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Contagio

Contagio

Banche, uffici postali, trasporti, negozi, centri commerciali, pizzerie, discoteche e tutto il resto rimangono aperti. Le scuole e le università vengono chiuse. Tanto scuola e università, la cosiddetta cultura, non servono a niente. Sono così improduttive che potrebbero rimanere chiuse anche per mesi e nessuno se ne accorgerebbe. Lo sanno tutti e il governo italiano lo certifica. E questo nonostante il comitato tecnico-scientifico avesse in realtà espresso perplessità in merito a tale provvedimento.

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4.3.2020 – 22:18
Il comitato di scienziati ritiene di dubbia efficacia la chiusura delle scuole
Non è stato il comitato tecnico-scientifico a proporre al governo la misura della chiusura delle scuole. Gli esperti, a quanto si apprende, avrebbero espresso al contrario dei dubbi sull’opportunità di tale misura, perché non supportata da evidenze scientifiche sulla reale efficacia rispetto al contenimento del virus, se non su tempi molto più lunghi.
Dubbi espressi nel parere consegnato al governo ma solo consultivo. In serata, l’Istituto Superiore di Sanità ha poi pubblicato sul suo sito un focus in cui si sottolinea invece l’efficacia delle misure prese per prevenire una grande ondata di contagi.
Fonte: AGI (anche Repubblica)
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Giorgio Agamben ha ragione nel cogliere un vero e proprio «bisogno di stato di panico collettivo» che sembra manifestarsi in corpi sociali abituati a una costante e ormai lunga sicurezza. Un bisogno del quale i media tradizionali e i social networks si sono fatti portavoce, amplificatori e paladini. Giornali, televisioni, pubblici amministratori fanno a gara nel cercare di sollecitare e soddisfare tale bisogno, anche chiudendo musei, scuole, università ma lasciando ben aperti gli ambiti e le attività che vengono reputate indispensabili.
È inoltre evidente che, essendo i virus assai cosmopoliti e globalizzati, la varietà di reazioni e provvedimenti all’interno dell’Europa (per tacere degli altri continenti) rende parziali e in gran parte inefficaci le decisioni di un singolo governo.
È la fragilità della «società aperta», un puro costrutto ideologico del liberismo, che si ribalta nel bisogno di uno Ausnahmezustand, stato d’eccezione / stato d’emergenza, proclamare il quale costituisce davvero lo stigma della sovranità. Che io sappia, è la prima volta nella storia d’Italia che un governo decide uno stato d’emergenza per tutti gli istituti formativi dell’intera Repubblica. Dato che in ambito giuridico e sociologico i precedenti contano molto, questo è un precedente che potrà essere richiamato e utilizzato in situazioni anche diverse rispetto a quella sanitaria.
Uno stato d’emergenza la cui efficacia empirica è assai inferiore rispetto al suo significato politico. Lo hanno compreso alcuni studenti dell’Università di Catania, i quali mi hanno scritto: «Con la chiusura di scuole e università è stata sicuramente scongiurata una pandemia devastante in stile World War Z e ora, per esempio, io non potrò più mettere a rischio la salute di nessuno, né quella di mia madre, oggi in tribunale (ma anche domani e nei giorni a venire), né quella di mio padre, autotrasportatore in viaggio per tutta Europa» (Marcosebastiano Patanè); «È evidente che scuole, università, cinema e teatri non sono utili per il mantenimento della macchina economica. È più importante mantenere alla giusta temperatura la macchina/capitale e non il sapere, la conoscenza e la formazione. Adesso le schiere di liceali e universitari in vacanza prenderanno dimora in piazza Stesicoro (un luogo asettico, sanificato, senza virus), ovvero andranno a formarsi fra un panino e l’altro del McDonald’s» (Enrico Moncado).
Un McDonald’s, appunto, garantisce meglio di un Dipartimento universitario la salute pubblica. Come molti altri luoghi, come tutti gli altri luoghi.
«Affine d’escludere, per quanto fosse possibile, dalla radunanza gli infetti e i sospetti, fece inchiodar gli usci delle case sequestrate» (I Promessi Sposi, cap. XXXII) A quando tali provvedimenti seicenteschi contro il virus? In fondo, e questo come stiamo vedendo è vero, la biologia è molto più potente della storia e di tutte le democrazie.

[Segnalo una riflessione del collega Enrico Galiano, che condivido per intero:
Ecco perché insegnare è una cosa che non si può fare a distanza]

15 commenti

  • agbiuso

    Novembre 8, 2020

    Una chiara e utile recensione di Paola Puggioni a A che punto siamo? L’epidemia come politica di Giorgio Agamben, in Discipline Filosofiche.
    Questa la conclusione:

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    Altre emergenze potrebbero presentarsi, soprattutto nel mondo globalizzato all’interno del quale viviamo e, osserva Agamben, se ci si abitua all’idea che queste possano essere governate solo ed esclusivamente dichiarando uno stato di eccezione, accade che questa stessa eccezione si tramuti in regola, mettendo in discussione la libertà individuale. La pandemia, e di conseguenza la sua gestione, altro non ha fatto che estremizzare determinate pratiche già vigenti nel nostro mondo.
    Paura, rischio, pericolo, distanziamento sociale, culto medico, permettono di governare una situazione estrema e, a lungo termine, profetizza Agamben, queste stesse ragioni di sicurezza permetteranno di far accettare ai cittadini delle limitazioni, realizzando nel “distanziamento sociale” un nuovo modello di vita politica, governato dalle tecnologie dei dispositivi che ridurranno i rapporti sociali nella loro fisicità. Probabilmente, ciò che sta accadendo in questo periodo a livello sociale costituirà un importante punto di riflessione volto a rifondare i principi etici della comunità che, ad oggi, pare essersi persa nel baratro del rischio. È a questo punto che si spiega la necessità di porsi la domanda che dà il titolo al libro: a che punto siamo?

  • agbiuso

    Marzo 10, 2020

    Il piano inclinato conduce verso la dittatura sanitaria e da lì alla dittatura e basta. I segnali sono evidenti. Sulla Rete masse di persone delirano di #chiuderetutto. Quando non avranno più da mangiare cambieranno idea ma intanto si saranno abituate all’autorità senza condizioni.
    Che io sappia nessuno, tra partiti e cittadini, propone di requisire TUTTE le cliniche private, con i loro posti letto e attrezzature. Questo sì sarebbe necessario. Ma si tocca duro. Meglio #chiuderetutto, anche i panifici. Mangeranno twitter.

    • Tina Messineo

      Marzo 10, 2020

      L’abitudine è connaturata all’uomo,ci si abitua a tutto pur di sopravvivere!
      La paura è il sentimento più comune delle masse e chi ci governa lo sa.
      Adalberone di Laon insegna!

    • KavehAf

      Marzo 12, 2020

      Mio caro Biuso, credo che l’idea di requisire le cliniche private a ora sia stata avanzata solo dal Partito dei Carc, di cui ho visto lei ha già condiviso un paio di comunicati e analisi a freddo da loro fatte

      • Filippo Costanzo

        Marzo 12, 2020

        Qui un link (ma in rete si possono trovare molte informazioni in merito )relativo a cliniche e hotel. Esattamente(ecco la sintesi dei vari articoli che troverete in rete) la Protezione civile,in caso di emergenze, potrà requisire alberghi e strutture private (come le cliniche)per fini sanitari corrispondendo un successivo indennizzo.
        Colgo l’ occasione per scusarmi con il professore Biuso per mancata risposta alla sua richiesta di chiarimenti. Spero di poterlo fare nel weekend,stranamente non ho tempo: cerco di dare una mano alla famiglia per evitare mancati pagamenti di stipendi ai collaboratori della nostra piccola azienda.

        Saluti
        Costanzo

        • agbiuso

          Marzo 12, 2020

          Caro Costanzo, non si preoccupi di rispondere a me. Basta anche il link che ha inviato. Si occupi delle persone che dipendono da lei. Questo conta.

  • agbiuso

    Marzo 10, 2020

    Ognuno sta solo davanti al computer
    trafitto da un hashtag:
    ed è subito follia.

  • Filippo Costanzo

    Marzo 8, 2020

    L’ unico aspetto di questo articolo che sembra convincere è il riferimento alla sanità pubblica che,benché negli ultimi anni sia stata depotenziata,rimane una delle migliori in Europa e nel mondo. Per il resto mi sembra sia troppo facile criticare le scelte del governo definendole schizofreniche. È un tipico atteggiamento italico,una semplice critica senza minimo costrutto logico.

    • agbiuso

      Marzo 9, 2020

      Caro Costanzo,
      potrebbe motivare la sua critica al documento del PARC, alcuni brani del quale ho copiato qui sotto?
      Tutto, naturalmente, è sottoponibile a controargomentazioni -figuriamoci tesi e documenti politici- ma, appunto, argomentazioni. Che cosa esattamente non la convince in ciò che ha letto?
      Grazie.

  • agbiuso

    Marzo 8, 2020

    Credo che abbiano in gran parte ragione:

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    Chi prova a cercare un senso logico alle manovre del governo e delle regioni rischia la schizofrenia: fino al 21 febbraio l’Italia era un paese sicuro, dal 22 febbraio è diventato un colabrodo. In tre giorni sono stati fatti tamponi a tappeto per rilevare il virus, ma in due giorni i tamponi sono finiti e nel pieno dell’emergenza hanno deciso di sospendere gli esami per chi non ha sintomi conclamati. Chiudono i bar alle 18, ma lasciano aperti i supermercati e i centri commerciali. Chiudono le scuole anche fuori dalle zone “focolaio”, ma lasciano aperte le aziende e gli uffici. Si appellano al buon senso della popolazione che dovrebbe mettersi in auto-quarantena, ma militarizzano i territori impedendo ingressi e uscite dai paesi “focolaio”, senza allestire la distribuzione di generi di prima necessità. Il tutto in una situazione in cui, evidentemente, il virus circolava già da settimane, forse da mesi, ma passava del tutto inosservato perché nessuno lo cercava e perché solo in casi specifici determina complicazioni gravi. La schizofrenia della classe dominante italiana è la schizofrenia di chi a parole sostiene di voler tutelare la salute pubblica, ma nei fatti deve garantire il funzionamento delle aziende e con esso il profitto dei padroni.

    Il pericolo vero non viene dal Coronavirus o da qualche altro agente virale più o meno aggressivo, ma dallo scempio che è stato fatto della sanità pubblica. L’Italia ha due centri nazionali di riferimento per le malattie infettive, l’ospedale Sacco di Milano e l’ospedale Spallanzani di Roma che, sicuramente, pur avendo competenze e fondi maggiori, non sono sufficienti a far fronte a una reale emergenza sanitaria di tipo nazionale. Gli ospedali pubblici si arrangiano come possono grazie al lavoro di medici, infermieri e OSA precari, sottopagati, sotto organico. Decenni di tagli alla sanità hanno minato alla base il Sistema Sanitario Nazionale, la sanità pubblica, una delle più grandi conquiste ottenute dalle masse popolari del nostro paese. La direzione della salute pubblica è oggi in mano alla speculazione e spesso a gente di malaffare. Nonostante questo, ciò che è rimasto del Sistema Sanitario Nazionale pubblico è l’unico vero baluardo del diritto alla salute per le masse popolari. Va difeso, va rafforzato e va sviluppato.

    Per quanto riguarda l’emergenza sanitaria, c’è solo l’imbarazzo della scelta: dall’uso delle strutture sanitarie private lombarde, venete e di altre regioni (le eccellenze di cui cianciano Fontana e Zaia costruite con i soldi pubblici e con la corruzioni di politici e funzionari pubblici) all’attivazione della task force sanitaria che serve da subito, visto che nella zona rossa di Codogno i pochi medici presenti stanno facendo fronte alla situazione con turni e ritmi di lavoro massacranti (dopo 20 giorni iniziano a discutere se mandare medici dell’esercito, prenderli di altre zone o assumerne dei nuovi!), dalla requisizione e distribuzione di materiali di prevenzione (guanti, maschere, disinfettanti, ecc.) al controllo statale sulla produzione e distribuzione di questi prodotti.

    Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo
    8.3.2020

  • diego

    Marzo 8, 2020

    sono d’accordo;

    comunque un plauso agli insegnanti che comunque cercano di dare il loro servizio ai ragazzi, proprio stamattina ero al telefono con un caro amico insegnante di italiano in un istituto tecnico; cercava da me qualche chiarimento sul software per fare i video; comunque ho gradito l’intensità del suo attaccamento ai «suoi» ragazzi

    che dire, ho figli lassù nella «chiusa» lombardia, sensazione spiacevole non poco

  • agbiuso

    Marzo 8, 2020

    Al di là del coronavirus, mi sembra -posso sbagliare- di percepire un sentimento ai limiti dell’odio verso Milano.
    Città complessa e assai «bella», che da siciliano amo profondamente, alla quale debbo conoscenza e libertà.
    Sui Social Network leggo anche odio, insulti e un linguaggio violentissimo verso chi si sta muovendo dalla Lombardia. C’è chi scrive persino «Mandate l’esercito alla stazione di Milano». La paura rende non soltanto violenti ma anche servi, sino a invocare esplicitamente la dittatura.
    E l’esercito (USA) sta arrivando davvero. Contro il coronavirus?
    ESERCITAZIONE USA “DEFENDER EUROPE 2020” : 20000 SOLDATI STANNO SBARCANDO NEI PORTI EUROPEI
    La fonte (insospettabile) è il giornale dei congedati della Folgore.

  • agbiuso

    Marzo 6, 2020

    Segnalo due analisi di classe dell’epidemia.
    Lo so, il linguaggio sembra provenire da altri mondi ma almeno alcuni dei fatti che illustra forse no:
    Coronavirus: epidemia o stato di polizia?
    Coronavirus: uccidono di più il lavoro salariato e l’inquinamento

  • Concettina Patanè

    Marzo 5, 2020

    Buon pomeriggio, caro Prof.
    Un grande piacere è per me la lettura di questa sua riflessione, che non posso non condividere. Allo stato attuale io posso fare tutto, lavorare, prendere i mezzi pubblici, fare un intervento odontoiatrico, andare a cena fuori. Le lezioni di Storia Bizantina? Troppo pericolose. È la cultura che è pericolosa. Il sapere disturba e, soprattutto, non rende abbastanza.

    • agbiuso

      Marzo 5, 2020

      Cara Dott.ssa Patanè, la ringrazio molto di questa testimonianza concreta, di vita quotidiana, e nello stesso tempo lucida nell’indicare il pericolo che le lezioni di Storia Bizantina rappresentano. Eh sì.

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