Climax
di Gaspar Noé
Francia, 2018
Con: Sofia Boutella (Selva), Kiddy Smile (Daddy), Romain Guillermic (David), Souheila Yacoub (Lou), Taylor Kastle (Taylor), Claude Gajan Maude (Emmanuelle), Giselle Palmer (Gazelle)
Trailer del film
Una donna ripresa dall’alto. Striscia in mezzo alla neve bianca, lascia tracce di sangue.
Un televisore sul quale scorrono delle interviste ad alcuni ballerini; dietro di loro un muro scrostato; alla sinistra del monitor si vedono accatastate delle videocassette di film come Un chien andalou, Harakiri, Suspiria, Possession, Zombie, Schizophrenia, Le droit du plus fort.
La telecamera si allontana da una grande bandiera francese in primo piano, dalla quale si apre una sala dove venti ballerini si muovono in una danza armoniosa, estatica, estrema. Cinque minuti di godimento dello sguardo e dei corpi.
«Dio è con noi».
Pausa. Ragazzi e ragazze mangiano qualcosa, bevono della sangria.
Una dopo l’altra brevi scene nelle quali a due a due i personaggi dialogano manifestando intenzioni, gioia, ossessioni, aggressività, preoccupazione.
Tutto comincia a oscillare sino a capovolgersi, i corpi si abbrancano e respingono, i dialoghi diventano feroci, le azioni imprevedibili. Urla, pianti, sussulti, l’ancestrale e infinita ricerca di capri espiatori, l’espulsione, la reclusione, il desiderio.
Lentamente e in modo del tutto naturale lo spazio si restringe ai particolari più vicini, a frammenti di materia; il divenire scivola nella luce rovinosa e inquietante di un rosso sempre più pervasivo, sino al bianco di occhi estatici che dissolvono la loro identità nel nulla.
In tutto questo la musica techno e disco continua, inesorabile, a battere il tempo. Sullo schermo compaiono affermazioni come: «La vita è un’impossibilità collettiva»; «Morire è un’esperienza straordinaria».
Un sabba.
«Fu il vecchio direttore dello ‘Hibbert Journal’, L.P. Jacks, a proporre di sostituire la definizione linneana Homo sapiens con questa denominazione [Neo-anthropus insipiens damnatus], più appropriata, per i folli che ora si preparano a distruggersi a vicenda e a mandare in rovina tutte le proprie opere, fino alla completa estinzione»1.
Nota
1. Robert Eisler, Uomo diventa lupo, Un’interpretazione antropologica di sadismo, masochismo e licantropia (Man into Wolf. An Anthropological Interpretation of Sadism, Masochism and Lycanthropy [a lecture delivered at a meeting of the Royal Society of Medicine], 1951), trad. di R. Montanari, Adelphi 2019, p. 103.
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8 commenti
Tina Messineo
ogni volta che posso andare in discoteca, per ballare soprattutto la techno, lo faccio con molto gusto.
Scusa Alberto , da quando vai in discoteca a ballare la tecno?
Ti ci vedo, eccome!
Io ballerei solo sul Parnaso con rispettivo rito nel korichon antron.
Dioniso permettendo! Ma sono femmina mi accetterebbe…
Scusa, ho scherzato un po’
Pasquale
Fu il vecchio direttore dello ‘Hibbert Journal’, L.P. Jacks, a proporre di sostituire la definizione linneana Homo sapiens con questa denominazione [Neo-anthropus insipiens damnatus], più appropriata, per i folli che ora si preparano a distruggersi a vicenda e a mandare in rovina tutte le proprie opere, fino alla completa estinzione
Caro Alberto,
non ho visto il film e dal trailer…bah. I cinque minuti di danza rimandano vagamente allo stile, non so, forse di Jean Fabre, il belgico ma con dei limiti di ripresa, secondo me, che Busby Berkeley o Minnelli, si veda Un americano a Parigi non avevano, anzi il contrario ( la camera non perde mai il fuoco e il centro dell’attenzione quando fotografa la danza) e non avevano la staedycam. Il cinema di oggi sostituisce la confusione alla forma che chiarifica e l’elettronica all’hand made che costruisce. Fatta questa osservazione da professorino rilevo nelle immagini, voluto immagino, qualcosa di lurido ma non filtrato dall’arte, che mi fastidia. E casco su Cèline. Mi pare che in Les beaux draps ( non chiedermi non ho voglia di andare a sfogliarlo) si lanci in una delle sue visioni( previsioni)e, di là dei suoi saremo tutti negrizzati che scriva che il negro è solo ritmo, il tam tam, la musica francese soccomberà al tam tam . La tua chiusa però Alberto è il miglior film. Comprerò il libro. En attendant le déluge. Psq.
agbiuso
Caro Pasquale, so bene che su fenomeni come il cinema, la musica techno (e in generale del presente), il dionisismo, abbiamo posizioni e sensibilità diverse. Ed è una ricchezza.
Questo film, semplicemente, mi è molto piaciuto, mi sono divertito, ho danzato e ho riflettuto sulla natura umana. Quando un’opera, di qualsiasi genere e livello, mi aiuta a fare tutto questo io ne sono contento. Omnia munda mundis.
Pasquale
È buffo a te non piacciono i film musicali. Questo ti ha preso proprio e io non l’ho visto. È che a me piace la danza, un po’ da danzatore. Un giorno facciamo una tenzone in onore di D.
Psq.
agbiuso
Caro Pasquale, non mi piacciono esattamente i musical perché mi annoiano.
Un film-opera come Jesus Christ Superstar mi piacque invece molto.
Io non sono un danzatore e un teatrante ma ogni volta che posso andare in discoteca, per ballare soprattutto la techno, lo faccio con molto gusto.
E quindi accetto la tenzone dionisiaca 🙂
Mario
Ma quale incredibile synchronicity (direbbe Sting), caro Alberto: http://www.posthuman.it/riflessioni/quelle-ballerine-stregate-baccanti interpretare un piccolo film sperimentaleggiante attingendo al medesimo saggio (e anche qui non è che si tratti proprio del best seller dell’estate) fa sentire sicuramente meno peregrine le acrobatiche interpretazioni storico-esoteriche del Battisti sul nuovo Suspiria (il concetto ‘classico’ di strega rapportato alla tragedia storica della Germania), che io ho arbitrariamente connesso a mia volta all’interpretazione (non facile) del film di Noé (il trip psichedelico come moderna trance ‘bacchica’, quindi archetipo storico della cosiddetta ‘stregoneria’). Temevo d’aver generato a mia volta un trip funambolico che magari suonava un po’ ‘fuori’ come la materia in questione, ma la consonanza mi conforta 😉
agbiuso
Davvero notevole questa consonanza, Mario. Vuol dire che quando si entra in un’opera d’arte con strumenti culturali e sensibilità adeguata, il risultato è quasi matematico.
Sono contento che anche tu abbia letto Eisler. Si tratta di un libro del quale critico molti elementi ma il quadro che fornisce dell’umana crudeltà è veramente esatto.
Mario
In effetti me ne sto nutrendo come di uno di quei reperti di parascienza di frontiera d’epoca un po’ fantasiosi per alimentare il substrato (appunto prascientifico) del mio Jekyll & Hyde apocrifo in scrittura, rallentata dall’attività promozionale per FantaRock e dalla nascente antologia S.O.S. – Soniche Oblique Strategie (in uscita ad ottobre), ma cmq in viaggio verso il completamento.
So che scientificamente è superato ma – anche se è del 1948 – con qualche cautela cronologica può ben nutrire le aspirazioni ‘lupesche’ di un Mr Hyde sauvage. Io son solo un guitto narratore scriteriato (come Hyde), non ho responsabilità scientifiche 🙂