.
È infatti accaduto ciò che non era pensabile, visto chi è Draghi e chi sono i suoi protettori.
In Parlamento c’è chi ha avuto subito la forza di resistere, come il senatore che a Draghi si è rivolto con chiara durezza giorno 20 (un eletto tra i 5stelle che è rimasto fedele al patto elettorale). Pochi ma ci sono.
Come pochi sono i cittadini che in questi due anni hanno tentato di proteggere se stessi e il corpo collettivo. Pochi ma ci sono.
Nel prossimo parlamento torneranno molti dei servi ma quello che noi possiamo fare è continuare a esserci e a parlare con parresia e intelligenza. Questo possiamo fare e questo faremo.
agbiuso
Una risposta da parte di alcuni studenti al presidente della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) che ha affermato di parlare anche in loro nome (non gli bastava parlare a nome dei rettori?): L’arrocco
Il testo presenta qualche espressione un po’ forte ma è comprensibile visto che si tratta di coloro a nome dei quali Resta ha affermato di chiedere a Draghi di rimanere.
Riporto qui solo il Post Scriptum:
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Ferruccio Resta, evidentemente troppo abituato a trattare le aule accademiche come se fossero le sale di una azienda, dimentica che il ruolo dell’Università non è quello di fungere da «ascensore sociale» – ciò che tradisce una visione utilitarista ed economicista, tutta votata al sogno borghese della “carriera” individuale, della emersione del singolo meritevole e del suo smarcamento da una collettività che, per contrasto, deve necessariamente pensarsi mediocre; i nostri atenei sono chiamati a fare dibattito e ricerca, e sono chiamati a farlo non già per appagare le varie aspirazioni individuali, bensì a beneficio dello spirito di tutto un popolo. Questa è la missione dell’Università perché questa è la cultura in sé: sapere e nazione, senza scissioni di sorta – e senza vincoli dall’esterno… Non pretendiamo che Ferruccio Resta possa capirlo. Vorremmo ben dirlo; egli è realmente convinto che l’attuale momento storico sia «positivo, di grande slancio». Diceva sul serio, o sarà stato un abbaglio? Quanto guadagna ogni mese un Rettore universitario? Come può, un ricco, dire qualunque cosa sulle difficoltà di un povero? Una barca senza timone va alla deriva; una università tramutata in avamposto del potere esecutivo non è più una università; e un Rettore con problemi cognitivi dovrebbe avere la possibilità di occuparsene, lasciando il proprio incarico…ai giovani.
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Non è chiaro se il presidente della CRUI abbia parlato a titolo personale, forse approfittando della carica, o dopo una consultazione tra i rettori. Sarebbe bello, e pure doveroso, se qualche rettore (magari quello di Unict) si dissociasse dall’inopportuna richiesta di Ferruccio Resta. Anche perché quella di rettore non è una carica politica e chi la ricopre deve rappresentare tutti, sia quanti apprezzano il presidente del consiglio in carica (chiunque egli sia) sia quanti non lo apprezzano.
agbiuso
Mario Draghi, l’incapace (e del tutto sopravvalutato).
agbiuso
Un balletto istituzionale straniante
Andrea Zhok, 15.7.2022
L’impressione rispetto al balletto istituzionale di ieri è straniante.
Quel che resta del M5S, dopo aver visto gli ultimi sondaggi, è stato attraversato da un piccolissimo sospetto e si è immaginato a breve in compagnia degli stegosauri, nella compagine degli organismi estinti.
Così hanno deciso di inscenare un finto rabbuffo al presidente del consiglio. Dopo aver firmato, controfirmato e annuito entusiasti per mesi alla qualunque, dal green pass all’invio di armi nel nome della russofobia, hanno deciso di botto di fare la faccetta corrucciata a premier. La speranza era che gli italiani, complici magari le vacanze e il caldo, cancellino dalla memoria l’organicità del M5S al peggior governo di sempre e gli riconcedano pian piano una nuova verginità da “combattenti del popolo”, giusto il tempo che serve per arrivare alle prossime elezioni.
Però, sia chiaro, il rabbuffo doveva essere rigorosamente finto, giusto per consentire ai pennivendoli di riempire qualche prima pagina di preoccupazioni pacchiane (“Après Mario le déluge!”). Infatti non hanno votato contro, ma hanno semplicemente voluto segnalare con l’astensione il proprio scontento.
Con loro grande sorpresa Draghi ha colto la palla al balzo ed è salito immediatamente al colle. Già, perché il viceré della Nato in Italia tutto è meno che uno stupido, e capisce benissimo che, dopo aver massacrato il paese e averlo condotto – per obbedienza ad ordini superiori – alla catastrofe industriale incombente, in autunno corre il rischio di venir inseguito con i forconi fin dentro il tinello, e non vede l’ora di lasciare il cerino in mano a qualche utile idiota, che traghetti il paese ad elezioni, meglio ancora se anticipate.
Solo che a questo punto, inopinatamente, Mattarella ha ricordato al premier che stava scappando senza neanche essere stato sfiduciato, e che doveva tornare in Transatlatico “(“Salga a bordo, cazzo!!”)
Morale della favola: dopo aver devastato il devastabile che neanche le cavallette ora siamo alla grande fuga alla ricerca di verginità improbabili o almeno di un buen retiro fuori dai riflettori (“Che se la vedano loro ‘sti mentecatti, io c’ho da nutrire gli alani”).
Intanto il paese cigola e geme sugli scogli come la Costa Concordia, in attesa di venir fatto a pezzi e rimosso dall’orizzonte, per riutilizzo come materia prima altrui.
agbiuso
Se questa è l’«incredula» reazione di Bonomi e Confindustria, ciò vuol dire che la decisione del Movimento 5 Stelle è stata saggia (la prima dopo anni).
agbiuso
Ma la ministra Messa «è una donna d’onore» (nel senso shakespeariano, naturalmente)
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La ministra dell’Università Messa tentò di favorire 3 studenti vip quando era rettrice alla Bicocca”
Da rettore della Bicocca avrebbe fatto pressioni per dare “un calcio nel sedere” alle ex consoli di Ecuador e Colombia e a una funzionaria
di Thomas Mackinson
il Fatto Quotidiano, 2.7.2022
Accuse di favoritismi all’italiana che rincorrono un ministro della Repubblica in carica. Portano dritto all’Università di Milano Bicocca, ufficio del rettore. Il 19 marzo 2018 la professoressa Silvia Buzzelli entra in punta di piedi e di fronte c’è lei, Maria Cristina Messa, all’epoca al vertice dell’Università e oggi ministro alle prese con una riforma di carriere e concorsi all’insegna di “legalità” e “merito”. La docente è stata convocata “d’urgenza” in qualità di responsabile di un Master in Diritti Umani e Sicurezza che si è concluso il 23 febbraio con 11 bocciati, tre dei quali stanno particolarmente a cuore alla rettrice. Maria Gabriela Vera Basurto si è distinta per le assenze e ha pure presentato la tesi con due settimane di ritardo, inviandola il giorno stesso della discussione alle 3:27 del mattino. Ma non è una studentessa qualsiasi, all’epoca era il console Generale della Repubblica dell’Ecuador a Milano. Tra i respinti ci sono anche Eva Gloria Chuquimia Mamani, già console della Bolivia a Milano, che “attaccava fogli già scritti per superare gli esami” e c’è Maura Janett Tirado Paz, impiegata contabile nelle istituzioni di governo messicane che agli esami neppure si presentava, e in uno “allegava risposte di un altro studente cercando di farle passare come proprie per superare la prova”. Sono funzionarie che Maria Cristina Messa ben conosce, perché i diplomatici latinoamericani la invitano agli eventi del “Gruppo Consolare dell’America Latina e dei Caraibi a Milano e nel Nord Italia” di cui fanno parte, inviti ricambiati dall’ateneo milanese. Incrocia quelle studentesse nelle occasioni più varie, alla Bicocca per parlare di violenza sulle donne o a Cremona per un convegno sulle crisi alimentari.
L’urgenza è dovuta al fatto che per promuoverle bisogna che recuperino i giudizi di scarso rendimento e frequenza che le avevano fatte bocciare, ma per fare tutto questo serve una proroga del master e due membri del Comitato di Coordinamento si son messi di traverso. Sono entrambi professori a contratto e avvocati con esperienze in organismi internazionali e non intendono regalare titoli accademici a scapito di chi li ha meritati. Grazie a loro la proroga ad personam alla fine non passa, ma le pressioni della rettrice per imporla sono riportate nero su bianco nei verbali del Comitato e incise anche in una mail che la direttrice Buzzelli, professoressa di Procedura penale europea, invia ai colleghi il 2 aprile 2018, oggetto: “Questioni aperte dopo incontro con rettore”. “Il 19 marzo – scrive la docente – ho incontrato, sollecitata con urgenza, il Rettore che mi ha chiesto di attivarmi in relazione a Basurto (dovrebbe rifare la tesi), Chuquimia (2 esami mancanti), Tirado Paz (3 esami mancanti)”. Gli altri otto bocciati che si trovano nella medesima situazione non sono menzionati. La “pistola fumante” dell’ipotizzato favoritismo rende i coordinatori più irremovibili. Due giorni dopo (4 aprile) uno ribadisce via pec a Messa i motivi delle bocciature ma non avrà mai risposta. Il 10 aprile 2018 è la direttrice a tornare alla carica, scrive a Messa, in copia i coordinatori: “Comprendo la delicatezza della situazione e, per questo, assumendomi ogni responsabilità tenterò comunque di trovare una soluzione ragionevole”. Per i coordinatori non c’è: per statuto e regolamento l’unico organo dell’ateneo può richiedere proroghe è il Comitato, ed è autonomo rispetto al rettore che, sempre da statuto, sarebbe poi il “garante dei diritti degli studenti”.
È un macigno sul salvacondotto, e pure per la professoressa Buzzelli che, a differenza dei colleghi, è dipendente di Bicocca. Uscita dall’incontro li chiama e spiega che “la cosa si sta ingigantendo perché vogliono si dia un calcio nel sedere a queste”, che capisce bene che non sia giusto ma “a questo punto bisogna farle passare”, anche perché lei deve pur sempre “obbedire agli ordini del Rettore, cui non ho alcuna intenzione di fare la guerra: mi taglio i rapporti, tutto, e io in questa università lavoro e devo restarci per degli anni”. Non basta a farli desistere, anche perché la bacheca del master pullula di proteste di ex studenti cui l’ateneo non trasmette i titoli legali conseguiti ormai da mesi. Dietro quei ritardi, c’è il tentativo grossolano d’imporre la proroga per via amministrativa. Il 24 aprile 2018, a più di due mesi dalla chiusura del master, l’amministrazione comunica ai docenti che non può chiudere il ciclo di studi perché – sostiene – non trova più la documentazione degli esami, benché a detta loro fosse stata regolarmente spedita per posta interna già il 23 febbraio 2018. Tre giorni prima però aveva scritto a ognuna delle tre studentesse prescelte che “l’Ateneo è disponibile ad attivare un ultimo appello di recupero per gli esami mancanti, così da poterla ammettere a sostenere la prova finale”. Così i bocciati sperano, mentre i promossi aspettano.
La misura è colma. Il 5 maggio 2018 uno dei docenti varca il portone della Procura di Milano e deposita un esposto con 26 allegati ipotizzando abuso d’ufficio e traffico d’influenze. “Il Rettore Messa – si legge nell’atto – asseriva che a prescindere dal loro rendimento accademico e dal comportamento tenuto, le studentesse avrebbero dovuto ottenere il titolo di Master, altrimenti l’immagine dell’università sarebbe stata danneggiata”. Il docente segnala come il tentativo di favorirle non solo discrimini gli altri studenti ma li penalizzi perché “l’assenza dei titoli di master ha impedito loro di iscriversi ad altre carriere accademiche di più alto livello”.
Al Tribunale di Milano il fascicolo con i suoi 26 allegati non si trova, si ipotizza possa essere andato distrutto nell’incendio del 2020. Si sa però che è stato archiviato, dopo tre anni, il 23 febbraio 2021, giusto una settimana dopo il giuramento di Messa. Chi ha denunciato la rettrice, però, non è stata mai convocata, pur avendolo richiesto, né lo sono stati i testi che aveva suggerito. L’archiviazione, si scopre ora, non gli è mai stata notificata impedendo alla parte lesa di opporsi alla decisione nei termini previsti dalla legge, cosa che farà ora, a costo di portare il caso alla Corte europea dei diritti dell’Uomo e alle Nazioni Unite.
“Mai fatto favoritismi e pressioni”, assicura Messa interpellata dal Fatto. “Quelle tre studentesse? Non so proprio chi siano”. L’ex rettrice ricorda così la vicenda: “Era un bel master, lo abbiamo chiuso e non abbiamo fatto una seconda edizione perché c’erano delle proteste degli studenti e problemi degli uffici coi docenti esterni che lo gestivano per certi documenti sulle presenze. Una volta che li abbiamo avuti siamo riusciti a chiudere tutto, mi pare che la Procura ci abbia dato ragione”. La responsabile per Bicocca riferiva che dovevano “passare ad ogni costo”. “Avrò chiesto notizie sulle scadenze, perché di sicuro se non c’era la frequenza non potevano avere il master. Forse avevamo bisogno della carte per essere sicuri, ma non avrei mai fatto una cosa del genere. Posso chiedere all’ufficio legale di tirarmi fuori tutte le carte”. Sembra tutto chiarito, fino alla piccola contraddizione finale. “Non credo poi neanche abbiamo preso il master tra l’altro, quindi…”. Quindi chi erano le tre studentesse forse il ministro lo sa.
agbiuso
Un personaggio veramente inadeguato al ruolo che ricopre.
agbiuso
La dichiarazione di Conte ai giornali toglie di mezzo ogni residuo dubbio
Andrea Zhok, 30.6.2022
Il premier Draghi ha davvero telefonato a Grillo affinché a Conte venisse tolta la benedizione e l’investitura alla guida del M5S.
Oltre allo stile feudale dell”operazione, ciò che è di particolare interesse in questo scenario è quanto segue.
Rispetto ai diktat del viceré Nato che governa l’Italia, l’opposizione prodotta da Conte e dai M5S è consistita in occasionali rari gemiti di disagio, prontamente seguiti dal sostegno spalmato a qualunque immonda porcata prodotta da questo esecutivo.
Ciononostante, e questo merita una riflessione, anche quegli occasionali lamenti sono stati ritenuti dalla catena di comando Nato eccessivi e intollerabili, al punto da spingere per l’epurazione del democristianissimo Conte, dopo aver arruolato in “Stay Behind” Di Maio and friends.
E’ da questi dettagli che si capisce come mai il tasso di dibattito democratico tollerato in questo paese sia divenuto senza resti quello del Führerprinzip.
In un paese dove regnano senza soluzione di continuità censura e dossieraggi, ricatti e rappresaglie, calunnie e minacce, a chi parla ancora di “democrazia italiana” bisogna solo serenamente ridere in faccia.
agbiuso
Il cosiddetto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è non soltanto un cappio al collo dell’economia italiana (un’operazione di usura, insomma) ma anche un alibi per azioni e decisioni simili a un’operazione distruttiva che si intende attuare a Catania. Uno dei mantra è infatti “dobbiamo fare presto, presto, sennò perdiamo i soldi”.
Presto e male, di solito.
Che Unict possa essere complice di uno scempio anche archeologico mi amareggia ma non mi stupisce.
Piuttosto sarebbe doveroso sapere chi sono i “funzionari dell’Università” che avrebbero avallato il progetto.
Mai che qualcuno di questi bravi cittadini metta il proprio nome, mai? Sono docenti, sono dirigenti amministrativi, cos’altro? E che potere decisionale hanno?
L’Università di Catania è diventata non soltanto chiacchiere e distintivo ma anche chiacchiere e danni.
– Nuove aule sugli scavi archeologici. L’insensato progetto dell’Università di Catania (I Siciliani giovani, 19.6.2022)
–Catania, Purità: cemento nel parco archeologico (Argo. Cento occhi su Catania, 23.6.2022)
agbiuso
I Greci conoscono bene Mario Draghi, il sicario della loro economia e della loro nazione.
Un giornale greco scrive questo:
«L’Italia “affonda”: nuovi “tagli” russi al 50% del gas naturale
Il fallimento di Roma è alle porte
250 miliardi di euro [di debito] “scadono” per Roma il 31/12.
Niente energia e la sua industria si spegne»
Il peggior governo della storia d’Italia.
agbiuso
“Cassandra Crossing”: c’è ancora qualche parlamentare con un briciolo di coscienza?
di Andrea Zhok, 17.6.2022
Draghi non è italiano, se non per accidente di nascita.
Draghi è l’uomo della Nato in Italia.
Dopo i colloqui della nuova “Trojka” (Fra, Ger, Ita) in Ucraina è sempre più chiaro che, nonostante tutti i membri dell’UE siano inclini ad accontentare gli americani, l’unico che intende farlo costi quel che costi è l’Italia.
La gravità di ciò che si sta profilando nell’avere al governo del paese un luogotenente estero è inaudita.
Il “nostro” presidente del consiglio è perfettamente disposto a sacrificare in toto il paese di cui dovrebbe fare gli interessi, la sua economia, i suoi cittadini e il suo futuro. Senza un tentennamento.
Che lo faccia per tornaconto, per incoscienza, o perché ha un piano per il Belpaese come luogo di villeggiatura per i pensionati americani stufi della Florida, poco importa.
L’uomo, da quando si è insediato, prima con la strategia pandemica dettata dalla FDA, ed ora rispetto al conflitto russo-ucraino, agisce come un agente straniero.
“Cassandra Crossing”: c’è ancora qualche parlamentare con un briciolo di coscienza?
di Andrea Zhok, 17.6.2022
Se tra i parlamentari che gli hanno consentito finora di navigare c’è qualcuno che ha ancora un briciolo di coscienza che vada a di là delle proprie sorti personali, deve staccare a spina ora, immediatamente.
Chi non agisce ora, chi, potendolo, non ferma il treno che si sta portando via l’intero paese verso il suo “Cassandra Crossing”, si assume la responsabilità del disastro che sta per arrivare (e le scuse staranno a zero).
agbiuso
Lapalissiano.
agbiuso
Draghi, l’uragano economico e una sola scelta per il popolo italiano
di Vincenzo Costa, 2.6.2022
Varate nuove sanzioni contro di noi.
Draghi è quel signore che distrugge un paese e poi dice che è colpa di altri.
In ogni scelta antepone interessi estranei e stranieri a quelli degli italiani. Nessun paese europeo è così privo di senso dell’interesse nazionale.
Anche quando i governi devono capitolare di fronte alla prepotenza USA, poi fanno in modo di dilazionare.
Così, i tedeschi promettono, ma poi abbozzano. Gli ungheresi mettono le cose in chiaro. I serbi acquistano petrolio russo a prezzi di favore. La Turchia, paese NATO, chiarisce che non intraprenderà azioni economicamente ostili verso la Russia, perché la danneggerebbero. Persino il Belgio ha chiaro che così non va.
A tutti è evidente che queste sanzioni sono sanzioni contro di noi, vessazioni verso i cittadini europei, sottrazione di potere d’acquisto, distruzione del nostro futuro, perché stiamo preparando una recessione coi fiocchi, certificata da Bankitalia. Che significa disoccupazione.
E per il migliore le sanzioni devono proseguire a lungo, forse per sempre. Cioè dobbiamo distruggere del tutto l’economia del paese e i risparmi degli italiani.
Si copre dietro cose ridicole. Dice che la colpa è di Putin. Ma lucidissimo soggetto, le sanzioni le ha decise Putin?
Hai suggerito un blocco che doveva portare al default l’economia russa. Che doveva portare i russi alla fame.
E invece lo spread cresce qui, l’inflazione cresce qui. La disoccupazione cresce qui.
Ma questo è così gonade da non capire la posta in gioco o è solo un traditore del suo paese?
Parla di dittatori. Ma Putin, piaccia o non piaccia, ha l’80 % di consenso.
Draghi governa non solo senza essere stato eletto, ma con una stragrande maggioranza di italiani che sono contrari alle sue politiche.
Governa senza consenso.
È costui osa parlare di difesa della democrazia? Ma si sciacqui la bocca prima di parlare. Se c’è un dittatore, non eletto, non voluto, che se ne frega del consenso, è lui.
Ormai la scelta è semplice: o il paese si libera di lui o è destinato a soccombere.
agbiuso
Costui sembra non avere idea di quanto vivrebbero meglio i cittadini italiani, dopo anni di catastrofe.
agbiuso
Premi. Tutti meritati.
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Draghi, l’atlantico. Un premio di vassallaggio
associazioneindipendenza, 12.5.2022
Draghi come “promoter” della “leadership americana”.
Nella serata di ieri, prima di rientrare in Italia dagli Stati Uniti, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è stato insignito all’Atlantic Council (Consiglio Atlantico), uno dei più autorevoli se non il più eminente “think tank” USA, del “Distinguished Leadership Award”. A premiarlo il segretario USA al Tesoro, Janet Yellen.
Si tratta del primo esponente italiano a ricevere questo riconoscimento assegnato ogni anno a persone che hanno contribuito alla missione di questo think tank di “promuovere la leadership americana e promuovere accordi internazionali basati sul ruolo centrale della comunità atlantica nell’affrontare le sfide del XXI secolo” e “influenzare insieme il futuro globale”.
Dopo di lui sono stati premiati l’amministratore delegato dell’ENI Claudio Descalzi, e due rappresentanti dell’Ucraina: l’ambasciatrice di Kiev a Washington Oksana Markarova e la cantante Jamala. L’anno scorso, tra coloro che hanno ricevuto il premio, Ursula von der Leyen (presidente della Commissione Europea) e Albert Bourla (amministratore delegato della Pfizer).
Nel 2015, l’attuale presidente del Consiglio venne premiato dal think tank statunitense in qualità di presidente della BCE e all’epoca gli venne attribuito il Global citizen Award. Premio che l’anno successivo andò a Matteo Renzi, allora presidente del Consiglio.
agbiuso
Questo pescebestino -che ha minacciato e calunniato con il suo slogan da bettola: «Non ti vaccini, muori»- è positivo, con tre dosi del suo farmaco. Gli auguro di rinsavire e guarire dalla sindrome di menzognite cronica.
agbiuso
Mario Draghi è preso in giro da tutti. Giustamente.
agbiuso
Il sogno di Draghi da giovane era il cabaret…
…ma si è ridotto a un piazzista…
…che imita le parole d’ordine di Mussolini
agbiuso
Il livello di discorso, la retorica di questo Draghi, è veramente infimo.
Costui appare solo come un imbarazzante distruttore dell’economia italiana.
Appare per quello che è.
agbiuso
L’Italia assassinata da un governo oscuro.
agbiuso
Guerra e salute.
agbiuso
I liquidatori.
agbiuso
Masochismi e illusioni.
agbiuso
Draghi, il piazzista.
agbiuso
“Vile affarista” lo definì Cossiga, che si pentì di averne sostenuto la carriera.
Come molti affaristi, è anche un guerrafondaio.
agbiuso
Ma il comico era Draghi o Zelensky?
Paolo Desogus, L’AntiDiplomatico, 22.3.2022
Non avevo aspettative verso Draghi. Il colpo di mano che ha consentito la sua ascesa politica in Italia dava una chiara segnale sul suo programma politico e sulla sua indole da autocrate. Non pensavo però che sarebbe caduto così in basso come in questi giorni. Oggi a Montecitorio non era più chiaro chi fosse il comico tra lui e Zelenski.
Dire l’“Italia vuole l’Ucraina nell’Ue” è infatti solo la battuta di un vecchio attore sul viale del tramonto. L’impatto sulla realtà di questa presa di posizione è pari a zero. Solo Parenzo e Severgnini possono crederci. Il giornalismo d’accatto nostrano si nutre infatti di simili idiozie, che del resto fanno il paio con la regressione della discussione politica allo schema amico/nemico .
Nessuno si illuda che tutto questo sia a costo zero. Non crediate che non ci saranno conseguenze. Il mondo è molto più grande di chi crede che ci sia solo l’Occidente. E il marchio di paese credulone in mano a una cricca di comici vigliacchi e nani politici resterà attaccato all’immagine dell’Italia chissà per quanto tempo.
agbiuso
Nel condominio di Milano dove abito il delirio interventista del governo Draghi (in una guerra che con l’Italia non c’entra nulla) causa un aumento del 48%-50% del costo del riscaldamento.
agbiuso
Non saprei definire il governo Draghi e parte della società civile se più stolti o masochisti o esaltati.
L’esito è comunque il declino sempre più veloce dell’Italia.
agbiuso
Come l’ha ascoltata lui.
agbiuso
Il tiranno mente sempre, è sempre cinico.
Ma costui esagera.
agbiuso
Escludere la Russia da Swift. Il suicidio finale dell’Italia
di Pino Cabras
Escludere la Russia da SWIFT, il sistema bancario delle comunicazioni finanziarie internazionali, sarebbe più dannoso per noi che per la Russia. Come ribadito anche dal Ministro Franco equivarrebbe a bloccare i pagamenti di gas e petrolio delle nostre aziende e per l’Italia e gli italiani sarebbe un disastro in termini di maggiori costi.
Senza contare che il sistema bancario italiano è il più esposto verso la Russia, circa 25 miliardi che in tal caso potrebbero essere a rischio.
La prospettiva certa, se si decide di regalare all’Europa un simile trauma, è un drastico ridimensionamento del tenore di vita di centinaia di milioni di persone, la chiusura di tante imprese, un impoverimento generale delle classi medie, un reset economico che in nome di una lotta a un’aggressione militare viene guidato da paesi che in anni recenti sono stati aggressori non pentiti di paesi che hanno invaso e distrutto.
Sanzioni del genere non hanno senso, soprattutto perché a pagarne le conseguenze saranno soprattutto i cittadini europei.
La storia ci ha insegnato che il sistema delle sanzioni non ha mai funzionato neanche in passato e finisce con l’inasprire ancor più i rapporti e avvelenare i pozzi
Per fermare il conflitto si deve trovare un terreno di dialogo. Il muro contro muro non potrà che portare al disastro e sarebbe una tragedia per tutti.
agbiuso
Farsi male, molto male, pur di obbedire agli ordini e agli interessi della NATO e del padrone USA.
agbiuso
Draghi si mostra un irresponsabile al soldo non si sa di chi.
I danni per l’Italia di una decisione come questa saranno gravissimi, soprattuto per le classi più disagiate, per i cittadini con i redditi più bassi, che vedranno le bollette rincarare in modo insostenibile.
Questo banchiere sta producendo una catastrofe dopo l’altra.
agbiuso
Persino Prodi ammette che le sanzioni alla Russia colpiranno l’Europa e in particolare l’Italia.
Suicidio? Tradimento? Irrazionalità? Servilismo?
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Di qualunque natura siano le motivazioni che lo spingono, costui è un delinquente.
Ma responsabile è l’intero governo Draghi.
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Contro il governo Draghi, sabato 26.2.2022
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Un commerciante corretto.
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Alcuni obiettivi di Mario Draghi.
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Adolfo Draghi
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E non di morte naturale. Assassinata.
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Differenze.
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Oggi pomeriggio a Milano.
In metropolitana alle 15 treni quasi vuoti; alle 18 sono riuscito a sedermi (!).
In centro città tanti negozi chiusi, molti bar vuoti, altri con non più di metà dei tavolini occupati.
Per le strade automezzi e pattuglie di polizia, carabinieri, vigili.
Una città triste, militarmente occupata, in declino.
Gli effetti del governo Draghi-Figliuolo-Speranza si vedono in modo assai chiaro.
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E quindi è falso quanto Mario Draghi dichiarò a luglio sui vaccini, compresa la terza dose, che assicurano l’immunizzazione.
Un bugiardo seriale, un personaggio mediocre.
agbiuso
“A meno di un anno dal suo insediamento a Palazzo Chigi, lo smalto di cui si era –ed era stato– ammantato si è molto sbiadito, il che lo sta rivelando come una mediocre figura politica, neanche tanto capace come mediatore, la cui forza gli deriva dal piglio autoritario, da decisore-monarca che lo connota e soprattutto dalla potenza delle sue entrature e dei mentori di potere cui risponde”
Draghi al Colle? Dalla certezza all’incognita
associazioneindipendenza, 15.1.2022
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“Il volto cadaverico. La pelle grigia come plastica sporca. Il tono di voce monotono, depresso, da automa. Quando parla le labbra non si muovono, la voce sembra uscire da qualche orifizio nascosto come nei pupazzi dei ventriloqui. Il busto bloccato ricorda quelli dei musei delle cere o degli animali impagliati. Gli occhi fissi, gonfi, bui. Nulla che faccia presumere una presenza umana viva. Poi inizia a scandire parole. Meccanicamente muove le mandibole come se masticasse un insetto. Dice: abbiamo fatto il massimo, siamo stati i migliori, se siamo in difficoltà è colpa dei non vaccinati”
Qui il breve articolo di Edoardo Laudisi sul drago macchina.
11.1.2022
agbiuso
Una lucida riflessione sulle enormi responsabilità di Mario Draghi e del suo governo,
Pino Cabras, l’AntiDiplomatico, 11.1.2022
Draghi in conferenza stampa non aveva a disposizione il vecchio Tempio di Gerusalemme, dove officiare un crudele rito con cui caricare un capro di tutti i peccati per poi spedirlo nel deserto.
Ma anche in questi momenti, ai tempi delle strategie sanitarie disastrose, un capro espiatorio fa sempre comodo, proprio nel senso figurato che trovate nei dizionari: «chiunque o qualunque cosa (individuo, gruppo, organizzazione, etc.) eletto a responsabile di colpe collettive delle quali è totalmente o parzialmente innocente».
Eccovelo servito, il capro espiatorio, con le parole di Draghi: «i problemi che abbiamo dipendono dai No Vax». Proprio così. A questo punto spedisca nel deserto, anche loro, no?
Di deserto, ad esempio, oggi ho visto tutto il centro storico di Roma. Ho percorso a piedi un lungo tratto che per lunghi anni brulicava anche a gennaio di localini e ristoranti, che nell’era covidiana aveva visto ridursi ma non azzerarsi la presenza umana, ma che oggi era punteggiato di sale desolate, con i camerieri inoperosi e i buttadentro che non avevano nessuno da richiamare. Urlo io al posto loro, all’indirizzo del bugiardo di Palazzo Chigi: «Sicuro sicuro che i problemi che abbiamo non dipendano dalle tue scelte?».
Per dire, oggi il banchiere la fa facile a lamentarsi della scarsa capienza delle terapie intensive, ma quando venivano tagliate del 75% i governi obbedivano alle sue lettere, mica alle lettere di un passante.
Per dire inoltre, il sultano del Draghistan diceva che la scheda verde dava la garanzia «di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose». Oggi i contagi non solo sono totalmente indifferenti al possesso di quella scheda, ma esplodono via via all’inasprirsi dei tormenti che infligge a chi non la possiede. Un fallimento nato anche da una menzogna.
Per dire ancora, quando il 20 ottobre in Aula a Montecitorio esposi in faccia a Draghi l’inutilità del suo green pass, lui mi rispose con una raffica di numeri-balla per la metà dei quali in un altro paese il premier sarebbe saltato come un tappo di spumante a Capodanno.
Più la strategia è insensata, economicamente dannosa, umanamente crudele, costituzionalmente eversiva, più lui persevera nel renderla ancora più dura, sorretto da una caccia alle streghe che lascerà troppe macerie e già oggi fa soffrire milioni di persone. Ma che importa? Ci sarà sempre un capro espiatorio, un no vax da caricare di tutti mali.
La conferenza stampa del 10 gennaio comunque ha rivelato meglio di altre volte che il banchiere è nudo. Persino una parte dei giornalisti fin qui adescati e coinvolti nella sua narrazione ha avuto un moto di ribellione quando li ha trattati da scendiletto nel pretendere di ricevere solo le domande che voleva lui. L’arroganza perde i predestinati. Forse può iniziare a scordarsi di andare ad abitare nella reggia del Colle. Forse possiamo iniziare a pensare di uscire dall’incubo dello stato di eccezione con cui Draghi ha usato la leva della pandemia per accelerare la creazione di un regime neoliberista. Ci sono tante carte che saranno giocate e la partita sarà dura.
Ma c’è ancora una riserva di buonsenso che potrà farsi strada. Faremo il possibile per rappresentare un popolo che vuole una svolta.
agbiuso
“Sanità pubblica già tagliata, due anni di ulteriori tagli, sospensioni e nessuna assunzione. Operatori sanitari trasformati in addetti a vaccini mRna rivelatosi totalmente inutili a fronteggiare, medici di base irreperibili, medicina territoriale azzerata, siti regionali impazziti.
[…]
una sorpresa che non tutti hanno colto ma che ha definitivamente chiarito il direttore dello Spallanzani Vaia recentemente in una trasmissione di Rai Uno. I non vaccinati (i no vax) sono quelli che non hanno ricevuto la terza dose. Quindi – logica aristotelica – le persone con due dosi vengono classificate come “non vaccinate” o “novax”. ”
“No vax”, i numeri di Draghi-Speranza ridicolizzati con due giorni di anticipo da Vaia (Spallanzani)
di Agata Iacono – L’AntiDiplomatico, 11.1.2022
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Un capo di governo che cerca un alibi per i propri fallimenti, le bugie, la violenza istituzionale, accusando senza fondamento una parte dei cittadini è qualcosa di inaudito.
E la sua persona è semplicemente piccola.
agbiuso
Cossiga era un politico che certamente si intendeva di banditi, stragi e malaffare.
Credo che l’immagine qui sotto sia la metafora dei sentimenti di molte persone. Certamente dei miei. I danni inferti da questo banchiere al corpo collettivo sono infatti troppo gravi. Imperdonabili.
Imperdonabile anche per avere con il suo governo violato questo fondamentale articolo della Costituzione repubblicana; per aver diffuso terrore, ricatti, miseria, malattia.
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“Trovarsi costantemente nel mirino di una discrezionalità totale del potere politico, vivere nell’incertezza di vedersi oggi riconosciuti domani negati i propri diritti, sono condizioni proprie dei sudditi rispetto ad un sovrano assoluto”
Superata la linea rossa dell’obbligo: un potere arbitrario che ormai fa più paura del virus
di Federico Punzi, Atlantico, 6.1.2022
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Condivisibile.
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Legge di Bilancio. Lo spirito di Classe di Draghi
di Giorgio Cremaschi – L’AntiDiplomatico, 1.1.2022
Nelle pieghe della legge di bilancio , sotto le quali scopriremo un poco alla volta regali e favori sfacciati assieme ad altre ingiustizie, il governo Draghi ha inserito una norma a favore degli alti dirigenti delle amministrazioni e delle aziende pubbliche.
I loro emolumenti erano stati bloccati a 240000 euro all’anno e i manager pubblici soffrivano di questa discriminazione rispetto a quelli privati, che più licenziano più guadagnano.
Di fronte al grido di dolore di questa categoria oppressa di fronte al carovita, Draghi non è stato insensibile e ha tolto il tetto alla retribuzione. Ora i manager pubblici potranno guadagnare più di 20.000 euro al mese.
Nello stesso tempo coloro che 20.000 euro, o anche meno, li prendono in un anno vedranno i loro salari sprofondare. È la spirito di classe di Mario Draghi, lo stesso in base al quale egli, andato in pensione a 59 anni, ci manda gli operai a 67. Ed è la politica reale, oltre le chiacchiere, del #governodeipeggiori .
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Una delle probabili funzioni politiche dell’epidemia.
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Una delle probabili funzioni politiche dell’epidemia.
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Come e perché la riservatezza (privacy) non esiste più nel Draghistan (insieme a tanti altri diritti):
Draghistan for dummies
di Roberto Bonuglia – Ora Zero, 23.12.2021
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Lo spettacolo di regime in attesa del Natale
Come Don Chisciotte, 24.12.2021
[Qui sotto le ultime righe del breve articolo di Marco Villoresi]
Sì, e ancor più adesso che viene Natale, adeste fideles. Venite, adoremus il Drago e il suo potente talismano, la magica carta verde che ci rende unici e protetti fra i popoli. Sì, noi siamo gli eletti del codice a barre. E la nostra salute – si guardino i dati, perdinci! – si fonda su questo prodigioso esorcismo, che miscela abilmente furbizia e ipocrisia, minaccia e ricatto, sopruso e sadismo. Sono queste da sempre, come noto, le ‘qualità’ del potere nel Belpaese. Che può contare su solide maggioranze ben prone e ancor più pronte a votarsi all’Uomo della Provvidenza di turno. E anche a votarlo, che diamine!, con fervida devozione.
E allora, godiamoci lo spettacolo quotidiano della buona e frolla novella rivelata nel nome del Drago dal coro analogico-digitale e dai solisti della penna: siamo i migliori, lo dice anche l’Economist! Mettiamo al bando, dunque, gli arcaici diritti e i secoli di lotte, l’eresia testarda dei numeri e le tesi sanitarie eterodosse. Crediamo ciecamente alle mirabolanti e sempre rinnovate promesse di salvezza e libertà: l’Italia risorgerà più bella e più forte che pria. E guai a domandarsi col Poeta quante squallide figure attraversano il paese; o com’è misera la vita negli abusi di potere. La povera patria devastata dal dolore forse è dentro un lungo inverno. Ma abbiamo il Drago e il Super Green Pass. Che importa se la primavera tarderà ad arrivare?
agbiuso
È molto difficile ma è un auspicio. Per il bene del corpo collettivo. Contro oscurantismi, follie, superstizioni, arbitrio, violenza, inganni, morte.
agbiuso
La vera abilità di costui sta nelle bugie.
agbiuso
Stato d’emergenza senza fine.
Eh sì, quel modello affascina sempre, «risolve problemi», fa sentire al sicuro, salvo poi sfociare nella catastrofe.
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Cingolani ignora che con le riforme scolastiche degli ultimi 20 anni le Guerre Puniche si studiano, se si riesce, una volta sola.
Una tale incompetenza al servizio di slogan da presentatore televisivo dice molto sul livello del Governo Draghi, oltre che sulle sue intenzioni.
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Scrianziature/(super) green pass da apartheid?
associazioneindipendenza, 27.11.2021
C’è chi evoca l’apartheid per l’introduzione del certificato verde “rafforzato” (Super Green Pass) varato dal governo Draghi.
Un accostamento improprio, ci pare. L’apartheid in Sudafrica o negli Stati Uniti prevedeva l’accesso a luoghi di ritrovo, scuole, mezzi di trasporto, etc. differenti, differenziando sulla base della pigmentazione della pelle (bianchi da una parte, neri dall’altra, per intenderci) e –va da sé– discriminava nei diritti. Una barbarie!
Il Super Green Pass di Draghi & sodali (unitamente alle riforme iper-liberiste di matrice euro-atlantica via via attuate nel sostanziale silenzio e nella non consapevolezza dei più) discrimina nei diritti e, senza tante storie, esclude (se non ci si piega al ricatto estorsivo…) senza nemmeno differenziare.
Storicamente non ci pare di ricordare qualcosa di analogo sotto i regimi dell’apartheid. In sé è peggio.
Ricordiamole le parole dell’Uomo della Provvidenza, Mario Draghi: “Bisogna che anche coloro che da oggi saranno oggetto di restrizioni oppure comunque a cui saranno riservate le restrizioni possano essere, tornare a essere parte della società con tutti noi” (24 novembre 2021, minuto 48:43)
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Interrogativi.
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Sui conti pubblici la Commissione Europea avverte l’Italia
associazioneindipendenza, 25.11.2021
“L’Italia, nel Documento di programmazione e bilancio, non ha pianificato a sufficienza di limitare la crescita della spesa pubblica. Per contribuire al raggiungimento di una prudente politica fiscale, la Commissione Europea invita l’Italia a prendere le necessarie misure per limitare la crescita della spesa pubblica corrente”.
“L’Italia è invitata a monitorare regolarmente l’utilizzo, l’efficacia e l’adeguatezza delle misure di sostegno ed essere pronta ad adattarle, se necessario, alle circostanze che sopravvengono”.
“L’impatto dell’aumento della spesa pubblica sulla posizione fiscale dell’Italia ammonta all’1,5% del Pil, è una cifra significativa e la Commissione invita l’Italia a tenerne conto” così riporta l’ANSA
Non c’è un briciolo di pudore nell’imporre da Bruxelles l’agenda politica italiana. E la cosa passa nell’indifferenza più assoluta (sic!). Non esiste alcuna autonomia né libertà di azione del nostro governo; qualunque esso sia, deve eseguire le direttive extra-nazionali.
Semplicemente a Draghi la cosa è sempre piaciuta, esattamente quanto lui piace ai nostri padroni da ultimo su TIM.
In tale contesto, o si rompe con decisione questo schema oppure ai partiti, salvo rarissime eccezioni extra-parlamentari, non resta che dividersi su temi economicamente neutri. Ed è quello che fanno.
Luca Deperi (Indipendenza, Savona)
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Draghi, Monte Paschi di Siena e l’Italia
di Luca Deperi
associazioneindipendenza, 16.11.2021
Corre l’anno 2007 quando Draghi è governatore della Banca d’Italia…Monte Paschi Siena compra con 9 miliardi Antonveneta, una banca piena di debiti pagata pochi mesi prima 6,6 miliardi da Abn-Amro (in questa cifra era compresa Interbanca che però restò agli spagnoli del Banco di Santander il quale nel frattempo aveva acquistato il gruppo olandese e quindi si era ritrovato in pancia la banca italiana).
Oltre a questi 9mld MPS ha dovuto saldare 7,5 miliardi di debito ad Abn-Amro ex proprietaria di Antonveneta cui aveva garantito la liquidità atta a tenersi in piedi. Il tutto sotto gli occhietti diabolici di Draghi, governatore di Banca d’Italia (informata dei conti Antonveneta già dal 2006) che nulla fece per evitare la sciagurata operazione di Mussari rivelatasi fatale per lo storico istituto senese.
Questo è il salvatore della Patria, quello che tramite il PNRR ha indebitato con l’Europa tutti noi per decenni. Dobbiamo sottostare alle condizionalità poste dai nostri strozzini rinunciando a qualsivoglia politica economica e sociale restituendo quel prestito (di cui una parte sono soldi nostri di ritorno) in una valuta che non potremo mai stampare. Draghi oggi è il garante traghettatore di tutto ciò analogamente al 2007 per l’operazione che segnò la fine di Mps.
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Il sosia.
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L’autorità fascista del governo Draghi e del ministro Lamorgese concede graziosamente di manifestare nei luoghi deserti.
Tecnica ulteriore di dissipatio dei corpi individuali e del corpo politico.
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Un ministro della Repubblica, il leghista Giorgetti, si esprime in termini eversivi, auspicando che senza passaggi parlamentari si pervenga un assetto istituzionale per il quale sarebbe necessaria una modifica della Costituzione.
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Il presidente degli Stati Uniti d’America si reca a discutere del dramma ecologico del pianeta con un seguito di 85 auto di grossa cilindrata, blindate e che dunque consumano molta benzina e inquinano.
«Certo bisogna farne di strada da una ginnastica d’obbedienza / fino a un gesto molto più umano che ti dia il senso della violenza. / Però bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni / da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni» (De André, «Nella mia ora di libertà», da Storia di un impiegato [1973]).
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Volantino ricevuto durante la manifestazione a Milano del 23.10.2021 contro il lasciapassare.
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A proposito dei rapporti attuali e futuri tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, un’intervista del politologo Marco Tarchi, Il Dubbio, 21.10.2021
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“Il ministro dei temporali” (De André) Lamorgese -e con lei l’intero Governo Draghi- sta giustamente ricevendo il plauso di tutti coloro che amano comicità e umorismo.
In effetti, forzaondulatoria è irresistibile.
agbiuso
La forza ondulatoria della menzogna.
Lamorgese è uno dei livelli più bassi raggiunti nella storia dell’Italia repubblicana.
agbiuso
Ma certo, lo sanno tutti e da sempre che assicurazioni e banche sono le migliori alleate del clima e dell’ambiente.
Eh sì, la transizione ecologica è una commedia e Draghi è il suo protagonista.
Il pubblico in sala, posto lì per applaudire, è ben interpretato dal Movimento 5 Stelle.
agbiuso
Un’immagine davvero emblematica del presente.
ll sindacalista CGIL e il banchiere uniti dal lasciapassare sanitario, contro i lavoratori e contro le libertà.
agbiuso
“Ma c’è anche della chiara complicità politica tra Draghi e la Lega, proprio nei giorni in cui massimo è sembrato “lo strappo”, motivato dalla previsione di una riforma del catasto, comprensiva di una “revisione degli estimi” e dunque di un aumento della tassazione sugli immobili.
Anche il tonitruante ma zoppicante Salvini sa che, su questo punto, non può ottenere nulla, perché la riforma del catasto (e delle tasse sulla casa) è una delle 528 condizioni imposte dall’Unione Europea per accedere ai fondi del Recovery Fund (o Next Generation Ue). “Lo vuole l’Europa”, gli ripetono tutti, e a maggior ragione il “commissario europeo al Pnrr”, ossia Mario Draghi.
Ma anche Draghi è consapevole che il suo calante “alleato” – e soprattutto la fascia di piccola e media borghesia settentrionale – ha bisogno di “portare a casa” un trofeo da sbandierare.
L’”autonomia differenziata” è il dono perfetto, a questo scopo. Anche perché il Pd è da anni assolutamente “complice” della Lega su questo punto.
Non ultimo, anche l’Unione Europea, sull’autonomia differenziata, non ha nulla da obiettare. In fondo quel “modello” lì è molto simile a quello adottato a livello continentale: drenare risorse e cervelli dalle aree più arretrate (la Grecia insegna…) e dirottarle verso i centri direzionali delle filiere produttive.
That’s all folks! E mi raccomando… continuate a votare “il meno peggio” per “arrestare l’avanzata delle destre”. Questo vi tocca…”
L’articolo completo si trova qui:
Al via l’”autonomia differenziata”, nascosta nella “manovra
di Dario Barontini, Contropiano, 8.10.2021
agbiuso
Immagino che queste parole di Giorgetti, forse il capo sostanziale della Lega, siano condivise con convinzione da Letta, da Brunetta, da Di Maio (Draghi e Speranza va da sé). Un governo davvero progressista e liberale.
«Un’estensione senza discriminare nessuno». Quando le parole perdono i loro significati, a dominare la vita collettiva è l’arbitrio. Appunto.
agbiuso
Sulla libertà come flatus vocis:
agbiuso
L’irrazionalismo che guida Draghi e il suo governo trova conferma negli adulatori.
I quali ricorrono anche all’oroscopo, come se si trattasse del Faraone.
Il livello dei suoi astrologi è analogo a quello dei suoi “consiglieri” sul Covid_19. Emblematico.
Fonte: https://twitter.com/La7tv/status/1433756949796040708
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La7 – @La7tv
#lariachetira Il segno zodiacale di Mario #Draghi, la Vergine, lo rende già tenace di suo, ma Marte e Saturno così forti nel suo tema natale ne fanno un Vergine particolarmente determinato e molto autorevole
agbiuso
Persino Cossiga aveva ragione su Draghi.
E questo dà la temperatura della politica italiana, del virus che è questo incredibile governo di affaristi, corrotto e liberticida.
agbiuso
Ancora una volta Mario Draghi conferma di essere una macchina cinica, al servizio degli interessi più oscuri.
Gli esperti (veri o presunti) servono come maschera per il Covid19; su tutto il resto -compresa la salvaguardia dei beni archeologici, del Colosseo- diventano un ostacolo da rimuovere.
Il peggio del potere, davvero, lui e il suo Governo.
Draghi e Franceschini al Colosseo: “Se uno ascolta troppo gli esperti non fa niente”
Davide Amato
Per quanto riguarda l’ultima equazione di Draghi (“non vaccinarsi equivale a volere la morte di sé o dei propri cari”), si tratta di un ragionamento rigidamente deduttivo, che non lascia spazio all’incertezza. Una delle cose che ho studiato quest’anno in storia contemporanea è proprio la differenza tra i regimi autoritari e quelli liberali: idealmente, nell’uno prevaleva il ragionamento deduttivo, nell’altro quello induttivo.
Nella scienza, nella medicina, così come nella democrazia, non c’è spazio per il ragionamento deduttivo: esso non lascia spazio al dubbio, alla critica, ed è basato sulla necessità delle sue conclusioni. Per questo tale ragionamento è molto più congenito ai regimi autoritari e totalitari.
Il fatto poi che non si possa pensare che le parole di Draghi siano casuali o dette per superficialità, e vedendo le misure che sta adottando (giustificandole per motivi sanitari), mi fa temere una drammatica svolta autoritaria del neoliberismo occidentale. Non sarebbe il primo caso nella storia, ma sarebbe un duro colpo alle nostre libertà e ai diritti sociali del nostro Paese.
agbiuso
La ringrazio, Davide, per queste esatte riflessioni.
Come vede, lo studio contribuisce a renderci consapevoli e dunque più liberi.
Non a caso ho formulato il nome di Francisco Franco come paradigmatico delle modalità autoritarie e paternalistiche dell’autorità che si crede liberale (certamente sa di non essere democratica, le due determinazioni sono assai diverse) ed è invece fortemente tentata da opzioni tiranniche.
E questo anche perché se non ha dei contrappesi, l’autorità tende ad agire sempre in modo autistico. E il Governo Draghi NON ha contrappesi
Anche per questo il suo capo utilizza sempre più un dispositivo quanto meno paternalistico, sul modello appunto del Caudillo, modello che nella scienza politica ha un significato preciso e molto pericoloso per i diritti dei cittadini.
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agbiuso
Mario Draghi, Presidente del Consiglio pro tempore del Governo italiano, in una recente conferenza stampa ha mentito in due modi:
1) affermando che chi è vaccinato non è contagioso
2) sostenendo che chi non è vaccinato “muore o fa morire”.
Un rapporto così rigido di causa/effetto è degno di un analfabeta. Draghi naturalmente non lo è. La motivazione è il terrore. Penso male di costui ma non immaginavo sarebbe arrivato a uno dei livelli più bassi mai raggiunti dal potere contemporaneo in un Paese democratico.
Come Conte prima di lui, Draghi utilizza sempre più un dispositivo ricattatorio, menzognero e paternalistico, come un qualunque Francisco Franco.
agbiuso
Sul blog/rivista ” di difesa concettuale” Aldous, Davide Miccione, ha pubblicato qualche giorno fa un articolo chiarissimo e disvelante sulle politiche scolastiche e formative del Governo Draghi, sul loro fondamento liberista, sulle loro conseguenze devastanti per ogni giustizia sociale, oltre che per l’esistenza di un pensiero critico: The Closing of italian Mind.
agbiuso
Per il min. Cingolani il TAV è “assolutamente necessario”. E vuole venire a Chiomonte a giocare con la talpa
Notav.info, 1.7.2021
Quale fosse l’idea di “transizione ecologica” che aveva in testa Roberto Cingolani si poteva capire da subito. Già direttore del ben poco ecologico Laboratorio Nazionale di Nanotecnologia (NNL), già capo dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT) – organismo incensato da tutti gli economisti neo-liberisti italiani, opaco, stra-pagato con soldi pubblici ma con confindustria nel CDA – poi Responsabile dell’innovazione per l’azienda di armamenti Leonardo è infine approdato al ministero fortemente voluto dal M5S come garanzia per entrare nel governo Draghi (addirittura Grillo si presentò con Cingolani ai deputati per convincerli a votare la fiducia). Quali sono le sue idee di “green”, il ministro l’ha poi chiarito subito coi fatti: autorizzazione di nuove trivelle, apertura verso il ritorno del nucleare in Italia (nonostante l’ipotesi sia stata chiusa da un movimento decennale e due referendum), allentamento dei vincoli ambientali per i parchi foto-voltaici ed eolici, simpatia per gli inceneritori, dichiarazioni contro il divieto della plastica mono-uso sono solo alcune delle perle che ci ha regalato in appena qualche mese colui che dovrebbe rappresentare le istanze ambientaliste in seno al governo “dei migliori”. Anche su chi dovrebbe pagare il conto della transizione verso un’economia verde il ministro non ha dubbi. Non certo le multinazionali, che hanno accumulato profitti giganteschi devastando il pianeta, ma i cittadini “ad esempio sulla bolletta elettrica”.
Ieri, se mai servisse, è arrivata la definitiva conferma della stoffa del ministro porta-bandiera dei grillini. A Torino, durante l’evento ‘La trasformazione ecologica del Piemonte’ Cingolani si è espresso senza riserve a favore del raddoppio della linea Torino-Lione, “parte della trasformazione assolutamente necessaria”. Addirittura invitato a visitare il cantiere di Chiomonte, risponde beato che “verrà volentieri” anche perché è “incuriosito” da “queste mega talpe al lavoro” che hanno già cominciato a devastare la Val Clarea.
Il ministro ha poi continuato con il grossolano mix di ignoranza e malafede che caratterizza tutti i si tav col cerone verde dichiarando che il TAV servirà a diminuire “il traffico privato e il piccolo trasporto”. Peccato che una linea AV tra Torino e Lione è in servizio da 20 anni, e la già esigua riduzione dei tempi annunciata in pompa magna dai promotori sfumerà definitivamente vista la variante di progetto sulla quale si sta orientando la Francia. Quanto al “trasporto merci” che il ministro desidera mettere su rotaia, nessuno più di chi vive in Val di Susa sa quanto la diminuzione del numero di camion sia importante. Peccato che una linea alta capacità è già in esercizio, è stata rinnovata nel 2011 ed è usata a meno del 20% delle sue capacità vista la mancanza di volontà dello stato italiano di usare incentivi fiscali adeguati per scoraggiare il trasporto su gomma che andrebbero a intaccare i profitti dei soliti noti.
Su una cosa però siamo completamente d’accordo col ministro, come Cingolani crediamo che “le ideologie sono le peggiori nemiche del futuro dei nostri figli”. Quella del PIL prima della salute, del cemento ad ogni costo e delle valli alpine ridotte a corridoi logistici è certamente tra le peggiori. Venire in Val Susa per credere.
agbiuso
Non è mai troppo tardi per scoprire che il Governo Draghi è stato inventato, esiste e durerà per privatizzare tutto ciò che resta da privatizzare, per estendere privilegi e diseguaglianze, per umiliare la “sinistra” masochista, per imporre gli ordini sovranazionali di Bruxelles e dei suoi banchieri. Non è mai troppo tardi.
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Le scelte economiche di Draghi sotto la lente di Foucault
di Alfonso Gianni, il manifesto, 26.6.2021
Le firme dei 65 economisti che insegnano in varie università del nostro paese, e non solo, contro le impresentabili nomine effettuate dal governo per il Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica, sono ormai diventate centinaia. Troppo evidente è il contrasto fra un Piano che, per quanto criticabile, prevede il più ampio intervento di investimenti pubblici da molti anni a questa parte e il profilo intellettuale dei nuovi nominati.
Non solo alfieri del neoliberismo, ma della sua versione peggiore, capaci di sostenere le tesi più estreme e strampalate di una teoria economica il cui fallimento storico è ormai consolidato. Negazionisti del cambiamento climatico, sostenitori della libera circolazione delle armi in mano ai cittadini, contrari all’acqua pubblica, fautori della liberalizzazione dei trasporti. Tutte tesi falsificate dalla realtà, oltre che contraddette dal semplice buon senso. Vi è quindi da domandarsi da cosa deriva una scelta talmente improvvida.
È DOVUTA dalla “necessità” di tenere conto delle pressioni della destra presente nel governo, peraltro in altre faccende affaccendata, vedi ddl Zan? Si tratta di una provocazione nei confronti dell’ala sinistra del medesimo, alla quale peraltro la stessa ha risposto zittendo chi elevava qualche protesta? Oppure è semplicemente la sottolineatura che il Nucleo conta poco dal momento che il sistema di governance delineato negli ultimi provvedimenti prevede che in ultima analisi la decisione è saldamente in mano al capo del governo? Ognuna di queste spiegazioni in realtà sarebbe già un’aggravante del quadro. Tuttavia nessuna di esse appare del tutto convincente.
LA SENSAZIONE che è che ci sia dell’altro, ovvero che lo scempio delle nomine sia un tassello di un processo di più ampio respiro. Anche perché a queste va certamente sommata la nomina a capo della Cassa depositi e prestiti di Dario Scannapieco, attivissimo ed entusiasta sodale di Draghi nelle grandi privatizzazioni degli anni Novanta. E’ vero che già il suo predecessore, Fabrizio Palermo, sosteneva che la Cdp non sarebbe mai diventata una nuova Iri, poiché non ci sarebbe “la nuova via italiana al capitalismo misto, pubblico e privato, è il capitalismo paziente che investe lì dove ci sono i fattori per lo sviluppo”. Quasi un antipasto del Pnrr. Il che dimostra, nel profondo, una linea di continuità fra questo governo e quelli che l’hanno preceduto.
MA ANCHE L’ACCUSA di una spudorata ripresa dei mantra del neoliberismo non è sufficiente a comprendere quanto sta avvenendo. Forse dovremmo fare ricorso alla categoria dell’ordoliberismo, teoria nata negli anni Trenta a Friburgo, pur con le attualizzazioni del caso e scontando il fatto che ogni teoria economica non esiste mai nella realtà allo stato puro, ma sempre in una tensione di adattamento al momento storico-politico e alle tradizioni del paese in cui si applica.
TRA I MOLTI che si sono cimentati con il tentativo di definire tale teoria per distinguerla dal neoliberismo, non accontentandosi di concepirla come un neoliberismo stato-centrico, vi è senz’altro Michel Foucault che alla fine degli anni ’70 (Nascita della biopolitica, Corso al College de France 1978-79) sottolinea che gli ordoliberali non si limitavano a tracciare limiti all’intervento pubblico in economia, ma volevano “porre la libertà di mercato come principio organizzatore e regolatore dello Stato, dall’inizio della sua esistenza sino all’ultimo dei suoi interventi.
Detto altrimenti: uno Stato sotto la sorveglianza del mercato, anziché un mercato sotto la sorveglianza dello Stato”. Quindi l’ordoliberismo non è affatto una versione gentile del neoliberismo. Il suo obiettivo è il rovesciamento del ruolo e della funzione dell’intervento pubblico, piuttosto che la sua limitazione e men che meno la sua sparizione. Esso si rende garante dell’implementazione del principio della concorrenza, non più come via libera agli spiriti animali del capitalismo, ma come strumentazione ordinata da un quadro legislativo. Non è dunque un capriccio che tra le riforme collegate al Pnrr vi sia quella sulla concorrenza.
L’INTERVENTO PUBBLICO può tranquillamente avvenire in un quadro sovranazionale, nel quale si impone una élite politicamente e tecnicamente agguerrita, in un quadro di a-democratizzazione dell’ordine politico, interno ai singoli paesi e internazionale, capace di resistere in primo luogo ai bisogni e alle aspirazioni delle popolazioni ed anche, se si presenta il caso, alle grandi multinazionali quando esagerano nel volere costruire uno spazio giuridico e fiscale proprio. Non è forse questa la storia fino ad oggi dell’Unione europea? E Draghi ne è stato progettatore e interprete. Ma questo significa anche che se ci fosse una sinistra politica si alzerebbe l’asticella dello scontro.
agbiuso
CAI, SAI e ITA: Alitalia e il gioco delle tre carte
associazioneindipendenza, 6.6.2021
Dopo la disastrosa privatizzazione avviata da Prodi e conclusa con i ‘capitani coraggiosi’ racimolati da Berlusconi (CAI), la catastrofe araba di Ethiad a regia Renzi-Montezemolo (SAI) con tanto di spot-televendita in hangar a Fiumicino (‘allacciate le cinture, Alitalia decolla!’), i cocci tornano allo Stato che in questi anni si è fatto comunque carico di ammortizzatori sociali, mancato gettito, un ingresso indiretto con Poste Italiane prima della privatizzazione, procedure giudiziali e via elencando.
Ad ogni passaggio le stesse ricette: ridimensionamenti occupazionali e di quote di mercato, investimenti anemici, operazioni opache se non addirittura penalmente rilevanti sugli attivi societari e sui centri di spesa (consulenze, contratti di assicurazione, rappresentanza…), finanziarizzazione (aerei in leasing, esternalizzazioni dei servizi) riduzione delle attività (servizi a terra, manutenzioni anche leggere, cargo).
Non c’è due senza tre e stupisce che ci si attendano risultati diversi: come nel gioco delle tre carte, quale sia la scelta, il risultato è uguale. Ci rimettono i lavoratori, espulsi a migliaia dal perimetro aziendale (dai 24.000 dipendenti diretti della gestione pubblica, si arriva oggi a vociferare di nemmeno 5.000 effettivi), l’utenza (spinta nelle braccia della concorrenza straniera tanto sul mercato dei voli interni quanto alimentando le grandi compagnie nelle tratte a lungo raggio con scalo fuori dall’Italia), l’indotto turistico, infrastrutturale e dei fornitori.
Spesso tuttavia non si coglie il motivo per il quale, nonostante la voragine di perdite, si continuino operazioni spregiudicate e palesemente prive di sbocchi: la realtà è che c’è chi su Alitalia ci guadagna. I beneficiari degli appalti a prezzi gonfiati, gli acquirenti a prezzo di saldo, gli investitori destinatari di vantaggi indiretti dalla politica (ricordiamo Toto, ex patron di AirOne concessionario anche dell’Autostrada Roma-L’Aquila o i Riva, ex proprietari dell’ILVA di Taranto, altro storico bubbone, Banca Intesa, partner della prima privatizzazione e acquirente al prezzo di un euro degli attivi delle banche popolari venete, in ragione di 0,50 euro ciascuna).
L’unica ipotesi che aveva un barlume di politica industriale, per quanto tutta da circostanziare, era un’integrazione con le Ferrovie nel quadro di un polo pubblico della mobilità: tramontata anch’essa.
È di questi giorni la notizia che non vengono pagati gli stipendi e ad Alitalia si affianca la vertenza Air Italy (ex Meridiana): al di là della retorica sulla salvaguardia dei posti di lavoro, si sta consegnando mani e piedi a operatori stranieri l’intero comparto del trasporto aereo scrivendo l’epitaffio sugli ultimi complessi aziendali superstiti.
Un fatto emblematico: oggi ci si sbraccia a difendere ‘il tricolore’ dopo aver alzato bandiera bianca da trent’anni rispetto alle linee d’indirizzo comunitarie, al dogma delle privatizzazioni, all’abdicazione a qualsiasi politica industriale pubblica e al parassitismo clientelare interno.
La nuova compagnia, nata dopo la consueta penosa ‘umiliazione stile Canossa’ a Bruxelles, ha una dotazione finanziaria ridicola, dimensioni insignificanti e, per unanime opinione, nessuna prospettiva diversa dal diventare una modesta sussidiaria regionale di qualche gruppo estero, probabilmente Lufthansa.
L’interlocutore della Commissione Europea è stato Giancarlo Giorgetti, potentissimo vicesegretario della Lega e Ministro dello Sviluppo Economico nel governo Draghi, del quale abbiamo potuto apprezzare il ‘sovranismo’ (sic!) nel difendere l’interesse nazionale opponendosi ai diktat comunitari: nell’attesa di uscire dall’euro, si inizia ad uscire dal mercato del trasporto aereo e pazienza se anche stavolta invece delle cinture allacciamo il cappio.
agbiuso
«Incendi»? Con l’immaginario completamente colonizzato dalla televisione, dai media, dal terrore, neppure se precipitati nella più nera miseria gli italiani sono in grado di accendere un fuocherello di rivolta.
Confindustria e Governo Draghi possono stare tranquilli.
Spero di sbagliare ma il corpo collettivo è spento, rassegnato, malato.
Davide Amato
Caro professore,
al momento la penso come lei. Ma qualche cosa prima o poi succederà. “Ci sono decenni in cui non accade nulla, e settimane in cui accadono decenni”.
agbiuso
Fingono, anche Landini, di non sapere che Draghi e il suo governo esistono anche per questo: per licenziare, per svendere, per impoverire i molti e arricchire i pochi. È la politica della Unione Europea e quindi anche di Forza Italia e del Partito Democratico, la politica del liberismo.
Chi pensa ad altro o è in malafede o è sciocco o ne trae vantaggi.
agbiuso
Il 25 aprile, la Liberazione dal nazifascismo non meritano di essere trattati così, con questa suprema ipocrisia di chi parla di diritti mentre li opprime, di chi parla di Italia mentre la sta svendendo pezzo a pezzo. E ormai da molti anni.
Questo è Draghi, questo è il suo governo.
agbiuso
Ironicamente, il 25 aprile.
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La telefonata di SuperMario a Ursula
Fonte: associazioneindipendenza, 25.4.2021
“Una telefonata allunga la vita” recitava Massimo Lopez in una pubblicità di diversi anni fa. Sarà. Quella di Mario Draghi, certamente concorrerà a peggiorarla per l’Italia.
L’Ansa, sotto l’immagine di Super Mario al telefono, citando fonti di governo italiane, informa che il presidente del Consiglio ha telefonato a Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione Europea (CE). “Sbloccato l’impasse” sul Recovery, annuncia. Si scopre così l’esistenza di una misteriosa impasse a pochi giorni dal 30 aprile, giorno entro il quale il Governo dovrà far pervenire alla CE il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) nell’ambito del Next Generation EU. Impasse che aveva comportato lo slittamento del Consiglio dei ministri.
Quale il motivo dell’impasse? Non è dato saperlo, ma lo si può ricavare dall’Ansa stessa: “Il premier (…) ha garantito l’impegno dell’Italia sulle riforme: ci sarà il cambio di passo necessario” bla bla bla. “A questo punto, si attende a breve la convocazione dei ministri a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri”.
Ecco, siamo alle “condizionalità”, cioè alle “necessarie riforme”. Quali? Nel merito se ne parla poco, molto poco, tra “green”, modernizzazione, fanfaronate sulla generosa “pioggia di miliardi” della “Grande Unione Europea” e amenità varie. Ci pensa Super Mario!
agbiuso
L’analisi del personaggio Draghi condotta da Bruno Ruggeri parla di questo banchiere, certo, ma descrive soprattutto l’informazione italiana, l’inemendabile miseria che la caratterizza.
Semiologia della dedizione
il Tascabile, 7.4.2021
Qui la versione in pdf del testo, con alcune mie evidenziazioni.
agbiuso
Ho letto di 3.700 euro di media con i quali il Governo Draghi ‘sostiene’ tre milioni di imprese.
Un’elemosina offensiva sino al crimine. Chiusure di aziende, fallimenti, disoccupazione e miseria sono compatibili con la salute?
Ci si ammala e si muore soltanto di Covid19? Non è forse invece questa la morte collettiva?
agbiuso
Un’intervista assai lucida di Luciano #Canfora:
“L’ultima metamorfosi del Pd: portaborse di Draghi”.
“Non è più un partito di sinistra. È un oggetto governistico subalterno a chiunque lo porti al potere”. Così come “subalterna”, dice lo storico, è anche la stampa che adula il premier come faceva col Duce
By Alessandro De Angelis
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Alcuni brani dell’intervista:
Non è più un partito di sinistra. Ha sostituito al bagaglio intellettuale e pratico suo caratteristico, una parola priva di senso che diventa un Santo Graal discriminante: l’europeismo. Mi chiedo cosa significhi. Siamo tutti europeisti, ma stai con i lavoratori o con i detentori del capitale? Con gli sfruttati o con chi trae profitto dal lavoro dipendente? Un continente non è un’idea politica, magari lo era nella testa di Altiero Spinelli che diceva “l’Europa, se ci sarà, dovrà essere socialista”. Citano Spinelli ma non hanno letto il Manifesto di Ventotene.
Sovranismo è una parola inventata e priva di contenuto. Dire che la sovranità nazionale è un disvalore è una stupidaggine. Se una cosa è giusta, anche se la dice un uomo di destra, non cessa di essere giusta. Ad esempio, la difesa della sovranità nazionale di fronte al capitale finanziario non è sbagliata.
La Costituzione prevede l’appello del presidente al Parlamento semmai, non l’appello alle forze politiche. Ripeto: portaborse. L’errore è stato non andare alle Camere e chiedere la fiducia. Non mi dica anche lei che non si poteva votare, perché si vota in tutto il mondo.
È un meccanismo mentale già conosciuto, penso agli ultimi cancellieri della Repubblica di Weimar, dal 1930 al 1933 venivano elogiati perché si riteneva che con loro il partito nazionalsocialista sarebbe stato tenuto a bada. E alla fine? Quei cancellieri consegnarono al capo di quel partito il governo della repubblica. Draghi fa il premier, ha intorno alcuni ministri suoi, altri, per dirla alla De Gaulle, sono la ricreazione. Ma l’unico che interloquisce con Draghi, che va lì a protestare, condizionando, è Salvini, come nel caso delle chiusure.
agbiuso
Le buone opere di Mario Draghi, uomo della banca d’affari Goldman Sachs e attuale Presidente del Consiglio italiano.
agbiuso
Con Draghi lo Spettacolo diventa truce, degno degli zombie nutriti di derivati, hedging, asset, obbligazioni, commmodity, futures, swap.
Della vita rimangono soltanto gli occhi/dollari di zio Paperone. «Sono ciechi e guide di ciechi» (Mt, 15, 14)
agbiuso
Da un articolo di Tomaso Montanari
Le tasse, la progressività e gli “infortuni” del presidente del Consiglio
22.2.2021
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Il giorno stesso che questo mio articolo è uscito sul Fatto Quotidiano, il blog di Carlo Clericetti sul sito di Repubblica ha svelato che pressoché tutta la parte del discorso di Draghi sulla riforma fiscale era presa di peso (col taglia e incolla) da un articolo di Francesco Giavazzi uscito il 30 giugno scorso sul Corriere della sera. È una notizia clamorosa: ed è ancor più clamoroso che la stessa Repubblica non l’abbia data nelle sue pagine a stampa. Io, per esempio, me ne sono accorto solo oggi: e solo perché il Fatto Quotidiano ha rilanciato la notizia in prima pagina. Immaginiamo se a esser beccato con le mani nella marmellata del plagio fosse stato Conte, o un ministro grillino: apriti cielo, ci sarebbe stato il (giusto) scandalo che oggi (ingiustamente) non c’è. E invece oggi tutti tacciono sul messianico Draghi che copia il suo discorso di investitura come uno studente negligente e sprovveduto. O, il che è forse perfino peggio, che si fa scrivere il discorso da uno staff drammaticamente inadeguato.
Ma in che mani siamo? Oltre a squarciare per l’ennesima volta il velo sulla mancanza di professionalità e sul servilismo della grande stampa italiana, questo surreale episodio aiuta a vedere due cose, peraltro già ben chiare. La prima è che Draghi non è affatto il “keynesiano di ritorno”, il riscoperto allievo di Caffè, che molti dei suoi agiografi stanno cercando di spacciare: rimane un liberista a dentatura tutta intera, come dimostra l’adesione (invero letterale) al verbo di uno dei rappresentanti di punta dell’ultraliberismo nostrano. La seconda è che Draghi non è affatto un marziano, un messia angelico, una figura di “alto profilo”. È, invece, un rappresentante di punta di una classe dirigente smandrappatissima, inadeguata, bollita, perenta. Del resto, la scelta dei ministri lo diceva già, a gran voce: accanto all’impressionante serraglio dei politici, i tecnici non sono da meno. Una galleria di notabili ormai maturi (alcuni sulla via del disarmo) che hanno già fatto tutti i danni che potevano fare, plasmando l’Italia e il mondo come sono. Altro che dream team, altro che marziani: è l’establishment che torna sul luogo del delitto. E che establishment. Aver ben chiaro questo punto serve a ricordarci perché crediamo nella democrazia, e non nella oligarchia dei sedicenti migliori.
Negli stessi giorni, gli inqualificabili insulti sessisti di un professore universitario fiorentino contro Giorgia Meloni si accompagnavano, nella medesima intervista radiofonica, alla convinzione che parlamentari ignoranti, e che «si esprimono come pesciaioli», non dovrebbero permettersi nemmeno di rivolgersi «a uno come Draghi». Riuscire ad attaccare la Meloni da destra è davvero un’impresa, la stessa che i grandi giornali “progressisti” hanno compiuto per anni contro i parlamentari grillini. Il regime dei migliori, l’aristocrazia, non è mai la via d’uscita per la crisi della democrazia. Per mille ragioni più importanti, ma anche perché i cosiddetti migliori non lo sono mai.
agbiuso
Da notav.info 27.2.2021
Ieri potrebbe essere stata una giornata storica: nuovo governo, nuovo ministero. Via i vecchi “trasporti” e dentro le “mobilità sostenibili”. E’ il cambio di un’epoca? Chissà.
Diciamocelo però. Non era necessario piombare a capofitto nella crisi pandemica o giungere sull’orlo del precipizio della crisi climatica, per comprendere che quella della Mobilità Sostenibile è una delle sfide chiave per il futuro, a cominciare dalle grandi aree urbane.
Certo, ora contiamo i contagi giornalieri propagati dai quotidiani assembramenti per l’imbarazzante insufficienza di autobus e tram. Quindi è più semplice capire quanto sia immane lo sperpero di denaro pubblico tumulato per decenni nel cemento e nell’asfalto di faraonici progetti e appalti di grandi opere inutili e incompiute.
E ora contiamo i morti annui per le polveri e gli ossidi azoto, vomitati quotidianamente nell’aria delle nostre città da fiumi di auto e camion. Quindi suona meno strano vedere amministratori locali indagati dalla magistratura perché direttamente responsabili del vuoto spinto di azioni concrete sulla lotta all’inquinamento atmosferico. Guarda caso, molti di questi amministratori sono gli stessi che, incessantemente, ci hanno ripetuto per anni quanto fossero fondamentali, irrinunciabili, inarrestabili proprio le stesse grandi opere. Proprio quelle grandi opere che, nel frattempo, hanno inquinato con i loro cantieri, distrutto territori e rubato risorse alle opere necessarie: le mobilità sostenibili su cui ora si prova a rifondare il Ministero.
Le uniche infrastrutture necessarie in questo Paese sono quelle utili: quindi viva il Ministero se sarà delle Infrastrutture UTILI e delle Mobilità Sostenibili.
Che dire allora della notizia di ieri? Non era necessario essere draghi per capire tutto questo. Eppure non si tratta di un cambiamento da poco. Con la Sostenibilità non si scherza. Anzi, la si misura. E noi siamo pronti a misurare il governo dei draghi sul piano dei fatti.
La prima misura? Si chiama CO2.
Lo dice persino la Corte dei Conti Europea: i cantieri delle grandi opere producono molte più emissioni di CO2 di quante saranno mai in grado di recuperare in decenni e decenni di millantato utilizzo. E in ogni caso immensamente dopo quel 2050, data fatidica alla quale abbiamo deciso – UE, Italia, tutti – che le emissioni devono andare a zero.
Ecco, i draghi di governo hanno un’occasione formidabile per dimostrarci se fanno sul serio. Un caso-studio perfetto per sperimentare il nuovo corso delle “infrastrutture sostenibili”: il TAV Torino-Lione, la grande opera inutile d’Europa.
Un cannone puntato sul clima da 10 milioni di tonnellate di CO2 di cantieri a fronte di previsioni di utilizzo gonfiate ad arte. Quanto di più incompatibile si possa immaginare con ogni logica di programmazione futura in Europa, in Italia e a livello locale. Un dinosauro nato nel passato remoto degli anni ‘90 in cui si credeva ancora nella crescita infinita, giunto vivo ai giorni nostri solo perché difeso ad ogni costo da una politica retrograda e vorace. Eppure, dell’opera gigantesca si sono viste finora solo piccole frattaglie. Quindi fermarla è un attimo, anzi un vero affare. Un gioco da ragazzi (pardon, da draghi), a costi irrisori, penali inesistenti, risparmi giganteschi e gloria imperitura.
Fermatela allora, fermate ora il TAV Torino Lione.
Quei miliardi metteteli sulle mobilità veramente sostenibili. Chiudete i cantieri del TAV e di tutte le grandi opere inutili. Rimettete a posto quello che avete distrutto, risarcite i territori dei danni che avete fatto. E chiedete scusa. Alla gente del Movimento No Tav e a tutte le comunità e i territori che da anni in lottano per difendere il bene comune.
Buon lavoro signor Ministro. Noi la aspettiamo nel futuro.
agbiuso
Case farmaceutiche che violano i contratti; «mediatori di mercati paralleli» che si offrono, come se gli Stati fossero dei tossici; accordi e procedure secretate.
La salute degli umani non conta nulla per il liberismo, non ha mai contato, non conterà mai.
I presunti salvatori appartengono anch’essi alle strutture criminali del capitalismo, a volte ne sono persino esponenti di primo piano. Anche per questo hanno il pieno consenso della stampa «libera» :-))
agbiuso
Ai 15 senatori si aggiungono decine di deputati del Movimento 5 Stelle che hanno con coerenza rifiutato la fiducia a un Governo composto da banchieri, tecnocrati e mafiosi. Inserisco qui i nomi di chi ha esplicitamente votato contro, ringraziandoli (altri sono stati semplicemente assenti):
Corda, Sapia, Spessotto, Testamento, Volpi, Baroni, Cabras, Colletti, Costanzo, Forciniti, Giuliodori, Maniero, Russo, Sarli, Termini e Vallascas.
agbiuso
Ringrazio i 15 senatori del Movimento 5 Stelle che sono stati espulsi da coloro che avevano ottenuto il mio voto garantendo che non si sarebbero alleati con le vecchie e distruttive forze politiche.
E invece si sono alleati, nell’ordine, con la Lega, il Partito Democratico, Berlusconi.
Queste persone vengono espulse per non aver votato la fiducia al Governo Draghi. Per questo vi ringrazio:
Rosa Abate, Luisa Angrisani, Margherita Corrado, Mattia Crucioli, Fabio Di Micco, Silvana Giannuzzi, Bianca Granato, Virginia La Mura, Elio Lannutti, Barbara Lezzi, Matteo Mantero, Cataldo Mininno, Nicola Morra, Fabrizio Ortis, Vilma Moronese.
agbiuso
È restaurazione. Più contro il popolo che contro il populismo
di Dante Barontini,
Contropiano. Giornale comunista, 11.2.2021
Qualche brano da questo articolo assai lucido:
“Poi la luce, la calma dopo la tempesta (ma non era prima?), il roseo futuro che ci attende con Biden alla casa Bianca e, soprattutto, con Mario Draghi a Palazzo Chigi (subito) e poi al Quirinale (tra un anno).
Chiaro che questa “calma” esiste solo nella comunicazione del media mainstream, mai come oggi “voce del padrone”. L’informazione, il giornalismo, non abitano più lì…[…]
C’è ora un solo Partito Unico Liberale, che incarica non a caso i fascisti alla Meloni di fare l’”opposizione della corona” (con lo spazio riservato un tempo ai giullari di corte). E c’è un solo megafono mediatico a reti e testate unificate. […]
Ma si capisce anche che quell’odio per il “populismo” vela appena, e molto malamente, l’odio per il popolo. La classe dirigente, in questo momento e attraverso l’imposizione di Draghi alla guida di un governo senza opposizione – e senza alcun mandato elettorale, si sarebbe detto fino a dieci giorni fa – può finalmente rivendicare di aver diritto al potere assoluto sulla massa dei cittadini, ‘sulla plebe’, che deve restare sotto il tallone e non fiatare più”.
agbiuso
Le radici lontane del governo Draghi.
Da leggere sempre nel contesto della lotta di classe vinta, per ora, dal liberismo, dai padroni.
Davide Amato
Caro professore,
condivido ogni sua osservazione, e aggiungo, a conferma di quanto dice sul «tramonto della politica», che la Goldman Sachs ha definito Draghi «Lender of last resort», avvertendo giorni addietro la politica che se il suo governo non dovesse andare in porto si verificherebbe un aumento «del rischio sovrano» e una fuga di investitori istituzionali che «venderebbero l’Italia» (https://www.milanofinanza.it/news/goldman-sachs-draghi-ultima-frontiera-poi-si-vende-italia-202102040919406549).
Questo non è che il segno del completo commissariamento della democrazia parlamentare: a comandare sono i mercati, e ormai (con Draghi) lo fanno direttamente senza alcuna intermediazione politica. La nostra scandalosa compagine partitica si è limitata a obbedire pedissequamente agli ordini della finanza e del capitalismo internazionale, senza la minima protesta neppure dai 5S o dalla cosiddetta “sinistra” di Leu.
E chiudo aggiungendo un ultimo spunto, già sottolineato da Carlo Formenti: non è un caso che Draghi sia arrivato subito dopo l’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca. I suoi appelli all’unità delle nazioni occidentali contro la minaccia orientale della Russia e della Cina vedranno con Draghi una rassicurante risposta di adesione da parte dell’Italia: ancora una volta il nostro Paese si piegherà al capitalismo militare, finanziario, atlantista degli Stati Uniti, il cui unico scopo è preservare il potere dell’oligarchia economica che decide le sorti dell’Occidente.
agbiuso
Caro Davide, la ringrazio della condivisione e del link all’articolo di MilanoFinanza, il quale -per quanto sintetico- è davvero significativo, almeno per tre elementi oltre quelli da lei ben evidenziati:
-«Draghi (dal 2002 al 2005 banker di Goldman Sachs)»
-«i fondi non saranno trasmessi all’Italia se prima il governo non attuerà le riforme»
-«Draghi viene visto come un facilitatore anche nella strategia sulle vaccinazioni “grazie ai legami che il banchiere ha con le istituzioni europee”».
agbiuso
Una presentazione del governo Draghi adeguata al livello di autonomia dell’informazione italiana:
Il Cinegiornale Leuropeista
13.2.2021 – YouTube