Il testo di questa brachilogia non è mio ma esprime compiutamente ciò che penso, ciò che ho pensato da subito e che lo svolgersi degli eventi va confermando. L’autore è Gianfranco Sanguinetti definito da Afshin Kaveh (nel suo recente Le ceneri di Guy Debord, Catartica 2020, p. 17) «l’amico e situazionista» che intrattenne un rapporto costante, per quanto come sempre travagliato, con Guy Debord sino allo scioglimento dell’Internazionale Situazionista e anche oltre.
È stato Kaveh a segnalarmi questo testo e gliene sono grato. Condivido infatti per intero quello che scrive Sanguinetti.
Il link (in nota n. 2) a un articolo di Jacques Attali del 2009 è impressionante: Attali descriveva e auspicava ciò che sta avvenendo oggi: «On devra, pour cela, mettre en place une police mondiale, un stockage mondial et donc une fiscalité mondiale. On en viendra alors, beaucoup plus vite que ne l’aurait permis la seule raison économique, à mettre en place les bases d’un véritable gouvernement mondial», così tradotto da Franco Senia: «Dovrà essere, pertanto, istituita una polizia mondiale, un sistema di scorte a livello mondiale e, di conseguenza, una fiscalità mondiale. In questo modo, arriveremo in breve, assai prima di quanto lo avrebbe consentito la sola ragione economica, a porre le basi di un vero e proprio governo mondiale». Tutto molto chiaro.
Le analisi di Elias Canetti vengono ogni giorno confermate: non c’è bisogno di alcun complotto -ma di interessi finanziari sì- poiché la paranoia del potere si alimenta da sola, fa di sé il proprio combustibile.
Aggiungo solo, a questo proposito, due brani dell’articolato documento di un’associazione di medici -AMPAS– i quali si chiedono:
«se le informazioni provenienti dalle figure che operano come consulenti del Ministero della Salute siano diffuse con la comunicazione dei conflitti di interesse che essi possano avere con aziende del settore. Non sarebbe etico né lecito avere consiglieri che collaborano con grandi aziende farmaceutiche.
Sempre in tema di conflitto di interessi: è stato il Parlamento a stabilire i componenti della Task force costituita recentemente per affrontare la cosiddetta fase2? Sono presenti possibili conflitti di interesse? Tali soggetti pare abbiano chiesto l’immunità dalle conseguenze delle loro azioni. Ma non dovrebbero essere figure istituzionali a prendere “decisioni” sul futuro del nostro paese? Una cosa è la consulenza, altro è decidere “in nome e per conto”. Con quale autorità?
Il giornalismo dovrebbe essere confronto di idee, discussione, valutazione di punti di vista diversi. Ci chiediamo quanto sia garantita la libertà di espressione anche di professionisti che non la pensano come noi. Vediamo invece giornalisti che festeggiano la “cattura” di un povero runner sulla spiaggia da parte di un massiccio spiegamento di forze, e la sistematica cancellazione di ogni accenno a diversi sistemi di cura rispetto alla “narrazione ufficiale” del salvifico vaccino, si tratti di vitamina C o di eparina, in totale assenza di contraddittorio.
In questo quadro intossicato, le reti e i giornali maggiori mandano in onda continuamente uno spot, offensivo per l’intelligenza comune, in cui si ribadisce a chiare lettere che la loro è l’unica informazione seria e affidabile: il resto solo fake. Viene così creata l’atmosfera grazie alla quale si interviene su qualunque filmato, profilo social, sito internet che non si reputi in linea con la narrazione ufficiale. Nessuna dittatura può sopravvivere se non ha il supporto di una informazione asservita».
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Il Dispotismo Occidentale
di Gianfranco Sanguinetti
Versione originale francese: Mediapart – 15.4.2020
Traduzione italiana di Franco Senia, rivista dall’autore
La conversione, delle democrazie rappresentative occidentali, a seguito del virus, a un dispotismo del tutto nuovo ha assunto la forma giuridica della «forza maggiore» (in giurisprudenza, com’è noto, la forza maggiore è un caso di esonero dalla responsabilità). E dunque il nuovo virus è, allo stesso tempo, sia il catalizzatore dell’evento sia l’elemento di distrazione delle masse per mezzo della paura 1.
Per quante ipotesi io avessi formulato fin dal mio libro Del Terrorismo e dello Stato (1979) sul modo in cui sarebbe avvenuta una tale conversione, a mio parere ineluttabile, dalla democrazia formale al dispotismo reale, devo confessare che non avevo mai immaginato che sarebbe potuta avvenire col pretesto di un virus. Ma le vie del Signore sono davvero infinite. E lo sono anche quelle dell’astuzia della ragione hegeliana.
L’unico riferimento, se vogliamo, tanto profetico quanto inquietante, è quello che ho trovato in un articolo che Jacques Attali, ex presidente della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERD), scriveva su L’Express ai tempi dell’epidemia del 2009:
«Se l’epidemia si aggraverà un po’, cosa possibile, dal momento che è trasmissibile dall’uomo, potrebbe avere delle vere e proprie conseguenze planetarie: economiche (i modelli suggeriscono che potrebbe causare una perdita di 3.000 miliardi di dollari, ossia un crollo del 5% del PIL mondiale) e politiche (dovute ai rischi di contagio…) Dovrà essere, pertanto, istituita una polizia mondiale, un sistema di scorte a livello mondiale e, di conseguenza, una fiscalità mondiale. In questo modo, arriveremo in breve, assai prima di quanto lo avrebbe consentito la sola ragione economica, a porre le basi di un vero e proprio governo mondiale» 2
Quindi, la pandemia era già stata prospettata: quante simulazioni saranno state fatte dalle maggiori compagnie di assicurazioni! E dai servizi di protezione degli Stati. Pochi giorni fa l’ex primo ministro britannico, Gordon Brown, è ritornato sulla necessità di un governo mondiale: «Gordon Brown ha esortato i leader mondiali a creare una forma temporanea di governo mondiale per affrontare le due crisi, quella sanitaria e quella economica, causate dalla pandemia di Covid-19» 3.
Si può aggiungere che il fatto che una simile occasione possa essere o colta oppure creata, non cambia molto il risultato. Una volta che l’intenzione c’è, e che la strategia è stata delineata, basta avere il pretesto, e poi agire di conseguenza. Tra i capi di Stato, nessuno è stato preso alla sprovvista, se non proprio all’inizio, lasciandosi andare a questa o a quella stupidaggine. Subito dopo, da Giuseppe Conte a Orban, da Johnson a Trump, ecc., tutti questi politici, per quanto rozzi siano, hanno rapidamente capito che il virus li avrebbe autorizzati a fare carta straccia delle vecchie Costituzioni, regole e leggi. Lo Stato di necessità giustifica ogni illegalità.
Una volta che il terrorismo – del quale si converrà che se ne era un po’ troppo abusato – aveva esaurito la maggior parte delle sue potenzialità, così bene sperimentate dappertutto nei primi quindici anni del nuovo secolo, è arrivato il momento di passare alla fase successiva, come avevo annunciato, già nel 2011, nel mio testo Dal Terrorismo al Dispotismo.
Del resto, l’approccio contro-insurrezionale, adottato immediatamente e ovunque in quella che viene impropriamente chiamata la ‘guerra contro il virus’, conferma l’intenzione che sta alla base delle operazioni ‘umanitarie’ di questa guerra, la quale non è contro il virus, ma piuttosto contro tutte le regole, i diritti, le garanzie, le istituzioni e le popolazioni del vecchio mondo. Sto parlando del mondo e delle istituzioni che si erano formate a partire dalla Rivoluzione francese, e che ora stanno rapidamente scomparendo sotto i nostri occhi nel giro di qualche mese, come è sparita, in modo altrettanto repentino, l’Unione Sovietica. L’epidemia finirà, ma non altrettanto le misure, le possibilità e le conseguenze che ha scatenato e che stiamo ora vivendo. Ci troviamo in mezzo al doloroso parto di un nuovo mondo.
Noi assistiamo alla decomposizione e alla fine di un mondo e di una civiltà: quella della democrazia borghese con i suoi Parlamenti, i suoi diritti, i suoi poteri e contropoteri ormai perfettamente inutili, perché le leggi e le misure coercitive vengono dettate dall’esecutivo, senza essere ratificate immediatamente dai Parlamenti, e il potere giudiziario, così come quello della libera opinione, perdono perfino l’apparenza di ogni indipendenza, quindi la loro funzione di contrappeso.
Si abituano così bruscamente e traumaticamente i popoli (come aveva stabilito Machiavelli, «Le iniurie si debbono fare tutte insieme, acciò che, assaporandosi meno, offendino meno»): il cittadino, essendo oramai già da tempo scomparso a beneficio del consumatore, ecco che quest’ultimo si vede ora ridotto al ruolo di semplice paziente, sul quale si ha diritto di vita e di morte, a cui può essere somministrata qualsiasi cura, oppure decidere di sopprimerlo, a seconda della sua età (se è produttivo o improduttivo), oppure secondo qualsiasi altro criterio deciso arbitrariamente e senza appello, a discrezione del sanitario, o di altri. Una volta che è stato imprigionato ai domiciliari, o in ospedale, cosa può fare contro la coercizione, l’abuso, l’arbitrio?
La Carta Costituzionale viene sospesa, ad esempio in Italia, senza che venga sollevata la benché minima obiezione, neppure da parte di chi è ‘garante’ delle istituzioni, il presidente Mattarella. I sudditi, divenuti delle semplici monadi anonime e isolate, non hanno più da far valere alcuna ‘uguaglianza’, né diritti da rivendicare. È il diritto stesso che smette di essere normativo, e diventa già discrezionale, come la vita e la morte. Abbiamo visto che, con il pretesto del coronavirus, in Italia si possono uccidere immediatamente ed impunemente 13 o 14 detenuti disarmati, dei quali non ci si preoccupa neppure di elencare i nomi, né i loro eventuali crimini, né le circostanze in cui sono stati uccisi, e senza che di questo importi niente a nessuno. Si fa anche meglio di quanto fecero i tedeschi nella prigione di Stammheim. Almeno per i nostri crimini, dovrebbero ammirarci!
Non si discute più di niente, se non di soldi. E uno Stato come quello italiano si vede ridotto ad andare a mendicare dal sinistro ed illegittimo Eurogruppo i capitali necessari alla trasformazione della forma democratica nella forma dispotica. Quello stesso Eurogruppo che nel 2015 ha voluto espropriare tutto il patrimonio pubblico greco, ivi compreso il Partenone, e cederlo a un fondo con sede in Lussemburgo, sotto controllo tedesco: perfino Der Spiegel definì allora i diktat dell’Eurogruppo come ‘un catalogo di atrocità’ per mortificare la Grecia, e sul Telegraph Ambrose Evans-Pritchard scrisse che se si fosse voluto datare la fine del progetto europeo, la data avrebbe dovuto essere quella. Ecco che ora la cosa è fatta. Rimane solo l’Euro, ma molto provvisoriamente.
Il neoliberismo non ha avuto a che fare con la vecchia lotta di classe, non ne ha neppure memoria, ritiene anzi di averla cancellata perfino dal dizionario. Si crede ancora onnipotente; questo non significa che non ne abbia paura: dal momento che sa bene ciò che si prepara ad infliggere ai popoli. È evidente che ben presto la gente avrà fame; è ovvio che i disoccupati aumenteranno senza limite; è chiaro che le persone che lavorano in nero (4 milioni in Italia) non avranno alcun aiuto. E chi ha un lavoro precario, e non ha niente da perdere, comincerà a lottare e a sabotare. Ciò spiega perché la strategia di risposta alla pandemia è innanzitutto una strategia di contro-insurrezione preventiva. In America ne vedremo delle belle. I campi di concentramento della FEMA si riempiranno presto.
Il nuovo dispotismo ha quindi almeno due ragioni forti per imporsi in Occidente: una è quella di far fronte alla sovversione interna che esso stesso provoca e si aspetta; l’altra è quella di prepararsi alla guerra esterna contro il nemico designato, che è anche il dispotismo più antico della storia, al quale non c’è niente da insegnare dai tempi de Il Libro del Signore di Shang (IV secolo a.C.) – libro che tutti gli strateghi occidentali dovrebbero affrettarsi a leggere con la massima attenzione. Se si decide di attaccare il dispotismo cinese, bisogna cominciare a dimostrargli di essere migliori di lui sul suo stesso terreno: vale a dire capaci di edificare un dispotismo più efficiente, meno costoso e più efficace. In breve, un dispotismo superiore. Ma questo resta da dimostrare.
Grazie al virus, si è rivelata alla luce del sole la fragilità del nostro mondo. Il gioco attualmente in corso è infinitamente più pericoloso del virus, e farà anche più morti. Eppure i contemporanei sembrano temere solo il virus…
Sembra che l’epoca attuale si sia assegnata il compito di contraddire ciò che diceva Hegel, a proposito della filosofia della storia: «La storia del mondo è il progresso della coscienza della libertà». Ma la libertà esiste solo in quanto essa stessa lotta contro quello che è il suo opposto, aggiungeva. Dove si trova oggi? Quando in Italia e in Francia la gente denuncia chi non obbedisce?
Se è bastato un semplice microbo a far precipitare il nostro mondo nell’obbedienza al più ripugnante dei dispotismi, ciò significa che il nostro mondo era già così pronto a questo dispotismo che un semplice microbo è stato sufficiente.
Gli storici chiameranno il tempo che sta incominciando ora l’epoca del Dispotismo Occidentale.
Note
1. Vedo che nell’intervista, apparsa il 10 aprile, Edward Snowden arriva alle medesime conclusioni: on the rise of authoritarianism during the COVID-19 pandemic
2. J. Attali, Avancer par peur – L’Express, 6.5.2009
3. Gordon Brown calls for global government to tackle coronavirus – The Guardian, 26.3.2020
22 commenti
agbiuso
Da Weltanschauung Italia, 5.7.2022
Di solito in un Paese in guerra le epidemie dovrebbero diffondersi e creare più problemi, eppure in Ucraina, dove praticamente nessuno si è vaccinato e si è in mezzo ad un conflitto, se ne strafottono e chiedono solo armi, mica i “vaccini”.
Da noi invece continua il terrorismo mediatico con “Omicron 5 la vendetta” e raccomandano le mascherine anche con 40 °C e il 90% di umidità.
La farsa prosegue perché semplicemente si insiste con i tamponi e si concede ancora spazio ai mentori della “pandemia”.
Se si fermassero i tamponi e se si tappasse la bocca ai vari Pregliasco, rimarrebbe solo uno scioccante ricordo da raccontare ai posteri, come l’influenza più inflazionata della storia, la “peste” mediatica.
agbiuso
Ma di miseria, di stress, di depressione, di sfiducia, di paura non si muore, no…
Si muore solo di Covid19.
L’informazione e la politica che hanno favorito tutto questo, spargendo terrore invece che individuando soluzioni razionali ed equilibrate, sono responsabili di crimini contro l’umanità.
agbiuso
“La spia di cosa si intende per normalità, cioè il regime di banalità del male, dove la delazione è un valore riconosciuto al servizio della tristezza sociale sancita per regolamento. […]
Come dice il sindaco di Milano, esercitandosi in pedagogia scandita, si deve uscire per “la-vo-ra-re”, in modalità rigida di penitenza, mai dimenticare che il virus è una punizione divina, un flagello che ci ha colpito perché la gente non sa stare al proprio posto nella nuova catena realvirtuale di montaggio: solo il sacrificio di chi si ammala immolandosi sul posto di lavoro è gradito agli dei, o almeno ai loro rappresentanti in Terra, ma divertirsi o addirittura assembrarsi sono attività pericolose, focolai che possono degenerare facilmente in attività politica o nella blasfema gioia di vivere, che sono poi la stessa cosa, come insinuava quel pervertito untore di Baruch Spinoza. […]
Solo averlo pensato è un crimine contro l’intelligenza, ben più che contro l’umanità.”
Le spie dell’anima e la guardia della libertà
di Peppe Nanni
(corpi e politica, 26.5.2020)
con una dichiarazione dello staff di poliziotti.it “congiunti di uno stato etico? No grazie!” #IoNonSanziono
agbiuso
La pallina sul piano inclinato continua a scendere e, inevitabilmente, ad acquistare velocità. 60.000 persone in divisa, assunte nei modi più oscuri e incaricate di vessare i cittadini. Questo significa, tra l’altro, che il Governo ha in mente una Fase2 a tempo indeterminato.
Una vera e propria MVSN, Milizia Volontaria per la Salute Nazionale.
Di che colore saranno le camicie?
60.000 nuovi para-poliziotti ‘civici’
redazione di corpi e politica (25.5.2020)
agbiuso
“Messianismo secolarizzato” è la formula che Kurt Appel propone per comprendere la sorprendente, radicale e pervasiva obbedienza a precetti, formule, dogmi che hanno ben poco di scientifico e molto di superstizioso.
A conferma che quanto si sta dispiegando davanti ai nostri occhi ha radici profonde che toccano il significato dell’esistenza e lo statuto del morire.
Anche per questo, per il millenario rapporto tra il potere e la morte, è necessario mantenere tutto lo spirito critico del quale siamo capaci.
Il Covid19 come religione: i comandamenti e il clero del nuovo culto
di Kurt Appel
(corpi e politica, 21.5.2020)
agbiuso
Cos’è stata la «Fase 1» dell’emergenza coronavirus? Uno storico getta un primo sguardo retrospettivo (testo integrale)
di Piero Purich
Giap, 7. 5.2020
“Il Covid 19 per certi versi presenta analogie con le malattie del passato, ma ha scatenato una reazione molto peculiare, che sembra avere più somiglianze con le dinamiche di autodifesa dei regimi totalitari che coi provvedimenti sanitari adottati in precedenza. […]
Ciò che però colpisce dell’attuale sindrome da panico è l’entità della paura in relazione all’ordine di grandezza dei decessi: nelle pestilenze antiche il numero delle vittime fu enorme e visibile a tutti. Riferendosi alla peste di Atene del 430 a.C., Tucidide e più tardi Lucrezio sottolineano come, a fronte di una malattia che mieteva un numero impressionante di vittime tra la cittadinanza, molti ateniesi, convinti di essere già condannati a morte, iniziarono a violare palesemente le leggi senza tenere in alcun conto le eventuali sanzioni (che peraltro, vista l’alta mortalità anche tra i tutori dell’ordine, risultavano inapplicabili), o a spendere tutti i propri averi, tanto non ci sarebbe stato un futuro per il quale valesse la pena risparmiarli. […]
Per rendersi conto della sproporzione basta una semplice prova empirica: escludendo la Lombardia – dove il virus ha fatto vere e proprie scorribande per via di gravi errori e criminali negligenze da parte del potere politico ed economico – quanti morti per coronavirus conosce personalmente ognuno di noi? Nelle epidemie storiche il panico si diffondeva per esperienza diretta, perché si vedevano morire i propri familiari, i propri vicini, gli abitanti della propria città. In questo caso, il panico lo ha diffuso l’informazione. […]
Ciò che rende anomala l’attuale epidemia è però il principio inverso rispetto a quelle storiche: mentre in passato l’isolamento coatto era riservato ai sicuramente infetti o ai presunti portatori di contagio, nel caso del coronavirus l’obbligo di isolamento è stato esteso ai sani, che sono stati rinchiusi contemporaneamente ai contagiati o addirittura assieme ad essi. Stante l’alta percentuale di positivi asintomatici o leggermente sintomatici, non era dato sapere chi fosse positivo e chi no, e anziché investire sulle analisi – i celebri «tamponi» – le si è fatte col contagocce, solo quando le condizioni dei singoli si aggravavano.
La parsimonia nel fare i tamponi è stata giustificata col fatto che «i tamponi costano». Ma il lockdown, i provvedimenti economici emergenziali, il dispiegamento massiccio di forze dell’ordine, l’impiego di elicotteri per sorvegliare e intimorire i cittadini, sono forse costati di meno? […]
La figura dell’untore è il tipico capro espiatorio di un’epidemia: in un contesto in cui il singolo individuo non è in grado di capire ciò che sta succedendo, è disponibile a fare la spia rispetto a qualsiasi comportamento sospetto. […]
Quella dell’untore è una figura ricorrente anche nella narrazione sul Covid19: il runner, il vecchio che si faceva una passeggiata, la coppia convivente che camminava mano nella mano senza mascherina sono stati considerati i potenziali diffusori del contagio, anche quando la loro distanza dagli altri era maggiore a quella tenuta al supermercato o a quella che i poliziotti mantenevano tra loro in auto o durante i controlli.
Come nella Storia della colonna infame, il delatore, il carabiniere o il politico di turno – si pensi alla richiesta da parte dei consiglieri regionali del M5S Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo di impiegare i forestali per pattugliare boschi e montagne del Friuli Venezia Giulia e scovare chi non rispettava le ordinanze – rivela la propria ignoranza riguardo ai meccanismi di trasmissione del virus, e colpisce il deviante in quanto tale, non perché stia mettendo a repentaglio la propria ed altrui salute. […]
La religione va svanendo e viene sostituita dalla scienza. Ma è una scienza con forti elementi di religiosità. Epidemiologi, medici, virologi, scienziati, ricercatori, statistici vengono considerati i depositari della verità e presentano analogie con i teologi di epoca medievale. Si esprimono in un linguaggio tecnico generalmente incomprensibile al volgo (come lo era il latino per il plebeo medievale), il quale crede a tutto ciò che essi dicono. Il popolo, non avendo le competenze tecniche per capire ciò di cui si sta parlando, crede agli scienziati con un atto di fede: «L’ha detto un virologo in tivù»; «L’ha detto un epidemiologo da Floris»; «L’ho letto su internet».
Le cose addirittura peggiorano quando, basandosi sui cosiddetti «esperti», politici e tecnici prendono decisioni totalmente illogiche e irrazionali con la giustificazione che «ce lo dicono gli scienziati» Peccato che gli scienziati siano molto spesso in disaccordo tra loro: mascherina sì, mascherina no; attività all’aperto sì, attività all’aperto no; lockdown completo, lockdown leggero, ecc. E che quando il disaccordo con la comunità scientifica mainstream è totale scattino forme di ostracismo nei confronti degli eretici, di censura mediatica e di screditamento personale con una dinamica che – a parte il rogo e, per il momento, la galera – è analoga al trattamento subito da Giordano Bruno, Jan Hus o Galileo Galilei da parte dell’inquisizione.
Eppure questa scienza, a parte l’utilizzo dei respiratori, in questo frangente non ha saputo trovare rimedi diversi da quelli che erano in uso già nel 1300: isolamento, quarantena, lazzaretti, medici con le tute di plastica al posto della palandrana lunga utilizzata durante la peste nera e le mascherine al posto della maschera a becco colma di erbe e spezie per fare da filtro […]
Il controllo sociale si è avvalso dell’onnipresente polizia in strada, del monitoraggio attraverso il tracciamento elettronico, dell’uso di droni ed elicotteri e – quel che è peggio, perché mina completamente il concetto di solidarietà tra le persone – della delazione. Tecnologia e spie: le stesse tecniche utilizzate dal regime fascista, dal Terzo Reich, da Stalin, dalla Stasi. […]
L’autocertificazione imposta durante l’emergenza coronavirus è molto meno sicura: nessuna autorità può rilasciare un documento di passaggio che sia considerato sicuramente valido da qualsiasi posto di blocco si incontri, in compenso le forze dell’ordine, a proprio arbitrio, possono considerare non validi i motivi addotti nella certificazione e comminare salatissime multe o addirittura l’arresto. Non c’è dunque la certezza giuridica dietro qualunque atto, bensì la sola discrezionalità.
Se la pandemia del Covid-19 sembra dunque avere limitate analogie con le grandi epidemie del passato per quanto riguarda l’eziologia e l’estensione del contagio, le strategie per contenerla sono simili a quelle adottate durante le pestilenze di epoca antica, medievale e moderna (sia pure con l’anomalia, già fatta notare, del mettere in quarantena i sani insieme agli ammalati). Del tutto nuovo, invece, e molto più in linea con l’apparato propagandistico degli apparati bellici e degli stati totalitari, il dispiegamento di forze messo in campo per attuare un condizionamento sociale e ottenere un consenso da parte della popolazione sulla limitazione delle libertà”
agbiuso
L’irrazionalità dei numeri forniti dal Governo italiano presieduto da Giuseppe Conte:
Una bugia è una tragedia, 151mila bugie non sono statistica, sono propaganda del governo Conte (testo integrale)
di Christian Rocca (Linkiesta, 1.5.2020)
“Delle due l’una: chi ha passato quel documento ai giornali, indicando quel numero stratosferico e senza avvertire che era riferito a uno scenario irrealistico, o lo ha fatto non avendo capito lo studio del comitato tecnico scientifico oppure lo ha fatto con l’intenzione di manipolare l’opinione pubblica. Il dibattito è aperto su quale delle due ipotesi sia più preoccupante per il nostro paese”.
La mia risposta è: entrambe.
agbiuso
L’irrazionalità dei decreti firmati dal presidente del consiglio Giuseppe Conte:
Quando il decreto diventa un virus
di Michele Ainis (6.5.2020)
agbiuso
“Ci riferiamo alla libertà, individuale e sociale, anche nei tempi della pandemia. È in atto una spaventosa accelerazione e ‘normalizzazione’ di tutte le tecniche e tecnologie di controllo individuale e sociale”.
A Rivista anarchica, n. 443, maggio 2020, editoriale.
agbiuso
Ecco come le autorità si prendono cura della salute dei cittadini.
Fatti simili stanno accadendo ovunque, non solo nella Campania del duce De Luca.
Ma credere che sospendere i diritti costituzionali non avrebbe comportato tutto questo è da ingenui (per parlare in modo gentile).
agbiuso
Una Lettera aperta di un gruppo di giuristi al governo e al “collega Conte” sulla necessità di rispettare la Costituzione della Repubblica, cosa che in questi due mesi non è avvenuta:
I giuristi al Governo: rispettare la Costituzione
Questa la premessa:
“Caro Presidente, Collega,
siamo un gruppo di professionisti del diritto, “quelle sagge restrizioni che rendono liberi”. Non può sfuggirci che le restrizioni delle libertà fondamentali messe in campo dal Governo centrale e da enti locali per fronteggiare l’emergenza Covid-19 generano gravi dubbi di costituzionalità e rappresentano un pericoloso precedente per lo Stato di diritto. Non è qui in discussione se tali provvedimenti fossero materialmente giustificati – e siano stati sopportati – dalla necessità di ridurre la curva dei contagi. Ciò che qui preme rilevare, come sarà illustrato in questa lettera, è che:
– primo, se non sappiamo quando si potrà tornare alla “normalità” delle nostre vite (ammesso che ne esista una), è fondamentale – ed è possibile – ritornare al più presto a una normalità costituzionale;
– secondo, se i provvedimenti gravemente restrittivi della libertà personale (e altri diritti costituzionali) sono stati accettati di buon grado – insieme con la compressione delle attività economiche e del reddito – essenzialmente dalla totalità della popolazione italiana, lo è stato in virtù di un ‘patto sociale’, che a fronte del vincolo di solidarietà e della sostanziale delega ai cittadini di buona parte della tutela della salute pubblica comportava che lo Stato “facesse in pieno la sua parte” nell’organizzare, allocare e dispiegare efficacemente le risorse necessarie (test, dispositivi di protezione, accesso alle terapie, attrezzature mediche, etc.). È evidente che questo non è pienamente avvenuto né prima né durante la Fase 1, ed è dunque fondamentale che avvenga in pieno nella Fase 2 e in quelle che seguiranno;
– terzo, vista l’attuazione spesso aggressiva dei provvedimenti restrittivi delle libertà costituzionali e l’uso in corso e prospettico di meccanismi di sorveglianza, è altrettanto fondamentale che questi siano attuati nel fermo rispetto dei diritti della persona e del principio di proporzionalità;
– quarto, è inaccettabile che la giurisdizione sia stata di fatto sospesa nella Fase 1, come se non fosse un’attività essenziale al pari almeno delle tabaccherie. Questo non dovrà più avvenire. In questo, come in altri ambiti, si può prendere esempio da altri Paesi di risalente tradizione giuridica; e
– quinto, data l’importanza che in una democrazia liberale rivestono gli organi di informazione e la pubblica opinione, non è tollerabile che la comunicazione di piani, studi e misure di siffatta rilevanza sia rimessa a indiscrezioni o dirette Facebook senza contraddittorio, il dibattito sia riservato a esperti o si svolga al riparo dallo scrutinio pubblico e non sia possibile porre domande pubbliche ai decisori. Lo Stato deve rendere conto (the State must be held accountable) e, soprattutto in questa emergenza, garantire piena trasparenza, anche per costruire o mantenere quella fiducia nello Stato e nel Governo che è presupposto essenziale per l’efficace funzionamento di qualsivoglia misura”.
agbiuso
Segnalo un testo/immagine di Ivan Pintor
Iconographies of the Pandemic
che corpi e politica presenta in questo modo:
“Pubblichiamo l’ottimo articolo di Ivan Pintor sulla non-neutralità delle immagini durante la pandemia. Un articolo che mette necessariamente in crisi la troppo facile accettazione della narrazione costruita, evidenziando le zone d’ombra che ogni rappresentazione proietta sulla realtà”
agbiuso
Una breve e illuminante analisi di Alessandro Pluchino -fisico dell’Università di Catania- sulle strane proprietà dei numeri che sono stati dati da gennaio in qua riguardanti il contagio:
Un’epidemia quantistica (30.4.2020) (testo integrale)
Numeri dai quali emerge una singolare proprietà di questo virus:
“Riassumendo, restringendo il discorso alla sola Lombardia, nel primo intervallo di 33 giorni, dal paziente zero al paziente 1, quando i TG parlavano d’altro e nessuno faceva tamponi, e nonostante ormai si sappia che già al 26 gennaio i casi totali erano ben 543, non sarebbe successo praticamente nulla. Invece, nei 33 giorni successivi, dal paziente uno in poi, quando si è iniziato a fare tamponi a tempesta, la catastrofe. Da fisico, sarei tentato di azzardare un’ipotesi suggestiva: sembrerebbe che siamo di fronte ad un’epidemia quantistica, che si manifesta solo quando la osserviamo! Temo però che la verità, ovviamente, sia molto meno suggestiva. Ma la lascio decidere a voi”
agbiuso
Un uomo solo al comando, con i pieni poteri: Conte. Adesso lo amano. I fascisti dentro. I servi.
Ho visto anche italiani felici, specie Giuseppe Conte di Toni Capuozzo
Audio: https://spreaker.com/user/tonicapuozzo/66-puntata, 28.4.2020
Qui sotto il testo:
“Mi ero rassegnato, e pensavo che fosse una mia sfortuna quasi personale. Chi mi dice non so se ce la farò, chi mi dice i bambini a chi li affido, chi mi dice che teme di perdere il lavoro, chi mi dice dal confine con l’Austria: siamo finiti. E me ne stavo zitto, quasi vergognandomi dei miei piccoli problemi: la passeggiata, la nipotina, l’estate. Così mi sono detto, l’altra sera: guarda Conte quant’è felice. Ha letto i sondaggi pubblicati dal Corriere della Sera: il gradimento del governo passa dal 56% al 58%, il suo personale, da 61% che era marzo, al 66%. Ha colto l’occasione della vita, e ha acquistato la sicurezza di chi sa di essere un grande, e trasmette a tutti la sensazione di essere in mani sicure, forti e prudenti. Ci sono anche italiani felici, e non solo Conte, se pensi agli esperti, ai produttori di prodotti sanitari, a tanti elettori premiati da un premier che non è populista, ringrazia il popolo ma non lo solletica negli istinti peggiori, lo invita a non provare rabbia, non è sovranista, vedi come si è mosso bene in Europa, non è la fine della democrazia, solo la sospensione del dibattito parlamentare.
Perfino lo slogan ripetuto più volte, che deve essergli piaciuto: “Se ami l’Italia mantieni le distanze”, che ricorda quei festini degli anni ’60, se hai intenzioni serie tieni le mani a posto. Le distanze l’uno dall’altro, certo, mica le distanze dalla burocrazia, dai sussidi promessi a piene mani, quando l’unica cosa di cui ci sarebbe bisogno è lasciare la gente libera di lavorare, di mantenere se stessa, oltre alle distanze. E già che ci siamo, fate rispettare le distanze anche al Banco dei pegni di Torino, c’è calca, come vedete dalla fotografia.
Tutto quello che ha detto in conferenza stampa, domenica sera, mi sembrava conseguente, in stato di grazia, bello ed elegante. Con un solo difetto: il tono troppo compiaciuto, come quando parlava delle battaglie in Europa che lui – ma dimenticava Gentiloni e Sassoli – aveva combattuto come un leone: “Io”. Se agli italiani va bene così – e ognuno ha la classe politica che si merita – è giusto che le norme siano di fatto le stesse per la Lombardia e la Sicilia. Io che vivo in Lombardia penso che molte norme ancora stringenti siano inevitabili. Ma vivessi in Sicilia o in Friuli, no.
E’ giusto che, dopo averci fatto giustamente una testa così con le nuove famiglie, adesso puoi andare a trovare i parenti fino al sesto grado, ma non una fidanzata o un fidanzato. No, è una bozza, il fidanzato sì, insomma basta che sia stabile. Quanto stabile ? E se è una bozza di relazione ? Dovrò presentarmi a parenti di sesto grado che non ho mai visto prima.
E’ giusto che le scuole restino chiuse, e le famiglie con bambini se la vedano loro, altro che pari opportunità, se gli italiani spaventati hanno bisogno dell’uomo forte. E’ solo curioso che, dopo tanti preoccupati allarmi sull’uomo forte di destra, el hombre del partido venga da un’altra parte, anche se per Giuseppe Conte è difficile stabilire la parte. E’ comprensibile che si parli di protezione degli insegnanti anziani, dopo anni in cui hanno reso difficile andare in pensione e impossibile accedere con titolarità a una cattedra: le sale insegnanti come una RSA. E deve inorgoglirci il fatto che i decreti italiani ancora da pubblicare già vadano a ruba come samizdat presso altre cancellerie, sono tutti ammirati: ma come faranno questi italiani, popolo di poeti, navigatori ed estensori di decreti. Ha fatto bene ad elogiare l’INPS, capace di sbrigare pratiche come un gigantesco processore da università americane, solo che avrebbe dovuto dirci, con l’aiuto del ministro Lamorgese, chi sono gli hacker nemici della Patria. Ha fatto bene – a parte l’audio – a interloquire con i giornalisti, in una conferenza stampa che fa sembrare quello di Trump un esercizio folle di democrazia ateniese, e le nostre qualcosa di nordcoreano, però con premier grazie a Dio in salute e belli capelli, non quell’acconciatura strana di Kim. Ha avuto il merito di riconoscere i meriti dello stuolo infinito di esperti di cui si circonda, un album Panini delle scienze. Nessuno di loro ha mai avuto l’umiltà di dire: non sappiamo, è un virus nuovo, stiamo andando avanti per tentativi, vedete non si sa ancora se chi è guarito è immune…..no, hanno sparso, più che certezze, alibi. Tutto dipende da loro, decidono loro, in contatto con loro, sentiti i nostri…. Non c’è una scelta in cui Conte dica: ci assumiamo la responsabilità politica. Tranne in una, ma silenziosa, scelta: l’unica insopportabile però ragionevole. Obbligare noi vecchi a casa. Mi sarei ribellato, ma aveva un senso perché siamo la parte fragile. Poi si è accorto che oltre i 60 c’è uno stuolo di lavoratori essenziali, e ci ha risparmiato (la pena del contrappasso, per noi che siamo le generazioni che senza colpa hanno convissuto con il crescere del debito pubblico), ma senza gonfiare il petto, non sia mai che le cose vadano male.
Mi ripeto, si governa con le scelte, non con i sondaggi. Ah, dite che stavolta ha avuto il coraggio di fare delle scelte amare, di dirci lacrime e sangue ? No, non mi sembra: è stato prudente come uno che brancola nell’assenza di una strategia, tra soglie di allarme e mezze aperture, una specie di convergenze parallele applicato alle saracinesche dei negozi. Però una strategia personale si individua, mi sembra: finchè dura l’emergenza, Conte è indispensabile. E’ indispensabile perché fa da frontman per un Partito Democratico che non vuole assumersi in toto il ruolo ingrato di Palazzo Chigi, e si accontenta del pied à terre del potere. E’ indispensabile ai 5 Stelle, perché fa da parafulmine nella Caporetto del Mes, un general Cadorna senza nessun Diaz in vista. E’ indispensabile per l’Italia di centrosinistra, capace di ingoiare senza un’alzata di ciglia il cambio di marcia de La Repubblica, un Bello ciao a Carlo Verdelli, pur di sbarrare la strada a Salvini, che a me sembra, in realtà, inciamparsi per conto suo. E’ indispensabile per l’Italia di sinistra sinistra che liquida Giulietto Chiesa, un sovietico sopravvissuto all’Urss ma persona per bene, un minuto di TG3, ma che deve accettare l’irruzione peronista del premier nei telegiornali, senza tagli, e app che sembrano risuscitare i peggiori incubi, con i vaccini, dei pentastellati. Manda assolta, Conte premier, per mancanza di prove l’Italia di destra: ti immagini se a governare ci fossero stati Salvini e la Meloni ? A me pare che siano come studenti dell’ultimo anno, alle soglie della maturità: esame scampato. E se ci fosse stato Berlusconi ? E’ tornato il fascismo, il mondo ci ride dietro, la sua televisione ci ha rincretiniti, spediva le cassette ai tg, telefonava in diretta ai talk show, per fortuna Giuseppe Conte, più umano, interviene proprio all’ora dei telegiornali. E se ci fosse stato Renzi ? La distruzione della sinistra, i referendum affossatori della democrazia. Conte, curiale, invece riesce a farci ingoiare un linguaggio carcerario o da caserma: la visita parenti.
E’ indispensabile a tutti noi, Giuseppe Conte, perché siamo spaventati da un virus che non conosciamo, e adesso ci dicono che sarà dura il prossimo autunno, perché ci siamo riscoperti obbedienti come non eravamo neppure alle elementari, perché non sappiamo se magari ha ragione, e se quella luce in fondo al tunnel non sia in realtà una locomotrice. Ma ha ragione, sì: ve li ricordate I Promessi Sposi, un po’ l’ autobiografia di una nazione, non solo delle nostre scuole superiori? “Adelante Pedro, con juicio”, dice il gran cancelliere spagnolo al suo cocchiere, spaventato dalla folla minacciosa, salvo poi disprezzarla, quella folla, una volta al sicuro. Stiamo andando avanti, con giudizio: è indispensabile a se stesso, Giuseppe Conte. Gli unici a dispensarlo un po’, com’è strano il mondo, sono stati i vescovi. Pensavo avrebbe risposto in modo pragmatico: è maggio, si possono fare le messe all’aperto, le messe da campo sono bellissime, ben distanziati, oppure facciamole solo nelle chiese grandi dove è possibile inginocchiarsi a distanza. No, credo fosse meno sicuro della sera precedente perchè aveva letto l’interpretazione dei sondaggi de Il Fatto Quotidiano, un po’ troppo candida: Conte è cresciuto “nonostante” il coronavirus. E lui sa bene che è il contrario, quindi l’emergenza deve durare. Il coronavirus, in più, è uno sbiancante formidabile: chi si ricorda più che viene dalla Cina, solo il pazzo Trump che ha le elezioni in vista. Chi si ricorda più del “siamo prontissimi” di Giuseppe Conte ? Il contagio è barbaro, brucia i ricordi dietro di sé. E sa bene, Conte, che le altre analisi del Fatto suonano meno candide: “In soldoni: si registra un aumento della maggioranza al 45%, mentre scendono le quotazioni dell’opposizione, al 47%”. La Protezione Civile ha fatto scuola, adesso c’è la diminuzione dell’aumento, va bene. La cosa preoccupante è che Conte sa di esistere finchè esiste il pericolo Salvini, fino a quando la maggioranza non sarà davvero tale al 47% e l’opposizione al 45%, missione compiuta, un altro cavallo.
Intendiamoci, mi sembrava una fesseria, oltre che una cosa grave, impedire le messe in chiese adatte a un distanziamento. Ma non amo che si mischi la religione, che è una cosa alta, con la politica, che è una cosa bassa. E a come suo tempo mi aveva molto infastidito il candidato premier Salvini ogni volta che esibiva un rosario o un santino, così mi era stato inevitabile pensare che Conte aveva avuto il coraggio di andare contro i vescovi, pur di ascoltare i suoi esperti: quando il gioco si fa duro i premier duri cominciano a giocare. No: si è tirato indietro, rewind.
Ha capito che se i nemici preoccupano meno è meglio guardarsi dagli amici, essere realisti, e con i vescovi non farne una questione di principio, non importa se Angela, la Merkel, ha sospeso anche lei le funzioni religiose: ora e sempre esistenza, lo slogan dell’avvocato. Non c’è solo la scienza, e c’è della grandezza anche nelle rinunce, come in quell’inquadratura in cui sbaglia una data, guarda verso Casalino, e si corregge. Ieri palazzo Chigi emette una nota: «nei prossimi giorni sarà elaborato un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza». Si corregge anche sul prezzo delle mascherine, cinquanta centesimi l’una, ma sarà lo Stato a rimborsare la differenza ai farmacisti. Lo Stato, lo Stato, sempre lo Stato: dispensatore di redditi, ci sarà ben qualcuno che lavori, che crei posti di lavoro. Ma intanto il premier si è corretto, umano come quel barbiere che ha smesso di andare al Quirinale: sono come noi, hanno debolezze che sono le nostre debolezze. Non ne usciremo migliori, forse neanche peggiori. Saremo gli stessi, o almeno il premier sarà lo stesso: Giuseppe Conte. Dovremo imparare a convivere con la classe politica che ci siamo scelti. La Spagna del Pedro socialista ha 13 esperti, pobrecitos, noi 470. I decreti del governo della cristiano democratica Merkel stanno in una paginetta, sturmtruppen. Il governo del premier quattro stagioni (una con Salvini e Di Maio, una con Zingaretti e Di Maio per evitare le elezioni, una per la Fase 1 coronavirus, una per la Fase 2) è un arte complessa, come la pizza che ti possono portare a domicilio, 45 minuti in prima serata”.
agbiuso
Solo parenti, conviventi e “amori stabili”. L’ultimo arbitrio del potere
A Rivista anarchica – aprile 2020
agbiuso
Finalmente i vescovi italiani si svegliano e rivendicano giustamente il diritto ai loro riti. Vorrei vedere le chiese cattoliche vuote, certo, ma non per l’imposizione di un governo, di un Conte, di un virologo buried e dei suoi colleghi che senza il virus sparirebbero dalla televisione e dai giornali.
Cosa c’è di più “promiscuo e vicino” delle carceri? Ma il garante nega questo problema. Il rischio sono dunque i pedoni solitari e non i detenuti stipati in una cella. L’attuale governo italiano non è soltanto bugiardo, irresponsabile e criminale ma sta diventando proprio grottesco.
agbiuso
Gli “assembramenti” catanesi di giorno 25 saranno stati notati anche da altri.
Tanto è vero che ieri, domenica 26 aprile, le strade sono state invece piene di forze del disordine: esercito, vigili, polizia, carabinieri. Mancavano solo i centurioni romani. E ho visto cittadini ‘discutere’ animatamente con alcuni di costoro.
Dalle finestre aperte sentivo una voce meccanica – probabilmente il tizio che si chiama Conte – blaterare di «senso di responsabilità» mentre ribadiva la continuazione della cancellazione della πόλις.
agbiuso
Oggi Catania è più viva. Ho incontrato persino ‘assembramenti’ di 3-4 persone (!). E più della meta senza maschere mortuarie. Forse questa obbedienza perinde ac cadaver comincia a cedere. E vado scoprendo luoghi della città sinora a me sconosciuti e molto belli, intimi, veri.
agbiuso
“Ampi dispiegamenti di mezzi per perseguire illeciti che non esistono”Lettera aperta di 9 magistrati di Aosta, e altri (testo integrale)
“Con estremo sconforto – soprattutto morale – abbiamo assistito – ed ancora assistiamo – ad ampi dispiegamenti di mezzi per perseguire illeciti che non esistono, poiché è manifestamente insussistente qualsiasi offesa all’interesse giuridico (e sociale) protetto”. Lo affermano, in riferimento al divieto di passeggiate, nove magistrati di Aosta in qualità di “cittadini”: Eugenio Gramola, presidente del tribunale, i giudici Anna Bonfilio, Maurizio D’Abrusco, Luca Fadda, Davide Paladino, Marco Tornatore, Stefania Cugge (giudice a Ivrea) e i pm Luca Ceccanti ed Eugenia Menichetti. […]
“Tutto ciò – aggiungono i magistrati – avviene con sacrificio estremo, manifestamente non necessario, di diritti fondamentali di libertà personale e di circolazione dei cittadini di cui alla parte I della Costituzione, che meriterebbe rinnovata lettura ed attenta meditazione. Non dimentichiamo che le norme che vengano ad incidere e sacrificare diritti costituzionalmente garantiti, anche a tutela di altri diritti di pari rango che vengano a confliggervi, sono comunque sempre soggette a stretta interpretazione e perdono ogni legittimazione laddove le condotte sanzionate siano prive di lesività per il bene preminente salvaguardato. […]
cercare i più umilianti sotterfugi per sottrarsi a solerti controlli che finiscono per essere percepiti come gratuite persecuzioni di nessuna utilità per l’effettiva tutela del bene della salute pubblica”.
Infine “se superassimo il pericolo da coronavirus lasciando sul tappeto libertà fondamentali e diritti primari di libertà che oggi vengono seriamente posti a rischio da condotte repressive non adeguate rispetto ai fini perseguiti, che risultato avremmo conseguito?”.
Tina Messineo
“Il virus passerà, non passerà la paranoia del potere”
Se vogliamo sentirci ancora un pochino più disgustati, ecco cosa è capitato nel nostro paese:
un povero falegname, che non si chiama Geppetto ma è povero con figli e non lavora da mesi, si reca a scuola per ritirare il tablet che gli viene concesso perché il figlio possa continuare a “studiare”, la scuola dell’obbligo glielo concede in comodato d’uso. È povero…gli tocca! Il povero falegname però compie un illecito, va a scuola assieme alla moglie! Ritirano il tablet e fuori..I Vvigili dell’Urbe.
A nulla sono servite le giustificazioni: 500 euri di multa al falegname e 500 euri di multa alla moglie debosciata che aveva accompagnato il marito.
La segretaria interviene uscendo dalla scuola e cerca di perorare la causa dei due malcapitati. Il comandante dei vigili: lei faccia il suo lavoro , Io faccio il mio!
Niente da fare , multe emesse.
Ora, intanto, la multa doveva essere solo una perché il falegname era ‘giustificato’ dalla Necessità, doveva ritirare il tablet che non si può permettere di comprare. Gli tocca.
Suo figlio non può restare ignorante come il comandante dei vigili.
La moglie, debosciata certo, non poteva restare a casa e impastare un po’ di pane?
Con la penuria di soldi che c’è figurati se doveva uscire per andare a scuola con il marito…ma forse è stata multata perché aveva una ricrescita di capelli bianchi troppo evidente ?
Prenderò in cura questo caso, non so come ma certamente denuncerò personalmente il vigile.
Ecco, questa è una delle ragioni per cui io resto a casa, farei causa tout dans le monde!!
agbiuso
“Per giorni non è stato possibile, né per il cittadino comune né per le autorità dell’enforcement, sapere dove stesse esattamente il nucleo giuridico di alcune prescrizioni. Ad esempio, quelle sulle uscite. […] I messaggi sulle regole di condotta da osservare sono stati veicolati prevalentemente da fonti informali. I c. d. “indisciplinati”, più che violare precise regole giuridiche, hanno disatteso aspettative di comportamento definite spesso dai media. […]
Si è così talora diffusa, a dispetto della continua apologia della scienza, una logica antiscientifica simile a quella della caccia all’untore”.
Decreti e norme vaghe tradotti sui media. La comunicazione che inquina il diritto
di Michele Papa (da Il Dubbio 21.4.2020)
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“Alla luce dei numerosi provvedimenti di vario rango emanati dallo Stato e dalle Regioni, ci si è molto correttamente domandato se la sospensione di diritti fondamentali o inviolabili riconosciuti e tutelati dalla Costituzione repubblicana possa essere correttamente prevista da norme di rango primario, ma adottate nell’esercizio della funzione legislativa, dal governo o, peggio, da norme secondarie (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, Ordinanze, ecc.) o, infine da norme primarie delle Regioni. […]
Ci riferiamo, in particolare, alle recenti disposizioni emanate con D.L. n. 22 dell’8 aprile 2020, che, fra l’altro, nel tentativo, a nostro giudizio molto maldestro, di “sostenere” il sistema universitario italiano in un momento particolarmente delicato (tutti gli Atenei sono praticamente chiusi, le lezioni del secondo semestre si tengono esclusivamente da remoto, ma anche gli esami, quelli orali e talvolta anche quelli scritti, si tengono online, non senza perplessità e incertezze perché l’infrastruttura tecnologica non consente di verificare la correttezza e trasparenza della prova il personale tecnico amministrativo lavora da casa, le biblioteche sono chiuse, ecc.), “sospende” l’autonomia universitaria costituzionalmente garantita, sancendo il rinvio al termine dell’emergenza sanitaria del rinnovo di tutte le cariche accademiche (monocratiche e collegiali) in itinere degli Atenei (confrontare, a questo proposito, l’art. 7 del Decreto Legge).[3]
Il legislatore non si limita a prevedere, come pure poteva e doveva fare, che i singoli Atenei, a loro discrezione e con delibera degli organi preposti, potevano procedere al rinvio delle elezioni degli organi in scadenza nel periodo dell’emergenza, ma, cosa ben più grave, ne ordina direttamente la sospensione, privando le Università di ogni discrezionalità al riguardo, procedendo a estendere il regime di prorogatio degli attuali titolari delle cariche e provvedendo, altresì a individuare gli eventuali sostituti che, nella pienezza dei poteri, esercitano le relative attribuzioni”
Legislazione d’emergenza vs autonomia universitaria
di Saverio Regasto (Roars – 22.4.2020).
KavehAf
Mio caro Alberto, sono sempre più convinto che l’epitaffio migliore per ricordare la vita di Guy Debord non sia da segnarsi con la sua data di nascita o di morte ma, bensì, con le date in cui ha mantenuto un’amicizia (proprio come insegna il Welles di Mr. Arkadin che non a caso appare détourné nell’In girum imus nocte et consumimur igni nella scena del brindisi all’amicizia), da Falcou, a Chtcheglov, a Berna, a Wolman, a Jorn, a Vaneigem sino, appunto, a Sanguinetti.
Ma venendo proprio a quest’ultimo, credo che nel suo articolo eccellente, e che quindi non potevo non suggerirle, abbia colto il punto cardine – che troppi inspiegabilmente stanno ignorando – in questo passaggio: “Grazie al virus, si è rivelata alla luce del sole la fragilità del nostro mondo. Il gioco attualmente in corso è infinitamente più pericoloso del virus, e farà anche più morti. Eppure i contemporanei sembrano temere solo il virus”.