
Tempo e materia. Una metafisica (Olschki, 2020, pagine X-158) è il volume che completa la tetralogia che ho dedicato al Tempo. Iniziata con La mente temporale. Corpo Mondo Artificio (2009), proseguita con Temporalità e Differenza (2013) e Aión. Teoria generale del tempo (2016), tale indagine ha dato senso e pienezza alla mia vita di studioso e di uomo. Questo libro coincide dunque con l’ακμή dell’esistere. Un ringraziamento profondo va a coloro che in tanti modi hanno reso possibile questo tentativo di comprendere l’essere, la verità, il tempo.
–Il libro sul sito dell’editore Olschki
–Pdf con copertina, frontespizio, epigrafi, indice
Recensioni:
- Federico Nicolosi, il Pequod (n. 10 / Dicembre 2024)
- Michele Del Vecchio, Diorama Letterario (numero 366, marzo-aprile 2022, pagine 38-40)
- Pietro Ingallina, Acta Philosophica (Vol. 31 – anno 2022 – Fascicolo 1, marzo 2022)
- Giusy Randazzo, Koinè 2021
- Sarah Dierna, il Pequod (n. 4 / Novembre 2021)
- Diálogo Filosófico, (anno 37, numero 1 [109], gennaio-aprile 2021)
- Andrea Pace Giannotta, Iride. Filosofia e discussione pubblica (anno XXXIII, n. 91 / Settembre-Dicembre 2020)
- Stefano Piazzese, Bollettino della Società Filosofica Italiana (n. 262 / gennaio-aprile 2021)
- Patrick Cerutti, Revue philosophique de la France et de l’étranger (Janvier-Mars 2021)
- Andrea Antonio Sturiale, Scienza & Filosofia (dicembre 2020)
- Daria Baglieri, Discipline Filosofiche (9.11.2020)
- Salvatore Grandone, Figure dell’immaginario. Rivista internazionale (ottobre 2020)
- Enrico Palma, InCircolo. Rivista di filosofia e culture, n. 9/2020 Natura / Cultura
- Diego Bruschi, Appunti, semplicemente appunti, 16.7.2020
- Enrico M. Moncado, Mondi. Movimenti simbolici e sociali dell’uomo, anno 3, n. 1/2020
- Sergio Failla, girodivite.it, 26.6.2020
- Giuseppe Savoca, La Sicilia, 26.6.2020
- Noemi Scarantino, Vita pensata n. 22 – Maggio 2020
- Intervista a L’Indiscreto, Che cos’è il tempo?, 29.3.2020
- Segnalazione di Gabriele Ottaviani, Convenzionali , 6.3.2020
17 commenti
agbiuso
Tempus fugit
il Simplicissimus, 13.4.2025
“Si sta come d’autunno…” Sì, tutti stiamo come foglie ingiallite, precariamente attaccate all’albero in attesa della folata che ci farà cadere ed è questa, forse, la ragione della fortuna che ha avuto questa poesia fulminante nell’era della memoria da pesci rossi. Lo possiamo percepire meglio ora che la storia e anche le nostre stesse storie sono uscite dall’ibernazione neoliberista, dall’eterno presente che esso ci propone, dall’assenza di memoria e dunque di futuro in cui eravamo immersi come se la vita fosse strisciare carte di credito per ottenere dosi di dopamina, inseguire tendenze che svaniscono da un giorno all’altro e misurare le nostre vite in clip virali ed “esperienze” fugaci. Tutto è stato travolto e macinato dentro questo mulino dove futilità ed emergenze create ad arte hanno dato vita a un flusso circolare e occluso, come certe perturbazioni che non se ne vogliono andare. Proprio tutto, dalla letteratura alla politica: il tempo, con il suo faticoso lavorio e gli orizzonti sono stati messi da parte, sono stati esclusi come parte fondamentale dell’equazione umana.
Si capisce perciò che alcuni rifiutino di essere scongelati, ci stanno troppo bene nelle loro vaschette da freezer, nelle loro piccole o grandi rendite di posizione, nella loro tranquillità mentale e perciò arrivano a puntare su una guerra infinita che, oltre a favorire speculazioni economiche e ogni tipo di attentato a quel po’ di democrazia che resta, sia pure solo nelle forme, sconfessi il significato storico dello scontro in Ucraina, ovvero la sconfitta di un sistema. Temono che ciò riavvii la cognizione del tempo e la consapevolezza del passaggio a un nuovo paradigma. È lo scontro fra i due terzi di umanità che guardano al futuro e un terzo che ritiene di aver raggiunto l’unico futuro possibile.
E tuttavia la precarietà, l’assenza di una visione temporale di lungo periodo è quanto mai evidente proprio in questi giorni: di fronte a problemi epocali si procede di giorno in giorno come se fossimo dipendenti dal momento, come se tutto fosse ridotto a un evento, dazi messi oggi e tolti il giorno dopo, minacce all’Iran e poi colloqui, tregua a Gaza e poi bombe, tamburi di guerra europei che poi si risolvono in nulla. Questa tattica che assume aspetti grotteschi con Trump è in realtà operante già da decenni e riflette l’incapacità di andare oltre gli schemi già prefabbricati e l’ideologia della fine della storia. Abbiamo barattato la dignità della pazienza per il caos del presente che non passa. Questa non è solo una crisi finanziaria, una crisi umanitaria, una crisi politica, una crisi militare, è in primo luogo una carestia mentale. Abbiamo dimenticato come piantare semi che impiegano decenni a crescere, anzi non sappiamo nemmeno cosa siano, abbiamo dimenticato come costruire un mondo per bambini che non incontreremo mai: il culto della gratificazione istantanea ha assassinato ogni visione. Scorriamo, spendiamo, corriamo – e ci ritroviamo con portafogli vuoti, relazioni vuote e nazioni che boccheggiano. Ciò che è importante è essere qualcosa come individui, anzi assolutizzare l’individualità come se incarnassimo un Io fichtiano atomizzato, ma non essere nulla come comunità perché questa ci limiterebbe. Una donna spagnola è stata condannata per aver detto che la Spagna è cristiana, come se questo fosse un crimine di odio verso i non cristiani. Il resto del pianeta ride: sarebbe come condannare un abitante di Casablanca se dicesse che il Marocco è mussulmano. E ho fatto un esempio di un Paese che ospita centinaia di migliaia di europei, soprattutto pensionati che si sottraggono alla povertà con questa emigrazione forzata verso posti dove la vita costa di meno.
La maggior parte dei nostri antenati ha agito e vissuto per cose che non avrebbero visto: l’obolo per cattedrali in cui solo i nipoti avrebbero messo piede, strade che solo i figli avrebbero percorso, viaggi perigliosi per un futuro tutto da immaginare, mentre noi siamo schiavi dell’immediato e perciò essenzialmente irresponsabili e allo stesso tempo impolitici, visto che la politica è l’arte di agire nel presente per preparare il futuro. Certo si vive solo una volta, ma questo non significa pensare che dopo di noi il mondo non esisterà più o come correlato oggettivo che spesso si riscontra nei più giovani, che non c’è stato nulla prima. Da ragazzo scrissi un saggettino di qualche pagina per inseguire le ragioni della poca fortuna che il grande romanzo ha avuto in Italia e lo trovai nel limitato sentimento del tempo che si ha paradossalmente in uno dei Paesi più ricchi di storia del mondo: il grande romanzo ha bisogno di un ampio respiro temporale, anche solo come scenario. Non so se avessi ragione, ma in ogni caso non avevo la più pallida idea di essere un profeta. Che avrei visto il mondo a tre dimensioni in cui vivevo trasformarsi in una platea dove solo la banalità del momento ha posto e dove si recita a soggetto senza che i personaggi abbiano bisogno di un autore. Ignari che l’attimo può essere colto davvero solo se è circondato da esperienza e speranze.
Federico Nicolosi su Tempo e materia - agb
[…] Nicolosi Recensione a Tempo e materia. Una metafisica il Pequod, anno V, n. 10, dicembre 2024 Pagine […]
agbiuso
“La vertigineuse question du « temps », dont l’étude serait la « tâche préliminaire à toute métaphysique » selon Gaston Bachelard”.
Da: Le Temps : entre rythmes et durée
di Jean Montalte, éléments, 30.12.2024
Programmi 2024-2025 - agb
[…] G. Biuso, Tempo e materia. Una metafisica, Olschki 2020, pp. […]
agbiuso
Segnalo un articolo di Davide Miccione sugli effetti nefasti della riduzione del tempo al solo presente:
Presente continuo
Avanti!, 11.12.2022
agbiuso
Segnalo alcune recensioni apparse negli ultimi mesi:
Stefano Piazzese, Bollettino della Società Filosofica Italiana (n. 262, gennaio-aprile 2021)
Patrick Cerutti, Revue philosophique de la France et de l’étranger (Janvier-Mars 2021)
Andrea Antonio Sturiale, Scienza & Filosofia (dicembre 2020)
Daria Baglieri, Discipline Filosofiche (9.11.2020)
Salvatore Grandone, Figure dell’immaginario. Rivista internazionale (ottobre 2020)
agbiuso
Una recensione di Enrico Palma è uscita sul numero 9/2020 di InCircolo. Rivista di filosofia e culture, pagine 305-311.
agbiuso
Enrico M. Moncado ha recensito il libro sul numero del 2020 di Mondi. Movimenti simbolici e sociali dell’uomo, anno 3, n. 1/2020, pagine 93-96.
agbiuso
Tre recenti recensioni al libro:
Noemi Scarantino, in Vita pensata n. 22 – Maggio 2020, pagine 102-106
Giuseppe Savoca, La Sicilia, 26.6.2020, pagina 18
Sergio Failla, girodivite.it, 26.6.2020
diego
le mie due righette, ma sincere
https://diegod56.wordpress.com/2020/07/16/tempo-e-materia-a-g-biuso/
agbiuso
“Due righette” che mi onorano. Perché da lettore che ben conosce il mio itinerario dentro il tempo hai saputo cogliere con rigore e chiarezza alcune delle fonti, degli snodi, delle mete verso le quali il libro intende muoversi, mentre cerca di attraversare il “campo della metafisica, della filosofia che, sola, può superare il limite d’ogni sapere parziale”.
Grazie di cuore, caro Diego.
agbiuso
Un articolo de Le Scienze descrive la complessità della percezione del tempo durante prolungati periodi di chiusura in casa, come quelli ai quali siamo stati costretti durante l’epidemia e l’infodemia del Covid19. Il testo affronta in particolare la differenza tra tempo retrospettivo e tempo prospettico.
La percezione del tempo durante il lockdown
di Jackie Rocheleau
Scientific American, 29.5.2020
agbiuso
Segnalo un articolo da Le Scienze, la cui lettura è riservata agli abbonati ma che dalla presentazione mi sembra di grande significato per chi -come me- sostiene che non è possibile ridurre la temporalità alla sola dimensione matematica, che invece se resa “ancora più rigorosa” confermerebbe la realtà del tempo:
Il segreto matematico dello scorrere del tempo
di Natalie Wolchover/Quanta Magazine
“Le leggi della fisica sembrano indicare che il fluire del tempo è solo un’illusione, ma questa conclusione potrebbe essere legata alla concezione corrente di matematica. Cambiandola un po’ e rendendola ancor più rigorosa, il paradosso svanisce e forse si potrebbero conciliare in modo naturale anche relatività e meccanica quantistica”
agbiuso
Intervista a L’Indiscreto, Che cos’è il tempo? (29.3.2020)
diego
capisco quanto ci tieni; il ricordo di te da parte dei tuoi studenti e allievi durerà nel tempo, ma questo libro, questa tetralogia, è evidente la vuoi mettere «fuori dal tempo»
alla fine, un filosofo vero non muore mai, sia esso Platone, sia esso Nietzsche, sia esso Heidegger, sia esso Severino, sia esso, mi permetto, Biuso
è strano come un libro vero è molto più che dei fogli ben rilegati
agbiuso
Caro Diego, sì, tengo molto a un percorso teoretico nel quale ho cercato di comunicare e argomentare quanto ho appreso e pensato. Un libro, come ben dici, è molto più che la somma delle sue parti; speriamo che in questo caso sia le parti sia l’intero siano plausibili.
La tua iperbole 🙂 è segno del tuo affetto, del quale ti ringrazio.
agbiuso
Segnalazione di Gabriele Ottaviani, Convenzionali, 6.3.2020