Venerdì 9.2.2018 parteciperò alla presentazione del libro di Eugenio Mazzarella
L’uomo che deve rimanere. La smoralizzazione del mondo (Quodlibet, 2017)
Con questo volume il cammino teoretico di Mazzarella perviene a uno dei suoi esiti più compiuti e coerenti. Il filosofo mostra che per lo «strano animale» che siamo, per «quest’animale che si estrania», risulta vitale trovare una Heimat, un terreno, una dimora, un luogo nel quale abitare con fiducia il mondo.
Tale bisogno nasce anche dal fatto che il nostro corpomente è in grado di intuire il sempre rimanendo tuttavia intriso di ora. Il legame tra la tecnica, l’umano e il tempo fa da fondamento a un testo che va oltre ogni etica, pervenendo a una vera e propria filosofia del vivente come l’originario e insieme l’inoltrepassabile.
- Ulteriori notizie sull’evento (link all’Agenda di Ateneo)
- Una mia recensione al libro, uscita nel luglio 2017 su Discipline Filosofiche (link al sito della rivista)
3 commenti
Pasquale
Credo Alberto che l’Italiano sia il Male. Non ho mai creduto di poter determinare i destini del mondo, solo di potere vivere in pace tra le mie cosette. RIcorda i nostri discorsi sulla spazzatura a SIls-Maria. Psq.
Pasquale
Caro Alberto, una considerazione inattuale. Ho pensato al tuo prossimo futuro di filosofo nel bel mezzo del regime, del Leviathano in arrivo, stando alle statistiche. Mi hai fatto venir in mente un po’ un po’ Heidegger, un po’ Spinoza. Sopravvissuti, stai, stiamo preparandoci ad essere sopravvissuti.
agbiuso
Caro Pasquale, nonostante tutto rimango più fiducioso.
La filosofia, l’arte, le scienze, il pensare -vale a dire il meglio della nostra specie- sono sempre andati oltre le spesso terribili contingenze storiche. Confido che vi riusciranno ancora.
A essere sopravvissuti, a diventare gli obliati cascami del nulla, sono coloro che credono di determinare i destini del mondo e che invece costituiscono i burattini di Ἀνάγκη.
Chi ricorda più i nomi dei nemici -e ne hanno avuti tanti: avversari personali e ostacoli collettivi- di Platone, di Spinoza, di Nietzsche? Nessuno. Lo stesso accadrà per Heidegger.
Quanto a me, sono troppo piccolo per preoccuparmi 🙂