Heidegger e il complicato abisso dei «Quaderni neri»
il manifesto
8 novembre 2018
pagina 11
L’analisi che Eugenio Mazzarella dedica alla questione degli Schwarze Hefte è di grande rigore e plausibilità, ponendosi all’altezza nella quale sempre bisogna leggere Martin Heidegger. Sul manifesto ho pubblicato un articolo nel quale spero di aver restituito almeno un poco il significato e la densità del suo libro.
Nel capoverso conclusivo dell’articolo è saltata la frase finale. Riporto quindi per intero la conclusione: «Denso, intricato ed essenziale è il nodo che questo libro sa indagare, suggerendo ancora una volta che la filosofia -in Heidegger come in Eraclito, Platone, Aristotele, Spinoza, Nietzsche- è simile a una montagna, che ogni tanto degli umani cercano di scalare. Alcuni ben attrezzati arrivano alla cima, altri sono pieni di impegno ma non di strumenti e magari si fermano e tornano indietro, altri ancora pensano di aggredirla e finiscono con il precipitare. La montagna rimane lì, nell’aria e nella luce, dando respiro all’aria, riverberando luce».