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Tristezza

Tristezza

Loro 2
di Paolo Sorrentino
Italia, 2018
Con: Toni Servillo (Silvio), Elena Sofia Ricci (Veronica), Riccardo Scamarcio (Sergio Morra), Euridice Axen (Tamara), Fabrizio Bentivoglio (Santino Recchia), Katia Smutniak (Kira), Roberto De Francesco (Fabrizio Sala), Anna Bonaiuto (Cupa Calafa), Alice Pagani (Stella)
Trailer del film

La tristezza della finzione
La tristezza di un sorriso sempre uguale e pronto a scattare in ferocia rettiliana
La tristezza della cartapesta, di un vulcano in giardino dal quale sgorga lava che è solo scintilla
La tristezza della solitudine, del suo terrore
La tristezza di cosce un tanto al chilo, che si abbarbicano non all’uomo ma al suo denaro
La tristezza di «un alito come quello di mio nonno, non profumato né maleodorante ma l’alito di un vecchio»
La tristezza delle dentiere
La tristezza del crepuscolo
La tristezza dell’abbandono
La tristezza dei sogni che si volgono in incubi
La tristezza della ὕβϱις
La tristezza della superficie
La tristezza del Cristo deposto
La tristezza degli sguardi
La tristezza del potere
La tristezza della malafemmina
La tristezza dei litigi
La tristezza della vacuità
La tristezza di una gaiezza che tramonta
La tristezza della dissipatio
La tristezza dell’irredimibile volgarità
La tristezza del patetico
La tristezza delle rovine sulle quali il film si chiude
La tristezza di Silvio Berlusconi
La tristezza che Silvio Berlusconi è
Tristezza è la cifra stilistica di questo capolavoro antropologico.

Loro 1

2 commenti

  • Antonella Coco

    Maggio 24, 2018

    Eppure l’uomo del “fare”, per il quale tutto non basta, ha incatenato e affascinato migliaia di persone nella sua tristezza e nella sua brama di potere pur di ottenere un riconoscimento di politico insostituibile. Ha dettato le leggi, ha manipolato individui nelle cui maglie tanti sono caduti consapevolmente e cercando di sfruttare questa sua tristezza. Rimango solo basita quando le donne ancora corteggiano un uomo i cui sentimenti sono di assoluto disprezzo nei confronti del sesso femminile. Non bastano le scenette di un uomo che sembra quasi essere rispettoso dell’unica ragazza forse con un po’ più di cervello (Stella) a non andare oltre nelle sue avances. Si tratta solo di terrore, il terrore di un uomo ormai inchiodato al suo declino biologico. Se la questione antropologica è risolta nello spaccato che costruisce Sorrentino, non risolta però è la via della dovuta indignazione, dello sdegno che dovrebbe suscitare. Un individuo gigione al quale, forse. si può perdonare il suo malaffare perché ormai vecchio e stanco?

    • agbiuso

      Maggio 24, 2018

      No, cara Antonella, non si può perdonare e non si deve. Berlusconi è un angolo di tenebra, è la superficie che distrugge la profondità, è il nichilismo del non pensiero, è quanto di peggio l’Italia abbia visto nella sua storia moderna, è una metastasi che ha prodotto altre cellule -Matteo Renzi è una di queste-, è la conferma del concetto gramsciano di egemonia volto a scopi di asservimento culturale, etico, psichico, mediatico dell’intero corpo sociale.
      È un individuo spregevole.
      Credo che nella sua complessità simbolica, nel suo squallore antropologico, nei suoi colori saturi e disperati, il film di Sorrentino restituisca a chi voglia vederlo l’abisso di malvagità del quale il corpo di Berlusconi è incarnazione, emblema, figura.

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