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Un mito invalidante

Un mito invalidante

Il 18 maggio 2018 ho tenuto una breve relazione sull’animalità nell’ambito di un bel Convegno dal titolo Bioetica Ambiente Alimentazione svoltosi al Disum di Catania. Ne metto a disposizione la registrazione audio (ascoltabile e scaricabile).

Ho cercato di mostrare come l’antropocentrismo costituisca un mito teoretico invalidante, un mito ontologico ed etico che preclude non soltanto la comprensione di ciò che in natura ci accomuna e ci distingue ma anche il raggiungimento dell’obiettivo socratico e delfico della conoscenza di noi stessi, di noi umani.
Ho dunque parlato dell’animalità come intelligenza, differenza, flusso, corpo.
Ho poi argomentato la fecondità dell’etologia, contrapposta all’errore metodologico della sperimentazione in laboratorio.
Ho anche accennato a Schopenhauer e al cavallo di Nietzsche. Ho insomma cercato di mostrare la persona animale, nostra e di altre specie.

[Della questione animale come luogo di superamento del paradigma umanistico mi sono di recente occupato anche qui:

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